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L’espatrio a Ho Chi Minh City di Eugenia

Written by Guest

“Sembra che ci sia una posizione interessante in XYZ…”. A casa nostra è così che di solito mio marito annuncia un possibile cambiamento. Con apparente nonchalance, come se niente fosse, ma in realtà con un occhio attento alle reazioni, pronto a cogliere qualunque cenno di assenso o terrore nel mio sguardo.

Ed è proprio così che a fine 2017 la possibilità di trasferirci in Vietnam è divenuta reale. Nel giro di tre mesi abbiamo salutato Singapore e ci siamo imbarcati per una nuova avventura a Ho Chi Minh City.

Avendo vissuto per diversi anni in Asia, non pensavo che lo shock culturale sarebbe stato molto forte. Tuttavia essendo stati per lo più in ambienti altamente efficienti ed organizzati (vedi Hong Kong e Singapore), forse non eravamo completamente pronti per il caos, il rumore, la disorganizzazione e la vitalità del Vietnam.

Ogni spostamento porta inevitabilmente fattori di stress. Di sicuro i primi mesi sono stati impegnativi su tutti i fronti. Ma ad un anno di distanza posso dire che Ho Chi Minh City è diventata la nostra nuova casa.

Spesso mi viene chiesto come sia vivere ad Ho Chi Minh City ed in Vietnam e la risposta non  è mai semplice o univoca.

Ho Chi Minh City e’ una città immensa, caotica, inquinata, puzzona, corrotta. Eppure ha una vitalità incredibile. Riesce ad unire passato e futuro in maniera unica e non finisce mai di stupire (nel bene e nel male). Per la prima volta in 10 anni di vita da expat ho trovato una comunità di persone che mi ha fatto sentire a casa da subito. Dove tutti sono pronti a dare una mano o un consiglio ai nuovi arrivati, senza pretese o falsi perbenismi.

Questo è stato sicuramente un fattore decisivo che ha permesso a me ed alla mia famiglia di integrarci rapidamente e ci ha fatto sentire parte di una comunità viva ed attiva. Qui come non mai ho visto giovani imprenditori, sia locali che expat, pieni di idee e creatività, desiderosi di avere un impatto positivo sulla comunità nella quale vivono, nonostante le difficoltà.

Proprio tutti questi elementi, a volte in contraddizioni fra loro, rendono difficile cercare di descrivere come sia vivere a Saigon. In questo primo anno di adattamento sono molte le cose che ho imparato e quelle che mi hanno colpito, così ho pensato di fare una breve “lista delle meraviglie”: dalle domande fondamentali alle piccole cose quotidiane che hanno cambiato la nostra vita:

