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Differenze fra scuola inglese e italiana: tempistiche dell’apprendimento

Written by Federica Italia

Premetto che questo articolo si basa principalmente sulla mia personale esperienza e che non sto parlando di scuola pubblica. I miei figli hanno infatti frequentato una scuola internazionale inglese in Thailandia e, successivamente, una scuola privata qui in Italia che frequentano tuttora.

Parlo specificatamente degli anni che vanno dall’ultimo anno di Nido e Scuola dell’Infanzia (Nursery, Kindergarten, Reception nel sistema inglese) ai primi anni di scuola elementare (year 1/2/3 nel sistema inglese). Avendo due figli di età diversa ho infatti esperienza di questi anni scolastici in entrambi i sistemi educativi.

Nonostante io abbia esperienza solo del settore privato, sicuramente alcune caratteristiche essenziali di entrambe le scuole sono validi anche nel settore pubblico dato che parliamo comunque di due sistemi educativi propri di due diverse culture. Vediamo quindi quali sono gli elementi che più differenziano le due scuole.

Differenze fra scuola inglese e italiana

  • Età dei bambini. Salvo in caso di “primini”, l’ingresso nella prima elementare italiana tiene conto del millesimo in cui il bambino compirà 6 anni, indipendentemente dal mese di nascita. Questo significa che, all’inizio dell’anno scolastico, ci saranno diversi bimbi che hanno già compiuto i 6 anni, ma anche alcuni che li compiranno solo prima della fine dell’anno. Nel sistema inglese invece si entra in year 1 se il bimbo ha già 5 anni il primo di agosto. Quindi, per esempio, il mio primogenito, che compie gli anni a dicembre, in Thailandia era fra i bimbi più grandi della sua classe ed aveva come compagni diversi bimbi che, per millesimo avevano un anno in meno. Ora in Italia è invece fra i più piccoli della sua classe essendo nato a fine anno. Il sistema inglese è quindi anticipatario, per i nati prima di agosto, di un anno rispetto a quello italiano.
  • Insegnamento di lettura e scrittura. In Italia ora, diversamente da quanto avveniva ai miei tempi, già nell’ultimo anno di Infanzia (ex Materna) si inizia un po’ ad insegnare a scrivere e leggere le lettere, ma è comunque in prima elementare che se ne inizia il vero e proprio studio partendo normalmente dalle vocali per poi aggiungere tutto l’alfabeto. È quindi ininfluente che i bambini abbiano imparato o meno qualcosa all’Infanzia, in prima elementare si inizia comunque dal principio. Nel sistema inglese già in Kindergarden (indicativamente seconda classe dell’infanzia ed età fra i 3 anni e mezzo e i 4 e mezzo), i bimbi iniziano a familiarizzare con le lettere. In Reception (ultima classe dell’infanzia ed età fra i 4 anni e mezzo e i 5 e mezzo), i bimbi arrivano a saper leggere e scrivere. Addirittura possono avere già dei piccoli compiti a casa: esercizi di spelling o piccoli libri da leggere. Così mi conferma anche Mimma. La sua bimba che, come millesimo è del 2011 come il mio secondogenito, frequenta già year 1, sa leggere e scrivere e ha dei piccoli compiti da fare a casa. Mentre mio figlio frequenta in Italia l’ultimo anno di infanzia, sa scrivere e leggere solo il suo nome ed a casa non deve fare nulla.
  • Motivazione all’indipendenza del bambino. Come vi dicevo ho potuto sperimentare in prima persona l’approccio di entrambi i sistemi educativi dai 2 anni ai 9 anni. Con le dovute differenze che in entrambi i sistemi ci saranno sicuramente da scuola a scuola poiché, il programma statale è uno, ma poi la differenza la fanno anche le maestre, posso dire che, nel sistema inglese, si tende da subito a spingere i bambini verso una certa indipendenza. Racconto sempre come esempio che all’ultimo anno di Nido in Italia mi chiesero di far indossare le scarpe con gli strappi a mio figlio perché così le maestre facevano prima a rimettergliele. In Thailandia alla Nursery invece motivarono la stessa richiesta dicendomi che così i bimbi imparavano meglio a mettersi le scarpe da soli! E questo è solo un piccolo esempio che fa però ben capire l’approccio diverso. Nella scuola inglese fin dai 2 anni vengono assegnati piccoli compiti da svolgere ai bimbi. Che sia il mettere la propria borraccia al suo posto in autonomia o sparecchiare la tavola o occuparsi di preparare le proprie cose quando è ora di andare a casa, i bimbi vengono subito abituati a non contare solo sulla maestra o sui genitori. Il distacco stesso dalla mamma non è graduale (e lungo!) come in Italia. Infatti il così detto “inserimento” praticamente non esiste ed il bimbo viene accompagnato solo i primi due giorni in classe dal genitore che deve andare via in pochi minuti. Per chi vuole approfondire può leggere qui e qui la mia esperienza.

