#expatimbruttito

In apnea

Written by Amiche di fuso

Succede, dopo tanti anni che lo desideri, dopo anni di paure legate al mio stato di salute e all’incertezza del poter o meno, che diventi mamma.

Questa è una storia comune a molte donne, italiane o meno, expat o residenti nel Paese d’origine. Quello che voglio raccontare è la mia esperienza di neo mamma all’estero, lontana dalla famiglia, dagli amici, dal sistema e dai prodotti che conosce così bene.

È difficile per tutte, è tutto nuovo. Prima ero sola, per anni. Ho preso lo zaino in spalla e sono partita verso l’ignoto. Ho lasciato lavori, cambiato case, compagni, città. Faceva paura, sempre, ma ero sola, non dovevo occuparmi di nessuno e il mio piano B poteva non essere perfetto.

Poi arrivano quelle due linee sul test, e all’improvviso mi sono resa conto che non sarei stata più sola. Tutto andava pianificato meglio e a lungo termine. E credevo di aver fatto un buon lavoro, ma mi ero, infatti, preoccupata maggiormente dei grandi eventi, tipo di posticipare viaggi in paesi esotici che sognavo da anni o di non acquistare cose che non mi servivano per poter investire di più nei bisogni del bambino.
Quello a cui nessuno mi aveva preparata, a parte qualche sporadico “avrai bisogno di aiuto” è stato il post parto.

Ne io ne Zac abbiamo la famiglia vicino, così avevo deciso di avere i miei genitori qui per un po’, un mese mi sembrava sufficiente per ritornare pianamente operativa dopo la gravidanza. Come mi sbagliavo.
I miei decisero di venire prima del parto, cosa su cui io non ero affatto d’accordo e, ancora oggi, credo sarebbe stato meglio che quelle due settimane fossero state dopo la nascita della piccola e non prima, quando in preda agli ormoni li ho trattati malissimo.

La mia amica me l’aveva detto: -guarda che ti servirà tantissimo aiuto, fai restare tua madre più che puoi!-

Peccato che io e mia madre non si vada proprio d’accordissimo e il pensiero di convivere per più di un mese e mezzo mi spaventava ancora più del rimanere da sola con una neonata.

Così, appena Zoe Mae nacque, ero attorniata dai nonni materni e con la costante presenza del suo papà. Arrancavo ancora, non ero in forma, ma ho avuto una ripresa lampo se contiamo che a meno di tre settimane ero già andata a 6 parate di carnevale e mi ero pure concessa un Mardì Gras in maschera e al bar. Tutti sbalorditi. Invece io non mi rendevo conto di cosa stessero parlando perché, a parte il non dormire molto e il lavoro, non avevo di ché preoccuparmi. Avevo 3 persone che mi aiutavano giorno e notte anche se non mi sembrava facessero chissà che cosa.

Poi, dopo un mese esatto, i nonni materni sono partiti per far posto alla visita delle due coppie di nonni paterni, i quali avevano detto di voler stare per un po’. Ecco. Per un po’ non so secondo quale metro di giudizio, visto che i primi stettero 5 giorni e i secondi 2 e mezzo.

Una volta partiti loro anche Zac venne richiamato a lavoro immediatamente e mi lasciò con Zoe Mae di 40 giorni, due cani, un gatto, un lavoro e una casa da tenere in piedi.

Sono sicura che ci sono donne la fuori che fanno molto ma molto di più da sole, ma credetemi che io non so come sia sopravvissuta.

Non dormivo (e ancora non dormo, sia chiaro), non mangiavo perché non avevo tempo di cucinare, le poche volte che dormiva dovevo lavorare per sopravvivere e non perdere i clienti. Non avevo nessuno nemmeno per parlare un po’ perché tutti gli amici erano fuori città.

Sono stati cinque mesi lunghissimi, davvero di apnea.

Mi sento malissimo a dirlo, ma davvero iniziavo a chiedermi se sarei stata in grado di andare avanti, se avrei lasciato Zac con la quale ero parecchio arrabbiata per non esserci mai nemmeno quando veniva a casa. Mi mancava (e manca ancora) la mia libertà, le mie abitudini, i miei orari.
Mi sono annullata completamente per mia figlia, al punto che sono finita dal dottore per continui giramenti di testa e nausee. A quel punto hanno iniziato a preoccuparsi anche gli altri.

