Vivere all'estero

Dopo un espatrio…

Written by Federica Italia

È indubbio che dopo un espatrio una persona cambi. Che sia stata un’esperienza positiva o negativa non importa. Impossibile rimanere la stessa persona di prima. E, quasi sempre, si cambia in positivo. Forse potrei anche azzardarmi ad usare la parola sempre. Oggi voglio provare a mettere nero su bianco in cosa si cambi dopo un espatrio.

Quello che mi viene immediatamente in mente è che, dopo un espatrio, si imparerà maggiormente a contare solo su se stessi. Sia che si sia partiti soli, sia che si sia affrontata una nuova vita accanto alla persona amata, saranno state tante le situazioni in cui  imparare ad arrangiarsi. Anche se si aveva padronanza della lingua del paese d’adozione per esempio, non ci si sarà mai sentiti a proprio agio come con l’italiano. Sarà mancata spesso e forse per tanto tempo la capacità di cogliere le sfumature emotive. Ci si sarà trovati a dover utilizzare una terminologia specifica di luoghi in cui prima o poi vi sarete trovati: termini medici per sintomi e malattie, termini tecnici per problemi all’auto, termini di educazione scolastica in presenza di figli. Sarà stato impossibile sapere così bene la lingua ed impossibile avere sempre qualcuno al proprio fianco.
Vi saranno capitati momenti in cui avreste solo voluto sedervi a piangere perché non capivate o vi trovavate in una situazione da cui non sapevate come uscire. Sarete tornati a casa con il senso di sconfitta o trovato, nella maggior parte dei casi, forza, motivazione ed energia per cercare di uscirne da soli. E anche quando sarete tornati a casa sconfitti, questo sarà stato di sicuro una cosa su cui avrete cercato di lavorare per non trovarvi e sentirvi più così male. Dopo un espatrio si tornerà quindi fortificati dall’essere riusciti a cavarsela in situazioni difficili.

Direttamente collegato al punto precedente, sono certa che dopo l’espatrio la propria autostima crescerà e ci si sentirà molto più forti e sicuri. Perché essersela cavati da soli ci avrà fatto sentire estremamente fieri di noi stessi. Si saranno superati ostacoli che non pensavamo si potessero superare e, a quel punto, ci si sarà sentiti in grado di affrontare sfide sempre più difficili, senza più pensare di non farcela. Quando ci si guarderà indietro si vedrà un se stesso molto più impaurito ed insicuro.

Dopo un espatrio si avrà una capacità di adattamento estremamente più sviluppata. A case che non sono proprio come le vorresti. Alla mancanza del bidè o del forno, alla costante presenza della moquette. Al non poter mangiare proprio sempre quello che ti piace di più. Perché ti saranno mancati spesso alcuni ingredienti per cucinarlo o perché al ristorante non trovavi i tuoi piatti preferiti.  Al modo di lavorare altrui. Perché non sempre il tuo modo di lavorare era il modo migliore o, se anche lo fosse stato, non è detto che gli altri lo abbiano accettato e siccome eri tu lo straniero, avrai dovuto imparare spesso ad adattarti.

Dopo un espatrio non darai più per scontato la tua famiglia. Perché avrai capito che ha un valore inestimabile. Perché anche se non andavi d’accordo con i tuoi genitori prima di partire o avevi un rapporto di circostanza, stando lontano avrai capito che chi ti ha dato la vita e ti ha fatto crescere, nel bene o nel male, è sangue del tuo sangue. Ti sarai accorto, dopo non averli visti per mesi, che la loro assenza può essere pesante. Che nei momenti di sconforto è quasi sempre la mamma che avresti voluto accanto, anche se prima non riuscivi a non litigarci per più di tre frasi. Perché, forse mai per nessuno, sarai al centro dei pensieri come per lei.
Ti sarai trovato, da lontano, a preoccuparti per l’invecchiare dei tuoi genitori. Avrai temuto di non essere presente nei momenti in cui avrebbero potuto averne bisogno. Avrai sperimentato lo stato di impotenza se avevano bisogno e tu non c’eri. Al ritorno darai loro molto più amore ed importanza nella tua vita.

