Vivere all'estero

Non espatriare se…

Written by Federica Italia

Frequentando il mondo expat da quasi 10 anni, sia nella realtà che nel mondo di conoscenze virtuali,  ricevo spesso richieste di aiuto per prendere una decisione in merito ad offerte di lavoro all’estero.
Non è sempre facile rispondere perché ritengo che ognuno di noi sia diverso dall’altro. Diverse sono le priorità e le esigenze. Diversi sono i caratteri, il livello di adattabilità e di ansia, il coraggio, la curiosità, il bisogno di certezze e di punti stabili.
Ancora diverso è espatriare da soli, in coppia o con figli. Soprattutto in quest’ultimo caso si aprono una serie di considerazioni importanti da fare: su scuole, sicurezza e ospedali.

Provo però ad aiutare chiunque pensi all’espatrio a cercare di capire se è fatto per lui, elencando alcune caratteristiche che possono rendere più difficile allontanarsi dal proprio paese ad alcune persone rispetto ad altre.

Non espatriare se…

  • Se vuoi esserci sempre per i tuoi amici e la tua famiglia. Se senti davvero il bisogno della telefonata giornaliera per sentire che gli altri ci sono e far sentire che anche tu ci sei. Se hai bisogno di essere presente a tutti gli eventi dei tuoi cari: nascite, battesimi, matrimoni e funerali. Perché essere lontani in certi momenti può essere veramente difficile e provante. Non partecipare alle gioie per l’arrivo di un nipotino, non stringerlo subito fra le braccia. Non poter essere al matrimonio del tuo miglior amico. Poterti godere alcuni momenti solo attraverso le fotografie o dietro allo schermo di un computer. Ancora più difficile è non esserci nei momenti tristi. Non poter abbracciare chi ha perso una persona importante. Subito, nel momento in cui succede, senza dover aspettare. Non poter salutare una persona cara che se ne va per sempre, al punto di dover ringraziare la vita che invece ti ha concesso di farlo. Sono episodi che possono anche diventare i rimpianti di una vita e devi essere pronto ad accettarlo.
  • Se hai necessità, nei momenti difficili, di avere sempre accanto a te le persone che contano. Come prima, ma in direzione opposta, non ti consiglio di espatriare se senti di aver forte bisogno di essere abbracciata da tua madre prima di subire un intervento in anestesia totale. Se devi poter contare su una cerchia di persone care quando tuo figlio sta male davvero. Se hai necessità di sfogarti con le tue amiche quando con tuo marito le cose non vanno bene. Se hai bisogno di una casa che ti accolga quando hai voglia di sbatterti la porta dietro di te ed uscire. Se vuoi piangere sulla spalla della tua migliore amica quando stai male.
  • Se tendi a non fidarti degli altri. Perché avrai assoluta necessità di farlo. Ti ritroverai a dover invitare una persona appena conosciuta per un caffè o una cena a casa. Perché le occasioni per crearsi un giro di amicizie, o anche solo di conoscenze, saranno da prendere al volo. Dovrai fidarti perché potrebbe capitarti di affidare la vita di tuo figlio alle mani di un medico di cui sai poco, in un ospedale lontano migliaia di chilometri da casa.
  • Se hai bisogno di capire sempre tutto e  di poter esprimere chiaramente la tua opinione. Se ti piace avere la battuta pronta e senso dell’umorismo. Perché ti troverai a comunicare con una lingua non tua, che magari non conosci affatto o che è quella appresa sui banchi di scuola, spesso davvero poco utile. Anche se ti sembrerà di essere preparato, ti troverai ad avere a che fare con termini troppo tecnici alle prese con un nuovo lavoro o in un ospedale per problemi di salute. Non saprai dare ad un dialogo d’amicizia o d’amore tutte le sfumature emotive che noi italiani amiamo tanto, ti troverai ad essere l’unico che non ride di una battuta perché non l’ha capita.
  • Se sei una persona che fa davvero molta fatica ad adattarsi alle novità. Anche se l’espatrio sarà nella stessa società, o in un Paese che credi di conoscere, devi sentirti pronto ad affrontare un sacco di cose che non ti aspetti e differenze di cui non avevi tenuto conto. Perché ti troverai davanti ad un diverso modo di lavorare, spesso con dinamiche che non condividi o che trovi addirittura assurde. Perché dovrai accettare le tante diversità che ogni cultura porta con sé ed alcune potrebbero essere contro a tutto ciò che hai fatto fino a quel momento. Come indossare un abaya o non poter guidare.
  • Se hai bisogno di avere dei punti di riferimento quotidiani e pensi che esserne improvvisamente privo possa destabilizzarti ed innervosirti. Se sei una persona che ama andare sempre dal parrucchiere di fiducia, comprare il pane proprio da quel fornaio lì, farti aiutare a scegliere gli abiti dalla tua commessa di fiducia. All’estero ti troverai all’improvviso a dover ricostruire tutto. A vagare per strade sconosciute alla ricerca di un alimento o una marca vagamente famigliare. E se non li trovassi, a dover cambiare il tuo modo di cucinare e sostituire le tue ricette preferite. Dovrai avere un pizzico di coraggio e provare a farti il colore ed il taglio di capelli da un parrucchiere ignoto. Dovrai imparare a non innervosirti se ne uscirai con un risultato completamente diverso da quello che volevi. Dovrai rassegnarti a non trovare spesso le scarpe e gli abiti belli come siamo abituati noi italiani. Non è un caso se la moda italiana è una delle più apprezzate nel mondo. Dovrai concederti tempo per ricostruire i tuoi punti di riferimento. Ed essere pronto a fare chilometri in più e la spesa divisa fra più punti vendita perché sarà difficile trovare tutto insieme quello che cerchi.
  • Se non ti piace molto viaggiare. Vivere all’estero vuol dire necessariamente viaggiare più spesso o ritrovarsi, dopo una prima esperienza, con una nuova destinazione. Essere all’estero può voler dire a volte prendere aerei e i mezzi pubblici più disparati. Vorrà dire magari all’inizio trovarsi a vivere in un albergo, in un residence o in una casa provvisoria.
  • Se non sei una persona curiosa di quello che c’è fuori dal tuo piccolo giardino. Perché la molla all’espatrio credo sia proprio questa: la curiosità di vedere posti nuovi, di conoscere altre culture. Di aprire la mente a ciò che è diverso ed ampliare i propri orizzonti. Di pensare che ci possano essere diversi modi di vivere la vita. Ed avere la capacità di comprendere che il tuo modo non è sempre il migliore. Avere il coraggio di cambiarlo una volta che ne sei consapevole.
  • Se ami avere tutte le tue cose di una vita con te. Tutti i libri della tua libreria, le foto, gli oggetti che per te significano tanto. O anche solo tutta la tua collezione di scarpe. I tuoi bei piatti e i tuoi elettrodomestici preferiti. A meno che il tuo non sia un espatrio definitivo, difficilmente potrai portare tutto con te.
  • Se non hai uno spirito avventuroso e coraggioso perché, credimi, di voglia di avventura e coraggio ce ne vogliono tanti. Ed anche un pizzico di pazzia per lanciarsi in una vita tutta nuova.

