#expatimbruttito Vivere all'estero

Do they know it’s Christmas e altri luoghi comuni sull’Africa

luoghi comuni sull'Africa - Amiche di Fuso
Written by Amiche di fuso

L’Africa è un continente particolarmente difficile da conoscere, da capire, da penetrare. Eppure ci sono alcune frasi che tutti (o quasi) si sentono in dovere di dire all’expat che qui ci vive, pur non avendo – spesso – la minima idea di ciò di cui parlano. Sono sicura che alcune delle affermazioni qui di seguito le avrete sentite anche voi e, probabilmente, disponete di una serie altrettanto lunga relativa al vostro Paese d’espatrio. Di solito, l’interlocutore comincia così: ‘Ma guarda che in Africa…’

giphy

…e io così.

Malattie? Attenta che puoi prendere di tutto!
Oh certo, solo in Africa eh. Forse nel primo mondo si è immuni da qualunque patologia? Magari.  Ok, in buona parte del continente la malaria è endemica e su questo siamo d’accordo (ma lo è anche in alcune zone del Sudamerica e dell’Asia, per dire). Eppure, sebbene disturbi più o meno gravi si possano contrarre praticamente ovunque (ricordate cosa è successo a Federica in Thailandia?), l’unico continente sinonimo di malattia rimane l’Africa. Che poi che significa ‘in Africa’? Non vivo in mezzo alla giungla e ho tutti i vaccini del caso. Per cui, a te che me la meni sempre con le malattie, dico: ‘Tiè!’.

Tanta povertà ma il cellulare ce l’avranno tutti anche lì…
Sì, ce l’hanno tutti, è vero. Ma il cellulare non è, come si può pensare, un bene di lusso. Cineserie, assemblaggi di pezzi funzionanti di telefoni di scarto: si comprano sulle bancarelle lungo la strada, non nei centri commerciali. E servono per motivi ben più importanti che non postare su Facebook o Instagram: sono utili, tra le altre cose, per controllare i versamenti di denaro effettuati da parenti emigrati all’estero, da cui molte famiglie dipendono.

L’Africa è sporca. Non ci andrei nemmeno in vacanza.
Il mese scorso vi ho parlato delle scarpate di Luanda trasformate in discariche, è vero. Ma non facciamo di tutta l’erba un fascio. Perché tante volte la sporcizia altro non è che polvere e terra. Che non è la fine del mondo, se pensiamo a quanto sono sporche e piene di smog alcune delle nostre belle capitali europee. Guardate la foto qui sotto: l’ho scattata in un remotissimo villaggio sul fiume Congo. I panni stesi sono lavati con l’acqua del fiume e, come potete notare, sono bianchissimi. Più delle magliette di certi tizi che vedo sulla metro a Milano. Tutto è relativo, insomma.panni

Cosa vuoi che costi la vita in Africa, figurati!
Purtroppo, la vita costa più di quanto si pensi. Dalle auto alle case, dalle pentole alle lenzuola, la qualità della merce si paga, e a caro prezzo. Sì ma il cibo… eh no. Tolti i prodotti locali, il cibo non è affatto economico, dato che è spesso d’importazione. E non parliamo poi delle rette scolastiche.

Ho dei [inserire oggetto qualunque], vuoi metterli in valigia e darli a qualcuno? Però sono rotti.
Certo perché tanto qui va bene tutto, no? Ok i vestiti smessi (ma integri). Ok la tecnologia non proprio di ultima generazione (ma funzionante). Oggetti prossimi alla pattumiera però no. Già che ci sono le buone intenzioni, aggiungiamoci anche il buon senso.

Ahhhh i bambini africani sono i più belli di tutti. Sempre felici anche se non hanno niente.
Questa è la frase che meno sopporto. Nell’immaginario occidentale, il bimbo africano ha sempre, nell’ordine: 1) gli occhi grandi, anzi gli occhioni; 2) il sorriso stampato sul volto perché è contento pur non avendo nulla (ah davvero?!?); 3) le mani, anzi le manine, tese. Più che quella di un bambino, sembra ispirare la tenerezza di un povero cucciolo abbandonato. Con cui non puoi fare a meno di farti un selfie da spammare su ogni social, ovviamente.

barbie

A dicembre poi, la domanda è sempre la stessa: ma c’è il Natale in Africa?
Era il 1984 e i Band Aid cantavano Do They Know It’s Christmas per raccogliere fondi a favore della carestia in Etiopia. Ripeto: era il 1984. Ottanta-quattro. Ora siamo nel 2017, c’è internet, ci si può informare (se si vuole). Per l’ultima volta quindi: sì, il Natale c’è.