  • Ho Chi Minh City o Saigon? Entrambe vanno bene: Ho Chi Minh City e’ il nome ufficiale della città, attribuito dopo la guerra, ma Saigon è rimasto nel cuore di molti ed è ancora usato ad esempio nei nomi di alcuni giornali. Personalmente io preferisco Saigon: mi sembra abbia più fascino e anche perchè a dire/scrivere Ho Chi Minh City ci va una vita (e HCMC mi sembra l’acronimo di qualche malattia impronunciabile).
  • Il motorino: uno stile di vita: ce ne sono di tutti i tipi (nuovi, vecchi, vintage, rifatti) e di tutte le marche, ma soprattutto ce ne sono milioni! Per rendere l’idea: si calcola che su una popolazione di circa 8 milioni, a Saigon ci siano circa 8.5 milioni di motorini in circolazione ogni giorno. È facile quindi immaginare il traffico che generano. Spesso nelle ora di punta le strade sono una fiumana unica di gente su due ruote. Col motorino poi si va dappertutto, marciapiedi compresi, e si trasporta di tutto (dalla famiglia al completo, al pollame, alle canaline lunghe 5 metri) e cosa più importante: tutti portano il casco! Infatti nonostante la totale mancanza di rispetto per le regole stradali di base o per la sicurezza, il governo ha fatto del casco in motorino il suo cavallo di battaglia. Così tutti lo indossano. La nostra famiglia non è da meno e spesso siamo in giro in tre sul nostro motorino bianco e blu (tutti rigorosamente col casco!).
  • L’arte di attraversare la strada: proprio per la mancanza di rispetto delle regole stradali, attraversare la strada è a volte una cosa non facile. Dimenticate semafori e strisce pedonali: che l’incrocio sia grande o piccolo, possono volerci secoli ad attraversare se si rispettano le regole. Così bisogna imparare a buttarsi, usando un po’ di buon senso e con un gran sprezzo del pericolo. Una volta che si decide di andare bisogna proseguire lentamente con una mano tesa di lato come a bloccare il flusso di macchine e motorini (tipo super poteri), senza zigzagare troppo e guardando dritto alla meta. Fortunatamente il traffico qui procede abbastanza lentamente e fino ad ora i miei attraversamenti si sono sempre conclusi bene.
  • Si trova tutto, basta cercare: per chi avesse paura di non trovare prodotti italiani o occidentali, posso assicurarvi che qui c’è di tutto e di più. A volte a prezzi esagerati nei supermercati per gli expat, molto spesso nei negozietti di quartiere dove tutto è stipato in maniera incredibile. Nessuno parla inglese ma dove con un po’ di pazienza e spirito d’iniziativa si trova davvero di tutto. Certo per fare la spesa bisogna andare in 5 negozi diversi. Le cose bisogna prenderle quando ci sono (non quando ti servono, perchè allora potrebbero non esserci più). Però questo fa parte del fascino del luogo…
  • La pipì per strada: quando dico che Saigon è puzzona, penso che l’abitudine di fare la pipì per strada (insieme alla spazzatura che si accumula un po’ ovunque) contribuisca al problema. Dopo la sorpresa iniziale, ho capito che qui è pratica comune, soprattutto per gli uomini, farla per strada. A volte con mio figlio in macchina facciamo a gara a chi ne vede più (per la serie nuovi giochi educativi).
  • Streetfood sì / Streetfood no? Adesso che anche in Italia è diventata una moda, io vado un po’ contro tendenza. In Vietnam lo street food è sinonimo di cibo autentico vietnamita (che a me piace moltissimo). Ho i miei posticini di fiducia, ma non sono una vera avventuriera che si fa tentare. Ma in questo caso la scelta è molto personale.
  • La vecchietta del mercato: in uno stato dove gli scandali alimentari non sono rari, io ho deciso di affidarmi ad una simpatica vecchietta del mercato del mio quartiere per l’approvvigionamento di frutta e verdura. Ci frequentiamo da mesi. Non ho ancora capito come si chiama (ovviamente di inglese neanche l’ombra), ma, dopo un po’ di scetticismo iniziale da parte di entrambe, adesso è lei che sceglie le cose per me. A volte me le mette pure da parte!
  • L’autista: ebbene sì, abbiamo l’autista. Dato che per molti expat sarebbe impossibile guidare qui, molte aziende mettono a disposizione una macchina con autista. Niente a che vedere con la dama in giallo dei Ferrero Rocher, ma il nostro autista è una fonte inesauribile di conoscenza. Oltre a conoscere tutte le strade, mi basta dirgli di cosa ho bisogno e lui mi porta nel negozio/quartiere giusto. Cartucce per la stampante? Vestiti sportivi? Mobili? Un ukulele? Non c’è problema! In città spesso ci sono vie dedicate a certi prodotti. Posso star certa che lui le conosce tutte!
  • Il Tet: è così che si chiama in Vietnam il Capodanno Lunare ed è una cosa seria. Mentre a Hong Kong o Singapore si trattava di una festa di 3 o 4 giorni, qui tutto si ferma per una settimana abbondante (se non 2). Le aziende e i cantieri chiudono. Molte persone viaggiano verso le loro città di origine per festeggiare con la famiglia e negozi e ristoranti hanno orari ridotti. Per chi resta in città ovviamente si scatena la caccia a qualsiasi tipo di genere alimentare svuotando negozi e supermercati. La cosa positiva è che durante il Tet la città è semi vuota, calma, senza il solito traffico feroce: un bel cambiamento!

Per noi l’anno del Cane segna il nostro secondo anno in Vietnam. Dopo esserci “sistemati” vogliamo ora cominciare a scoprire e viaggiare di piú in questo incredibile paese.

E stiamo a vedere quali nuove cose ci saranno da aggiungere alla nostra “lista delle meraviglie del Vietnam”!

Eugenia, Vietnam

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4 Comments

  • Salve Eugenia, sono una giornalista di Roma e proprio in questi giorni sto facendo delle ricerche per un programma che racconta storie di italiani in Vietnam. C’è una mail a cui posso contattarti? Grazie! Malou

    • Buongiorno Malou! Mi spiace davvero molto di questo risposta tardiva: purtroppo non avevo ricevuto notifica di questo commento e siccome il post e’ un po’ datato non lo controllo molto! Immagino avrà già trovato il supporto che cercava ma se avesse bisogno mi può contattare a eugeniahk@gmail.com
      Un saluto!

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