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Come sopravvivere ai parenti in visita

parenti in visita
Written by Amiche di fuso

Vivendo dall’altra parte del mondo, a 24 ore di volo e 10 ore di fuso dall’Italia, di certo non si può dire che io abbia dovuto gestire un alto numero di visitatori. Di parenti e amici di qui ne sono passati veramente pochi, ahimè, ma devo dire che le poche visite che ho avuto sono sempre state molto intense (forse anche perché non ci sono abituata)!
E come potrebbero non esserlo? Chi viene a trovarci così lontano lo fa per stare con noi, certamente, ma anche per vedere ciò che questa terra a testa in giù ha da offrire. E così le visite sono, letteralmente, un vortico di attività, impegni ed emozioni.

Non è facile avere in casa, soprattutto per un periodo lungo, ospiti che dipendano 24/7 da te in tutto e per tutto e il rischio di perdere la pazienza è veramente alto. E così, per evitare di ledere rapporti importanti, eccovi qualche spunto per sopravvivere ai parenti in visita (perché si sa, un conto sono gli amici, e un conto sono i parenti!)

1) Armatevi di tanta pazienza, sempre e comunque! Questa è la mia regola numero 1. Non importa quanto desideriate la visita di un parente, o quanto aspettiate con ansia di riabbracciare quell’amica lontana. Prima del loro arrivo fate un bel respiro profondo e chiamate a rinforzo tutta la pazienza di cui siete capaci. Credetemi, ne avrete bisogno!

2) Non dite mai quanto vi manchi un piatto italiano…  altrimenti la vacanza si tramuterà nella ricerca perenne di tutti gli ingredienti per fare tale piatto! Al contrario, fate vedere loro che i prodotti italiani esistono anche nel vostro paese, o che – se proprio non si dovessero trovare – riuscite a sopravvivere lo stesso. Questo rassicurerà i vostri visitatori (soprattutto se mamme) che riuscirete ad arrivare indenni alla prossima visita in Italia!

3) Inutile portarli in ristoranti esotici (a meno che non siano di mentalità e pancia aperta): storceranno il naso e desidereranno una pizza margherita. E a voglia a spiegargli l’influenza asiatica sulla cucina del vostro paese, o come molti piatti vietnamiti siano in realtà francesi: non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire! Se si metteranno in testa che fuori dall’Italia si mangia male, avrete finito col vostro tour culinario!

4) Pianificate tour, giri e visite tenendo conto dei gusti loro… ma infilateci dentro qualcosa che interessa a voi e che magari aspettavate l’occasione giusta per fare/vedere. Soprattutto se non avete intenzione/possibilità di visitare un’altra città o regione con loro, approfittatene per vedere qualcosa di nuovo (o anche di già visto, ma che volete rivedere) nella vostra città. Detto questo, ovviamente i turisti sono loro ed è bene che la visita sia gestita tenendo conto dei loro gusti e interessi!

5) Ritagliatevi dei momenti solo per voi o per voi e il vostro compagno: avere parenti in visita che dipendono da voi 24/7 può essere estenuante per voi e snervante per il vostro compagno (soprattutto se, come nel mio caso, non è italiano e non comprende a pieno il concetto di famiglia italiana). Soprattutto se la visita si protrae per più di qualche giorno, assicuratevi di prendervi degli spazi e momenti per voi e per dare un po’ di meritata attenzione al vostro compagno.

6) Teneteli occupati, altrimenti si mettono a rivoltarti casa. Questo consiglio è particolarmente indicato per visite di madri, suocere o simili. Non c’è niente da fare, per quanto magari odino pure fare le pulizie a casa loro, quando sono in visita, le mamme sono misteriosamente attratte da swiffer e aspirapolvere. Se non volete che vi risistemino tutta la credenza o che si mettano a stirare pure lo straccio del pavimento, tenetele fuori di casa il più possibile!