Già su questi primi 3 punti che vi ho elencato credo ci siano vari spunti di riflessione.

Da una parte ho amato molto il forte stimolo all’indipendenza del sistema inglese. Caratteristica che, a dire il vero, inizia già fra le mura di casa. Se in Italia tendiamo ad essere mamme “chioccia”, in Inghilterra e in generale in molti altri stati, c’è un approccio educativo completamente diverso. Per esempio gli “sleepover” (dormire a casa di un compagno di scuola) sono frequenti già dai 4/5 anni d’età, mentre in Italia avviene, e non sempre e spesso, almeno a 7/8 anni.

In conseguenza di questo approccio su tanti aspetti, sia in famiglia che a scuola, i figli imparano ben presto a cavarsela da soli ed escono da casa molto prima che i ragazzi italiani per studiare o lavorare. Personalmente credo che questo sia un fatto positivo anche se mi rendo conto che da mamma italiana non sarei forse così a mio agio nel far andare mio figlio a dormire da un compagno anche ora che ha 5 anni. Come in tante situazioni, forse l’approccio migliore sarebbe a metà strada fra i due sistemi.

La cosa invece su cui non ho una mia precisa opinione è riguardo ai primi due punti.

Se da una parte mi rendo perfettamente conto che i bimbi, più piccoli sono, più imparano con facilità, penso anche che, quelli dell’Infanzia, sono gli anni che ricordo come momento più spensierato della mia vita. Anni in cui mi sono sentita libera di giocare, giocare e giocare. Senza troppi pensieri su cose e compiti, assolutamente “da fare”e tanta libertà. Certo dovevo comportarmi bene ovunque ed aiutare a casa ad apparecchiare o in piccoli lavoretti domestici. Ma il tempo trascorso all’asilo ed a casa era soprattutto gioco, un po’ guidato, ma soprattutto libero e lasciato alla nostra fantasia di bambini. Allora non si imparava quasi nemmeno a scrivere il proprio nome prima delle elementari e, onestamente, non credo di avere avuto più difficoltà per questo e nemmeno di esserne stata penalizzata.

Non posso fare a meno di provare la sensazione che, questo voler continuamente anticipare l’acquisizione delle competenze dei bambini, sia un po’ rubare loro una parte di infanzia.

Da una parte c’è la psicologia che riserva un’importanza fondamentale agli anni del puro gioco, dall’altra la teoria che, iniziando prima ad insegnare diverse cose, si diluisca di fatto l’apprendimento rendendo più fluido il passaggio fra Reception e Year 1. Passaggio che risulterà meno pesante rispetto al salto italiano da Infanzia a Prima Elementare che spesso per i bambini è un vero trauma.

