#expatimbruttito

Di espatri e amicizie

Sono stata via tre anni e in terra americana ho fatto nuove importanti amicizie.

Credendo nell’equilibrio esistenziale, ho accettato anche il fatto di averne perse altre importanti.

Non entro nei particolari: alcune forse si sono consumate per il tempo, per la distanza o semplicemente per l’incompatibilità. Altre invece per gli stessi motivi si sono rafforzate.

Fatto sta che mi ritrovo senza avere più un oceano di mezzo, ma è come se esistesse.
Con un’amica ci siamo dette che ci vedevamo più prima, quando stavamo su fusi orari diversi.
Le volte che rientravo facevo in modo di vedere tutti: avevo addirittura un’agenda per organizzare chi e quando vedere, alcuni sono addirittura venuti da noi.
Ora mi è capitato di vedermi con un’amica per la seconda volta da quando sono rientrata, un anno fa.
Poi c’è anche chi vedo più spesso, per fortuna.

Eppure darei per tutti loro una gamba se occorresse, anche per quelli con cui ancora non ci ho bevuto nemmeno un caffè. E sono sicura che almeno l’ottanta per cento di loro farebbero lo stesso se ne avessi bisogno, solo che ora siamo tutti più grandi, più presi, cambiati, andati in direzioni diverse, bla bla bla.

Il fatto è che sono rientrata, ho avuto la mia crisi, l’ho superata (ah ah ah), ho iniziato a lavorare, i bambini sono diventati più grandi quindi più impegnativi, le mille cose da fare e… ho mollato.

Ci si sente un po’ dei disadattati quando si rientra sinceramente.
Io mi ci sono sentita.
Cambiare drasticamente ambiente, vita e persone scombussola tutto. Rientrare nei ranghi della vita di prima non è sempre facile e a livello psicologico è anche molto stressante.
Non sono giustificazioni, ma sicuramente fanno parte delle ragioni per cui ho mollato.
Sbagliando, ho mollato.

Sento che io sarei dovuta essere quella più presente, più propositiva, più inclusiva. Io avrei dovuto alzare il telefono più spesso e chiedere di uscire, di venire a bersi un caffè, di andare a fare shopping. Io quella che ora c’è e deve ritagliarsi, riconquistarsi un posto nella loro vita.
Non sono meno amici, semplicemente tanto è diverso, a partire anche da me che ora ho due bambini e quindi altri ritmi, altri impegni.
Loro sono andati tutti avanti con la loro vita, il vuoto della mia assenza è stato già riempito e tutto si è assestato. Adesso è difficile per loro incastrare me tra i loro impegni.

Certo, ci sono le nuove amicizie anche di quest’anno che fanno bene, ma tutti sanno quanto siano calorose quelle vecchie. Il ritrovarsi allo stesso punto di quando ci si è lasciati è una certezza, fa bene al cuore.

Non sto biasimando nessuno sia chiaro, giusto una riflessione scritta su quante volte ho parlato con mio marito del sentirmi esclusa e invece che reagire mi sono ancora più avvolta in questa coperta di isolamento, compatimento, quella del “nessuno mi ama, nessuno mi cerca”.
Invece ho sbagliato.

E volevo dirlo a tutte le expat che sono rientrate e hanno avuto la mia stessa sensazione di emarginazione: non aspettatevi di rientrare magicamente nella vita degli altri, alzate il telefono voi anche per la seconda volta e la terza, la quarta probabilmente riceverete voi una telefonata*.

Greta, Italia.

* Se alla decima ancora vi danno picche, lasciate perdere! 😉

Greta, Italia
Ha collaborato con Amiche di Fuso dal 2014 al 2018

Immagine presa da Unsplash

Loading...

Author

Amiche di fuso

Amiche di fuso è un progetto editoriale nato per dare voce alle storie di diverse donne, e non solo, alle prese con la vita all'estero. Vengono messi in luce gli aspetti pratici, reali ed emotivi che questa esperienza comporta e nei quali è facile identificarsi. I comuni denominatori sono la curiosità, l'amicizia e l'appoggio reciproco.

2 Comments

  • Non sono expat e non viaggio molto (forse è proprio per questo che mi piace leggere delle vostre “avventure”); malgrado ciò, mi ritrovo molto in quello che scrivi: il “viaggio” che mi ha cambiato la vita è stato diventare mamma, con l'”aggravante” di ripetere l’esperienza nel giro di un paio d’anni.
    Gli amici veri ci sono sempre, lo so io e lo sanno loro; quello che manca è l’energia per coltivare il rapporto.
    Anch’io a volte mi sento in difetto, pensando di essere quella che deve fare il primo passo; sono convinta di essere io quella che deve includere gli altri e quante volte mi rammarico di non essere riuscita ad organizzarmi per vederci o invitare qualcuno a casa.
    Poi provo a smettere di sentirmi frustrata per le mie “mancanze” (o mi ferma mio marito) e mi perdono: non è mancanza di volontà, ma di energie!
    Quante volte però penso che, in fondo, l’amica senza figli con la casa impeccabile potrebbe fare uno sforzo per passare da noi anche solo per un saluto, ricordarsi ogni tanto di fare una telefonata o mandare un messaggio… Poi ridimensiono le mie aspettative (e pretese): anche lei sarà molto impegnata e assorbita dalla sua vita, così come lo sono io, ma in ambiti diversi.
    Dici che ci si sente “disadattati quando si rientra”; probabilmente succede ogni volta che la nostra vita cambia radicalmente e si prova a rientrare nella nostra vita precedente: la sensazione è che noi ci siamo spostati molto e gli altri siano rimasti fermi (poi non è vero), ma se i cambiamenti avvengono in momenti diversi, questo è inevitabile.
    Tutto questo fiume di parole per dire che forse non è (solo) l’espatrio che ti fa fare queste considerazioni.
    Sono d’accordo con te nell’essere caparbi: anch’io, continuo, tra una delusione e l’altra, a fare una chiamata…fortuna che per certe cose ho la memoria corta e l’i-phone sempre a portata di mano!

  • È un problema che ho sentito anche io al mio ritorno in Italia, in modo abbastanza simile al tuo Greta, perché nemmeno io ero entusiasta al 100% del rientro. E si, sono entrata un po’ in crisi, mi ci è voluto qualche mese per superare la fase di nostalgia acuta della mia vita a Barcellona. Questo ha influito anche nelle relazioni con certi amici in Italia. In ogni caso mi sono trasferita a Genova dove non avevo amici storici vicino; le mie amiche più care stanno a Milano.
    E un po’ ho patito il fatto di essermi sentita come quella che “ora che sei di nuovo in Italia, fai lo sforzo di venirci a trovare”. Io lo vedevo un po’ al contrario, avevo bisogno del supporto inverso, ristabilirmi in una nuova città italiana, magari provare quel piacere di invitare le amiche per condividere la nuova casa, la nuova sistemazione…insomma, ci sono stati un po’ di fraintendimenti sul tema.
    E alla fine ho deciso di prenderla con calma, non sentirmi in colpa, fare quello che mi sentivo e aspettare che il tempo mi facesse tornare tranquilla sulla mia scelta 🙂
    Sono molto d’accordo anche con quello che dice Laura: il distacco dalle persone a cui vogliamo bene può manifestarsi ogni volta in cui viviamo un cambiamento importante, che ci toglie energie.
    Chi ci ama davvero dovrebbe capirlo (così come dovremmo capirlo noi quando succede agli altri), ed è l’unico che conta 🙂

Dicci cosa ne pensi!

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.