7) Organizzategli delle gite o piccoli viaggi in altre città o parti del paese che possano fare da soli, se non potete prendere ferie per stare con loro durante l’intera vacanza o se sono abbastanza autonomi nei viaggi. Vi daranno un po’ di respiro e non peseranno così tanto sul vostro equilibrio mentale e domestico. Se invece non vogliono/possono/riescono a girare da soli, rispettate il punto precedente e ritagliatevi dei momenti solo per voi.

8) Se possibile, organizzate la loro visita durante una festa o evento particolare della vostra città, regione, nazione. Sarà interessante condividere con loro un momento particolare della vostra nuova città o nazione: che sia la fioritura dei ciliegi in Giappone, il Capodanno Cinese, il festival delle luci di Sydney o l’Oktoberfest in Germania.  Spesso, per noi italiani, tutto quello che è “nuovo mondo” non offre molto dal punto di vista culturale o storico: se avete occasione di dimostrargli il contrario, vi risparmierete un sacco di discussioni future!

parenti in visita

L’ultima visita di mia mamma è coincisa con l’inizio del Vivid Festival

9) Abbiate sempre un piano B: il tempo, un infortunio, una lite improvvisa…  ci sarà sempre qualcosa che andrà storto e che vi costringerà a rivedere i piani che avevate fatto. È sempre bene, a mio avviso, programmare, in modo da sfruttare al massimo la vacanza con i vostri cari, ma ancora meglio è avere qualche asso nella manica e un piano B (ma anche C, D o E) a disposizione se le cose dovessero mettersi male!

10) Tenete tanto vino in frigo pronto per l’occorrenza… vostra ovviamente! C’è bisogno di dire altro? 😉

Ovviamente questo post vuole essere ironico, e non vuole ASSOLUTAMENTE dissuadere nessuno dal venirmi a trovare! Venghino, venghino signori che c’è posto! E già che venite, il vino lo portate voi, vero?

Claudia, Australia

Claudia ha collaborato con Amiche di Fuso da dicembre 2014 a novembre 2019.

Potete leggere Claudia qui

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Amiche di fuso

Amiche di fuso è un progetto editoriale nato per dare voce alle storie di diverse donne, e non solo, alle prese con la vita all'estero. Vengono messi in luce gli aspetti pratici, reali ed emotivi che questa esperienza comporta e nei quali è facile identificarsi. I comuni denominatori sono la curiosità, l'amicizia e l'appoggio reciproco.

12 Comments

  • hehe bellissimo post, mi ci ritrovo molto 😀
    Quando mia madre veniva a trovarmi a Barcellona (che per la cronaca, è colonizzata da italiani e non c’è difficoltà a trovare ingredienti o buona cucina italiana), passava il 70% del suo tempo ad andare in giro per supermercati per cucinare in casa e surgelarmi lasagne e melanzane alla parmigiana.
    Sono atti d’amore alla fine, così come l’ossessione per le pulizie (mia madre ogni volta tenta di comprarmi qualche elettrodomestico secondo lei indispensabile).
    Quante litigate ci siamo fatte durante le sue visite!
    Quindi “venghino con il vino” mi sembra veramente azzeccatissimo 😀

    • Cara Giulia, penso che le mamme italiane abbiano tutte un comune denominatore. Sono convinta anche io che lo facciano per amore, desiderose di aiutare la prole in terra straniera, ma quante tensioni e litigate ne nascono! Comunque nel mio caso, la rarita’ delle visite le rende in parte ancora piu’ difficili da gestire, perche’ non ci sono semplicemente abituata!!!