Come elemento a favore di questo insegnamento anticipato c’è anche che nel sistema inglese l’apprendimento è comunque molto più giocoso e leggero che nel sistema italiano ed anche i bimbi molto piccoli non sembrano subirlo troppo. Io stessa ho riscontrato questo diverso approccio nell’insegnamento. Approccio che, a dire il vero, persiste anche un po’ negli anni a seguire e che, per certi aspetti, non è del tutto positivo. O perlomeno, non lo è se si passa poi al sistema italiano come è successo al mio primogenito. La nostra scuola è infatti molto più impegnativa dal punto di vista didattico e lui si è trovato a doversi impegnare molto di più di quanto facesse in Thailandia faticando non poco. Ma di questo e di tanti altri aspetti diversi fra i due sistemi vi parlerò nel prossimo post.

Mi piacerebbe molto che, come sempre, approfondiste questi aspetti nei commenti con la vostra esperienza e le vostre opinioni perché trovo sia un argomento molto interessante.

Federica, Italia

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Federica Italia

6 anni vissuti fra Cina e Thailandia. Un figlio nato a Shanghai e uno in Italia. Con 11 traslochi all'attivo mi sembra di aver vissuto più vite. Guardo il mondo con occhi curiosi, di solito dietro all’obiettivo della mia Canon. Adoro leggere e scrivere sui miei blog: Mamma in Oriente sulla Thailandia e My Travel Planner, il mio nuovo progetto dedicato ai viaggi!

14 Comments

  • Bellissimo post, grazie!
    Sto in parte sperimentando anche io le stesse tue esperienze, ma al contrario.
    Mia figlia maggiore ha frequentato i primi 2 anni e mezzo di Scuola Materna in Italia, in una struttura pubblica con ottime maestre e l’apprendimento era basato sul gioco. Era sempre molto contenta di andarci, ha imparato molte cose anche a livello di autonomia, tra cui cambiarsi da sola dopo la piscina. Lei è nata a Novembre, per cui in Italia era una delle più piccole.
    Una volta arrivata in Australia a Gennaio, ha subito incominciato a frequentare la classe Pre-primary in una scuola pubblica di Perth, classe che equivale al Reception year in uk. L’anno scolastico in Australia inizia a febbraio e la data che fa da spartiacque è il 1 luglio. Lei perciò da essere la più piccola è diventata una delle più grandi, cosa che ha giocato a suo favore perché é una bimba molto introversa e non conosceva l’inglese. Per lei è stato un anno fondamentale in cui ha imparato a parlare, leggere e scrivere in inglese ed ha potuto arrivare preparata a Year 1, ovvero l’inizio vero e proprio della Primary School.
    Ora è in Year 2 e per ora siamo molto contenti. Lavorano molto a scuola in modo giocoso e non hanno molti compiti a casa. Vedremo l’anno prossimo con i Naplan Test come se la cavera’. L’idea che mi sono fatta è che da Year 4 in poi inizierà a crearsi un ampio divario tra il livello italiano e quello australiano, specialmente per quanto riguarda storia e geografia.

    La piccolina invece quest’anno ha iniziato il Kindy. Lei è nata ad Aprile e così ha potuto anticipare l’inizio della scuola. Soluzione ottima perché lei è molto estroversa, conosce bene l’inglese e poi, dato che in Australia non esiste l’asilo nido pubblico ma solo privato a costi elevatissimi, per noi vuol dire risparmiare un bel po’ di soldi 😉
    Ha iniziato da soli 3 mesi ma ha già imparato a scrivere il suo nome, a riconoscere alcune lettere dell’alfabeto e i numeri fino a 10. Anche io a volte mi domando se non sia troppo presto per queste cose. In realtà per lei è normale perché vuole sempre copiare la sorella maggiore ed è molto desiderosa di imparare. Ci sono invece altri bimbi che fanno un po’ fatica ed a volte vengono spinti un po’ troppo. In generale l’atmosfera rimane giocosa con un’alternarsi di attività strutturate e gioco libero.
    Sono curiosa del tuo prossimo post 😉

