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L’espatrio che mi aspettavo e che non è stato di Nicole

Spesso la fantasia non corrisponde alla realtà: le aspettative con cui partiamo sono alte perché desideriamo che l’avventura dell’espatrio sia perfetta, vogliamo che ne valga la pena lasciar tutto per quello che crediamo sia un futuro migliore. Ma cosa succede quando poco di quello che avevamo progettato si realizza? Oggi riportiamo l’esperienza di Nicole che nonostante questa esperienza non sia andata benissimo si prepara ad una nuova perché se l’obiettivo è un futuro migliore lo si cerca fino a quando non lo si trova. Brava Nicole! 

22 Giugno 2015 – 22 Giugno 2016: quasi senza accorgermene il mio primo anno da expat è passato nella “ridente” Cheltenham, città della ancora più “ridente” contea del Gloucestershire in Inghilterra.

Un anno da quando ho salutato con le lacrime agli occhi (anche se mi ero ripromessa di non farlo!) i miei genitori, gli amici di una vita ed altre persone più o meno importanti.
Un anno da quando – dopo aver letto blog su blog e consigli su consigli di chi c’era già passato prima di me – mi sentivo pronta per questo “salto nel vuoto”.
Un anno da quando ho messo piede qui per la prima volta ed ho scoperto che al mondo esiste una città che si chiama Cheltenham, che se guardi su Wikipedia sembra essere rinomata perché città termale, per la sua architettura Regency e per le corse dei cavalli (che bloccano tutta la città nel mese di Marzo per l’ evento principale).
Un anno da quando tutte le mie convinzioni ovvero: “Ho studiato inglese a scuola, non sarà così difficile dai”; “Sì, troverò un buon lavoro, di sicuro cercano nel settore del Customer Service”; “Ci faremo nuovi amici, veri amici”; si sono pian piano sgretolate.

Perché quest’ultimo anno non è stato tutto rose e fiori… anzi.

L’inizio è stato – quasi – traumatico potrei dire: volevo uscire solo con il mio ragazzo (italiano pure lui eh!) dopo essermi scontrata con la realtà che da sola non capivo neppure quando mi chiedevano se al negozio volevo la borsa oppure no.
Ed è andata avanti così per settimane, poi ovviamente mi sono dovuta svegliare dal torpore che si era impadronito di me per non fare la vita da reclusa visto che lui lavora 8 ore al giorno dal lunedì al venerdì.
Le cose pian piano sono migliorate, ma oggi – a distanza di un anno – posso comunque dire che questo non è il mio posto nel mondo e che l’idea che mi ero fatta degli inglesi era completamente sbagliata. Probabilmente avrò incontrato le persone sbagliate però trovo che siano un popolo molto chiuso, che il loro essere polite comporti il fatto di esserlo davanti, ma dietro alle spalle sono completamente l’opposto. Poi ha confermato lo stereotipo che la pulizia non è per niente il loro forte e che andare a bere al pub è la soluzione a tutti i mali.
Le cose che ho visto qui in 12 mesi probabilmente non le vedrò da nessun’altra parte o forse ne vedrò di peggiori visto che il prossimo trasloco è previsto tra qualche mese direzione Monaco di Baviera proprio nel periodo dell’ Oktoberfest.. chissà!

Sarei comunque bugiarda a dire che questo primo espatrio ha portato con sé solo cose negative perché non è assolutamente così.

Mi ha fatto crescere e capire che ce la posso fare, che  i momenti NO si superano con un pizzico di ottimismo.
Mi ha dato la possibilità di frequentare un college, anche se solo per 2 settimane per migliorare il mio inglese.
Mi ha fatto fare amicizia con persone di tutte le parti del mondo.
Mi ha fatto lavorare in una libreria di seconda mano e provare per la prima volta l’esperienza di contatto diretto con i clienti.
Mi ha fatto capire che i veri affetti e le vere amicizie non si perdono anche se non si vive più a pochi km di distanza (per questo ringrazio di essere espatriata negli anni 2000 dove Internet, FB e Whatsapp aiutano molto, moltissimo).
Mi ha fatto capire – a 31 anni – che studiare ed impegnarsi a scuola è molto importante, perchè un giorno – anche dopo 12 anni – potrai “mangiarti le mani” per non aver ottenuto un voto più alto alla maturità e quindi non poter frequentare il corso che volevi al college.
E infine mi ha aiutato ad essere più selettiva nei rapporti con gli altri perché “essere soli” e lontano da tutti non vuol dire che bisogna farsi andare bene chiunque – anche se in Italia questo chiunque non lo avresti mai calcolato di striscio.

Ed ora mi sento pronta e carica per la nuova avventura e/o sfida – che tra qualche mese ci attende: tedesco..a noi due!!

Nicole, Gloucestershire (ancora per qualche mese!).

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