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Vivere a Shanghai di Gaia

Espatriata a Shanghai, in Cina, Gaia ci racconta il suo shock culturale in questa splendida metropoli in cui moderno e antico si alternano nelle sue vie coabitando perfettamente. 

La bomba è arrivata una mattina d’inverno.

Me la ricordo come fosse ora, la telefonata inaspettata, fuori orario, di mio marito, già quando è apparso il suo nome sul display ho sentito un brivido strano. E poi la bomba: “Mi hanno chiesto se sarei disponibile ad andare a Shanghai, in Cina, sai l’azienda ha un progetto…”

Ma io non lo ascoltavo già più perché nelle orecchie mi risuonava l’eco: Cina, Cina…

Certo avevamo parlato, a volte, dell’idea di fare un’esperienza all’estero, come si fa per quelle cose che tanto sai non si realizzeranno mai, ma nella mia testa mi vedevo negli Stati Uniti, in qualche paese Europeo.

E invece, la Cina.

Non è stato facile ma alla fine abbiamo deciso, io, mio marito e i bambini (4 e 8 anni), insieme, partiamo.

E Shanghai ci ha accolto in un caldissimo luglio, con l’afa al suo massimo, la pioggerellina sottile che non fa in tempo a bagnarti perché il caldo ti asciuga e la dimensione enorme dei grattacieli e dei suoi più di 20 milioni di abitanti.

Fin da subito abbiamo deciso di vivere questo espatrio come un’avventura dalla quale prendere tutto il bene possibile con spirito di scoperta e di meraviglia e dopo un anno posso dire che lo stiamo ancora facendo.

Shanghai non è certamente la Cina “vera” ma una metropoli internazionale che conserva però l’impronta di una cultura antica ed affascinante.

La Cina sta vivendo uno sviluppo dai ritmi vertiginosi: in una decina di anni hanno superato ed uguagliato i livelli tecnologici dell’occidente, ma questa velocità non ha permesso che il vecchio si adattasse gradualmente al nuovo e perciò entrambi convivono più o meno pacificamente, specialmente a Shanghai.

vivere a Shanghai - amiche di fuso

Passeggiando tra i grattacieli sembra di essere a New York ma basta voltare l’angolo per ritrovarsi tra le casupole sgangherate con i panni stesi ad asciugare per la strada, su un filo teso tra due pali della luce; accanto al ristorante stellato che fa cucina molecolare c’è l’omino che prepara i noodles tirati a mano, buonissimi e piccantissimi, saltandoli nel wok su un fornello a gas acceso lì sul marciapiede. Il traffico è caotico e i motorini elettrici hanno sostituito le biciclette, un tempo simbolo della Cina e sfrecciano anche sui marciapiedi.

Gli shanghainesi sono gentili e curiosi, i primi mesi ci stupivamo del fatto che per strada ci fermassero per fotografare la mia bimba bionda, neanche fosse una celebrità, ora siamo abituati a questa e alle altre attenzioni che le vengono riservate. L’amore dei cinesi per i bambini è grandissimo, forse a causa della politica del figlio unico, abolita proprio quest’anno, che impediva alle coppie di avere più di un figlio, quell’unico bambino è oggetto di mille attenzioni: a lui sono riservati parchi gioco presenti ovunque, centri didattici dove si insegnano lingue straniere, arte, musica, danza; esistono perfino delle SPA riservate solo ai piccoli dove vengono coccolati con bagnetti profumati, massaggi e tagli di capelli personalizzati!

Vivere da expat a Shanghai significa anche entrare in contatto con gente di ogni nazionalità. Le comunità straniere sono molte, quella italiana non è numerosa ma presente e dopo poco tempo ci si conosce quasi tutti, mentre i francesi, i tedeschi, i coreani e i giapponesi sono molto numerosi. Ma si trovano persone da quasi tutto il mondo: i miei vicini di casa sono islandesi, qualche porta più in là brasiliani, nella casa di fronte abita una famiglia di Singapore e questa è una delle cose che più mi piacciono di questa nuova vita, la possibilità di confronto con culture diverse dalle quali c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare. Ed i miei figli che stanno crescendo circondati da questa ricchezza, stanno imparando che il mondo è grande e vario e merita di essere conosciuto e scoperto.

vivere a Shanghai - amiche di fuso

Ovviamente non sempre è facile vivere da stranieri, ospiti in un paese che non è il proprio e credo che una  vera e propria integrazione sia difficile da raggiungere ma la convivenza può essere serena.

