#expatimbruttito

Quando sposi lo Straniero Strano e ti tocca la small talk

Written by Amiche di fuso

Quando vivi nel tuo paese e ti fidanzi o sposi  con uno straniero, l’argomento attira sempre un po’ di curiosità. Soprattutto se è di un Paese esotico o considerato cool, tutti vogliono sapere com’è il tizio, che opinoni ha, cosa ne pensa dell’Italia, etc, etc. Ma se ti metti anziché con un inglese o australiano, con un Polacco, hai sposato lo straniero strano, e funziona più o meno così:

Gente sopra i quarant’anni: “Ah, è (abbassamento di un tono della voce) Polacco? Ah… come il Papa. E comunque i polacchi son brava gente, la badante di mio padre etc.”

Gente sotto i quarantanni: nessuno si stancava mai di ripetere, da quel primo lontano volo skyeurope Bergamo – Katowice dove ero l’unico passeggero donna su 170 italiani in cerca di f..estività natalizia nel dicembre 2005: “Che strano che tu sei italiana e lui è polacco, normalmente è sempre il contrario!!!”

Solo la mia amica che qualche tempo prima era l’unico passeggero donna su 170 italiani in direzione Tallin alla volta di quel gran figo di fidanzato estone pescato in Erasmus poteva capire quanto noiosa e inutile fosse l’osservazione.

“Che c’è di strano?”

“Eh, no,cioè: è strano perché …perché le ragazze straniere preferiscono noi  maschi italiani e tu che sei italiana te ne prendi uno che loro non vogliono”.

Uhm, motivazione convincentissima alla quale mille volte avrei voluto rispondere:

1)  “Aspetta che tu impari meglio l’inglese così lei si accorge di quanto sei cretino” (Mediamente probabile).

2) “Aspetta che lei impari meglio l’italiano così lei si accorge di quanto sei cretino” (Estremamente probabile).

3) “Ma meno male per voi, che qualcuno ancora vi piglia a voi adorabili maschi italiani”  (Abbassandomi al livello della conversazione).

Li ritrovavo ovviamente sul volo di ritorno, alcuni con gli occhi a cuore dopo aver passato il weekend con la Kasia, Gosia o Ewa di turno, altri che guardando le fotografie sulla camera digitale si organizzavano: “Allora, questa diciamo che era la tua, questa la mia, che erano sorelle e che l’abbiamo fatto tutti insieme”. Motivo per il quale quando è successo che dei truzzi mi fermassero per la strada a Varsavia chiedendomi di fare una foto in inglese smozzicato con fortissimo accento italico, mi rifiutai categoricamente 😀

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Normalmente quando stai insieme a uno straniero e ti trasferisci, essendo poi anche tu straniera, la faccenda perde di interesse, si è tutti “di un’altra parte”, soprattutto nei circoli expat. A meno che la tua dolce metà sia di un paese ritenuto particolarmente esotico o di un paese ritenuto (dagli altri) particolarmente sfigato, come appunto la Polonia.

“Oh, You are Italian. I loooooove Italy. I loved/ would love to visit Vinesia, Millan,  Rome, Florence. So which part of Italy do you come from?”

“I grew up in Turin”

Eh, lo so che me la cerco. Basterebbe rispondere “Im originally from Tuscany”, che è anche verissimo, per far proseguire la conversazione sul solido copione “Oh, I loooooove Tuscany ” con corredo di Multipucciano, Sienna, Cianti etc. E io invece no, c’ho l’allergia alla small talk e  tiro fuori Torino che se ne trovi una su un milione (torinesi, citazione per voi) che c’è stata diventiamo best friend foreva perché l’adora, ma tutte le altre interlocutrici le spedisci in un limbo d’imbarazzo tremendo.

“Oh. And which part of Italy is your husband from?” Nel tentativo di cavarsi dall’imbarazzo di non sapere dove diavolo sia Torino, clearly un villaggio nel mezzo tra Milano e Roma.

