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La Germania che non mi aspettavo di Lucilla

Spesso si parte con le migliori intenzioni, pronti a buttarsi in una nuova vita, a integrarsi, a conoscere una nuova cultura e nuove persone. A volte si avvera tutto, altre ci si trova spiazzati e le aspettative vengono deluse. Oggi diamo voce a Lucilla che in Germania fatica proprio a trovare il suo posto. 
Sono partita un paesino di 25 mila abitanti un po’ stufa della solita routine italiana, senza un mio lavoro e con un figlio di tre anni e mezzo ed un marito che è stato “spedito” qui in Germania.
Ero super entusiasta, avevo una voglia immensa di scoprire, di viaggiare ma soprattutto di vivere con la mia famiglia nuove opportunità.
Non è andata così.
Mi sono ritrovata triste in una Germania umida, fredda e grigia per più di 10 mesi l’anno.
Eppure negli altri miei traslochi italiani non ero stata così delusa. Sono sempre stata abituata a dovermela cavare da sola nella vita quotidiana come per altri traslochi, sempre resiliente con un’ alternativa pronta, un piano b nella borsa per ogni evenienza. Qui ho fatto fatica.
Credevo pure di arrivare in una Germania moderna, ed invece qui non ti parlano inglese nemmeno se gli dici che sei arrivato due giorni prima.

Vivo nel centro più o meno della Germania, convivendo quotidianamente con il clima continentale: nuvole grigie basse basse, immense e piene come non ne avevo mai viste prima.
Raramente vedo sorrisi, ma solo persone immerse nei loro pensieri che sanno dove andare, vestiti come noi italiani faremmo solo a maggio, anche con 4 gradi e la pioggia fitta.

Ma soprattutto non vedo più me stessa, quella donna entusiasta di fare nuove esperienze e nuove amicizie, a caccia di nuove attività per il figlio e alla scoperta di nuove culture, proprio per abituarlo a vivere con gli occhi spalancati, a sognare un futuro nel mondo.
Io che detesto la vita di paese, dove tutti si conoscono, dove tutti hanno da giudicare sulle vite altrui, mi sono invece ritrovata a desiderare di tornare in Italia, a casa.
Il prima possibile.
Non riesco ad essere completamente serena, non mi trucco più, causa anche una congiuntivite allergica che non mi abbandona per ricordarmi che vivo in Germania – ahimè sono diventata allergica ad un tipo di erba che esiste solo qui. Oltretutto, per non farci mancare nulla, vivo in campagna; così mi vesto solo con tute, sono pure ingrassata di due taglie e non progetto più di avere un altro figlio come invece desideravamo prima di arrivare qui.
Insomma un risvolto della medaglia dell’espatriare è anche riscoprire di amare il mio paese più di quanto io stessa immaginassi.
Mi manca l’uscire al sabato per una pizza, mi manca il sole che riscalda le ossa e illumina di colori, mi mancano i colori, il calore delle persone, l’aiuto dagli sconosciuti se ti perdi. Poi mi manca il clacson nel traffico, il vociare dei bambini ovunque, nei parchi, nei locali; e mi manca il caffè, il cappuccino, la mia famiglia, la mia casa, il mio medico, lo shopping.
Insomma vivendo qui ho scoperto che ho voglia di vivere nel posto da cui vengo, anche se ha molti difetti. Credo che a noi italiani non manca proprio nulla per poter migliorare e vivere in Italia al meglio, con incentivi statali mensili per ogni figlio, per aver parchi giochi splendidi e puliti, per avere lavoro e flessibilità lavorativa per ognuno.

Io cerco di resistere, di sorridere e di vedere il bello, anche se bisogna andare molto, ma molto in fondo. Cerco infatti di rincorrere ogni raggio di luce e di sole, di essere positiva e di cercare amicizie.

Per ora, non mi do per vinta.

Lucilla, Germania.

Immagine presa da Unsplash.

