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Cercare casa a San Francisco

Written by Amiche di fuso

Abbiamo cercato casa a San Francisco nel 2012, quando il mercato degli affitti aveva subìto di recente una delle più drastiche impennate (una di quelle impennate dalle quali, tra l’altro, non s’è più tornati indietro!). E il tutto successe perché imperi come quelli di Facebook o Google, che sono proprio qui nella Bay Area, hanno richiamato in città persone provenienti da tutte le parti del mondo; persone che, guadagnando un sacco di soldi e non avendo nessuna intenzione di comprare casa in un posto dove sanno lavoreranno per poco, possono permettersi di spendere $8,000-10,000 al mese per l’affitto. Ecco che i prezzi si sono alzati rovinosamente e gli sfortunati che, come noi, hanno cercato casa proprio in quel momento e non avevano uno stipendio stratosferico alle spalle, ne hanno pagato le conseguenze…
Noi siamo infatti arrivati a San Francisco con un solo stipendio (universitario, tra l’altro). E nel cercare casa, andavamo alla ricerca di un appartamento decente ma anche economico: una one-bedroom insomma, niente di più, con molta luce e niente moquette. Ma l’impresa pareva impossibile essenzialmente per questi tre motivi:
1. Il nostro budget era limitato (intorno ai $1,500-2000 mensili);
2. non avevamo una credit history ovvero una storia del credito americana;
3. non avevamo nemmeno delle referenze ovvero dei contatti in loco che potessero testimoniare che avremmo pagato puntuali l’affitto e avremmo trattato bene la casa.
La mancanza di queste tre cose, richiesteci quando abbiamo fatto domanda per l’affitto come si usa fare qui, ci faceva apparire come dei pessimi candidati agli occhi dei manager o dei padroni di casa . Pertanto, trovare un appartamento da affittare fu davvero molto difficile.

Non so quante case vedemmo ma so che battemmo la città a tappeto vedendo anche tre o quattro appartamenti al giorno. E ci trovammo di fronte ad una realtà spiazzante: appartamenti minuscoli, magari nel sottoscala, dove avremmo dovuto tenere la luce accesa 24 ore su 24, che venivano affittati per $2,400; appartamenti in quelli che a me sembrano dei motel da film in cui ci scappe il morto, con la moquette (e quindi la polvere) che regna sovrana alla modica cifra di $2,000 al mese; appartamenti con pavimenti ricoperti da una tela cerata che fingeva le piastrelle. E le case decenti? Ah, per quelle ci volevano almeno $3,000 al mese!
Spesso ci capitò pure di dover fare la fila per vedere gli appartamenti tante erano le persone interessate. E ricordo che una volta la fila era talmente lunga che il padrone di casa, per fare il simpatico, chiese se per caso c’era un concerto. Ah ah ah.

Non so quante richieste abbiamo compilato e consegnato ai manager. Ma so che nessuno ci prendeva mai in considerazione proprio per i motivi di cui vi dicevo sopra. E del resto: chi mai avrebbe avuto il coraggio di affittare la sua casa a due sconosciuti, per di più stranieri, privi di una storia del credito americana e pure di referenze? Chi mai…

Dopo due mesi di ricerca eravamo proprio scoraggiati.

Fu a quel punto che, una domenica mattina, vedemmo quella che è poi diventata casa nostra, la Maison Jaune così come da sempre la chiamo nel mio blog personale.
Ricordo che entrai nell’appartamento, mi guardai attorno e quando vidi la cucina, capii subito che quello era esattamente il posto in cui avrei voluto vivere quest’avventura a San Francisco. Era grande, luminosa, aveva un pavimento di vero coccio, elettrodomestici nuovissimi… ma soprattutto aveva una bellissima finestra ad arco, una delle classiche bow windows sanfranciscane, sulla quale cominciai subito a fantasticare immaginando come avrei potuto arredarla.

Casa a San Francisco

La mia bow window in cucina, così come è diventata…

E poi c’erano il bagno, piccolo ma con una finestra (cosa che costituisce una sorta di lusso nei bagni sanfranciscani!); il salotto che aveva un’altra bella bow window assolata; la camera da letto, graziosa, con le pareti gialle e una cornice di stucco bianca sul soffitto, come in salotto; e in tutte le camere, pavimenti di parquet, eccezion fatta per il bagno che ha piastrelle bianche che bene si intonano con le pareti color verde acqua. Insomma, una bella casetta, piccola ma proprio bellina.
Chicca finale? Sul tetto, una terrazza con una vista a 360 gradi su tutta la città.

