#expatimbruttito

L’insicurezza dell’assicurata

Assicurazione sanitaria Stati Uniti - e il giuramento di Ippocrate?
Written by Amiche di fuso

La sanità americana, e più precisamente l’assicurazione sanitaria negli Stati Uniti, è un argomento di cui si parla spesso. Una delle domande che mi viene rivolta maggiormente da chi non vive negli U.S.A. o da chi ci sta per venire credo sia: “Ma come funziona? Ti curano se non ce l’hai? Quanto costa al mese? Si può vivere senza?”
Beh…. A grandi linee si può rispondere a tutte queste domande,  poi purtroppo la situazione si fa più complicata quando si scende nello specifico…. Vi racconto la mia storia.

Quando sono arrivata negli Stati Uniti, in California, come residente ho stipulato una polizza per l’assicurazione sanitaria, o meglio, ho creduto di aver stipulato una polizza, con una delle maggiori compagnie assicurative. Purtroppo, dopo aver pagato il premio per ben tre mesi, mi hanno comunicato di non essere assicurata, a causa di mancato pagamento. Dopo interminabili ore al telefono con ricevute alla mano, sembrava tutto risolto, ed io pensavo di essere coperta. Invece il problema si ripresentò identico il mese dopo.

Insomma, i primi quattro mesi fui, inconsapevolmente priva di assicurazione sanitaria. Per fortuna non successe nulla. Quindi mi affidai ad una broker (un professionista che ti aiuta a scegliere assicurazioni sanitarie) ed ebbi finalmente la mia copertura. All’epoca vivevo nel Sud della California e lì le assicurazioni avevano polizze molto buone e a prezzi ragionevoli. Per fortuna non la usai MAI in quei due anni e mezzo. Per me l’assicurazione era più che altro l’appuntamento mensile con il premio da pagare.

Una volta arrivata qui in Louisiana ho invece cominciato a doverla usare, e da quel momento sono iniziati i dolori. In tutti i sensi. Ho scoperto che quando si sta male, non solo si soffre per il problema fisico, ma si inizia a soffrire anche di ansia pensando a come pagare il salatissimo conto che ti arriverà in caso sia necessario vedere un medico.

Infatti, non tutti gli Stati americani hanno una situazione assicurativa pessima come la Louisiana, però il modello su cui si basano le assicurazioni sanitarie è identico in tutti gli Stati: alcuni servizi  (certi tipi di visite) sono coperti, altri no;  in network providers costano meno che out of network providers (medici ed ospedali convenzionati con la compagnia assicurativa contro non convenzionati); più è alto il premio mensile e meno sborserai quando dovrai utilizzare l’assicurazione. Quindi, alla fine, nella maggior parte dei casi si finisce per dover pagare qualcosa, pur avendo la famosa assicurazione sanitaria.

Insomma, ho scoperto che le cose non sono per niente semplici  e mi sono ritrovata con conti salatissimi per prestazioni minime (e a volte anche mediocri) come ad esempio la steccatura sbagliata per la frattura del gomito per la modica cifra di $840 (che è poi stata rimessa da un ortopedico sborsando altri $2000). Da li ho sviluppato una paura atavica riguardante l’andare dal medico. Ho scoperto pure che è inutile chiamare assicurazione e provider prima della visita, per confermare quanto pagherai, perchè tanto nessuno sa mai quanto verrà veramente a costare. É tutto un passarsi la palla da l’uno all’altro finchè tu, assicurato, non desisti e, per non crepare, vai dal medico, anche se ancora piena di dubbi su quanto ti arriverà da pagare.

E fu così che diventai bravissima ad autodiagnosticarmi qualsiasi magagna di piccola entità. Però il medico serve e non posso nemmeno spiegare quanto mi manca poterci andare senza rischiare un attacco di panico ogni volta.

Dopo aver perso la mia assicurazione californiana, perché passando da California a Louisiana l’ho dovuta cambiare,  sono stata senza assicurazione per tre o quattro anni. Da poco ho preso Obamacare. Un programma meraviglioso, ma che qui in Louisiana funziona meno bene proprio perchè le assicurazioni funzionano meno bene in generale. Obamacare prevede che i tutti i cittadini americani siano coperti da un’assicurazione sanitaria. Per far si’ che questa sia più accessibile alle tasche di tutti, è previsto un aiuto monetario sotto forma di tax credit, basato sul proprio reddito, da utilizzare per il pagamento del premio mensile. Inoltre anche il copay e la franchigia dei diversi piani risultano essere più bassi, se la polizza è stata stipulata tramite l’open market di Obamacare.

Così, con questa nuovo problema di salute insorto a luglio ho deciso di procrastinare il più possibile. Pessima scelta, ma ho le mie attenuanti.

Alla fine, dopo due mesi di agonia (ho un problema dermatologico al palmo destro) ho deciso di andare a farmi vedere. Ma, come sempre, una volta iniziato il processo per prendere appuntamento, non è c’è stato nulla di facile: non si può andare dal dermatologo se prima non si va dal medico di base (che devi pagare). Peccato che il medico di base non lo puoi vedere prima di due settimane se sei  un nuovo paziente. Peraltro mi avevano dato un medico di base lontanissimo,  quindi l’ho dovuto cambiare e a quel punto le due settimane si sono trasformate in X settimane,  perchè ancora non so se mi ha accettata come paziente o meno.

La sera dopo tutto questo stare al telefono e al computer per prendere appuntamenti senza risultato, ho cenato con la mia amica Jane alla quale raccontavo queste cose. Lei mi dice che tiene i conti proprio per un dermatologo e che, se volevo, provava a chiedergli di vedermi lunedì (era giovedì sera). Dopo quattro minuti ho avuto l’appuntamento.

