#expatimbruttito

La metafora di Hansel e Gretel nella casetta di marzapane

Written by Amiche di fuso

Premetto di non essere mai stata amante delle caramelle, nemmeno da bambina.
Le mangiavo, ma non ne sono mai stata ghiotta. Anzi, ricordo di averle mangiate quasi esclusivamente dall’asilo all’elementari quando la cattivissima Suora le faceva portare a turno una volta alla settimana. La compagna che le aveva comprate faceva il giro tra i banchi e ad ognuna toccava una caramella. Una sola. Per me bastava ed avanzava (se invece di caramelle avessero portato un salame negronetto di  2 metri, l’avrei rubato e spazzolato i 5 minuti… ma no. Caramelle).

Da questa breve introduzione si capisce che per me tutto quello che è dolce cade nella categoria “take it or leave it”.
Mi piace avere il dessert  a conclusione di una cena e mai rinuncerei alla mia torta di compleanno, ma, a parte queste due occasioni (ehssì… vabbè…  pure la cioccolata quando c’ho lo sbrano da ciclo, ammetto), mai e poi mai mangerei qualcosa di dolce al posto del salato.

Succede poi che mi trasferisco in Danimarca. Gusti diversi, principalmente salsette sconosciute ed insidiose, che parrebbero ottime con quello su cui sono posate, ma che poi  metti in bocca e pensi “macchè. avranno sbagliato la crema del dolce con quella per le salsicce!?!”. E poi, il giorno di Natale ti ritrovi un petto d’anatra cotto a regola d’arte, li stravaccato su uno smørrenbrød spalmato di un sugo verde, coperto da una salsa bianca, che sembra panna montata, ma sicuramente NON può essere panna montata… E invece lo è, è proprio panna montata, zuccherata e mischiata con rafano.

Da questo momento in poi sono diventata la regina della diffidenza. Assaggio tutto in punta di lingua e poi decido.

Nulla mi aveva però preparata a trasferirmi nella casetta di marzapane di Hansel e Gretel, ovvero: gli Stati Uniti.

TUTTO è almeno 5 volte più dolce (detto con l’espressione di Derek Zoolander alla vista del modellino per la scuola di bambini che non sanno leggere e scrivere bene).
Ammetto di essere stata amante della Fanta, la bevevo alle feste da bambina. Ora sono 8 anni che non  la tocco. Ho preso una trangugiata di Mountain Dew e la mia glicemia deve ancora scendere adesso. Era il 2004.
Super gassate, zuccherate e ghiacciate (“no ice” è una frase inconcepibile a quanto pare) che pare di bere azoto liquido. Ma chi è che inventa queste bibite da sterminio di massa da i gusti improponibili?!
Poi compri del tè freddo, visto che alle macchinette del ristorante non hai altra scelta, e scopri che quello non ha  zucchero, ma non ha nemmeno sapore. Immondo.
Qui nel Sud, per ovviare all’immondo iced tea, hanno lo sweet tea: nel caso il diabete fosse nei vostri progetti futuri, ve lo consiglio!

Allora bevi acqua e pensi di salvarti dall’orda zuccherina. E invece NO. Perchè una miriade di prodotti confezionati che vanno dal mac and cheese blue boxes (una volta e MAI MAI MAI più) al Miracle Wip (qualcuno dovrebbe denunciare il produttore perchè secondo me non è commestibile) sono il trionfo del dolciastro, nonostante siano prodotti apparentemente salati.

Tutto m’hanno rovinato. Pure i cibi etnici: il menù al cinese (che amavo in Italia) è composto per il 90% da piatti in agrodolce, pare di succhiare un lecca lecca, nessun sapore se non un dolciastro infinito e disgustoso.
E pure la torta di compleanno m’hanno distrutto: non solo devo ordinarla senza glutine data l’intolleranza, NO! Me la devono anche affogare in quintalazzi di icing super viscoso (e dolcissimo, ovviamente), roba che per masticarne una fetta ti viene male alla mascella.

E nei vostri Paesi com’è?

Forse sono io la pazza, ma non credo di essere l’unica ad aver notato la sovrabbondanza di zucchero e corn syrup in ogni cosa in questo posto!

Alessia, Louisiana

Alessia ha collaborato con Amiche di Fuso da luglio 2014 a gennaio 2020.

