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La finestra sul mare di Gozo di Gabriella

Per alcuni luoghi l’innamoramento è tale che fa male a cuore vederli cambiare o scomparire: Torna Gabriella a raccontarci una perdita per lei importante.

Proprio l’8 marzo, disinteressatissima alla festa in questione, mi sono alzata ed un amico che attonito mi scrive “E’ caduta… Azure Window, la finestra sul mare di Gozo, non c’è più.”.
Speravo scherzasse. Due secondi, le dita velocissime sulla tastiera: le parole lanciate nella barra di ricerca google e lì decine di pagine con le stesse parole su tutte. “Collassata” il termine più usato, e quasi anch’io…

Abito a Gozo e Dwejra, la località in cui regnava regina incontrastata l’icona dell’intera isola di Gozo, è la mia nicchia, la mia passione, il luogo in cui mi rifugio. E’ quello in cui vedo persone danzare sui massi, fare yoga davanti al mare; è un posto pieno di strapiombi e onde che si schiantano contro gli scogli. Si dice qui che a Gozo, isola antichissima con migliaia di anni di Storia, si possa quasi toccare con mano l’energia che emana e Dwejra, beh è un concentrato di questo. Piena di anfratti, conchiglie rimaste incastonate come pietre preziose nelle rocce sconnesse irregolari che formano il suolo, poi the sea inside, il mare interno, nascosto quasi con un sentierino per arrivarci, quieto come un lago circondato da strapiombi: un mare nel mare e poi lei Azure Window, immensa e imponente stagliata contro il cielo e il mare attraverso rocce datate centinaia di anni.
Le foto, scattate con mio figlio e la moglie venuti a trovarmi, sono le uniche rimaste a testimonianza. Non c’è più. Sembra folle, peggio che se andasse giù un pezzo di Colosseo: quello è stato costruito dall’uomo, Azure Window è stata un’opera lenta e perfetta della natura… non ci potevo credere! un paesaggio mutilato, irriconoscibile!
Guardavo le foto e leggevo le parole: l’immagine di questo arco stampato su tutte le cartoline possibili, il simbolo rappresentativo dell’isola. La sera prima c’è stata una burrasca terribile, il mare grosso, le onde di una violenza inaudita che si alzavano per metri e metri, un vento che toglieva il respiro e impediva persino i passi. Poi il mattino dopo un uomo, che si trovava lì ad osservare lo spettacolo, ha visto un onda enorme violentissima passare sotto l’arco e sbattere altissima contro le rocce che lo componevano: un attimo dopo il collasso in mare e d’un tratto Azure Window non esisteva più…

Quell’arco immenso oggetto di migliaia e migliaia di scatti e video non c’era più e non ci sarebbe stato mai  più. Non avevo il coraggio di andare a vedere, invece poi l’ho fatto: avvicinandomi mi batteva il cuore e continuavo a pensare che effetto mi avrebbe fatto. L’emozione mi avrebbe stretto il cuore in una morsa o avrei alzato piano lo sguardo per vedere quel nuovo vuoto impensabile…
Arrivata, c’era un vento fortissimo e ancora era difficile mantenere l’equilibrio su quel suolo totalmente irregolare, occorreva adattare i passi e guardare dove mettere i piedi mentre la tentazione era quella di rivolgere lo sguardo a quelle rocce ferite, a quello squarcio senza senso. C’erano molti agenti di sicurezza che tentavano di tener lontane le decine di persone che si ostinavano a salire sopra l’arco che non c’era più, proprio al limite dello strapiombo.

dwejra no more azure window

Mi manca moltissimo: il paesaggio sembra essere un’altra cosa e non riesco a rendermi conto che sia successo davvero. Ho passato la mattinata a rispondere a messaggi e a condividere quella che sento come una perdita perché quello era il mio luogo, la mia oasi. Azure Window ne era parte integrante.
Il Ministro dell’Ambiente ha detto che la Natura l’aveva costruito e la Natura se l’era ripreso indietro: le cose fatte dall’uomo si possono rifare, qualsiasi cosa, ma quest’opera della natura invece no, non si può ricostruire e non esisterà mai più…quel vuoto, rimarrà un vuoto.

Gabriella, Malta.

 

Immagini prese da qui.
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