Negli ultimi mesi mi è capitato diverse volte che mi chiedessero se mi sento a casa qui, a Basel, e se mi capita di sentirmi straniera anche in Italia.
Non dico di rimanerci spiazzata ogni volta perché, per chi casa l’ha lasciata, e poi ancora e ancora, è una riflessione quasi obbligata, ma è altrettanto vero che i pensieri cambiano, col passare degli anni, eppure una risposta definitiva, ancora, non ce l’ho.
Certo ho lasciato il mio cuore in tante case e città che, per più o meno lungo tempo, ho chiamato casa. So con chiarezza che non è qui che voglio invecchiare, e so anche che casa non possono essere i miei figli, se non per un tratto di strada. Loro avranno sempre casa nel mio cuore, certo, ma non posso pretendere che siano la mia casa.
La casa non è nemmeno esattamente quella che ho lasciato, ormai più di 15 anni fa. Sono cambiate tante, troppe cose. Come si dice? “You can’t go home again”. Tutto cambia, non ti puoi immergere due volte nello stesso fiume.
La risposta quindi sta in una zona grigia nel mezzo, che però di neutro non ha proprio nulla, perché è abitata da così tante emozioni che vanno e vengono come onde, a volte dolci, altre malinconiche, altre ancora persino dolorose…
Quindi dov’è casa, o meglio, cos’è casa?
Casa sono i luoghi, ma anche e soprattutto le persone, le emozioni, i ricordi. Casa dovremmo sempre essere noi stessi.
Casa per me sono i tre diversi appartamenti, le cui soglie ho varcato per la prima volta con i miei figli in braccio…
Casa son quei ricordi sensoriali, che si sono costituiti nell’infanzia, lì sopiti, ma pronti a risvegliarsi, come nessun altro ricordo mai.
Casa è anche quel mare, che ha fatto da sfondo alle amicizie giovanili, così intense, e alle prime cotte e dove oggi i miei figli vogliono tornare ogni estate, altrimenti non è vacanza.
Casa è un po’ ovunque ti puoi rifugiare dopo una giornata lunga e faticosa, e il tuo cuore trova pace.
Casa è quella città, che un po’ odi e un po’ ami, che ti scorre nelle vene, ma in cui ti senti un po’ straniera, ma poi c’è quel cortile, dove basta metter piede e il cuore si quieta, ogni volta che i tuoi figli abbracciano i tuoi genitori, e il tuo cuore sussulta. Dove c’è quella piazza, che ogni volta che ci passi il cuore sorride, cullato da tantissimi ricordi. Casa è nell’abbraccio delle amiche, che sono il riparo più sicuro in ogni tempesta, dove il cuore trova sollievo.
Casa è dove qualcuno ti dice: “Ti aspetto a braccia aperte” e tu senti che quell’andare è comunque anche un tornare, e tutto fa meno paura.
Casa è arrivare in una stazione o varcare il casello di una autostrada e entrare in città e pensare: “Eccomi, finalmente arrivata”.
Casa a volte diventano case di amici, e ti senti una persona ricca, perché quando hai una relazione di questo tipo, hai una nuova casa a cui tornare.
Quindi alla domanda: “Ti senti a casa qui?” Rispondo: “Non proprio”. “Ti senti straniera a casa tua?” “Sì, a volte sì, purtroppo”.
Ma poi aggiungo: “Ho lasciato casa con l’incoscienza tipica della gioventù, o forse solo mia, senza capire quello che avrei perduto. Ma ho accettato di lasciare dei pezzetti di cuore in tanti diversi posti che posso in qualche modo chiamare casa, e anche se a volte è un po’ doloroso, significa anche che ho tanto vissuto e tanto amato e questa consapevolezza mi rende forse sì un po’ più fragile ed esposta alle correnti, ma anche infinitamente più ricca.”
Valentina, Svizzera
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