Trovate Alessia qui

Loading...

Author

Amiche di fuso

Amiche di fuso è un progetto editoriale nato per dare voce alle storie di diverse donne, e non solo, alle prese con la vita all'estero. Vengono messi in luce gli aspetti pratici, reali ed emotivi che questa esperienza comporta e nei quali è facile identificarsi. I comuni denominatori sono la curiosità, l'amicizia e l'appoggio reciproco.

12 Comments

  • L’Australia è per me un pò il surrogato degli States, lo zucchero è ovunque, pare per rendere i cibi più appetitosi, anche se come te preferisco il salato ed è a volte uno stress fare la spesa! E’ presente nel pane, nei cereali, nelle salse, nel latte ecc..
    Guarda qui: https://www.youtube.com/watch?v=6uaWekLrilY 🙂

    • guarda se mi ricordo la fatica che facevo le prime settimane in California a trovare del pane non dolce! Adesso, con il fatto che non posso mangiare glutine sono diventata la regina delle etichette: leggo tutto un paio di volte. Infatti a fare la spesa ci metto il triplo di una personanormale, al supermercato credo che pensino che sono pazza 😀

  • come ti capisco! …anche se il mio problema si presenta solo da turista… In crociera (non in tutte!) sono riuscita a trovare per colazione le aringhe con la cipolla, che io adoro, che in Danimarca trovavo sempre, ma zuccherate… in California avevo imparato a chiedere il garlic bread, in modo che il sapore dell’aglio coprisse il dolciastro del pane…ma nemmeno a Londra sono riuscita a finire una fetta di torta che mi hanno servito col tè delle cinque…

    • Il garlic bread è un’opzione ingegnosa, purtroppo devo ancora digerire il boccone che ne avevo mangiato a Santa Barbara 8 anni fa 😀 Ohhhhh le arringheeeeeeee, mi mancanoooooooo!

  • Ma quindi st’amore per lo zucchero a palate è un problema molto diffuso? 🙁 Dopo il problema del parrucchiere italiano ora c’è il problema del pasticcere italiano lol

  • Ragazze, non ne sapete NIENTE di cosa vuol dire dolce! Io vivo in Brasile (paese di produzione dello zucchero). Cito una ricetta tipica (di Quindim): 1 cocco grattuggiato, mezzo chilo (!) di zucchero, 125 g di burro, 60 g di farina, 6 rossi d’uovo. Visto le proporzioni? Penso di aver spiegato tutto… Qui adirittura la Coca Cola ha dovuto adattare la ricetta standard supersegreta, perchè per il Brasiliano medio non era dolce abbastanza.

    • per curiosità, che tipo di dolce ne esce da una cosa così? Caramello? Io vengo da una famiglia di diabetici, mi ricorderò di mangiare dolci se vengo da quelle parti 🙂

    • Quindi mi pare di capire che entrambe le Americhe siano regine della glicemia a ruota libera, chissà perchè… o forse siamo noi italiani che siamo strani?

  • Anche qui in UK amano il dolce. Fanno un uso smodato del Chutney, che in origine e’ una salsa agrodolce indiana, solo che lo addolciscono molto e lo mettono a palate dappertutto e io proprio non lo sopporto. I miei vicini di casa a Natale me ne regalano delle confezioni fatte in casa che io regolarmente butto nell’umido…. Non ho ancora trovato il coraggio di dire che non mi piace…

    • Ehhh il chutney lo conosco bene 🙂 mi hai fatto ridere perchè pure io a volte devo buttare la roba regalata per motivi simili, a meno che non conosca qualcuno che ne vada matto, allora la passo… Comunque mi sono resa conto che loro faranno lo stesso con cose che per noi sono buonissime

  • Ah ah! Anch’io sono cresciuta a pane e salame. Anzi mentre scrivo in ufficio, mi sto facendo un panino al salame come spuntino di metà mattinata (ho trovato il salame felino alla delicatessen sotto l’ufficio a Sydney!).
    Stesso problema in Australia: tutto troppo grande e troppo dolce. Le torte e i dolci sono stucchevolissimi.
    Però avendo viaggiato tanto in America, trovo l’Australia un po’ meglio in fatto di cibo…in USA pensavo che mi rocoverassero dopo qualche settimana!

Dicci cosa ne pensi!

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.