#expatimbruttito Vivere all'estero

10 consigli per traslocare in 10 giorni

Written by Nadja Australia

Come vi ho già raccontato qui sono arrivata da poco a Buenos Aires avendo dovuto traslocare in 10 giorni.

Ma perchè?

Lavoriamo per una compagnia di costruzioni. Ci si sposta per cantiere, per esigenze di ufficio, politiche societarie. In genere la permanenza in un Paese varia dai 2 ai 5 anni, raramente di più. Quello che varia è il preavviso. Non è la prima volta che ci succede di essere spostati da un paese all’altro in meno di un mese (Romania – Bulgaria ad esempio). Ma vi dico una cosa: non si è mai pronti. Anche con un preavviso di due mesi. Al momento di iniziare il trasloco subentra il panico. L’ansia. La tristezza.

Con due bambini piccoli poi vi lascio immaginare. Organizzare feste di “Despedida”, come chiamano qui gli ” Arrivederci” (Addio non mi piace!). Guardarsi attorno e scoprire che il buon proposito di “Non compro più nulla” è andato a farsi benedire insieme a “Da lunedì a dieta”.

Insomma, dopo i momenti di panico iniziale, la mia parte razionale ha preso il sopravvento e ho organizzato il tutto. Volete sapere come? Ecco i miei consigli sconclusionati sul come traslocare in 10 giorni (sia che dobbiate cambiare quartiere sia che dobbiate prendere 3 aerei!).
Pronti?