Si sono di colpo resi conto tutti di avermi lasciata completamente sola, allo sbaraglio, senza una appoggio.

Così, ho ricevuto l’aiuto richiesto e, prima la madre di Zac e poi la mia, hanno deciso di venire ad aiutarmi per permettermi di riprendermi un poco e di portare anche a termine tutti i progetti lavorativi ormai in ballo da 9 mesi.

E ora sono qui, ancora con mia madre con cui ci lanciamo coltelli ogni mezz’ora, ma che almeno mi aiuta ad avere un pochino di tempo per me e a non impazzire. E mi rendo conto di essermi parecchio sopravvalutata e vorrei evitare ad altre il mio stesso calvario. Se avessi avuto più aiuto credo sarei anche stata una madre migliore, più attiva, più felice.

Si parla sempre e solo di quanta gioia ci porti l’arrivo di un bambino e non si parla mai di quanta fatica, stanchezza e anche lacrime arrivino molto spesso, e questo fa sentire le persone come me malissimo. Ci si crede diverse, sbagliate; poi, invece, si scopre che non si è delle mosche bianche, succede a tante.

Se vivete lontane dalla famiglia, dagli amici e non avete appoggi di cui vi fidate, vi prego di cercare aiuto ancora prima della nascita, anche se vi auguro di essere il tipo di super mamma che riesce benissimo a fare tutto da sola. Quel tipo di mamma che io non sono stata in grado di essere.

Alessia, Louisiana

Alessia ha collaborato con Amiche di Fuso da luglio 2014 a gennaio 2020.

Trovate Alessia qui

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Amiche di fuso

Amiche di fuso è un progetto editoriale nato per dare voce alle storie di diverse donne, e non solo, alle prese con la vita all'estero. Vengono messi in luce gli aspetti pratici, reali ed emotivi che questa esperienza comporta e nei quali è facile identificarsi. I comuni denominatori sono la curiosità, l'amicizia e l'appoggio reciproco.

14 Comments

  • Alessia, ma tu non sei diversa da tutte le altre! Non è facile per nessuna e non sei affatto sbagliata. Semplicemente, è come dici tu: nessuna ti viene a raccontare lo stravolgimento di abitudini, bioritmi e sembianze umane non appena si diventa madri. Io ero all’estero, non lavoravo, mia madre restò un mese, ma quando se ne andò non riuscivo neanche a farmi una doccia e mi sembrava di vivere in un incubo. E’ tutto normale. Hai solo preteso troppo da te stessa, non ti sei sopravvalutata. Ti posso dire però che superati i primi mesi tornerai a respirare e ad assaporare quelle gioie di cui parliamo tutte ; )

    • Grazie Barbara ❤️ tante mi dicono che dopo l’anno sia diverso, spero che funzioni così anche per me

      • E` vero! Cambia tutto quando cominci a capire cosa vogliono quando piangono, quando cominciano a parlare e camminano e si illuminano a guardare il mondo intorno a loro. Da quel giorno in poi e` il viaggio piu` bello che si possa fare: guardare la vita attraverso gli occhi dei bambini e` incredibile!