  • Cara Claudia.. Sebbene io mi trovi dall altra parte della sponda in tutti i sensi(sono la mamma di un expat a Sidney da quasi 2 anni che ho rivisto solo a febbraio scorso quando è riuscito a tornare in Italia per 15 gg.. Ma che è stato strafelice di ripartire..) devo ringraziarti x questi consigli dati indirettamente a me.. Il passaggio dello stirare anche lo straccio dei pavimenti è proprio il mio!
    Farò tesoro dell aspetto visto dalla vostra parte qualora decida di andare da Fabrizio (spero presto primo perché mi manca, secondo perché lui ha sottolineato in grassetto che non tornerà molto facilmente in Italia poiché l’esser tornato anche solo per 15 gg gli fa fatto ben ricordare il motivo per cui è partito per il vostro paese a testa in giù)..
    Magari ad averli avuti prima i tuoi consigli.. Li avrei messi già in opera in occasione delle mie visite all’altra figlia ormai tedesca.. E qui ti dico che il fatto della relativa “vicinanza” raddoppia il senso del tuo post.. In tedeschia (come chiamo io la Germania) il concetto di famiglia è proprio sparito dal dna di Siria..

    Ti abbraccio con affetto
    Ti auguro tanta tanta buona vita!

    • Ciao Simonetta, leggere il tuo commento mi ha fatto pensare molto a mia madre, che ha sofferto tanto i miei movimenti lontano da casa degli ultimi 10 anni (e sicuramente mi quelli che verranno).
      Mi colpisce soprattutto l’ultima frase, immagino che Siria sia tua figlia: come mai dici che il concetto di famiglia non le appartiene più?

      • Salve Giulia
        In effetti forse ho esagerato nell esprimere il concetto di perdita di famiglia.. In realtà Siria vivendo da ormai 5 anni stabile in tedeschia ha, come dire, un pochino fatto suo il “sistema famiglia” che al di fuori dei ns confini è un tantino meno “mammachioccia” mi spiego con un esempio
        Gli studenti di Siria sono per la maggior parte tedeschi.. Ma nessuno di loro ha la famiglia a Goettinghen.. Qualcuno lontano dalla bassa Sassonia altri magari a soli 50km dall’università.ma che sono totalmente autonomi vivono negli alloggi universitari che il governo mette a disposizione degli studenti fuori sede per una cifra irrisoria ma che soprattutto provvede al mantenimento degli studenti aiutando con generosi contributi le famiglie in questo modo, mantenere un figlio all’università fuori sede non carica la famiglia che non è costretta così come avviene in Italia a vendersi un rene per far studiare i figli.
        Il tutto è un molto easy.. È devi vedere questi ragazzi come sono assennati..
        Siria perciò si è adeguata a questo sistema lo ha metabolizzato pur mantenendo i valori che le vengono dal suo stato di nascita.
        Ha avuto la fortuna di incontrare, mentre studiava a Ferrara, un ragazzo di Belluno anche lui studente universitario programmatore, che l’ha poi seguita nei suoi spostamenti prima a Londra e poi in Germania.
        Si sono sposati a settembre scorso, ma solo perché in Germania lo stato aiuta economicamente la famiglia di fatto per tutto ciò che serve qualora si decida di procreare.. Assistenza sanitaria, gravidanza, nascita, asilo nido ecc. e Siria e Michele vorrebbero mettere su famiglia.. Visto che entrambi sono sulla soglia dei 35 anni..
        Lo faranno non appena torneranno dall Indonesia dove Siria va almeno una volta l’anno per lavoro per periodi anche superiori a 3 mesi.. Questa volta il marito usufruendo del part time l’ha seguita, son partiti il 3 giugno e torneranno il 3 settembre dopodiché trascorso il periodo di sorveglianza per via della zanzara Tzica(endemica da quelle parti) di sicuro mi renderanno nonna per la 3a volta .
        Scusami lo sproloquio
        Ti abbraccio con affetto

        • Mamma mia, tanto di cappello a tua figlia, che pare essere davvero in gamba! Hai fatto un buon lavoro di mamma per tirare su due figli cosi autonomi ed avventurosi! E tanto di cappello anche alla Germania che offre cosi tanta assistenza ai suoi cittadini. Un abbraccio e speriamo che il nipotino non tardi ad arrivare!