  1. Cercare una compagnia di traslochi se la società non ve ne fornisce una. Controllate che abbia “confidenza” con il paese di destinazione. Perchè vi dico questo? Ci sono molte cose che in alcuni paesi possono crear problemi al momento dell’arrivo in dogana e questo rallenta il rilascio delle vostre cose. Per l’Argentina, ad esempio, nessun tipo di cibo era consentito e nemmeno oggetti di “antiquariato”. Spiego meglio. Al mercatino avevo preso statuine tipiche peruviane. Mi hanno detto di tornare indietro e farmi dare un certificato che accertasse la non originalità dei pezzi. Credo sia per contrastare il mercato nero dei reperti archeologici. Le ho regalate o messe in valigia con me. Dall’Arabia poi non ho potuto portare via nessun oggetto elettronico. In caso contrario avrei dovuto pagare tasse salate in Italia nonostante fossero cose mie comprate lì. E nemmeno coltelli. Su questo non ho spiegazione ma pazienza. Venduto tutto o regalato.
  2. Una volta che vi siete assicurati la compagnia, vedete se vi conviene economicamente ma soprattutto psicologicamente farvi impacchettare tutto da loro. Io ho deciso di far fare a loro il lavoro sporco perchè in 10 giorni avevo così tanti documenti da preparare che non avrei avuto il tempo materiale per imballare i miei piatti e bicchieri uno per uno. E forse nemmeno la forza morale!
  3. Guardatevi attorno. Siete certi che nel nuovo paese vi serviranno tutti i giornaletti accumulati vicino al divano? E quella serie di tazzine da te? Ma avete mai bevuto il te li dentro? No vero? Ecco. Gruppo vendita in facebook della vostra città e salutate tutte le cose inutili che faranno felice qualche expat arrivata da poco (che poi si pentirà dell’acquisto al suo turno di traslocare ma non è un vostro problema). Ci vuole una giornata intera per fotografare e postare tutti gli oggetti che selezionate (vanno bene anche mobili, tv, vestiti). Se siete vecchio stampo (come me) e volete fare più veloce: Garage sale. Decidete una mattina e mettete in vendita TUTTO (NO. I FIGLI NO POTETE).
  4. E’ il momento buono per il cambio dell’armadio. Quella gonna a fiori gialli che non avete mai messo può finire dritta tra le cose da regalare. Stampatevi un cartello con “Non ho nulla da mettermi” e leggetelo quando fate questa operazione. Vi chiederete come diavolo avete fatto ad accumulare così tanta roba in cosi poco tempo (Non io eh, me lo ha detto l’amica di una mia amica. Io continuo a non avere nulla da mettere).
  5. Fate bene i conti dei tempi di consegna. Mettete da parte le cose che vi serviranno nei prossimi mesi se non avete intenzione di spendere soldi inutili all’arrivo. Poi vi ritroverete con 5 paia di stivali da pioggia, 3 cappelli da sole, mille creme per il viso etc etc. Io ad esempio non avevo contato il tempo tra arrivo dei pacchi e inizio della scuola e mi sono ritrovata senza “lunch box”. Ho dovuto girare per la città alla ricerca di contenitori decenti per mandare il cibo a scuola. Epic fail, ma questo ve lo racconto in un altro post. Dunque organizzatevi bene e fatevi un planning con i tempi.
  6. Documenti. Dalla scuola all’Ambasciata, se avete animali domestici controllate vaccinazioni e validità certificati,  prendete tutto. Verificate “postille”, notarizzazioni etc. Fate scorta finchè potete e fate i conti di tutto quello che vi servirà dal paese dove dovete andare (soprattutto certificati scolastici).
  7. Iniziate a dare un occhiata a scuole, siti di affitto e blog o gruppi facebook di expat. Ce ne sono di davvero utili e troverete, se siete fortunati, persone disponibili che vi daranno una mano a capire come venirne fuori. Io ho cercato prima la scuola e da lì mi sono mossa per cercare casa etc (dopo due mesi ancora non l’ho trovata ma vi farò un post a parte anche su questo).
  8. Fatevi dare una mano. Amici, sconosciuti, bambini, gatti e cani. Ognuno deve fare la propria parte. I miei figli avevano il compito di selezionare i giocattoli che sarebbero rimasti in Peru con i bambini meno fortunati. La grande è stata molto generosa, il piccolo continuava a svuotare le borse della sorella. Ma ce la abbiamo fatta. I giochi erano ancora troppi ma in 10 giorni non è che potevamo fare miracoli! Dividetevi i compiti. A parte quei documenti che vanno fatti tutti insieme (certificati penali che erano obbligatori da Peru ad Argentina per tutti i maggiorenni ad esempio), gli altri li potete fare separati. Uno va alla scuola della bimba grande e uno va al medico per avere certificazione firmata dei vaccini (senza i quali non sarebbe stata accettata nella scuola argentina). Insomma: “Uno per tutti, tutti per uno”. Era cosi?!
  9. Compratevi o portatevi dietro cose che vi conforteranno. Io ho portato album fotografici, i giochi preferiti, la felpa bianca con il gatto anche se a BsAs ci sarebbero stati 35 gradi ma è la preferita della mia bimba, un paio di avocados e bananine per il viaggio che almeno per i primi giorni ci hanno fatto sentire vicino al Peru, i libri della buonanotte preferiti, le lenzuola di Frozen e quel completo comodo che in casa mi rassicura. Piccole accortezze che vi faranno sentire “meno” il distacco con la vostra vita precedente.
  10. No panic. 10 giorni sono pochissimi ma prendete il vostro tempo. Fate una lista delle cose da fare e spuntatela di volta in volta. Ma non stressatevi.  Non saltate la colazione con le amiche. Non rinunciate alla passeggiata lungo il Malecon. Fotografatevi sopra i pacchi. Un giorno (il mio non è ancora arrivato), riderete di tutto questo. Sarete fiere di voi.  Mantenete la calma. Si può fare tutto. Quello che non si riesce a fare evidentemente non era importante (meglio pensarla cosi). Ne uscirete stanchi e stremati, non lo nego. Ci vorrà del tempo per rimettersi in sesto. Ma succederà. Parola mia.

Ci sarebbero mille altri consigli, ma sono ancora in fase di assestamento e la luce in fondo al tunnel la vedo lontana. I miei pacchi sono ancora in viaggio e per questo non mi sento ancora “arrivata”. Quando riavrò le mie cose mi rivedrete sorridere anche con gli occhi. Nel frattempo vado a fare shopping perchè stavolta, davvero, non ho nulla da mettermi!

Nadja, Argentina

 

Foto da Pixabay

Loading...

Author

Nadja Australia

Espatriata per lavoro ormai più di 15 anni fa, con mio marito abbiamo vissuto in Serbia, Romania, Bulgaria, Arabia Saudita,Peru, Argentina e adesso Australia! Con noi due bimbi globetrotter che ci accompagnano nella nostra pazza vita girovaga!Il nostro mantra? Home is not a place, it's a feeling! Con la Sardegna nel cuore, viviamo dove ci porta il lavoro e ci godiamo ogni piccola cosa che i paesi ospitanti ci offrono con l'entusiasmo della prima volta!

1 Comment

  • Grande Nadja, 10 giorni per un trasloco del genere…chapeau! 🙂
    In bocca al lupo per l’arrivo dei pacchi, che sia il più presto possibile!

Dicci cosa ne pensi!

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.