Novità dal mondo

Red carpets o red caprettes?

Written by Amiche di fuso

I primi due mesi d’inverno coincidono sempre negli Stati Uniti con l’Awards Season, un susseguirsi di premi della critica, premi della stampa, premi del pubblico teenagers, premi di ex premiati e cosi’ via per l’industria cinematografica, musicale, televisiva: kilometri di tappeti rossi, i red carpets, vengono stesi per accogliere la sfilata di personaggi più o meno famosi, per essere immortalati dal muro di obiettivi puntati. Quando ero piccola ricordo il permesso speciale per star sveglia fino a tardissimo la Notte degli Oscar, con l’inviata Anna Praderio, la voce che, fin da quando ricordo l’esistenza di Italia1, mi spiegava aneddoti dietro le quinte e anticipazioni di nuovi film: la Anna raccontava della premiazione, fermava le stars e in un compostissimo inglese le intervistava suoi loro ruoli, estrapolava la loro emozione per la serata. Gli abiti scintillanti da favola, come quelli che indossavano le mie Barbie, contribuivano a render ancora più magica l’aurea delle intervistate, che infatti si chiamavano dive. Chissa la Praderio come se la ride oggi a vedere che sui red carpets ormai, anzichè incedere maestose portatrici sane di Armani Valentino e Versace disegnati dai medesimi, ci sono un botto di truzze che paiono fare a gara per essere le peggio vestite a più caro prezzo del pianeta.

Se una volta i red carpets sembravano la vetrina del meglio che gli stilisti avessero da offrire per far sognare la clientela della stagione successiva, adesso mi vengono in mente solo le seguenti possibilità:

– gli stilisti sono stati colonizzati da creature aliene che hanno deciso di distruggerci iniziando a minare il buongusto della Terra, cercando di far credere a sempre più persone che sia desiderabile, giusto e normale, conciarsi così.

– gli stilisti non esistono più, sono in realtà tenuti in ostaggio nelle cantine delle loro case di moda, dall’assemblea degli azionisti, che disegnano i vestiti richiesti dalle star con il sistema che ognuno inventa un pezzo, piega il foglio e lo passa al vicino, e alla fine hai una mise di 6 cose, dall’acconciatura alle scarpe che non c’entrano niente l’una con l’altra.

– molte famose, quasifamose, exfamose e vorrebberofamose, sono anche stiliste, quasistiliste, exstiliste e vorrebberostiliste, perciò si conciano così da loro stesse, e venderanno sta roba ai loro fans che per motivi riconducibili alla Sindrome di Stoccolma, non vedranno l’ora di ordinare con la carta di credito cotali ensambles per i loro eventi più significativi: il ballo di inizio anno,  il ballo di mezzo anno, il ballo di fine anno, moltiplicato per tutti i cicli scolastici, il college, la graduate school e poi per almeno un matrimonio (ma si sa, ci si sposa anche 3 volte da queste parti quindi maggiori chances di travestirsi da gran galà).

– gli stilisti esistono ancora, non sono ne’ prigionieri ne’ posseduti, ma semplicemente hanno deciso che ne hanno piene le scatole di produrre abiti per famose, quasifamose, exfamose, vorrebberofamose, i soldi non sono tutto, perciò se devono comunque campa’ accettando la pecunia, almeno si prendono lo sfizio di vendicarsi.

Se avete ulteriori teorie, siete invitati a condividerle. Nel frattempo vi lascio con una pregevole selezione di red caprettes dall’appena conclusasi cerimonia dei Grammy Awards, meglio noti come gli Oscar della Musica. Ringrazio tutte le persone che fedelmente si raccolgono davanti alla mia bacheca personale di Facebook ogni volta per esprimere sconcerto, goliardia e sollazzo, i commenti a seguire sono farina del mio e del loro sacco!

Cominciamo da quelli che in teoria dovrebbero salvarsi dalle tragedie del cattivo gusto, ovvero gli uomini:

si parte bene (anche se la fine della moda dei merdassini non sarà mai abbastanza precoce), un rocker dall’aria sudata, un dj dalle suole evidenti, ma poi si afferma l’inquietante trend del completo color pigiama, del completo cangiante stile cameriere di 5 stelle sull’isolotto vip, del completo stile pigiamoso ed infine assistiamo alla trasformazione di Tom Jones da Sex Bomb in Willy Wonka.

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Tra le coppie spiccano i completi da uomo in stile pigiamoso, accompagnati da scarpe stile piede ingessato e accompagnatrici che sembrano raccolte al volo prima della cerimonia, tanto sono disassortite agli accompagnati

grigioLa chirurgia estetica, questo terzo incomodo. Ma se tra Jane Fonda, qui portata da Madame Tussaud, e il tizio agganciato alla sua mano, è chiaro che comanda lei, ormai è difficile capire chi dei due, tra i primi due a sinistra è Nicole. A concludere i due truzzi che fanno red ciapet.

