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“Questo è il mio sangue” di Elise Thiebaut, e parliamo di mestruazioni

Questo è il mio sangue - Elise Thiebaut - Amiche di Fuso
Written by Veronica Marocco

Ci ho pensato un po’, prima di scrivere questa recensione e parlare di mestruazioni. Avevo la stessa sensazione di quando ero piccola e dicevo qualcosa di relativo a qualsiasi fluido corporeo e i grandi mi dicevano “Non si parla di queste cose a tavola!”.

Su Amiche di Fuso, che è un blog sempre curato, discreto, facciamo attenzione alle parole. Ci sono molti modi di raccontare le cose e noi cerchiamo sempre di trovare quello più pacato, inclusivo, quello che apre al confronto più che alla polemica.

Poi mi sono detta: ma perché? Perché non si può parlare di qualcosa che riguarda, ha riguardato o riguarderà molto da vicino metà della popolazione mondiale?

Elise Thiebaut è una giornalista e saggista francese che non conoscevo prima di imbattermi in un suo libro del 2017, pubblicato in Italia da Einaudi, un libro che reca in copertina un tampone: “Questo é il mio sangue. Manifesto contro il tabù delle mestruazioni”. In francese trovo che il titolo sia ancor più efficace: giocando sugli omonimi règles / mestruazioni e règles / regole, recita più o meno così: “Breve storia delle regole, di quelle che le hanno e di quelli che le fanno”.

La Thiebaut ripercorre la storia delle mestruazioni dal punto di vista storico, sociale, antropologico, religioso, ecologico. Ci ricorda e ci fa notare molte cose interessanti. Anzitutto, perché il sangue mestruale, di tutti i fluidi corporei, sembra essere il più disgustoso? Il suo odore, la sua consistenza sono così ripugnanti?

La giornalista ci ricorda inoltre che, complice l’allungamento della vita, le donne che vivono nella nostra epoca sono sottoposte a circa 40 anni di mestruazioni, circa 450 cicli, un numero enorme. Eppure, questo fenomeno che, in forma simile alla nostra, solo pochi altri animali hanno, é circondato da ignoranza: molti uomini (e donne, ahimè) non ne conoscono neppure l’esatto funzionamento.

Le mestruazioni ci hanno fatto tacciare di isterismo: “avrà il ciclo” dicono ridendo i colleghi maschi in ufficio dell’impiegata particolarmente nervosa o emotiva.

Le mestruazioni sono discriminatorie: sono la prima cosa che le rifugiate, o le donne che vivono in zone di estrema povertà o conflitti – è il caso di dirlo – sanguinosi, chiedono a coloro che si occupano della distribuzione di aiuti. In molti paesi africani le ragazze non hanno accesso agli assorbenti e semplicemente non vanno a scuola in quei giorni, o utilizzano espedienti che non fanno che accrescere infezioni e problematiche relative alla scarsa igiene intima.

Gli assorbenti, per chi ce li ha, possono essere ugualmente pericolosi: senza arrivare agli estremi della sindrome da shock tossico, ogni mese milioni di donne mettono fra le gambe prodotti sbiancati col cloro, i cui componenti non é dato sapere: perché le aziende produttrici nascondono la “formula” dei loro prodotti neanche fossero la famosa bibita gassata.

Le mestruazioni sono un business: quanti prodotti per “quei giorni” esistono? Ci hanno fatte passare per pazze con la Sindrome Premestruale, di cui una piccola percentuale di donne soffre (non parliamo di sbalzi di umore dovuti agli ormoni, ma di una patologia invalidante) e hanno messo in commercio medicinali banali, già sperimentati per altri disturbi, incollandoci sopra una bella etichetta con scritto “PSM” a caratteri cubitali.

Però l’endometriosi, di cui una percentuale molto più alta di donne soffre (autrice inclusa) richiede ancora anni di peregrinazioni fra un ginecologo e l’altro prima di venire scoperta. Intanto, le donne patiscono i peggiori spasmi e si vedono sminuire (“Ma dai, non esagerare! Quante scene! Sei isterica!”), spesso dai dottori stessi.

Le mestruazioni sono vergogna: perché non abbiamo paura di chiedere un fazzoletto ad una vicina di scrivania quando ci cola il naso, ma facciamo acrobazie per passarci un tampone? Perché in una normale conversazione si può dire che sì, è vero, abbiamo l’aria stanca – è da stamattina che abbiamo una tale emicrania! – ma non avremmo mai il coraggio di ammettere che sì, non siamo in gran forma, perché sai, abbiamo le mestruazioni?

Le mestruazioni nuocciono all’ambiente: quanti assorbenti vengono gettati ogni mese? Come mai non si lavora sulla diffusione di metodi di raccolta del sangue alternativi?

Le mestruazioni ci offendono anche quando spariscono: perché neanche della menopausa e dei suoi disturbi si può parlare, perché menopausa significa…vecchiaia e decadenza.