“My husband is from Poland” Maledetta boccaccia mia.

“Holland?” E il colorito che si riprende.

“Poland”

“Oh, Poland”. Il colorito torna neutro, come la voce.

Momento di silenzio. A seguire, a seconda della fortuna che mi assiste quel giorno:

1) “Uh. Where it is exactly? ”

(Pessima domanda. Vuoi davvero che ti risponda menzionando che confina con 7 paesi di cui conosci l’esistenza di uno solo?  Germania, Lituania, Kaliningrad (Russia), Bierlorussia, Ucraina, Repubblica Ceca e Slovacchia?)

“In Europe” offro con dolcezza.

“Ah, great. Maybe we should order some coffees at the counter cause the service in this place takes ages”.

Mai più mi vorrà rivedere o quantomeno rimanere sola seduta vicino a me a qualsiasi cena. Strano mio marito, e strana io.

2) “It must be so cold up there, right?”

Da qui in poi può andare in crescendo: grande stupore alla notizia che NO, non ci sono gli orsi bianchi e anzi in primavera, estate e autunno  c’è più sole che in Uk, Irlanda, Belgio, Olanda e Nord della Francia messi insieme. Quanto meno se lo ricorderanno in futuro come ice breaker, ” Did you know that apparently in  Warsaw the weather is sunnier than in Amsterdam? ”

3) “Oh. My cleaning lady is from there. Please let me pay for the coffee, its really not a big deal for me”.

'Will this take long? I've got a leaky boiler in Weybridge at three...'

All’inizio non avevo nemmeno collegato che la prima e la seconda frase fossero interconnesse, ma poi è successo così tante volte che ho capito che nella loro testa mio marito fosse stato traslocato dall’azienda con moglie, figli perché evidentemente è l’idraulico più bravo del mondo. Essendo cresciuta a Torino, la mia natura savoiarda modesta mi impedisce di  rispondere “No guarda, caava tranquilla, l’azienda a noi ci dà non solo la casa e la scuola ma pure DUE macchine, l’assicurazione totale globale e mio marito è dieci anni più giovane del tuo ma è anche cinque livelli sopra.” Perciò mi sono presa il capuccino aggratis e dentro di me ho brindato alla salute della Repubblica Polacca.

4) “Oh Poland. There is a WONDERFUL Holocaust Museum in town/ Ive Just seen a fantastic exhibition about Polish Concentration Camps”

Ma che meraviglia. Già perfino per un interlocutore che non fosse né polacco né ebreo né entrambe le cose assieme, accostare wonderful e fantastic con questo tipo di temi non è il massimo della delicatezza, aggiungici che qualunque polacco rabbrividisce quando i campi di concentramento sono definiti “polacchi” perché li fecero i nazi, non i polacchi, e come tocco finale pensa che metà dei sei milioni di persone uccisi nei campi erano cittadini polacchi (un cittadino su dieci, quindi, per la popolazione di allora) quindi si potrebbe anche ricadere nella statistica che uno su dieci di quelli fosse parente di mio marito, no? E’ come quando sapendo che sono Italiana qualcuno se ne esce col Bunga Bunga o la Mafia, ma cento  volte peggio, che meglio estranea che straniera. Insomma, mind your coffee, no?

4) “Oh. Poland. My granfather emigrated from Poland, i still remember one word he used to say to me and my siblings all the time, kuuuuuurwamacz, is it correct how I pronounce it? ”

Questa onestamente è la risposta che preferisco perché mi dà l’opportunità di rivelare che cosa diceva il nonno strano agli amatissimi nipotini e da lì in poi di lanciarmi in una serie di annedoti semiseri sulla mia vita nel paese di mio marito, che come chiunque mi conosce sa, amo davvero quanto il mio.

Lo so, sarebbe tutto più facile se mi spacciassi per Romana con marito Parigino.

E voi, con quali perle ricorrenti dovete portare pazienza da straniere strane o mogli di stranieri strani ?