    • Scusami per il ritardo di questa risposta!
      La tua grande ha fatto esattamente lo stesso percorso del mio grande quando siamo arrivati in Thailandia ed iniziare a metà Reception l’ha aiutato tantissimo a familiarizzare con l’inglese prima dell’ingresso in year 1. Anche lui non ha avuto grossi problemi. Comunque la verità più grande è quella che scrivi alla fine: che dipende un po’ anche dal temperamento del bambino e dal suo essere pronto a recepire…
      Nel prossimo post parlo di tutte le differenze a livello di didattica che, messe nero su bianco, sono risultate essere davvero tante!

  • Ciao Federica, non posso esprimere un mio confronto tra i due sistemi perche’ i miei bambini non hanno mai frequentato la scuola in ITalia. Quello che posso dire e’ che, sì imparano a leggere e scrivere molto presto nella scuola inglese, ma lo fanno in un modo talmente meraviglioso, giocoso, allegro, che non è assolutamente paragonabile al metodo d’apprendimento della lettura e scrittura in Italia. Ho visto mia figlia canticchiare e mimare i suoni fonetici e leggere ogni giorno i suoi librettini con passione (con il supporto di noi genitori ovviamente) ed ho assistito alle lezioni in classe. La scrittura spesso è fatta “libera” nel senso che la maestra chiede al bimbo di comporre, di scrivere ispirandosi alla lettura fatta in classe o a un evento ed allora vedi questi piccoli che buttano giù parole , sbagliando ovviamente, ma con una naturalezza, senza quel senso di “devo farlo e devo farlo bene” che io ricordo dei miei anni a scuola.
    La mia piccola ha 6 anni, sa leggere fluentemente e ama scrivere, è giocosa, gioiasa e non mi sembra patire assolutamente l’apprendimento precoce, ovvio che poi ogni bambino è un caso a sè, ma devo dire che nella sua classe mi sembrano tutti abbastanza su quella linea!
    Cmq, articolo interessantissimo, come sempre 😉
    Grazie Federica!

    Fabiana

    • Grazie Fabiana per avermi raccontato la tua esperienza! So che anche tu sei un entusiasta del sistema inglese di cui anch’io condivido tanti punti.
      Probabilmente il fatto che tutto venga fatto in modo giocoso ed allegro lo rende più coinvolgente per i bambini anche se piccoli. Concordo con te che in questo il sistema italiano è molto più serioso e fa compiere ai bimbi, da scuola dell’infanzia a primaria, un salto davvero consistente.

  • Qui in Francia la scuola è strutturata un po’ come in Italia (materna-elementare), ma è molto più verso l’indipendenza (e ne sono super contenta!) e l’apprendimento precoce, non forzato, ma a seconda dei limiti di ogni bambino. Per esempio la mia prima bimba del 2011 legge e scrive già in corsivo, mentre il mio secondo bimbo del 2012 scrive il suo nome e basta; le maestre fanno il loro programma che prevede matematica, scienze, arte, scrittura e lettura, ma non ci sono compiti, nè lezioni da ripetere, solo esercizi fatti sotto forma di gioco durante le ore scolastiche.
    Dal prossimo anno saremo in Italia e non sono sicura che ci troveremo bene. Ho paura che per esempio le “doti” (passatemi il termine) ossia che sappia già abbondantemente leggere e scrivere, della mia bimba, che ovviamente non è stata passata in seconda elementare, vengano messe in secondo piano (come succedeva frequentemente anche a me) per seguire gli altri bimbi, al contrario penso che il mio secondo, sempre in movimento e poco ordinato, avrà un po’ di difficoltà, sono contenta infatti che lui dovrà fare ancora un anno di materna.
    Per gli sleepover la mia bimba ha già cominciato a dormire da un’amichetta, mentre per il mio bimbo non c’è stata ancora l’occasione. Io non credo che ci sia niente di male e anche per queste cose rientrare in Italia sarà un po’ strano.
    Qui per i lacci iniziano a insegnare ad allacciarsi le scarpe alla materna e ho detto tutto! Sull’indipendenza sono decisamente poco italiana, non mi piace questo delegare la crescita dei figli fino a data da destinarsi…vedo bambini in Italia con il passeggino ad età francamente imbarazzanti o che non sanno vestirsi, su questo sono molto più French/English style!

