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De Gustibus

de gustibus
Written by Amiche di fuso

Parliamo di nuovo di cibo, ma, per una volta, non in chiave adulatoria.
Credo di avere fatto diversi post dove si parla di specialità locali, leccornie d’oltre confine e piatti preferiti. So di non essere nemmeno l’unica e quindi mi sono detta “è ora di fare un post su quello che invece non mangerei se non sotto tortura”.

Perché diciamocelo, l’italiano tipo è abituato bene, è di bocca buona e non sempre avventuroso nel reparto cibo. Sì, siamo in tanti ad essere esterofili anche a livello di gola, ma conosco molte più persone poco inclini a provare piatti nuovi dai nomi sospetti che non impavidi esploratori gastronomici.

Mi piacerebbe che questo post risultasse lo spiraglio aperto a commenti esterni, per scoprire cosa vi fa più ribrezzo a livello mangereccio, all’estero. Comincio io e spero nessuno si offenda perché, come suggerisce il titolo: i gusti non si discutono.

Inizierò non seguendo un particolare ordine e non quello che mi viene in mente per primo perché onnipresente da questa parte del mondo: il cetriolo sottaceto.
Non solo non sono amante dell’aceto, ma devo essere priva di enzimi atti a digerire la buccia del cetriolo che, anche da crudo, mi resta sullo stomaco per qualche giorno.
La situazione peggiora notevolissimamente se il maledetto viene messo sottaceto. A parte che non lo ordinerai MAI, mi trovo comunque spesso in situazioni in cui devo rimuoverlo. Purtroppo i miasmi cetrioleschi rimangono e il mio stomaco me la fa pagare con lunghe giornate punteggiate da rutti fantozziani al sapore di pickles. Se per disgrazia fosse anche aromatizzato all’aceto, allora abbandono ogni speranza che mi passi naturalmente e mi bombardo di zenzero e limone in tisana. Praticamente il Niagara liquido dell’organismo umano.

In seconda posizione ci sono i dolci con la cannella. E qui, di nuovo, il problema è che non la digerisco ma anche che l’odore mi fa venire una nausea terribile. Le gomme alla cannella sono un po’ come l’aglio per i vampiri. Se uno si vuole liberare di me per ore, basta che ne mangi una e io indietreggio sibilando come un serpente incarognito. Purtroppo qui, più cannella c’è più il dolce è considerato buono. Quindi durante la stagione della cannella, ossia da Halloween a Natale, io evito qualsiasi negozio con dolci o decorazioni come la peste. Ammetto che ultimamente è successo un miracolo e, se bollita, riesco a tollerarla in piccole quantità e in presenza di altre spezie, tipo nei curries e nel pho. Quindi: apple pie e cinnamon buns vade retro!

Un cibo che mi a sempre fatto schifo su tutti i piani e in tutte le ricette e mai cambierò idea, MAI, è la gelatina. Odio la consistenza e non importa se me la propinano nel dolce o nel salato, io quasi sicuramente passerò il turno. Se penso che il jello è uno dei dessert principe per quelli della mia generazione, ringrazio l’universo di essere cresciuta in Italia.

Per continuare la lista degli ingredienti che mi danno i brividi, non posso non citare Miracle Whip. Perché?! Forse perché qui non sanno fare una maionese buona e quindi tutti la schifano?! Avranno sentito il bisogno di creare un surrogato orrido per ovviare a questa incapacità?! Fatto sta che piuttosto salto la portata se so che me la vogliono propinare.

Arriviamo, infine, ad una portata vera e propria: le sweet potatoes o yams casserole, contorno praticamente onnipresente a tutti i pranzi del Ringraziamento. A me viene da ringraziare quando non lo vedo sul tavolo XD L’accoppiata di patata dolce con marshmallows gratinati sopra da mangiare di fianco a tacchino e pietanze salate, anche no, grazie. Ma anche da mangiare da sola, no grazie, sono piena.

Infine, mandiamo giù tutta questa lista con un non sorso della bibita che trovo più disgustosa: un bel bicchierone di Rootbeer. Io non sono patita di nessuna bibita gassata da questo lato dell’Oceano e manco tanto dall’altro, fatta eccezione per la sanguinella degli anni ’80 e la cedrata sempre di quel periodo. Qui è tutto troppo gassato e dolce, ma se proprio proprio devo, mi butto su le simil gazzosa. La rootbeer invece MAI. Ma proprio MAI, nemmeno fossi nel deserto. La mia spiegazione è che sa di medicinale, al quale tutti rispondono che avrebbero voluto medicine che sapessero di rootbeer! Fatto sta che ve la potete tenere stretta cari americani, la trovo immonda.

E adesso voglio sentire la vostra di lista, sono sicura che ci troverò qualcos’altro che fa schifo pure a me e di cui mi potrei essere dimenticata.

Alessia, Louisiana

Alessia ha collaborato con Amiche di Fuso da luglio 2014 a gennaio 2020.

Trovate Alessia qui

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Amiche di fuso

Amiche di fuso è un progetto editoriale nato per dare voce alle storie di diverse donne, e non solo, alle prese con la vita all'estero. Vengono messi in luce gli aspetti pratici, reali ed emotivi che questa esperienza comporta e nei quali è facile identificarsi. I comuni denominatori sono la curiosità, l'amicizia e l'appoggio reciproco.

4 Comments

  • Detesto il famoso Pstizio greco che sarebbe la loro versione della nostra pasta al forno (non lasagne). Non piace perché la pasta è spappolata e c’è la cannella

  • Βάλε γάλα και κάνελα…

    (“Mettici latte e cannella…”, dalla parodia in greco di “Despacito”, che in greco suona come “Θες παστίτσιο”, letto “Thes pastisio”, che vuol dire “Vuoi il pasticcio”, hit greca di quest’estate).

    Paese che vai… 🙂

  • abbiamo gli stessi gusti allora, anzi… DISgusti 🙂
    un abbraccio a te e a Zoe
    bacioni Sabri (Sabrina P Morelli su FB )

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