(Questo post è dedicato alla mia stupenda amica Kasia che da anni e anni è una moglie straniera strana in Puglia)

Valentina Inghilterra (ma anche sempre Polonia dentro :-D)

Ha collaborato con Amiche di Fuso da luglio 2014 a giugno 2018

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Amiche di fuso

Amiche di fuso è un progetto editoriale nato per dare voce alle storie di diverse donne, e non solo, alle prese con la vita all'estero. Vengono messi in luce gli aspetti pratici, reali ed emotivi che questa esperienza comporta e nei quali è facile identificarsi. I comuni denominatori sono la curiosità, l'amicizia e l'appoggio reciproco.

23 Comments

  • Beh guarda io con marito Serbo mi ritrovo con delle facce e dei commenti che ti lascio solo immaginare…come dire di essere tedeschi 50 anni fa dopo l’ Olocausto.
    Non ci faccio piu’ caso e anzi spesso oggi dico che e’ Austriaco o Tedesco e le facce immediatamente cambiano…come il tono di voce. Giusto proprio come dici tu…

      • Carissima, siamo a Belgrado in Serbia. Mihailovic e’ sicuramente un buon riferimento insieme ai cevapcici 😉
        Bellissimo leggerti, grazie per questa sferzata di ironia!

  • Grazie Valentina I tuoi post sono sempre molto “densi e pregni” di ironia e aneddoti! Sempre un piacere leggerti.. Continua così!

  • Io sto con un musulmano, quindi immagina la faccia che fanno inizialmente, e poi tutta una serie di domande a caso e a sproposito, di cui di solito la prima e’, ma quindi ti devi convertire/sei convertita? Ehm… no, e mangio sempre maiale e bevo vino ma al prossimo giro forse gli auguri di Natale non te le faccio 🙂
    Comunque bell’articolo, e’ sempre un piacere leggere i tuoi post

  • Fantastica Valentina…..io sono un’expat …light..nel senso che ho abitato alle Canarie ed essendo un posto ..a torto ,considerato un “top”…pur essendo in piena decadenza …pieno di italiani truffatori….case che cadono a pezzi mai ricostruite …negozi abbandonati in mezzo a rifiuti ecc ecc ,ottiene sempre un ” oh che bello …caspita come sei fortunata “..infatti me ne sono andata in fretta. la seconda tappa Malta ..allora semisconosciuta alla massa ..otteneva solo silenzi ..della serie “mumble mumble e’ndo minkia sarà mai?!”…poi Gozo..e qui ..il delirio ..sconosciutissima ..per cui i commenti erano solo del tipo informativo ..o perplesso …ma che lingua si parla ?..ma riesci a socializzare ?….e avanti..ora ta-dà….Croazia ..e qui ..vai di small talk….ma sei sicura ..ma sono zingari…ma come parlano…?..ma non ti senti sola….ma sono poveri…invece sono meravigliosi …descritti come chiusissimi…sono super aperti e disponibili …le donne vestite stra bene sembrano modelle , accurate …perfette…ed io amo molto questa mia nuova patria….domani vado in Italia per trovare la famiglia…per cui vi aggiornerò sui nuovi commenti…io per fortuna ho amici e amiche decisamente intelligenti…ma incontrerò molte persone….spero di non dare il meglio di me..come nella vignetta di Duffy Duck” I try to be a nice person,but sometimes my mouth doesn’t cooperate”:-))

    • Io son stata in Croazia una sola.volta nella Mia Vita per quindici giorni e ci ho lasciato il cuore specie a Split, abbiamo incontrato un Sacco di persone fantastiche e comprato un Quadro astratto che viaggia con noi e rende tutti I posti posti in cui abitiamo casa! Mangiati una insalata di Polpo ENORME alla mia salute!