    • Grazie per avermi raccontato la tua esperienza e scusa per il ritardo della risposta.
      In effetti temo anch’io che la tua bimba in prima elementare potrà annoiarsi un po’ perché qui il discorso di far fare qualcosa di diversificato a seconda del livello è poco diffuso e quindi lei si troverà a dover ascoltare cose che già saprà bene. Il metodo italiano è piuttosto rigido… Per il fratellino invece bene che rientri all’Infanzia perché per i bimbi della prima elementare stare così fermi come è richiesto in Italia è davvero dura. Anche il mio grande è molto vivace e movimentato e per lui stare fermo tutte quelle ore è ancora una tortura anche in quarta elementare!
      Hai ragione, in Italia, non si spinge troppo per l’indipendenza. Anch’io vedo usare ancora tanto il passeggino…

  • Bellissimo post, che al momento mo tocca da vicino , dato che Mia figlia Maggiore a Settembre iniziera’ la Reception ( londra, U.K.).
    Proprio ieri sera io e mio marito (inglese) ci ponevamo gli stessi quesiti…Mia figlia frequenta la preschool ( nursery ) qui a londra , da quando aveva tre anni sa leggere e scrivere il suo nome e ora a Quattro anni compiuti ,due mesi fa, sa leggere e scrivere tutte Le lettere dell’alfabeto in maiuscolo ed in Corsivo, parole Corte tipo mum, dad, dog, etc..FA esercizi di fonetica tramite l uso di canzoncine,.sa scrivere e leggere numeri fino a 20 e fare semplici addizioni e sottrazioni. Ha un preschool book fun games che si porta dietro se siamo a pranzo fuori ( io non uso iPads o cellulari per inttattenere la prole) insieme al suo colouring book. Le davano gia’ dai tre anni piccoli compitini da fare a casa, tipo esercitarsi a scrivere numeri e lettere. Io lo trovo da un lato meraviglioso e dall’altro tempo rubato all’ infanzia…e la cosa che mi disturba di piu e’ l’approccio competitivo di certe mamme…una in particulare non e’ contenta del livello Di insegnamnto della nursery …secondo lei I bambini dovrebbero essere preparati meglio per la reception ed essere gia’ in grado Di leggere scrivere e fare di conto prima Di iniziare la reception …che invece dovrebbe essere il posto in cui tali cose vengono insegnagte , e cosi passa Le giornata ad insegnare alla figlia ( che compie 4 anni a luglio) tutte queste cose…
    Per me e’ troppo presto iniziare scuola ( perche’ la reception , per quanto “giocare” non e’ nursery ma scuola ) a 4 anni…e non mi pare che in Italia dove iniziamo a 6 stiamo poi indietro rispetto ai ragazzi inglesi una volta terminate Le superiori , anzi…
    Certo mia mamma mi faceva notare come io da bambina fossi in grado Di leggere e scrivere bene a 4 anni , fare Di conto e via dicendo. A Mia madre era stato proposto Di farmi iniziare scuola a 4 anni in una scuola speciale privata a Milano, lei si e’ rifiutata perche’ per lei ero troppo piccola, ma Ho poi comunque fatto la primina e dopo aver dovuto sostenere un esame , Ho iniziato la seconda a sei anni , saltando la prima. Effettivamente per me l impatto con la scuola non e’ stato affatto traumatico perche’ ero gia’ preparata. La differenza pero ‘ e’ che nel mio caso non e’ Mai stata una forzatura, mentre nel caso Di molti bimbi qui sembra esserlo… La mamma della nursery di Mia figlia (che Ho menzionato sopra) Si lamenta pure del fatto che I bimbi giocano troppo in cortile mentre dovrebbero leggere e scrivere … A nulla serve spiegarle che I bambini a quell eta’ hanno bisogno Di giocare e che il gioco e’ parte integrante del loro percorso educativo….
    Sono pero’ d’accordo sul fatto Di renderli indipendenti da subito…mangiare da soli fin dallo svezzento , vestirsi da soli dai due anni e cosi via …noto la differenza con I bambini italiani, ma soprattutto poi tra teenagers … E adulti. Apprezzo questa cosa e la trovo invaluable per usare un termine inglese …

