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Australia e alcool: un rapporto pericoloso

Australia e alcool
Written by Amiche di fuso

Istantanea 1: la sera della vigilia di Natale, una casa aussie qualsiasi in una qualsiasi città australiana. Prima di andare a letto, sotto l’albero di Natale una bambina lascia una bottiglia di birra ghiacciata per Babbo Natale.
Istantanea 2: tre di pomeriggio di un venerdì qualsiasi in una qualsiasi città australiana. I pub sono già pieni di uomini e donne in giacca e cravatta che si scolano una birra dietro l’altra con i colleghi fino all’ora di cena. Poi ordineranno qualcosa da mangiare, per poi continuare la serata in un altro locale.
Istantanea 3: mezzanotte di un sabato sera qualsiasi nella zona “locali” di qualsiasi città australiana. Una giovane ragazza è riversa sul marciapiede, priva di sensi, in una pozza del suo stesso vomito, tra l’indifferenza dei più e lo scherno delle sue “amiche” che le scattano foto da pubblicare sui social media.

Che cosa si può dedurre dalle tre istantanee che vi ho presentato? Che l’Australia sia un paese di debosciati? Che siano tutti alcolizzati? No, ovviamente, fare una generalizzazione così estrema è probabilmente sbagliato, ma quello che si può insinuare è che l’alcool giochi una parte importante nella cultura australiana. E, personalmente, questa è una delle cose che meno mi piacciono di questo paese.

Lo sapevate che l’Australia è uno dei paesi occidentali dove si consumano più alcolici?

“Esagerata”, direte voi! “Cosa vuoi che sia una birretta o due bevuta con gli amici?”. E questo è il problema. Che non si tratta di bere un bicchiere di vino o una birra in compagnia, ma del bisogno – perché a un certo punto di bisogno si parla – di ubriacarsi che caratterizza soprattutto i giovani australiani nella fascia d’età 18-24*.

Sono loro infatti a distinguersi tristemente per il loro binge drinking, ovvero il consumo eccessivo di alcool. È una ricerca del National Drug and Alcohol Research Centre a dimostrare che ubriacarsi sia una priorità assoluta per la maggior parte dei giovani australiani. E “ubriacarsi” è proprio la parola chiave. Perché in Australia i giovani non bevono per stare in compagnia, per passare una serata piacevole o per il sapore della bevanda come si fa da noi in Italia… I giovani aussie bevono per inebriarsi e uscire fuori di testa. Bevono per perdere il controllo e per diventare persone diverse da quelle che sono normalmente. E non è un bello spettacolo, credetemi!

Ho visto uomini e donne, perfettamente rispettabili durante la giornata, ridursi di sera in condizioni patetiche. Così come ottimi studenti e gran lavoratori. Li ho visti vomitare sul marciapiede, importunare passanti ed essere trascinati via di peso dagli amici. Quando va bene. Quando va male, questi giovani e meno giovani riempiti d’alcool (e possibilmente anche d’altro) diventano aggressivi e violenti. Cercano ogni scusa per fare a botte, anche con perfetti sconosciuti che hanno semplicemente la sfortuna di passare di lì.

E i risultati sono un triste primato purtroppo.  Una morte su otto di giovani sotto i 25 anni in Australia pare sia legata proprio al “binge drinking” e alle sue conseguenze. Una vera e propria tragedia.

Cosa fa il governo per provare ad arginare questo problema? Non abbastanza, se chiedete a me.

Hanno lanciato vere e proprie campagne contro i ‘coward punches‘, i pugni codardi, ovvero quelli senza preavviso che non lasciano alla vittima il tempo di reagire né di difendersi e, di solito, dati da dietro. Hanno inasprito le pene per questo tipo di aggressione. Che pur continua ogni venerdì e sabato sera. Qui a Sydney inoltre dal 2014, è stata introdotta la cosiddetta “lockout law” con l’intento specifico di ridurre la violenza causata dall’alcol. Grazie a questa legge – molto controversa tra l’altro – dall’una e mezzo di notte non si può più entrare nei locali e dalle 3 di mattina non si possono più servire alcolici. Con il risultato che si fa la corsa per farsi gli ultimi shots prima che suoni la campanella, e che gli ubriachi si ritrovano fuori dai locali tutti insieme nello stesso momento. Non proprio una mossa intelligente.

Che altro si può fare allora?

Ovviamente trovare la soluzione a questo problema non è semplice, altrimenti ci sarebbero già arrivati. La questione è complessa perchè il “heavy drinking” è fortemente radicato nella cultura australiana.**

Sarà il clima generalmente mite in molte parti del paese che invoglia a farsi una birra fredda. Sarà la tradizione tipicamente australiana del barbecue all’aperto da cucinare con una bottiglia di birra in mano. Sarà l’usanza aussie di partecipare a qualsiasi evento sportivo o culturale con un drink in pancia e l’altro in mano… Sarà quel che sarà, ma in Australia davvero ogni occasione è buona per bere. E per farlo in modo eccessivo. E se non bevi sei visto veramente male!

E non sto scherzando. Soprattutto tra i giovani c’è una pressione mentale incredibile non solo a bere, ma a bere in modo eccessivo e a farlo frequentemente. Cercando di bere il più possibile nel minor tempo possible. E per me, che con un drink sono già ubriaca, non è stato e non è sempre facile socializzare. E allora per tenere sotto controllo il problema del binge drinking dei giovani e della violenza che spesso genera, non servono tanto lockout laws o maggiori tasse sugli alcolici, ma sono proprio la cultura e la mentalità che devono essere cambiate.

E sappiamo bene che non c’è niente di più difficile.

Claudia, Australia

* L’età minima per bere alcolici in Australia è ufficialmente 18 anni, ma la stragrande maggioranza dei giovani comincia a bere ben prima di raggiungere quell’età.

** Per non parlare del tasso di alcolizzazione nelle comunità aborigene… Ma questo è un discorso molto più complesso in cui non voglio addentrarmi ora.

Claudia ha collaborato con Amiche di Fuso da dicembre 2014 a novembre 2019.

Potete leggere Claudia qui

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Amiche di fuso

Amiche di fuso è un progetto editoriale nato per dare voce alle storie di diverse donne, e non solo, alle prese con la vita all'estero. Vengono messi in luce gli aspetti pratici, reali ed emotivi che questa esperienza comporta e nei quali è facile identificarsi. I comuni denominatori sono la curiosità, l'amicizia e l'appoggio reciproco.

2 Comments

  • Non avevo la mia minima idea che l’Australia avesse questo problema. E’ davvero triste. Come scrivi tu, bisognerebbe cambiare la mentalità ma questa è da sempre la cosa più difficile.

  • Quando abbiamo ristrutturato casa, praticamente un lunedi mattina su due l’operaio più giovane restava a casa dal lavoro. Il giorno dopo si scusava e mi diceva che era cosi ubriaco il weekend che proprio non ce la faceva a lavorare il lunedi. Io restavo abbastanza scioccata dalla disinvoltura priva di ogni imbarazzo o vergogna con cui mi diceva questa cosa. Fra l’altro è un ragazzo bravissimo, sposato con bambino e molto gentile quindi questa immagine dell'”ubriacone proprio non gli si confaceva. Purtroppo hanno adottato un’usanza anglosassone di cui qui in Australia non ci sarebbe tanto bisogno visto il bel clima e la vita più luminosa ma finché non cambia la cultura radicata da generazioni sarà difficile modificare gli atteggiamenti verso l’abuso di alcol. In Italia abbiamo troppo amor proprio per ridurci cosi.

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