    • Cara Simonetta,
      sono contenta che tu abbia trovato questo mio post divertente ma anche utile da mamma! Ovviamente il mio pensiero voleva essere ironico e non scoraggiare visite dai parenti, quindi, ti prego, visita pure il tuo Fabrizio tutte le volte che ne avrai l’occasione! Quaggiu’ a volte ci sentiamo un po’ tralasciati e sono sicura che lui apprezzera’ una tua visita quanto io ho apprezzato quella della mia mamma… anche se un po’ di frizione durante la convivenza si e’ creata!
      In bocca al lupo ai tuoi figli cittadini del mondo e a te mamma di expat!
      Un abbraccio!!!

      • Cara Giulia
        Sapere di essere in contatto con qualcuno vicino a Fabrizio (in senso spaziale) mi emoziona..
        Era il mio “sogno nel cassetto”.. L’Australia.. Ho contagiato Fabrizio lui lo ha realizzato ed io sono talmente felice per lui che di fatto “vederlo” così sereno mi ripaga di tutto.
        Appena avrò messo da parte i giorni sufficienti per andare(lavorando a tempo pieno in un AZ Ospedaliera di questi tempi allontanarsi dal lavoro per più di 15 gg è diventata un impresa non conta più nemmeno il fatto che si hanno degli affetti a 15000 km di distanza e la necessità di viverli per l’amministrazione è pari a 0)andrò da lui e farò tesoro dei tuoi consigli..
        Grazie
        Con affetto

        • Wow, che bello pensare che l’Australia fosse il tuo sogno e che sia poi diventato quello di tuo figlio! Devi avergli davvero trasmesso tutto il tuo entusiasmo per questo paese! Ti auguro di poterci venire al piu’ presto, magari quando fa un po’ piu’ caldino! Un abbraccio

          • Eccerto…
            A dire il vero l’incursione era in programma per febbraio/marzo scorso.. Ma poi lui mi ha preceduto perché doveva cmq chiudere delle questioni rimaste in sospeso qui..ma il prossimo anno è la mia volta.. Già mi sto preparando le guerre puniche con la mia azienda per via della lunga assenza..
            In effetti si ho cercato di rendere i miei figli davvero cittadini del mondo.. Ci sono riuscita in parte.. Però mi accontento..
            Un abbraccio affettuoso

  • Ah ah Claudia, finalmente si parla anche del lato stressante delle visite parentali! anch’io vivo a Sydney – da ormai 5 anni – e aspetto sempre con un po’ di terrore queste, per la verita rare, visite… Aggiungerei che quando i genitori sono divorziati e vengono singolarmente e’ ancora piu dura!
    L’anno scorso e’ venuta mia madre, senza ne’ amiche ne’ altri parenti a facilitare le dinamiche, per cui tre settimane sono sembrate veramente lunghe…mi ritrovavo in bagno per ore solo per ricavare un po’ di spazio per me!!
    Poi alla fine della vacanza mi sono sentita in colpa per giorni perche pensavo che avrei potuto essere piu paziente…insomma uno strazio. Al punto che questo Natale non so se rinnovare o meno l’invito…e vada come vada i sensi di colpa non me li leva nessuno…
    Dovremmo prenderci un caffe’ un giorno!
    PS: il vivid festival e’ ulteriore motivo di stress per, abitandoci vicino e chiudendomi tutte le strade, per cui concordo su tutto, ma anche i parenti durante il vivid nooo!!!

    • Ciao Francesca,
      mi fa piacere constatare di non essere l’unica che vive con ansia le visite dei parenti! Anche io vivo con il senso di colpa questa poca predisposizione e tolleranza alla convivenza forzata quaggiù, ma davvero l’avere qualcuno che dipende da te 24/7 – per quanto ovviamente sia tanto tanto contenta di avere i miei in visita – ti prosciuga di ogni energia!
      Dovremmo proprio organizzarci un incontro per conoscerci dal vivo!!!!

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