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10 Comments

  • L’articolo è un po’ vago, mi sembra di capire che per Lucilla sia la prima volta che trasloca fuori dall’Italia, ma non si capisce in quale regione della Germania sia andata ad abitare. Certo che traslocare stando in Italia è una passeggiata di salute in confronto, uscire dai confini è un’altra esperienza. Inoltre non si capisce da quanto tempo sia arrivata qui, anche il tempo come la regione, fa la differenza.
    Io vivo in Baviera da tre anni e ho avuto un’esperienza completamente diversa, in ogni caso, pensare di venire qui senza sapere il tedesco e poter fare subito amicizia è davvero dura, penso sia successo solo a me. Qui senza il tedesco è tutto complicato, senza contare che è un periodo storico molto difficile.
    Fai bene a non arrenderti Lucilla, ci sono i Familienzentrum dove troverai tante mamme anche straniere. Io studio in una VHS per immigrati e ho fatto molte amicizie anche li. Approfitta di questa occasione per imparare il tedesco, vedrai che non ti annoierai!
    In bocca al lupo,
    Lara

    • Ciao Lara,
      Sono Lucilla .
      Si hai capito bene , questo è il mio primo trasloco estero, ma da un primo dovevo pur iniziare!
      Vivo nell’ assia, vicino Francoforte in una comunità internazionale.
      Sono qui da circa un anno e mezzo adesso. Il fatto è che le persone che mi sono vicine sono tutte europee ed americane e tutti sentono la difficoltà che ho io a vivere sereni ed appieno questa esperienza. Il clima non aiuta e conosco tutto il sistema tedesco di integrazione che ha, ma per diversi motivi non Ne posso usufruire.
      Tu sei molto gentile e so che in Baviera è tutto più friendly , ho infatti moltissimi amici italiani in Baviera che si trovano molto bene e non parlano tedesco .il che la dice lunga sul diverso clima emotivo che vivono.
      Ovvio che sto cogliendo tutto il bello ed il buono che posso .
      Ma sono anche molto orgogliosa di provenire da un paese meraviglioso ,apprezzato da tutto il mondo, ovvio con le sue pecche, Ma é il posto in cui vorrei vivere.
      Crepi ed un abbraccio per te!

  • Ciao Lucilla,
    mi chiamo Francesca, vivo da tre anni in Honduras e anche se qui c’è il sole e non si parla tedesco, ti assicuro che ti posso capire molto bene:
    – anche io quando sono arrivata avevo un’allergia bestiale. Il mio problema era con i mosquitos: ogni puntura corrispondeva a una vescica grande come una nocciola. Qui i mosquitos sono tantissimi, per cui come potrai immaginare mi sono rapidamente trasformata in una specie di lebbrosa.
    – anche io l’ho buttata sul cibo, ma invece che prendere due taglie io ne continuavo a perdere (voglio riderci sopra: forse puntavo all’invisibilità)
    – anche io volevo un bambino prima di partire (anzi è proprio per aver una maternità serena che avevo scelto di lasciare Milano per vivere in una vita slow) e poi non più.

    Mi sembra che tu sia finita in Germania per tuo marito (in un certo senso anche io sono finita qui per amore) e credo che il problema sia in parte anche questo. O mi sbaglio?

    Se è così, quello che posso dirti dalla mia modestissima esperienza è che se non ti trovi bene in Germania è giusto che tu provi a tornare a casa, ma nel frattempo ti aiuterebbe moltissimo iniziare a riprendere te stessa a prescindere da tutto il resto, partendo proprio da quelle piccole cose (il trucco, la dieta, il vestire) che ammetti di aver tralasciato (ma non ne sei tanto felice mi pare di aver capito).
    Lo so che questi consigli sono di una banalità impressionante, ma a volte da piccole cose si ottengono risultati incredibili. Per me rincominciare a vestirmi decentemente (anche se vivo in un’isoletta minuscola), mettermi un velo trucco prima di uscire e trovarmi qualcosa da fare che fosse solo mio è stato fondamentale per uscire da una tristezza (e da una quantità imbarazzante e a volte dolorosa di reazioni psicosomatiche) che non mi dava tregua.

    Non è stato facile ma sono sopravvissuta, non amo quest’isola (ma in fondo, ora, un po’ anche sì) e me ne andrò a breve ma non tornerò in Italia, perché vivere all’estero mi ha fatto scoprire che il mio paese mi manca e voglio essergli più vicina, ma preferisco mantenere comunque un rapporto a distanza.
    La cosa per me più sorprendente è che in tutto questo non sarò da sola perché mano a mano che rincominciavo a volermi bene (e ad accettare il presente) mi è tornata la voglia di costruire, e così sono arrivati prima un gatto, poi un cane e un anno e mezzo fa, anche un bimbo!

    …e se ti sembra che abbia detto un mucchio di stupidaggini -conoscendomi è possibilissimo- spero che il tempo perso a leggere questo post ti apra comunque uno spiraglio di speranza.

    Perchè se ce l’ho fatta io a sopravvivere a un espatrio non proprio come l’avevo immaginato, vuol dire che si può fare. Per questo il mio “in bocca al lupo”, sono sicura, non ti serve!