Dopo un espatrio sarà normale guidare per ore, prendere un treno o perfino un aereo, per incontrare un amico. Sia uno conosciuto all’estero, sia uno di vecchia data. Perché dopo un espatrio il valore dell’amicizia lo si capirà molto meglio di prima. Perché avrai fatto fatica a trovare nuovi amici nel paese d’adozione. Spesso avrai trovato solo tanti conoscenti e nessun amico vero.
Perché molti fra quelli che hai lasciato a casa li avrai persi per strada perché non ti saranno stati accanto nemmeno con il pensiero mentre tu eri lontano. E, ovviamente, non saranno stati lì ad aspettarti al tuo ritorno. Dopo un espatrio saprai coltivare quelli rimasti come una pianta rara e preziosa. E non ti spaventerà fare chilometri ed acrobazie pur di vederli o essergli accanto in un momento speciale.

Sempre connesso al punto precedente, dopo un espatrio sarai molto meno timido e più sociale. Perché avrai dovuto essere molto aperto anche nei confronti degli sconosciuti. Avrai dovuto attaccare bottone con chiunque non appena se ne sia presentata l’occasione. Solo per avere qualcuno con cui scambiare due chiacchiere o bere un caffè. O per aiutare i tuoi figli a crearsi degli amici.

Dopo un espatrio sarai diventato più accogliente. Perché avrai trovato sulla tua strada qualcuno che lo è stato con te. O perché molti si saranno girati dall’altra parte davanti a te. In entrambi i casi avrai capito il valore del sentirsi benvenuti. Ed al ritorno in patria saprai esserlo con chi arriva per la prima volta nella tua città, alla scuola dei tuoi figli o al lavoro.

Per lo stesso motivo sarai molto più tollerante verso le culture altrui. Perché avrai imparato a prendere il meglio da ogni cultura ed a cercare di fare amare la tua a chi non la conosceva. Avrai capito cosa vuol dire essere giudicati per stereotipi e non vorrai più essere tu a farlo.

Dunque se così fosse diventeremmo tutti migliori dopo un espatrio? Basterebbe partire per avere tutti questi benefici sulla nostra personalità ed il nostro modo di sentire gli altri?

La risposta è no. Perché tutto ciò avverrà solo se tu saprai partire con il cuore e la mente aperta. Lasciando al margine il tuo senso critico e non permettendogli di farti girare la testa davanti al nuovo.
Avverrà solo se riuscirai a trovare il giusto equilibrio fra la tua cultura d’appartenenza e quella d’adozione. Se non sarai come quelli che l’Italia la sanno solo criticare o quelli che delle altre culture non sanno accettare nulla e non si sforzano nemmeno di capire. Se ti rimboccherai le maniche anziché lamentarti e piangerti addosso.

L’espatrio può davvero farti diventare una persona migliore, ma solo se tu lo vorrai veramente.

Federica, Italia

 

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Federica Italia

6 anni vissuti fra Cina e Thailandia. Un figlio nato a Shanghai e uno in Italia. Con 11 traslochi all'attivo mi sembra di aver vissuto più vite. Guardo il mondo con occhi curiosi, di solito dietro all’obiettivo della mia Canon. Adoro leggere e scrivere sui miei blog: Mamma in Oriente sulla Thailandia e My Travel Planner, il mio nuovo progetto dedicato ai viaggi!

2 Comments

  • Vero, quello che scrivi, ma non serve espatriare, in piccolo certe cose si possono vivere anche spostandosi dal nord al sud Italia o viceversa, viaggiando, incontrando altre culture. Se si ha la mente aperta e se lo si vuole, come dici tu, si può diventare sempre persone migliori 😉

  • Grazie grazie grazie di aver messo nero su bianco tutto quello che ho provato durante e dopo il mio espatrio….”solo” 18,mesi negli States, ma belli intensi e con il mio neo marito al fianco, appena sposati…senza aver mai convissuto! É stato il più grande regalo per noi cominciare la nostra avventura insieme lontano da tutto e da tutti, ciò nonostante ho provato tutto quello che descrivi. Grazie!

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