Vivere all'estero

Due anni di noi a Milwuakee

Il venerdì prima della partenza ha visto le nostre famiglie e gli amici presentarsi a turno, e anche tutti insieme, a casa nostra per salutarci un’ultima volta. Baci, abbracci, lacrime, risate, raccomandazioni: ci hanno travolto così tante emozioni e affetto che siamo andati a letto stravolti e confusi. E’ stato difficile dormire bene quelle poche ore prima di partire.

Atterriamo a Chicago il sabato sera, con noi due valigie enormi e due grandi, due trolley e Margot, la bassotta. Per incastrare tutto nell’auto ci mettiamo un’ora abbondante con il marito in panico e io in modalità tetris e “tranquillo che ce la facciamo”. E infatti ce la facciamo e partiamo: quasi due ore per arrivare all’albergo fuori Milwaukee e vicino alla sua azienda. La neve copre i lati della strada, il cielo è limpidissimo e la luna splende: riesco a scorgere i contorni degli alberi e dei campi ai lati della strada, qualche casa, motel, grosse aziende, delle montagne russe e un grosso hotel con uno scivolo d’acqua esterno. Sento lo sguardo di mio marito che mi accompagna in questa scoperta, ansioso e curioso dei miei pensieri. Lo sento preoccupato. Io sono esausta ma eccitata da tutto il nuovo che mi circonda: mi sembra diversa l’aria che respiro, il cielo pare immenso, le strade larghissime con auto e camion enormi che ci sfrecciano di fianco e la neve.. quanta neve!!
Andrea decide di farmi vedere uno scorcio di città e arriviamo alle sue porte trovandoci davanti un groviglio di strade illuminate che subito mi rapisce lasciandomi a bocca aperta. Dietro appare un pezzetto del suo skyline con i palazzi che si scagliano nella notte, ma non andiamo nella loro direzione, percorriamo invece una strada più interna, battuta di locali le cui insegne luminose si susseguono. Ho il naso appiccicato al finestrino. Attraversiamo un ponte, sotto c’è un grosso fiume, poi altri palazzoni, uno stadio, un’arena, un’altro edificio imponente e riprendiamo l’interstatale. Poco prima del nostro hotel c’è un centro commerciale, poi un altro edificio commerciale, un altro ancora, Starbucks e altri simili tutti vicini. Ci registriamo finalmente in hotel, disincastriamo una valigia e i due trolley, liberiamo Margot sulla neve ed entriamo in camera.

Avevamo lasciato decine di braccia restie a lasciarci andare e qui nessuna ad accoglierci, ma non ero triste, solo ricordo che lo pensai prima di addormentarmi, mentre mi assestavo tra i due cuscini giganti.
E quella notte dormii benissimo: non so se dovuto alla stanchezza, al letto king, all’appagamento di aver concluso questo viaggio della speranza dopo settimane di preparativi, o tutto insieme. Finalmente dopo diversi giorni di sonno agitato, riuscii a riposare il corpo e la testa tanto da alzarmi leggera la mattina dopo (alle quattro e mezza… maledetto jet-lag!) e carica, pronta a conoscere questa parte di mondo, questa parte di vitaamichedifuso.gretaamichedifuso.greta01

Sono stata fortunata nel mio espatrio: potevo capitare ovunque e in paesi sicuramente meno accoglienti degli USA e questo ha facilitato l’ingresso in questa nuova esistenza. Senz’altro c’è stato lo shock culturale perché c’è del diverso, del più grande, del nuovo e sarei una sciocca a non accorgermene, ho imparato a conoscerlo, conviverci e anche amarne certi aspetti.

Questo mese compio due anni di espatrio e guardo con fierezza e commozione questa avventura che mi ha visto crescere come persona e come donna. Ho affrontato alcuni miei limiti e superati, ne ho conosciuti altri, ho imparato una nuova lingua, mi sono confrontata con persone di tutto il mondo e ho fatto nuovi amici, sono diventata mamma, ho imparato a stare da sola e a contare su me stessa, ho ripreso alcune passioni che non avevo tempo di coltivare prima e ne ho scoperte altre, ho assaggiato cose di cui ignoravo totalmente l’esistenza, ho resistito a temperature per me inimmaginabili e sono sopravvissuta.

Mi sono così innamorata di questa parte di vita che quando penso al momento in cui dovrò rimettermi i panni dell’altra mi trema la terra sotto i piedi perché non so se ne sarò capace, se mi sentirò una disadattata e mi spaventa molto.
A volte mi chiedo se tutte quelle braccia che mi aspettano riusciranno a colmare il vuoto che lascerà questa esperienza una volta conclusa e mi sento un’ingrata nei loro confronti. Ma continuo a chiedermi: quando trovi e provi qualcosa che ti appaga così tanto, riesci poi a richiuderlo nel cassetto dei ricordi e far finta di nulla? Oppure poi tutto ti calzerà stretto?
Nell’attesa di scoprirlo quando sarà il momento, tanti auguri a me per il mio complespatrio! 😉

Greta, Wisconsin
Ha collaborato con Amiche di Fuso dal 2014 al 2018

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Amiche di fuso

Amiche di fuso è un progetto editoriale nato per dare voce alle storie di diverse donne, e non solo, alle prese con la vita all'estero. Vengono messi in luce gli aspetti pratici, reali ed emotivi che questa esperienza comporta e nei quali è facile identificarsi. I comuni denominatori sono la curiosità, l'amicizia e l'appoggio reciproco.

6 Comments

  • Sei stata bravissima ! Lo sai ti stimo tanto ! Sei dolce ma forte . Entusiasta ma pratica … Questa esperienza non sarà facile da chiudere perché in due anni hai messo il turbo, hai fatto un sacco di cose compreso integrarti che tanti Expat anche in posti più belli non sono riusciti a fare … E poi sei diventata mamma qui ! Ti auguro un colpo di scena finale ma ho la certezza che qualsiasi cosa accadrà tu l’affronteeai molto bene! Un abbraccio

    • Mimma sei sempre troppo buona!!! Tifiamo per un bel colpo di scena finale che ci spedisca tutte insieme nel sud della Spagna.. al caldo, sul mare e buon cibo: sicuro che noi tutte insieme ci divertiremmo un mondo!! 😉
      Un abbraccio a te!!!! :*

  • Ecco io t’immagino cosi’… nella neve, con il cappellino a pon pon… e la tua bella famigliola di cui tu sei il collante.
    Vivere all’estero significa affrontare ogni momento sfide nuove senza nessuna spalla a cui appoggiarsi, e se si sfrutta questa immensa occasione che la vita ci ha regalato la ricompensa e’ immensa.
    Ciao :’>

    • Praticamente la mia divisa 7 mesi all’anno! XD quello era appunto il secondo giorno che eravamo qui!!! 😉
      Sì.. poi ci si unisce tanto e la complicità cresce!
      un abbraccio :*

  • Greta, sono felice di averti incontrata in questo angolo di mondo e..mi mancherai molto quando arrivera` il momento in cui te ne andrai, con Baby L, che si lascia imboccare da me come se fossi anche un po’ di famiglia, Margot, che adesso non mi abbaia neanche piu` , e Andrea. Comunque lo sai che ci sara` sempre un letto pronto ad accogliervi tutti quanti!

    • <3 ed è stato fantastico incontrare te! mi hai guidato alla scoperta di questo nuovo mondo con tanta dedizione e pazienza!! 😉 Ho trovato anche io un'amica e sei stata la prima!!
      Ecccccerto che qui oramai ti adorano tutti!!

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