Vivere all'estero

Ho il blocco del blogger

Questo mese ho il blocco dello scrittore. Meglio dire il blocco del blogger per non darsi troppe arie. In ogni caso non sapendo da dove cominciare ho googlato “blocco dello scrittore” e mi sono letta alcuni dei risultati. Niente. Zero assoluto, non si muove nulla.

Allora me la gioco con l’onestà che è sempre l’arma migliore secondo me. Sono una perfezionista e in questo momento non riuscirei a metterci quella giusta dose di cuore e pancia che mi conquista in quel che leggo e che vorrei sempre metterci in quel che scrivo. La testa è affollata, la pancia si è fatta schiacciare dalle corse e dalla routine. Non ho tempo per fare le cose come vorrei e allora quasi nemmeno comincio a farle se non sono costretta. Facciamo che oggi vado a ruota libera?

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Ylvers su http://pixabay.com

Ancora mi sento chiedere “ah, siete tornati?“, “ah, vi fermate?“, “ma cosa siete tornati a fare in Italia?“, “ah, e tuo marito?“. Eh, mio marito è in Svezia e io in Italia con i tre bimbi sono rientrata al lavoro: “Oh, spero risolviate i vostri problemi?” …. spero risolviamo che? No, guarda non è che lo vivo come un problema. Sono stanca, sì. Non è facile, certo. Il pendolarismo Svezia-Italia non potrà essere una soluzione a tempo indeterminato, sicuramente, ma non parlerei di problemi. L’opportunità non andava persa, ecco. Ma ricominciare una vita da zero sul circolo polare artico, scusa tanto se ci ho pensato due volte prima di lanciarmi.

Mi viene un dubbio: ve l’avevo raccontato, vero, che ad ottobre mio marito ha preso un’incarico in una cittadina svedese al cui ingresso c’è il cartello che indica il passaggio del circolo polare artico? Praticamente i due anni in Quebec non sono niente in confronto, roba da pivelli! All’ingresso dell’Università in cui lavora un pannello spiega il progetto per l’inverno 2014-2015: una lecture hall in snow and ice. Sì, un igloo come struttura temporanea di disegn avanzato. Il simbolo dell’Università? Due cubetti di ghiaccio. Sì, proprio due cubetti di ghiaccio. Che fantasia.
E’ buio pesto alle 14.45. E il sole non sorge prima delle 8 del mattino.
E, cari maschi, risparmiatemi, vi prego, le battute sulle svedesi come incentivo per lavorare in un posto simile.

Sono curiosa? molto. Sono gelosa per questa sua nuova avventura di cui non facciamo parte? un po’. Mi manca quella tensione positiva verso la scoperta del nuovo che solo un’expatlife ti dà? uh, sicuro! Partirei domani? Scusa, per dove?

Ho letto la “fenomenologia dell’expat” della bravissima Elena che mi ha strappato più di un sorriso. Sono stata anch’io un po’ di alcune di quelle categorie. E se non ci provi davvero non lo capisci fino in fondo cosa vogliono dire. Sono una di quelle expat newbie che in Italia ci voleva tornare e poi in Italia c’è veramente tornata. E siccome sono anche una persona profondamente nostalgica che ama rintanarsi nei bei ricordi, talvolta mi ritrovo con gusto a sguazzare in momenti malinconici rispetto alla nostra esperienza canadese. Ma sono altrettanto convinta di star bene qui, in Italia, dove sono ora, a casa mia.

Domani? chi lo sa, se proprio decidiamo di ripartire almeno che sia per una meta climaticamente più accogliente per favore.
Siete d’accordo? 😉

Ok, se dovessi cominciare a scrivere dal paese di Babbo Natale rinfacciatemi pure questo post.

Alessandra in transito fra Canada e Italia
Ha collaborato con Amiche di Fuso da Febbraio 2014 a febbraio 2015
La trovi anche qui: Mommy Planner

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Amiche di fuso

Amiche di fuso è un progetto editoriale nato per dare voce alle storie di diverse donne, e non solo, alle prese con la vita all'estero. Vengono messi in luce gli aspetti pratici, reali ed emotivi che questa esperienza comporta e nei quali è facile identificarsi. I comuni denominatori sono la curiosità, l'amicizia e l'appoggio reciproco.

10 Comments

    • Spero proprio di riuscire a metterci il naso presto perché devono essere davvero posti affascinanti da visitare … É sul viverci che ho qualche dubbio! 😉

  • sono stata in Norvegia a Dicembre ed è stato meraviglioso, nonostante la notte polare, che tra l’altro sta già per terminare, io sarei partita sicuramente , ma è vero anche che non ho tre figli al seguito , che forse in parte hanno condizionato la tua scelta, però almeno un mese o due li devi fare perchè ci sono dei luoghi veramente meravigliosi 🙂

  • Chissa’ perché tutti si sentono sempre liberi di commentare e predicare sulle scelte degli expat… stai tranquilla che se fossi andata anche tu avrebbero criticato tanto quanto! 😉

    • Grazie kinnamomon … credo proprio sarebbe potuta andare così per altre diverse ragioni!

  • Ti capisco perfettamente, io sto mettendo seriamente in discussione il posto in cui siamo finiti anche a causa del suo clima. Magari però io mi farei qualche weekend svedese per saperne di più!
    E magari seguo il tuo esempio e rompo il mio silenzio.
    In bocca al lupo,
    Francesca – Darwin, Australia

    • Certo, come dicevo anche sopra, stiamo programmando qualche permanenza, così da entrare un po’ di più in questa nuova avventura del papà!

  • Ma la gente non si fa mai i fatti suoi? Cioè per l’amor del cielo anche io sono curiosa di capire le ragioni che spingono una persona ad agire diversamente da me, ma assillarla è altro!
    Le vacanze che abbiamo passato in Scandinavia (sempre a dicembre e anche in Lapponia) sono state fantastiche e io che sono una di quelle expat che in Italia non ci vorrebbe tornare mai e partirebbe ovunque, ma non per questo potrei mai criticare la tua scelta. Perchè è tua e va bene per te, questo è l’importante!
    PS: mi piacciono i post a ruota libera!

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