    • Grazie mille Francesca per questo lungo commento e scusa per il ritardo della mia risposta. Secondo me è vero che dipende molto dall’indole e dall’essere pronti dei bimbi. L’insegnamento anticipato può essere naturale per alcuni e più forzato per altri. Devo dire però che il sistema inglese per come l’ho vissuto io, è abbastanza attento ai diversi livelli dei bimbi e a dare obiettivi diversi in modo che possano essere raggiunti. Detto questo, indipendentemente da quando si inizia a leggere e scrivere, negli anni successivi non vedo nemmeno io grosse differenze di livello. Forse il concetto è solo di anticipare perché le menti assorbono di più e diluire un po’ l’imparare. Quindi due tempistiche e modalità diverse per arrivare agli stessi risultati. Sicuramente in Italia è tutto concentrato nella prima elementare e spesso per i bimbi non è facile fare il salto dalla scuola dell’Infanzia alla Primaria.
      Riguardo quello che scrivevi sulla competitività delle madri mi fa invece una gran tristezza. Accelerare ancora di più mi pare davvero assurdo!
      Sul renderli indipendenti presto del sistema inglese mi trovi completamente d’accordo!
      A presto con i prossimi articoli sulla scuola!

  • In Danimarca, fino ai 6 anni i bambini vanno all’asilo. Ci sono alcuni asili che tengono bambini 0/6, altri 3/6. Qui il primo comandamento è NO Ansia, i bambini devono fare i bambini il più a lungo possibile e godersi l’infanzia giocando. Fanno grandi passeggiate e gite nel bosco con pic nic. Li vedi d’inverno coi loro bei tutoni, come quelli da sci, e stivali di gomma che si muovono coi maestri (c’è sempre almeno un uomo), pure loro con tutoni e stivali, e girano la città voi mezzi pubblici o appunto raggiungo i bellissimi parchi che ci sono qua, o le fattorie o le spiagge, trainando dei carretti col cibo, che quasi sempre, scaldano sul fuoco. Non dimenticherò mai la luce negli occhi di mio figlio quando mi ha raccontato che il suo maestro Thorben è riuscito ad accendere il fuoco per cucinare i polser (tipo wurstel) anche se pioveva!!! Se ne fregano se i bambini a 3 anni hanno ancora il pannolino e se i bambini non disegnano o colorano. Se vogliono i bambini possono disegnare o leggere, andare in palestra o in cortile, fare giardinaggio o lavorare il legno, se non vogliono : gioco libero (nella scuola di mio figlio c’è una stanza piena di Lego, qui sono fissati). Di solito hanno una cucina in cui anche i bambini aiutano a preparare da mangiare e a riordinare. Ci tengono molto che i bambini imparino a vestirsi e svestirsi da soli. Secondo me è un sistema bellissimo e molto accogliente, di contro però per alcuni aspetti non mi piace. I bambini non vengono mai sgridati o forzati a fare le cose. Con molti funziona, ma con alcuni no e questo crea problemi nei gruppi, soprattutto coi bambini più piccoli. Ad alcuni bambini tutta questa libertà non fa bene, capita che non siano capaci a gestire da soli 8 ore, a volte è bello farsi guidare. Spesso i bambini sono poco stimolati e mi è capitato di rimpiangere i bellissimi corsi di yoga, musica e teatro che faceva la mia bimba grande in Italia. Con tutto che mio figlio è un pigro e spesso si Lamenta perché andare tutti i giorni in gita per lui è noioso, dice che si fanno sempre le stesse cose!!!!