  • Ciao Francesca,
    Ti ringrazio molto per questo post!
    Ti ringrazio perché mi hai aperto la tua vita e la tua esperienza.
    Perché ti capisco e perché fa male vedersi talmente diverse da non avere più il proprio punto di riferimento in se stesse.
    Perché somatizzare alla fine sfianca e ti ricorda che anche se combatti ogni giorno , ciò che si prova non si può eliminare o ignorare: va solo affrontato.
    E tu questo coraggio lo hai avuto e sono immensamente grata che ora hai una bella ciurma da capeggiare ma sopratutto hai te stessa al tuo fianco.
    Ti ringrazio perché Hai colto esattamente il mio stato emotivo e mettendolo in nero su foglio bianco, mi hai dato la voglia di affrontare il grigio.
    Comincerò dai colori del trucco , dei vestiti, ma sopratutto dal colore della mia vita : i miei 2 uomini (P.s. Anche loro non vedono l’ora di tornare in Italia … Shhh ci stiamo lavorando) .
    Un abbraccio grande grande perché il tuo abbraccio mi ha stretto al punto giusto!

  • Gentile signora,.posso darle un consiglio? legga il libro di Benny Lewis “Fluent in 3 months”, esiste anche in traduzione italiana, “Il parla lingue”, e impari il tedesco con quel metodo. Io lo ho applicato al greco moderno, e le mie vacanze in Grecia non sono state piu’ le stesse, mi si e’ aperto un mondo. Spero sara’ cosi’ per lei con la Germania. In bocca al lupo!

  • Gentilissimo Francesco,
    La ringrazio per questo consiglio ! Non conosco questo libro, lo cercherò oggi stesso.
    Crepi , un caro saluto!

  • Mi spiace per la difficile esperienza che stai vivendo. Leggendo il tuo spot, in controtendenza rispetto a quelli degli altri expat, capisco di più le difficoltà che si possono incontrare. Tieni duro e chiedi aiuto! magari potreste frequentare i colleghi di tuo marito e le loro famiglie fuori dal lavoro o cercare di fare amicizie tramite la scuola di tuo figlio, se la frequenta…comunque hai ragione: basterebbe poco per rendere l’Italia perfetta ma temo che manchi la volontà!

  • Grazie Mamma avvocato,
    Sto cercando di frequentare donne che ho conosciuto qui, europee ed americane,che ammiro per la loro resilienza alla vita.
    So bene che basta cambiare inquadratura e tutto sarà più colorato.
    E sto cercando di reimpare a guardare.
    Ti ringrazio moltissimo per il tuo sostegno, sapevo bene che non sarebbe stato facile, quello che non mi aspettavo era vedere me come non pensavo di essere.
    Nella vita c’è molto di peggio, lo so bene, e quindi davvero sto cercando di affrontare tutto in maniera diversa, chiedendo aiuto.
    Perché hai ragione , a volte chiedere aiuto diventa la forza aggiuntiva che serve per ricominciare .
    Un caro abbraccio !

  • Ciao Lucilla,
    Che bello leggere il tuo post in cui ti sei raccontata così tanto. Io vivo a Berlino da quasi tre anni e mi riconosco tanto sia nella fase che stai vivendo (complice lo stress il mio corpo, se potesse, chiederebbe il divorzio da me 😉 cerco di prenderla sul ridere… ) che nelle tue conclusioni (com’è bella l’Italia! Lavoriamo ad un ritorno!). Ecco, io in questa fase non so proprio che pesci prendere, non ti tedio raccontandoti della mia esperienza a Berlino perché aggiungerei negatività e invece per te tutto andrà bene e sarà bellissimo :), però volevo mandarti un abbraccio a distanza e dirti che, se hai voglia, o passi da Berlino, puoi fare un fischio :)! Intanto in bocca al lupo per tutti i progetti presenti e futuri, daje col trucco, la dieta, il corso di lingua, daje con questi articoli belli in cui ti racconti e ci emozioni e appena spunta un po’ di sole, tutto apparirà migliore!

    • Grazie a te Chiara,
      Che bello ricevere il tuo abbraccio !
      Mi dicono che Berlino sia bellissima, ho in progetto di visitarla , e mi farò viva ok?
      Mi spiace che anche tu stia vivendo questo momento negativo.
      Se vuoi raccontarmi la tua storia sono qui per ascoltarti, così ci diamo una carica di ottimismo.
      E poi si hai ragione , cerchiamo il sole dentro e tutto apparirà migliore!
      In bocca al lupo e ti invio il mio abbraccio a distanza anche io!

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