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Pier 21 di Elena

Una delle fortune di essere un espatriato è anche quella di potersi integrare totalmente in una cultura e di avere la possibilità di conoscere più a fondo la storia del nuovo Paese che ci ospita: Elena ha preso sul serio questa integrazione e ci presenta oggi un pezzo importantissimo della storia del Canada e di tanti espatriati del passato. Pronti per questo tuffo nella storia?

Pier 21 ad Halifax sta al Canada come Ellis Island a New York City sta agli USA.

Oggi Pier 21 è il Museo dell’Immigrazione Canadese, uno dei pochi musei nazionali di questo paese.

Entrando si trova una struttura su due piani con colonne di ferro grigio scuro e mattoni rossi su pavimenti di cemento nudo. È la costruzione originale di quando, tra il 1928 e il 1971, svolse con intensità il servizio di “porta del Canada” per più di un milione di immigrati europei: italiani, britannici, polacchi, francesi, ungheresi, tedeschi, russi…che cercavano una nuova occasione, una casa, un lavoro, la libertà!

Dopo il 1971 gli immigrati hanno cominciato a fluire nel paese con gli aerei, non più via mare, e il luogo ha perso la sua funzione finché alcuni volontari ed ex-immigrati, guidati dall’ufficiale di immigrazione J.P. LeBlanc, hanno voluto fortemente che fosse trasformato in ciò che è oggi: un tributo a tutti coloro che attraverso questa porta entrarono in Canada per divenire canadesi e contribuire alla costruzione di un paese moderno.

Dal Pier 21 partirono circa 500mila tra personale militare e soldati canadesi per il fronte della seconda Guerra Mondiale e, successivamente, per il Pier 21 entrarono donne europee con lo stato di “war brides” (spose di guerra) di quei soldati.

Il Pier 21 è oggi un museo moderno e interattivo dove un tour guidato mostra al visitatore le varie fasi dell’arrivo in Canada di allora (la vita a bordo prima e l’approdo della nave al molo dopo, i controlli medici e la verifica dei documenti da parte degli ufficiali dell’immigrazione, l’ispezione dei bagagli in dogana, il luogo dell’eventuale quarantena in caso di malattie e della detenzione in caso di irregolarità burocratiche, infine il successivo viaggio in treno verso le città di destinazione).

Il Pier 21 non è una raccolta di arte né un museo di quelli classici europei. È un luogo di storie raccontate (tramite fotografie, oggetti, audio e un bel video sull’immigrazione moderna) dalle persone stesse; di umanità, di grandi sofferenze e delusioni, ma anche di gioie e successi personali. Racconta e spiega la grande risorsa che è stata, ed è ancora oggi, l’immigrazione per il Canada: paese così grande e scarsamente popolato con la sua mescolanza di culture, tradizioni e lingue in un pacifico coesistere.

Il Pier 21, poi, ha anche un archivio attivo e in divenire, dove chiunque sia passato da qui, come i suoi discendenti, possa trovare o ricostruire la sua storia.

Perché racconto del Pier 21?

Intanto perché, come fresca arrivata ad Halifax un anno fa, mi sono imbattuta in questo luogo e mi sono emozionata molto ascoltando le voci di chi raccontava una storia di cui anch’io facevo parte. L’immigrazione certo è diversa oggi: logisticamente più veloce e semplice e soprattutto le distanze non sono più le stesse di allora, grazie anche ai moderni mezzi di comunicazione. Ma le emozioni, lo shock culturale, le difficoltà con la lingua, la perdita di identità, il senso di confusione…quelle sensazioni sono le stesse!

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Parlo del Pier 21 anche perché oggi io sono una volontaria in quel museo. Ho deciso che volevo sentirmi parte di qualcosa qui in Canada, anche obbligando me stessa a migliorare la qualità del mio inglese, e che forse il posto migliore poteva essere proprio quello. Oggi il mio intento è quello di divenire una “interpreter” (cioè una guida del tour del museo), il che ancora mi terrorizza parecchio. Intanto ogni lunedì mattina entro in servizio e incontro tante persone con le quali interagisco: è facile che accada di trovarsi coinvolti in un pezzo della loro vita, è facile che qualcuno mi abbracci per il solo fatto di essere entrambi immigrati italiani a distanza di 50 anni… è facile che qualcuno mi ringrazi per aver avuto una breve conversazione con me in un accento che non è frequente sentire.

E il Pier 21, in un modo diverso, svolge ancora il suo lavoro di “porta del Canada” per me!

Elena, Canada.

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