    Compiuti i 6 anni inizia la classe 0 dove si impara, giocando e facendo gite (anche qui) a stare in classe e a usare matite e fogli. I Danesi ci tengono tantissimo al gioco dei bambini e a farli stare all’aria aperta. Le lezioni sono dalle 8 alle 13 e poi, quasi tutti, ma è facoltativo, si fermano al doposcuola a giocare con degli educatori, dove si divertono moltissimo, fanno gite (è una fissazione), pattinano, giocano con la palla, a volte fanno il pane, una volta hanno fatto il burro… Poi la scuola primaria va fino alla classe 9 o 10, dipende che scuola superiore vuoi fare e che esame farai. La mia bambina più grande ha fatto la 0 e ora sta facendo la 1,in una scuola bilingue (danese inglese) ma molto simile alle danesi. È molto felice e serena, per imparare le ore la loro maestra li ha fatti stendere per terra, uno alto faceva la lancetta dei minuti e uno basso delle ore. I suoi compagni, anche se devono cambiare più mezzi pubblici vanno a scuola e tornano a casa da soli (io l’accompagno perché sono Italiana e porto suo fratello alla materna di fianco alla sua scuola). Non esistono voti, fanno tanti progetti, la settimana della scienza (dove le hanno fatto assaggiare il cuore, il cervello e la lingua di una capra!! Orrore!!) il mese della lettura, dei lavoretti fatti a mano, delle danze…, preparano eventi e spettacoli. I contro non ve li scrivo neanche, studio, fatica e compiti, questi sconosciuti. Inoltre anche alle elementari hanno questo modello educativo che non prevede di sgridare i bambini e quindi, anche se fanno tanto per cercare di prevenire è curare, il bullismo è un grave problema anche il rispetto dell’autorità degli insegnanti. Non esistono voti, non esistono bocciature, ogni bambino ha i suoi obbiettivi e il suo tempo per raggiungerli. Mia figlia è felicissima di andare a scuola, va serena ed entusiasta. Le hanno insegnato la gioia di apprendere e questo per me è impagabile.

    • Davvero grazie per averci spiegato nel dettaglio questa sistema ancora così diverso in tante cose sia dall’inglese che dall’italiano!
      Sono direi in linea con te: alcuni aspetti che hai descritto mi piacciono molto, ma anch’io penso che un minimo di guida e regole ci devono essere perché per alcuni bambini troppa libertà non va bene. E secondo me è giusto assegnare un po’ di compiti che ti preparano a saper gestire il tempo e rispettare gli impegni, aspetti utili nel mondo adulto del lavoro.
      Probabilmente la scuola ideale sarebbe quella che cerca di mettere insieme un po’ tutti gli aspetti positivi di ogni sistema!

  • Riporto alcuni commenti che sono stati postati sulla nostra pagina Facebook perché approfondiscono l’argomento e trovo sia un peccato che si perdano:

    “Io ho come esperienza sistema americano (scuolainternazionale) e scuola italiana semi privata (quando sono dovuta restare per un po’ di settimane x motivi di visa in Italia l’anno scorso) .
    Assolutamente d’accordo con te su quasi tutto.
    Me a figlia (penultimo anno di asilo )
    in Italia si e’ trovata male: diceva che la trattavano come una baby, la costringevano a mettersi il bavaglio a tavola, i bagni erano con water minuscolo e alcuni compagni avevano addirittura il ciuccio!!
    Lei che a scuola era abituata a leggere e scrivere!!!
    I sistema americano, molto competitivo (a volte inquietante) ma imparano giocando e divertendosi, in Italia mi e’ sembrato tutto come quando andavo ascuola io, molto accademico e rigido..” (Delia Piemonte)