2015-02-09_204230Arriviamo quindi ai vestiti delle divine e divette odierne:

Il nero, una volta garanzia di eleganza, una volta, appunto.

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Da sinistra si comincia con Miss Cipolla di Tropea of All Times, rimasta invischiata in un tendone per allestimenti funerari.

A seguire, il vestito si sta sciogliendo in diretta dall’alto verso il basso, lasciando la tizia pressochè in guaina stringipancia davanti ai paparazzi.

Beyonce ci prova con un abito nero che dovrebbe slanciarla e invece inspiegabilmente, sovvertendo la regola aurea che il nero sfina, sottolinea che il derriere c’è eccome.

Conclude la serie un modello che potrete certamente ritrovare su Pinterest digitando: Cosa Fare Con 54 Metri di Tulle Avanzati Dalla Festa di Funerale del Mio Bisnonno Buonanima.

Il lamè liscio, bitorzolo o in qualsiasi altro modo prodotto, un materiale che mai e poi mai sarebbe dovuto tornare di moda visto che sta bene solo sottoforma di giacche doppiopetto a Sir Elton:

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Da sinistra: ingoiata dal vestito come l’elefante dal serpente nell’ouverture del Piccolo Principe. Le spalline appaiono scomode più dei sandali di tre taglie di più, finche’ l’occhio non cade sul povero avambraccio sinistro, costretto probabilmente dentro l’anima di cartone del rotolone maxi di cooki alluminio doppia forza utilizzato per l’incarto, pardon, il vestito!

A seguire un’elaborazione che ricorda le reti antipiccione, il fantasma dei Natali passati e una cintura che finisce lì nel mezzo come il cavolo a merenda. Passiamo poi a questo pregevole accappatoio dal peso di circa 45 kg, con tasca rigonfia dell’iphone 7 per farsi i selfies. Infine variazione di Lady Gaga sul tema: un po’ vetrina Rovagnati, un po’ Donatella Versace, insomma, viva l’Italia.

Tutto ciò, per quanto triste e ancora nulla in confronto a quello che la signora più famosa della serata e quella più novella hanno deciso di indossare.

2015-02-09_204513E’ Vero che ormai, dopo 37 anni di carriera, Madonna, puo’ permettersi qualsiasi cosa, ma mettersi in ridicolo con questo completino che vorrebbe essere sexy e la fa sembrare semplicemente una vecchia scorreggiona, è un po’ il suicidio del marketing. La tizia a seguire invece ha ben pensato di puntare sul sexy ecologico, con l’effetto di sembrare una scappata di casa in trip allucinogeno inciampata e rimasta arrotolata dentro una barriera dei lavori in corso. La borsetta viola è il particolare inspiegabile.

Ma fatemi arrivare al piatto ricco mi ci ficco: la mia personale teoria è che il buon Gian Battista Valli al telefono aveva capito che le misure gliele avevano date in pollici, non in centimetri e per questo aveva fatto questa gonna e un top finito inutilizzato, per una cantante alta tre metri e quaranta.

257C83F700000578-2945246-image-m-3_1423473542843Ciononostante, il gigaparalume appare pur sempre poetico, in confronto a questa mise che ricorda tutto insieme Pippo Pippo di Gianfrancod’Angelo, il farfallino di Ezio Greggio e la faccia di Hasfidanken.

257BCFD200000578-2945246-Faux_pas_British_crooner_Charli_XCX_22_turned_up_in_a_shiny_Pink-m-34_1423444480020Dopo tutto ciò vi sentite colti da disgusto e ridarola che vorreste nascondervi tra i vostri capelli per non farvi vedere da chi è vicino a voi e i vostri schermi? Dev’esser la stessa reazione che ha trasformato queste due!

257C1D0900000578-2945246-image-m-27_1423442584642Ps: da qui alla Notte degli Oscar spero di non finire divorata da un pezzo di lamè vendicativo!

Valentina, Houston

Ha collaborato con Amiche di Fuso da luglio 2014 a giugno 2018

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Amiche di fuso

Amiche di fuso è un progetto editoriale nato per dare voce alle storie di diverse donne, e non solo, alle prese con la vita all'estero. Vengono messi in luce gli aspetti pratici, reali ed emotivi che questa esperienza comporta e nei quali è facile identificarsi. I comuni denominatori sono la curiosità, l'amicizia e l'appoggio reciproco.

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