Ovviamente non capiterà tutto quello che ho scritto se decidi di espatriare. Ci sono espatri più difficili ed altri meno. A volte è anche questione di fortuna. Tantissimo poi dipende dal luogo in cui andrete a vivere. Espatriare in Europa è sicuramente molto diverso dall’espatriare in Africa o in Asia. Sia per lontananza fisica che per l’approccio con culture completamente diverse.

Alla fine di tutto ciò che ho scritto però ti dico che, se guardi sognando ad altri luoghi, se non ti senti più appagato dalla vita in Italia, se desideri provare a vivere una vita diversa, nonostante tutto, preparati più che puoi e parti!
Perché l’espatrio in cambio delle difficoltà ti darà anche tantissimo.

Soprattutto ti regalerà un nuovo “tu”. Perché non tornerai uguale a quando sei partito. Sarai sicuramente una persona diversa e migliore.

Federica, Italia

Loading...

Author

Federica Italia

6 anni vissuti fra Cina e Thailandia. Un figlio nato a Shanghai e uno in Italia. Con 11 traslochi all'attivo mi sembra di aver vissuto più vite. Guardo il mondo con occhi curiosi, di solito dietro all’obiettivo della mia Canon. Adoro leggere e scrivere sui miei blog: Mamma in Oriente sulla Thailandia e My Travel Planner, il mio nuovo progetto dedicato ai viaggi!

3 Comments

  • Gentile signora, lei scrive tutte cose giuste, ci mancherebbe. Bisognerebbe pero’ anche ricordare che spesso,.anche oggi e soprattutto per chi aspiri a un lavoro in qualche misura qualificato, l’espatrio e’ una necessita’.
    Faccio solo un esempio: lei parla di “rassegnarsi a non trovare le scarpe e gli abiti” per cui l’Italia e’ giustamente famosa. Io conosco molte persone che devono fare altrettanto, perche’ quelle scarpe e quegli abiti, anche se sono in vendita dietro l’angolo, sono al di la’ delle loro possibilita’ economiche.

    • Gent.mo Francesco, prima di tutto non mi dia della signora che mi fa sentire vecchia! 🙂
      La sua osservazione è giustissima però, se legge bene l’articolo, parte proprio con la premessa che “Diverse sono le priorità e le esigenze.” Questo per dire che è impossibile generalizzare per cui ho stilato una lista di ciò che potrebbe mancare all’estero, partendo dal lato peggiore fino ad arrivare anche alle futilità che fanno comunque parte di una vita quotidiana lontano dall’Italia e, quando ci si trova a ricominciare altrove, possono contribuire a guastare la giornata pur se futili. Ho anche premesso che volevo aiutare a chiarirsi le idee prima di scegliere, cosa che comporta l’avere possibilità di scegliere. Non mi rivolgo certo a chi deve espatriare forzatamente perché non ha il lavoro in Italia o fatica ad arrivare alla fine del mese. È chiaro che in questo caso esigenze e priorità cambiano significativamente. Pur rimanendo, tutte le cose che ho cercato di elencare, scogli grandi e piccoli da superare per ricrearsi una vita altrove. Scogli che, finché non ci si trova davanti, è difficile immaginare dall’Italia.

  • Tutto giusto! Io aggiungerei anche “non espatriare se non l’hai pianificato bene”. Vivo in una città che è diventata negli ultimi anni un simbolo delle possibilità per tutti, perché è una capitale europea giovane, economica, dinamica. Purtroppo però troppi partono alla ventura senza aver fatto un minimo di pianificazione, anche solo su quali sono i primi passi da fare una volta giunti a destinazione. E a quel punto i casi sono due: o si trovano completamente spiazzati, magari anche solo perché trovare casa si rivela difficilissimo e il primo appuntamento utile per registrarsi al municipio è di lì a tre mesi oppure finiscono preda di connazionali che offrono loro un lavoro in nero e sottopagato, fenomeno sempre più diffuso purtroppo.

Dicci cosa ne pensi!

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.