  • Alessia cara, come ti capisco!
    Tu sei stata bravissima perché ti sei resa conto della necessità di chiedere aiuto e l’hai fatto.
    La maternità non dovrebbe essere un fatto privato, ma sociale, ma questa è un altra storia.
    Io ti posso solo raccontare che c’erano dei giorni che rimanevo in pigiama tutto il giorno, facevo la pipì con mia figlia attaccata al seno e guardavo costantemente l’orologio sperando arrivasse sera e mio marito a casa. Le poche volte che riuscivo a uscire di casa mia figlia piangeva tutto il tempo, sono arrivata a pensare di avere una carrozzina elettrificata. Tutte le vecchie che incontravamo, perché al mattino durante gli orari di lavoro in giro incontri solo vecchie, mi sembrava mi guardassero con riprovazione o mi davano consigli non richiesti. Le altre mamme mi sembravano tutte curate e perfette con bimbi perfetti che dormivano sempre!
    Per poter lavorare facevo degli incastri difficilissimi con mio marito, e se per caso non riuscivo a concentrarmi subito ( cosa molto frequente perché la stanchezza mi annientava) mi sentivo in colpa e comunque lavoravo malissimo e ho fatto un sacco di errori. Mi sembrava di fare tutto male , sia la mamma che la professionista. Non vedevo la luce, mi odiavo perché non riuscivo a fare quello che le altre mamme mi sembrava facessero con naturalezza e perché credevo di essere pigra nel lavoro.
    Poi è nato il mio secondo e le cose sono andate ancora peggio.
    Poi però, abbi fede, ad un certo punto, inspiegabilmente tutto inizia ad andare sempre meglio. Hanno iniziato ad ammalarsi di meno, a riuscire ad andare al nido ( ho pagato per lunghissimi periodi con loro a casa malati!!) , poi a dormire un po’di più e poi sempre meglio, sempre più grandi.
    Fatti aiutare, chiedi chiedi chiedi!!!! In bambino felice ha una mamma felice.

    • Grazie Vale ❤️ si io vedo altre mamme veramente perfette, tutte fanno ferie, cene, uscite. Io riesco a malapena a pulire casa e tirare avanti col lavoro. Aspettiamo che arrivino anche per me i giorni del ritorno alla normalità

  • Cara Alessia, sono diventata mamma per la prima volta da 2 settimane esatte.
    Ti ringrazio per il tuo post perché finalmente poni l’attenzione su quanta “fatica, stanchezza e anche lacrime arrivino” quando arriva un bambino.
    Io per fortuna ho l’aiuto di mia mamma durante il giorno ma sto provando le tue stesse sensazioni. Sono sempre stata autonoma ma ora la mia vita è in pezzi, dentro a un tunnel e so che sono solo all’inizio.
    Devo fare il meglio per il mio bimbo ma il senso di inadeguatezza e l’incapacità mi fa pensare di non essere una buona madre e di non capire mio figlio.
    Sono contenta per te che stai trovando una tua dimensione ora, io tengo duro dato che sono ancora all’inizio.

    • Cara Elena, congratulazioni!❤️ il primo mese e mezzo per me è stato emotivamente devastante, piangevo molto all’improvviso e mi sembrava tutto nero in quei momenti. Poi è andata in po’ meglio da quel punto di vista e quindi credo fossero gli ormoni. Fidiamoci di chi ci è passata prima di noi e speriamo arrivi presto il momento del ritorno alla normalità

  • Sei stata pure brava perché te ne sei resa conto nei primi mesi, io ci ho messo due anni e due figli per capire che non ero Wonder woman e stavo facendo più male che bene ai miei figli…
    Anche questo è crescere come genitori: conoscere i propri limiti e agire di conseguenza, è una cosa molto importante anche da insegnare.

    • Hai ragione, per fortuna si impara strada facendo. Ora che mia madre è partita, sto cercando di prendermela più con calma, specialmente con la cura della casa e con il lavoro ora che i progetti vecchi sono finalmente finiti, e direi che va molto meglio rispetto a prima quando volevi fare tutto

  • Non credo che esista il tipo di super mamma che fa tutto da sola, se il tutto è gestire una figlia, una casa, degli animali e un lavoro. Credo che esistano super mamme che tolgono uno di questi elementi dall’equazione o che hanno qualche aiuto. Ti abbraccio forte Alessia!

    • Grazie Elisa ❤️ sto scoprendo anche io che le super mamme hanno tutte le donna delle pulizie o l’aiuto della famiglia ogni giorno, altrimenti sarebbero nelle mie stesse condizioni credo

  • Quanto ti capisco! io sono in Italia ma con i nonni che abitano rispettivamente a 450 e 700 km di distanza, un marito che esce alle 6.30 e torna alle 20.30 se va bene…..o anche alle 23.3 se va male…il bimbo ha compiuto 3 anni e siamo già al secondo trasloco in città e regioni diverse…..anche io cerco di voler far tutto ma anelando alla perfezione poi faccio male la mamma con mille sensi di colpa. insomma, non se ne esce! Un abbraccio!

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