Ma come fate a vivere lì? Non si sta meglio in Italia?
Ehm… non è che siamo qui in vacanza. Ecco una delle classiche domande da non fare a un expat ma che, inevitabilmente, uno di questi casi umani non mancherà di porre. Cosa devo rispondere? Accetto suggerimenti.

Ma guarda che in Africa…
E giù disgrazie: fame, guerra, AIDS. Cooosa? Ricominciamo da capo?!? Insomma, basta. L’Africa è molto più di questo: è colori, musica, una natura stupenda, culture. Dignità.
Sapete cosa succede qui?

every-60-seconds-in-africa-a-minute-passes

Esattamente come nel resto del mondo 😉

Boas Festas!
Cristina, Angola

Cristina ha collaborato con Amiche di Fuso da marzo 2016 a novembre 2019

Potete leggere Cristina qui

Loading...

Author

Amiche di fuso

Amiche di fuso è un progetto editoriale nato per dare voce alle storie di diverse donne, e non solo, alle prese con la vita all'estero. Vengono messi in luce gli aspetti pratici, reali ed emotivi che questa esperienza comporta e nei quali è facile identificarsi. I comuni denominatori sono la curiosità, l'amicizia e l'appoggio reciproco.

7 Comments

  • Immagino Rita! Quel che mi disturba di queste frasi però non è tanto il contenuto in sè. E’ la spocchia e la saccenza con cui spesso vengono espresse. Da pulpiti che farebbero ridere i polli poi.

  • Ho ricevuto gli stessi commenti prima di partire per l’Uganda, e ci andavo in vacanza per due settimane scarse, quindi posso capire le valangate di commenti che ricevi perché ci vivi!!
    Sul tasto malattie, ammetto di essermi fatta non poche paranoie, soprattutto perché il mio fidanzato non ha potuto fare il vaccino contro la febbre gialla. Piccola precisazione: noi non abbiamo fatto la profilassi antimalarica e siamo stati benissimo… Fortunati? Forse, però devo ammettere che non c’è nulla di diverso di andare in altre parti del mondo (almeno ho avuto l’occasione di “aggiornare” le mie vaccinazioni! :))
    L’Africa è sporca: e qui mi viene da dire…. Non avete visto la Cina (e i cinesi con le loro performance)!! Sinceramente, non ho trovato nulla di così sconvolgente, ed eravamo in un resort 5 stelle, ma in un villaggio lontano dalle grandi città!
    Però ammetto di aver trovato i bimbi africani bellissimi con un sorriso che ti conquista all’istante!

  • Quanto mi piace questo post: da occidentale mai stata in Africa riconosco a pieno questa immagine di continente senza luce elettrica, povero, malato e derelitto tutto uguale.

    Il tempo speso ad aiutarci a smontare questi luoghi comuni è davvero ben speso 🙂

  • Mi ha irritato solo leggere questi punti, immagino il tuo fastidio nel sentirli dal vivo, Cris!
    Io purtroppo in Africa non ci sono ancora stata, ma come ti avevo già commentato nel post sulla letteratura africana, mi piace molto leggerne per capirlo meglio. E odio odio profondamente la generalizzazione “In Africa…[qualsiasi considerazione a caso]”. È un continente stra-grande, come si fa a ridurlo tutto in un genericissimo “Africa”?!

  • Io spero veramente che siano in molti a leggere questo post, perché tutti dovremmo imparare a non generalizzare MAI. Dico proprio MAI. Nulla di peggio che partire dai “si dice sempre che…”, dai pregiudizi. A me l’Africa e’ piaciuta, da turista che ha lasciato l’albergo e con una bici ha gironzolato un po’ in Kenya, dovendo anche arrangiarsi per sistemare una gomma che si era bucata. Non sono stata tantissimo tempo, ma di gente ne ho conosciuta. E ho bei ricordi.

Dicci cosa ne pensi!

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.