Casa a san francisco

Sulla destra, la chiesa di Saints Peter and Paul dove è stato girato Sister Act

Come potete immaginare, fu amore a prima vista.

A quel punto, si trattava SOLO di convincere i padroni di casa che eravamo noi gli inquilini perfetti!
Loro, una coppia omosessuale di sessantenni con un figlio della nostra età circa e un cane al seguito, furono molto gentili al primo incontro, ma anche piuttosto formali.
Allora cominciammo a fare i simpatici cercando di conquistarli con una sorta di “teatrino all’italiana”, scoprendo così che uno dei due aveva il papà di origini foggiane. Sangue pugliese nelle vene, esattamente come me! Non ci potevo credere… Un altro punto che credo abbia giocato a nostro favore fu l’entusiasmo per la casa che io mostrai apertamente. Credo che questo li lusingò parecchio e partimmo col piede giusto. Tra le prime domande che ci fecero in quel colloquio, ce ne fu anche una piuttosto inaspettata: vollero sapere se per noi – che siamo italiani (e lo dissero proprio!) – era un problema che loro fossero omosessuali. Entrambi rispondemmo che per noi non era affatto un problema, ma io ci tenni anche a sottolineare che anche nella nostra coppia in realtà il ruolo uomo/donna era un po’ più complicato e chiodi e martello, ad esempio, erano affar mio! Loro scoppiarono in una fragorosa risata e così ci scelsero, nonostante la pila di richieste appoggiate in cucina e così cominciò la nostra avventura alla Maison Jaune!

Dopo tre anni di vita sanfranciscana, siamo ancora qui nella stessa casa. In questa casa che ci costa un sacrificio di $2,900 dollari al mese ma che ancora oggi troviamo piccola e bellissima. Una casa che, tra l’altro, ci ha visti diventare famiglia, che ha accolto la nascita del nostro bambino quasi due anni fa e non si è lamentata quando l’abbiamo rivoluzionata, pur di offrire una stanza tutta sua al nostro piccoletto. Una casa che immagino farò una grande fatica a lasciare quando e se le nostre scelte e quindi la nostra vita da expat ci porteranno altrove…

Un saluto a voi dalla Maison Jaune!

Sabina, California

Ha collaborato con Amiche di Fuso da Luglio 2014 a Settembre 2016

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Amiche di fuso

Amiche di fuso è un progetto editoriale nato per dare voce alle storie di diverse donne, e non solo, alle prese con la vita all'estero. Vengono messi in luce gli aspetti pratici, reali ed emotivi che questa esperienza comporta e nei quali è facile identificarsi. I comuni denominatori sono la curiosità, l'amicizia e l'appoggio reciproco.

10 Comments

  • Trovare la prima casa all’estero in cui sentirsi a casa non è facile. Anche noi abbiamo avuto le stesse problematiche perché non avevamo una storia di affitti in Australia, non avevamo referenze e nemmeno un lavoro!!!
    Io mi sono innamorata del nostro appartamento al primo piano con una bellissima terrazza, tanta luce ed una divisione zona giorno e zona notte, nonché situato nella zona di appartenenza della scuola pubblica che avevo scelto per mia figlia.
    “Per fortuna” gli australiani amano il giardino e questo appartamento di solito veniva affittato ai medici che lavorano nel vicino ospedale.
    Noi l’abbiamo trasformato in una Casa per la nostra famiglia e questo week end finalmente inauguraremo anche la nuova tenda esterna ed il nostro super bbq… Casa dolce Casa 😉

    • Basta che lavori nel mondo della Tech… e quindi verosimilmente che sia un ingegnere impegnato in una grossa azienda o in una start up da milioni di dollari. Ricorda che a San Francisco siamo a due passi dalla Silicon Valley!!

  • Che bella casa! e che fortuna ad averla trovata!
    E’ vero che 2900 dollari non sono esattamente pochi, ma immagino che, anche con qualche sacrificio, non ha prezzo poter avere una casa che piace e che fa sentire bene!

    • Grazie! E sì, dopo tanto cercare, alla fine siamo stati fortunati…
      Per noi era importante vivere in una casa che ci piacesse… e per questo abbiamo deciso di investire i nostri guadagni nell’affitto di una casa di cui ci siamo subito innamorati! Tanti soldi ma siamo affezionati a queste mura

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