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Vivere a Zanzibar tra i Masai

Written by Guest

Sono Cristina e vivo a Zanzibar con la mia famiglia Italo-Masai in una casetta locale a due
passi dall’oceano Indiano.


Ma volete sapere che cosa mi ha portata fino a qui?


Sono nata e cresciuta nella campagna toscana tra Alpi Apuane e Mar Tirreno. La mia vita fino ai 28 anni sembrava già scritta: un compagno, una casa da poco comprata, un mutuo da pagare e un lavoro fisso.

Finché nel 2014 un viaggio a Zanzibar mi stravolge la vita.


Qui scatta la scintilla con questa terra magica e ricca di contrasti e con un bellissimo
guerriero masai con la bancarella sulla spiaggia.
Dopo solo un mese decido di tornare da lui e fare altri viaggi alla scoperta di questo paese,
vivendo esperienze incredibili nella savana dove conosco la sua famiglia masai e maturando
l’idea di mollare tutto in Italia per rincorrere i miei sogni e la mia felicità. A distanza di pochi
mesi dal mio primo viaggio parto con un biglietto di solo andata verso la mia nuova vita.
Mi lascio alle spalle ogni certezza e salto nel vuoto.


Qui entro nella gestione, insieme ad altre ragazze italiane, di un piccolo resort vista oceano
Indiano. Le sfide quotidiane da affrontare sono tante: imparare un nuovo lavoro, una nuova
lingua e integrarmi in una nuova cultura.
Vivo in una casetta locale dal tetto di lamiera, senza acqua corrente e con l’essenziale. Non
abbiamo la tv e nemmeno la lavatrice.


Nonostante le difficoltà mi sento parte integrante di questo posto: la gente è cordiale ed è
sempre pronta a condividere quel poco che ha.
Abituata ad un ritmo serrato imparo a rallentare, a godermi le piccole cose che quest’isola mi
offre: le passeggiate all’alba, le serate con i naso all’insù a contare le stelle, i bagni
nell’oceano Indiano.


Dopo pochi mesi scopriamo che la famiglia sta per allargarsi perché aspettiamo una
bambina. Inizio a scontrarmi con la carenza e la bassa qualità del sistema sanitario: gli
esami sono basici e l’ecografia è datata. Ma non solo quello: anche con la burocrazia perché
il mio compagno chiede il visto per l’Italia. È lì infatti che abbiamo deciso di far nascere
nostra figlia. Sono incinta al 7° mese quando lasciamo l’isola.


Per 5 lunghi anni dopo la nascita di nostra figlia Raheli Angela continuiamo a viaggiare tra i
due continenti. Restiamo di base in Italia ma trascorriamo diversi mesi tra savana e oceano
Indiano. Con il sogno di tornare ma con la paura e la consapevolezza di un sistema
scolastico e sanitario inaffidabile.


Sette mesi fa la svolta: decidiamo di nuovo di fare un salto nel vuoto, questa volta insieme.
Lasciamo le comodità dell’Italia per una vita senza pretese tra palme e oceano.
Siamo tornati a vivere qui, dove il nostro cuore era rimasto: in una casa dal tetto di lamiera,
senza vetri alle finestre. Qualche volta manca l’acqua, altre volte l’elettricità. Non c’è tv, e
nemmeno la lavatrice.

Tutto proprio come allora.

Non è sempre facile: bisogna lavare biancheria (e soprattutto lenzuola) a mano, spesso fare la doccia con il secchio, sopportare il caldo afoso dovuto al tetto di lamiera, l’acqua che entra dalle finestre durante le piogge o viaggiare sui sovraffollati autobus locali. Ma amo questa vita e al momento non la cambierei per nulla al mondo.

Mia figlia cresce libera, sporca di sabbia bianca e con i capelli spettinati dal vento. Le nostre
serate sono scandite dalle risate dei bambini e da un cielo pieno di stelle. E anche se non
abbiamo comodità o beni materiali abbiamo la nostra libertà e la felicità. E tanta voglia di
metterci in gioco.


Qui abbiamo da poco aperto il nostro piccolo negozio di capi ed accessori artigianali. Grazie
alla mia esperienza di oltre 15 anni nella moda e nella sartoria abbiamo deciso di creare
insieme agli artigiani locali capi unici ed eticamente prodotti dal design italiano e dai materiali
locali. Vengono disegnati da me e creati con stoffe wax, kitenge e batik che scegliamo
personalmente nei colorati mercati locali. Oltre ai vestiti e agli accessori realizziamo anche
gioielli masai con la collaborazione di donne di questa tribù che a Zanzibar lavorano con
passione ed incredibile abilità.


Non facciamo piani per il futuro e viviamo giorno per giorno prendendo tutto ciò che la vita ci
riserva. Non sappiamo ancora dove ci porterà ma per adesso ci godiamo questa
meravigliosa isola tropicale incastonata tra mille sfumature di blu.

Racconto la mia quotidianità e la nostra famiglia sul mio profilo Instagram @kriziagypsy
E ringrazierò per sempre questo paese per avermi dato la possibilità di ritrovare me stessa e
la mia felicità.

Cristina, Zanzibar

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Author

Guest

Se anche tu sei come noi una #adieffina per il mondo, alle prese con nuove abitudini, costumi, lingua e fusi sei la persona che fa per noi. Raccontaci la tua storia, chiacchiera con noi, allarga i nostri orizzonti. Questo spazio è tutto per te .

3 Comments

  • Cara Cristina, mi sono veramente emozionata leggendo la tua storia e mi piacerebbe entrare in contatto con te. Possiamo scambiarci i contatti? Io sto per tornare in Italia…ma ti raccontero presto spero. Sei stata veramente coraggiosa ma chi vuole vivere la propio vita al mille deve esserlo. Un grande abbraccio e spero presto di poterti scrivere

  • Sei la seconda persona a essersi innamorata a Zanzibar di cui sento parlare – l’altra però di un italiano essendo italiana e vivendo in Italia: anche loro han fatto una figlia.
    Mi piacerebbe leggerti su instangram e vedere le tue vivaci e bellissime creazioni però dall’IPad non riesco a visualizzare le storie e per scelta non amo iscrivermi a nessun social trovandoli troppo invasivi della vita e dei dati personali. Credo ci sia un modo per mettere le storie accessibili e visibili anche a chi non è connesso a instangram, ma non so come, solo solo che riesco talvolta a trovare post visibili ma i tuoi non lo sono, ti andrebbe di provare? Grazie

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