  • Altro commento su Facebook:

    Francesca Leonoro: ” Il mio piccolo e’ in Reception (ci e’ entrato a 4 anni e 2 mesi) e devo dire che ci stiamo trovando benissimo. Sa già leggiucchiare e scrivere lettere e numeri e si lancia anche nello scrivere parole sia in italiano che in inglese. E’ vero che “studiano” ma fanno anche un sacco di attività manuali e anche gioco libero sia in classe che all’aperto. Va in mensa da solo e si cambia da solo quando ha ginnastica (e ne ho la prova perché torna a casa spesso coi pantaloni al contrario )
    Qui molte mamme inglesi si lamentano che la scuola inizia troppo presto ma non sanno che in Italia inizia a 3 anni e che i bambini vengono costretti a sedersi ai banchi ( così succedeva al mio grande) invece di sedere tutti insieme su un tappeto come succede qui. Quello che vedo io e’ che tutto e’ fatto e pensato a misura di bambino ed e’ questa la giusta via infatti mio figlio, nonostante il grande cambiamento subito e’ molto sereno ed e’ felice di andare a scuola.”

  • Altro commento Facebook:

    Marilena Falcone: “Credo che il fatto che nei paesi anglofoni si parta presto dipenda dall’approccio all’insegnamento e dalla natura della lingua stessa: loro prima di iniziare a leggere le parole lettera per lettera (che non ha molto senso data la marea di eccezioni) di fatto insegnano ai bambini in base alla memoria visiva a riconoscere a colpo d’occhio le parole più brevi e i gruppi di lettere base. Insomma come se le parole fossero oggetti. Per far questo, dopo i quattro anni, quattro anni e mezzo il cervello è attrezzato e anzi perder tempo diventa controproducente, mentre ci possono essere ancora scivoloni nella lettura lettera per lettera. Insomma, non fanno lo spelling come invece dobbiamo fare noi (in quel caso se ne parla davvero dopo i cinque, sei). Infatti io da profana avevo provato a insegnare a mia figlia a leggere l’Inglese con la struttura mentale che usiamo noi per l’Italianoe l’ho solo confusa, all’epoca, creandole un blocco temporaneo (a quell’età mettere le lettere in fila non è immediato). Quando poi con calma ha ripreso secondo i consigli delle maestre, è partita come un treno. A parte questo, in genere io penso che basta che tutto sia insegnato in forma di gioco, rispettando i tempi del singolo bambino, incluso il comportamento e l’indipendenza che, se non inculcata come un obbligo sotto minaccia di sgridate a ogni minimo errore, dà anche tanta soddisfazione ai bambini (sempre per quello che vedo io). Noi abbiamo optato per il sistema americano più che per quello inglese per vari motivi, però devo dire che al momento siamo molto contenti.”

  • Altro commento Facebook:

    Alessandra Lamera: “Cara Federica, molto interessante! Penso che la British school thailandese (immagino provata) che hanno frequentato i tuoi bambini sia l’esempio di una scuola uk molto upper level. Posso farti conoscere la mia esperienza che paragona scuola italiana, scuola statale inglese (standard normale, ofsted report “very good “) e attualmente scuola americana. La scuola inglese secondo me comincia troppo presto (come bene osservi tu, ruba qualche anno di gioco), ma sviluppa l’autonomia, poi però si arena un po’ per quanto riguarda l’approfondimento nozionistico. Cosa che invece ritrovo nella scuola italiana e americana. E il fatto di assegnare pochissimi compiti è molto controproducente e va ad intaccare la capacità di studio ed approfondimento autonomo dei ragazzi”

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