Elise Thiebaut scrive delle pagine densissime e che meritano di essere lette e ripensate con attenzione una volta chiuso il libro. Perché é vero che la ricerca ha fatto passi da gigante per curare i disturbi maschili come la disfunzione erettile, di cui ogni uomo di una certa età rischia di soffrire, come natura vuole. Addirittura è stata creata una famosa pillola blu. O la calvizie, dramma di ogni uomo alla soglia dei cinquanta. Ovvio eh?

Ma la stessa cosa non è avvenuta per le donne: le mestruazioni non sono state sdoganate.

Concludo con una breve citazione da una saggio di Gloria Steinem, “Se gli uomini avessero le mestruazioni”, che vi invito a trovare in rete e leggere per intero…

Cosa accadrebbe, ad esempio, se di colpo, magicamente, gli uomini avessero le mestruazioni e le donne no? La risposta è chiara: le mestruazioni diventerebbero un invidiabile evento mascolino di cui vantarsi. Gli uomini le sparerebbero grosse su durata e quantità.

La prima mestruazione sarebbe festeggiata da rituali religiosi e feste tra amici. L’Istituto nazionale per la Dismenorrea si occuperebbe di indagare eventuali sconforti mensili.

I prodotti sanitari sarebbero forniti gratuitamente dal governo: ovviamente, alcuni uomini pagherebbero per il prestigio fornito da marche celebri quali i “Tamponi John Wayne” o i “Pannolini Muhammad Ali” e ci sarebbero prodotti specifici del tipo “Per il flusso leggero da scapoli”.

Fa riflettere, vero?

Ditemi la vostra sulla rivoluzione mestruale, che promette, parola di Elise Thiebaut, di far sanguinare senza fare la guerra (quella è prerogativa degli uomini).

Veronica, Taiwan

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Author

Veronica Marocco

Amante dei viaggi e dei libri, con la mia laurea in Lingue e il mio lavoro in hotel, quando pensavo alla possibilita' di partire dall"Italia la mia immaginazione si fermava a Londra...e invece dopo due anni in Francia, nel 2011 scendo dalla scaletta di un aereo che mi porta dritta a Hong Kong, per quasi quattro anni. Nel 2014 la seconda tappa del tour asiatico: Tokyo, immensa, calma e caotica al tempo stesso. Dopo due anni nella megalopoli giapponese, nuova destinazione è Taipei, capitale dell'isola di Taiwan, che rimarrà nei nostri cuori: qui è nata Beatrice, la nostra bambina. Nel 2019 siamo arrivati a Shanghai, per poi tornare in Europa, in Francia, nell'estate del 2020. Per l'inizio del 2022, quando ormai credevo sarei rimasta europea, e dopo essere diventati quattro, accogliendo Francesco (nato a Nizza), un nuovo biglietto aereo diceva Doha, Qatar. Un bel giro del mondo del quale proverò a raccontare.

8 Comments

  • Sono stata per anni e anni una di quelle donne fortunate che alle mestruazioni non ha mai dovuto prestare troppa attenzione perché non mi creavano nessun disturbo eccessivo apparte qualche crampo e solo il primo giorno. Da cinque anni a questa parte la famosa sindrome pre mestruale si fa sentire, eccome. Le mestruazioni sono diventate quasi protagoniste del mio tempo. Programmo viaggi facendo i conti e gli scongiuri per non trovarmi in volo in quei giorni che sto da cani e così sono costretta a prenderne nota. Alcune mie amiche hanno vissuto tutta la vita così e non deve essere stato divertente! Psicologicamente però non le ho mai vissute come un tabù o un problema, sono solo una grande rottura ultimamente perché mi tengono in ostaggio con tutte le conseguenze biologiche che comportano . Interessante il libro, magari lo cercherò. Evviva le donne!

  • Mi incuriosisce da un po’, questo libro, spero di procurarmelo presto!
    Io devo dire di aver riflettuto sul serio sul tabù delle mestruazioni quando ho iniziato a lavorare nella clinica di riproduzione assistita a Barcellona, dove parlare del ciclo mestruale era alla base di tutto (durata, sintomi, consistenza, fastidi…alcune pazienti, a volte, trovavano più semplice mandare foto che spiegare a voce [sì, sul serio]), quindi è un tema che non mi fa più paura 😀
    Ma c’è ancora tantissimo da lavorare. E me ne accorgo quando parlo con certe mie amiche sul fatto che ho iniziato a usare la coppetta mestruale e mi liquidano con un “che schifo dai, io continuerò a usare i tamponi, non voglio vedere il mio ciclo”.
    Da poco ho scritto un post sulla coppetta mestruale e per fortuna mi rendo conto che in realtà ci sono taaaante donne pronte a sdoganare il tema. Dobbiamo solo trovarci! 😉

    • Grazie Giulia, io sono tentata e sento amiche che da quando la hanno provata sono entusiaste…anche se a me fa ancora un po’ soggezione!

      • Ecco, altro parere positivo… insomma, mi sa che prima o poi dovro’ vincere le mie resistenze…

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