  • Ahah io ho il compagno ungherese e ricevo più o meno gli stessi commenti, per fortuna però mai da amici stretti o famiglia, anzi loro normalmente lo bombardano di domande sull’Ungheria (forse anche perché io vivo là) è assaggiano sempre il cibo che portiamo. Però il “ah ma di solito lui è italiano e lei è ungherese” è un classico…

  • Dunque io sono italianissima di Novara (che se all’estero normalmente non conoscono Torino figurati) ma sono nata in Svizzera e figlia di padre italiano e mamma portoghese. Mio marito è venezuelano ma nato in Michigan e figlio di genitori europei. Viviamo a Miami. Ti puoi immaginare quando sentendonci parlare tra di noi in un misto tra italiano inglese e spagnolo, in coda al supermercato ci fanno la fatidica domanda:“Where do you come from?” ‍♀️

  • Io sto con uno Italiano della stessa regione e quindi tanti mi chiedono: ma è tuo fratello? Perchè chiaramente è troppo poco esotico per una expat…

  • Nel mio caso, si aspettano tutti che mio marito sia italo-australiano… a quanto pare è inconcepibile per loro che un’italiana si sia sposata un australiano-australiano (di origine inglese). Mah!

  • Che bello leggerti!!! Concordo appieno sul dramma dello small talk.. il mio futuro marito è americano e noi viviamo in Nuova Zelanda. Come prima cosa nessuno concepisce ci siamo entrambi trovati qui, le prima domande sono sempre incentrate al disappunto che lui non sia kiwi. Poi tutti cominciano con chiederci se ci manca casa…e li vorrei semplicemente alzarmi ed andarmene!!! Poi nessuno sa la geografia, lui è dello stato di Washington e tutti pensano Casa Bianca, io sono abruzzese e l’unica fortuna è che lavoriamo nel vino e mi spiego citando l’origine del vitigno Montepulciano. Altrimenti più o meno l’Abruzzo si spiega come a destra di Roma…

  • Accidenti, quante cose abbiamo in comune! Io sono di Torino, ho sposato un polacco e abitiamo a Varsavia. Anche io mi sono ritrovata a dover rispondere a quelle stesse domande “strane”! Per fortuna gli italiani ora sanno dov’è la Polonia e anzi ne stanno arrivando sempre di più: si sono resi conto che qui si vive meglio!

    • Noooo Laura ma da quando abiti a Wawa? Possibile non ci siamo Mai incrociate? Io son arrivata in pianta stabile (si fa x dire) marzo 2013 e venuta via a dicembre 2014 ma tutte le vacanze torniamo sempre!!

      • Sono qui dal lontano 2003! Tra il 2010 e il 2012 siamo stati a Washington, ma poi siamo tornati. Sicuramente abbiamo delle amiche in comune!

  • Ahahahah!! Vale ti adoro! Mi fai sempre ridere un sacco! Sei una di quelle blogger che mi sembra di conoscere sul serio, dal vivo!
    Noi italiani, io di Udine (vabbè, ti lascio immaginare, manco gli italiani sanno dov’è), mio marito di Salerno e ho sempre pensato “tutti conoscono la costiera”, ma non ho mai capito che tutti la associano a quel buco di Amalfi e non a Salerno, città da cui la costiera inizia! Vabbè ma poi basta dire near Venice e near Napoli e tutto va per il verso giusto.

  • Quando dico che sto con uno spagnolo tante donne gemono e immaginano Banderas prechiacchiereconlegalline. Quando faccio vedere foto e scoprono che è calvo, casca il mondo e l’immagine erotica del macho caliente!

  • Io italiana expat a Parigi sposata non con un francese ( leggo la delusione sui volti quando lo dico hihi) ma con un ‘extracomunitario’ algerino e musulmano…non vi racconto i commenti in Italia…e lo shock quando gli dico che è un ingegnere informatico e che guadagna 5 volte un italiano medio…che nella sua famiglia sono tutti laureati e che no: non devo mettere il velo, non mi devo convertire e posso continuare a mangiare e bere quello che voglio!
    Ma è divertente far crollare le certezze…in fondo so che nn è cattiveria…solo un po’ di ignoranza su una cultura che in Italia conosciamo molto poco 🙂

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