Il lunedì sono andata all’appuntamento, sempre un po’ in preda al panico perchè non sapevo quanto avrei dovuto sborsare. Ho deciso,  per esperienza precedente, di presentarmi come non assicurata visto che il dermatologo in questione era out of network (se no rischiavo di pagarlo di più e beccarmi pure una sfilza di cose amministrative da fare).

La visita è stata molto veloce come sempre, in una piccolissima stanza quasi vuota, ma l’importante era sapere come risolvere il problema. Il medico mi ha guardato la mano e ha controllato la mia cartella. Vedendo che non avevo compilato la parte sull’assicurazione ha deciso che non fossi assicurata e mi ha subito fatto sapere che avrebbe cercato dei campioni di tutte le medicine che mi avrebbe prescritto visto che senza assicurazione costavano una fraccata di soldi. Poi è tornato con i campioni e mi ha detto che lui di solito, fa pagare $150 per la prima visita (che è molto meno di quello che pensavo), ma siccome non sono assicurata e lui ha una coscienza, mi farà $65.

Io non ci potevo credere: esiste della gente umana e con una coscienza anche quando si tratta di visite mediche qui. Inutile dirvi che la mia giornata è stata cambiata da questo gesto, ma anche dal fatto che la mia mano è già migliorata tantissimo in solo due applicazioni di unguenti.

Credo che nessuno dovrebbe mai trovarsi nella posizione di dover scegliere tra la propria salute e il poter arrivare a fine mese.

Obamacare ha fatto tanto, ma c’è ancora tantissimo da fare per rendere più abbordabile ed efficiente questo sistema sanitario che è più convoluto della nostra burocrazia italiana.

Immagine: ‘Il giuramento di Ippocrate’ presa da: http://medicinadigruppo.altervista.org/sansecondo.html

Alessia ha collaborato con Amiche di Fuso da luglio 2014 a gennaio 2020.

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Amiche di fuso

Amiche di fuso è un progetto editoriale nato per dare voce alle storie di diverse donne, e non solo, alle prese con la vita all'estero. Vengono messi in luce gli aspetti pratici, reali ed emotivi che questa esperienza comporta e nei quali è facile identificarsi. I comuni denominatori sono la curiosità, l'amicizia e l'appoggio reciproco.

14 Comments

    • Mai avrei pensato di ridurmi così 🙂 Molti italiani che vengono negli Stati Uniti hanno polizze d’oro pagate dai datori di lavoro e non si trovano in questa situazione. Ma ho creduto che fosse cosa buona e giusta divulgare anche l’altra faccia della medaglia, per chi non ha la fortuna di essere coperto tramite impiego.

      • beh chi conosce un po’ la storia americana lo sa, persino in molti telefilm è “denunciata” questa cosa. Obama c’ha messo le pezze, ma credo nulla si avvicini al sistema europeo…è davvero l’unica cosa di cui non dobbiamo lamentarci in Italia…

  • proprio ieri sera discutevo con mio marito del fatto che si parla sempre male della sanità italiana, finchè non si viene a vivere in America, poi la prospettiva cambia completamente e servizi che in italia diamo per scontati e di cui tutti si lamentano, qui neanche esistono! stai male e non hai nessuno che ti accompagni in ospedale? chiami il 911 e paghi l’ambulanza… la guardia medica non esiste e il medico di base di certo non viene a casa. Anche noi che abbiamo un’assicurazione considerata qui ottima, abbiamo da rispettare il network e abbiamo il copay (con un tetto massimo!)… io devo andare a farmi prescrivere degli esami ma continuo a rimandare la scelta del medico perchè mi mette ansia!!!

    • Pure io, vedi che però da quando ho scritto questo post ad adesso, avevo richiesto il medico di famiglia diverso da quello assegnato perchè troppo distante. E sai cosa? Dopo aver aspettato 2 settimane, mi hanno rimandato la carta nuova con IL VECCHIO medico dinuovo segnato sopra. Arrrghhhh! I can’t win.

  • Same here! Abbiamo un’ottima assicurazione ma fino ad ora le esperienze sono state pessime.
    Vivo nella speranza di non averne bisogno perché la sensazione è che i medici ti guardino come se fossi un portafogli e non un paziente!

    • Verissimo! Pensa che io rimando sempre tutto a quando vado in Italia a natale. Preferisco di gran lunga, se posso, aspettare e vedere sia specialisti che medico di famiglia quando torno in patria che quando sono qui. Sono ancora traumatizzata dalle esperienza dei conti precendenti, per andare al prontosoccorso, di notte, da sola, ho dovuto prendere il taxi perchè l’ambulanza era inavvicinabile

  • Come ben sai, del sistema sanitario americano penso tutto il male possibile. Sono molto felice che tu abbia trovato un medico umano, ogni tanto qualcuno c’è: una volta ne ho trovato uno anch’io. Certo che non si può basare la propria serenità in fatto di salute sulla speranza di trovare un raro esemplare di medico umano :-/

    • Infatti gioia per aver trovato uno umano, ma comunque tristezza e rabbia per il il resto del sistema. Davvero c’è solo da sperare che non ci succeda niente 🙁

  • Più’ o meno stessa cosa per l’Asia! Qui da nessuna parte fai nulla senza assicurazione, e posti come Hong Kong o Singapore possono essere molto cari!
    Ora in Giappone abbiamo una super assicurazione del lavoro e in più’ il Giappone ha una forma di welfare che copre fino al 70%. Ma ad Hong Kong ogni volta che chiedevo un rimborso tremavo finche non vedevo i soldi sul conto.
    La gente si lamenta, ma niente e’ come l’Europa!!

    • Mi spiace Veronica, è una sensazione orribile il temere di non poter pagare per curarsi, sigh! Davvero tanto di cappello all’Europa!

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