A primo impatto la cultura cinese può sembrare estremamente lontana ed anche un po’ respingente, per un occidentale, in particolare per un italiano.

Ci vuole spirito di adattamento e di avventura, un carattere socievole ed aperto aiuta, ma sicuramente non è un’esperienza che tutti possono affrontare perché mette in discussione il tuo modo di essere, di vedere il mondo, le certezze che fino a quel momento ti hanno accompagnato.

Se le tue radici non sono forti non riusciranno ad attecchire in un terreno sconosciuto e così diverso.

Quello che ho capito vivendo qui è che ci sono due modi di rapportarsi a questa diversità: il primo è continuare a vivere nella “bolla expat” frequentando solo i propri connazionali, parlando dei cinesi come “loro”, mangiando solo cibo italiano, lamentandosi di non riuscire a trovare il proprio bagnoschiuma preferito e tornando ogni volta dall’Italia con la valigia piena di formaggio e salame; oppure si può cercare di fare tesoro della diversità, imparando innanzitutto la lingua, che è il primo modo, a mio parere di conoscere un popolo, e provando a capire quegli aspetti che proprio non ci piacciono inquadrandoli nel loro contesto. Anche in Cina, come nel resto del mondo, se ti comporti con rispetto verrai trattato con rispetto.

Noi, per adesso, siamo felici della scelta fatta e della nostra vita da laowai* qui nella Terra di Mezzo**.

Gaia, Shanghai.

*Laowai: straniero in cinese

**Cina in cinese si dice Zhong Guo, letteralmente “terra di mezzo”.

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Se anche tu sei come noi una #adieffina per il mondo, alle prese con nuove abitudini, costumi, lingua e fusi sei la persona che fa per noi. Raccontaci la tua storia, chiacchiera con noi, allarga i nostri orizzonti. Questo spazio è tutto per te .

6 Comments

  • Ciao. No ho alcuna esperienza da expat vera. Ho solo vissuto un anno in Canada con un programma di studi all’estero tanti anni fa, ma credo proprio che tutto stia proprio nel fare tesoro della diversità, per meglio conoscere lingua, popolo e usanze. Senza alcun noi e loro, ma solo e sempre rispetto reciproco.
    Ciao

  • fantastico,Gaia!!!…..da sempre mi sento cittadina del mondo…ho lasciato l’Italia anni fa …direzione Canarie..pensando …”wow,sì qui qui qui”…dopo un anno ….mi sono detta anche no..ed ho ricominciato la mia vita da expat per scelta…a 65…anni….vintage più che mai…a Malta in primis ed ora felicemente con radici piantate a Gozo…spaziale la tua nuova esperienza …..la farei all’istante…!!!

  • Ciao Gaia, leggo ora il tuo post, complimenti.
    Io ho gi’ vissuto per un breve periodo a Shanghai, diversi anni fa, vorrei per; chiederti alcune info. Puoi contattarmi alla mia mail? roberto.antico@hotmail.com
    Ciao, grazie mille!

  • Grazie Gaia! Abbiamo.Appena finito di leggere il tuo articolo è ci ha dato una grande emozione. Se tutto andrà bene nei prossimi mesi saremo anche noi expat proprio a Shanghai. Siamo Alessandra è Lorenzo ed è a lui che stanno proponendo la Cina. Se ti va di scambiarci qualche info scrivi una risposta al.post che proviamo a contattarci

  • Ciao Gaia, bellissimo leggere la tua esperienza. Io e Mattia, al quale hanno proposto un lavoro in quel della provincia di Jiangsu, quindi non proprio Shanghai, siamo in fase decisionale e ponderale di questo cambio di vita. Mi interesserebbe sapere di più sulla vita in Cina in generale. Se ti va potremmo scambiarci due parole. Un abbraccio, Daniela – futura probabile expat un pò spaventata ma tanto galvanizzata.

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