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Il peso dell’espatrio di Barbara dalla Germania

Barbara e suo marito ripartano alla volta della Germania e questa volta con un figlio, senza lavoro ma una valigia straboccante di ottimismo, forza di volontà e energia. Questo post sarà sicuramente d’ispirazione a chi ha questo sogno nel cassetto: Barbara è decisa e noi le facciamo un grande in bocca al lupo per il futuro che LEI e suo marito hanno scelto!

Dopo una prima esperienza triennale da expat al seguito del consorte, mi ritrovo, esattamente dopo dieci anni dal rientro, ad impacchettare tutto e ripartire.

Stavolta però è tutto diverso perché l’abbiamo deciso insieme a nostro figlio che nacque proprio in quel periodo all’estero. Torniamo sui nostri passi. Non siamo giovani, né vecchi; nel mezzo del cammin di nostra vita, più vicini ai cinquanta che ai trenta, in realtà.
Non è la disperazione a spingerci a partire e neanche la mancanza di amore per il nostro Paese, le nostre famiglie o i nostri amici. Non crediamo che la Germania sia l’Eldorado e che lì riusciremo a diventare ricchi. La nostra decisione deriva piuttosto dal desiderio di avere delle nuove opportunità, qualche possibilità in più, la speranza di una qualità di vita migliore per noi e per nostro figlio.

La scelta deriva dal fatto che già abbiamo vissuto in quei luoghi, abbiamo già sperimentato i pro e i contro e conosciamo ancora qualcuno che si ricorda di noi. Per questo siamo privilegiati rispetto a tanti che decidono di espatriare, ma alcuni parenti e conoscenti ci hanno comunque presi per matti e soprattutto incoscienti.

Partiamo senza avere un lavoro, ma con la consapevolezza che lo troveremo; io e mio figlio non parliamo tedesco, ma studieremo ed impareremo.
I vantaggi di essere giovani e fare un salto nel buio trasferendosi all’estero sono l’incoscienza, le poche responsabilità, se non quelle verso se stessi, tutta la vita davanti per provarci e magari, solo la preoccupazione di chi al ritorno, dopo un espatrio infelice, potrebbe dire “te l’avevo detto”.

Quando hai già un figlio di undici anni, ti hanno licenziato perché hanno chiuso la sede dove lavoravi da un giorno all’altro, contemporaneamente hanno messo in prepensionamento tuo marito, non ci pensi nemmeno che possa andare male.
Dopo il licenziamento mi hanno chiamato personalmente proponendomi un nuovo lavoro nello stesso settore, ma ho rifiutato perché non voglio più fare quello che ho fatto in questi anni ed io una nuova possibilità non solo la voglio, ma me la prendo e me la vado a cercare dove dico io. Voglio ricominciare, voglio dimostrare a me stessa che mi merito ancora tanto e che non devo accontentarmi, e così mio marito. Crediamo in noi stessi e abbiamo l’umiltà di ricominciare da zero; lui è troppo giovane per fare il pensionato e smettere di fare ciò che lo rende felice ed io a 45 anni ho iniziato a volermi bene e a desiderare qualcosa per me stessa.
Non siamo eroi, non siamo pazzi, abbiamo semplicemente ripreso in mano la nostra vita; erano anni che pensavamo di andare via, ma due lavori a tempo indeterminato ci frenavano e poi all’improvviso gli eventi concomitanti ci hanno mostrato che era arrivato il momento: ora o mai più.

In questi giorni mi sto liberando di tanto accumulato negli anni e a preparare il trasloco. Porteremo l’indispensabile e ci libereremo del superfluo. Lasciamo le nostre famiglie, i nostri amici, le nostre abitudini, la nostra casa, ma siamo grandi abbastanza per capire che i sentimenti veri, l’invisibile macigno della nostalgia, il coraggio e la paura occuperanno molto più spazio delle pesanti scatole sul camion e una volta arrivati, ci disferemo della sensazione di sfiducia, smarrimento e delusione che abbiamo provato qui in Italia negli ultimi tempi, proprio come una scatola usata, vuota ed inutile.

“Chi ha un perché abbastanza forte, può superare qualsiasi come.” F. Nietzsche

Barbara, quasi Germania.

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Se anche tu sei come noi una #adieffina per il mondo, alle prese con nuove abitudini, costumi, lingua e fusi sei la persona che fa per noi. Raccontaci la tua storia, chiacchiera con noi, allarga i nostri orizzonti. Questo spazio è tutto per te .

11 Comments

  • Gentile Signora, da vostro compatriota ci tengo a dirvi che vi ammiro molto. Il prepensionamento di suo marito, assieme all’attività che le hanno offerto, vi consentiva la scelta facile: restare qui in Italia, che tanto il pane difficilmente vi sarebbe mancato. Però voi avete deciso diversamente per il bene del vostro figliolo. In un paese popolato da tanti nipotini di Woody Allen- “perché dovrei fare qualcosa per i posteri? loro non hanno fatto nulla per me”- mi fa piacere leggere di persone come voi.

    • Grazie sig. Francesco! Non so se sarebbe stato più facile restare in Italia, ma solo che decidere di espatriare non lo è affatto. Spesso la strada più difficile porta poi alle maggiori soddisfazioni e noi tre ce la stiamo mettendo tutta. Ammiro chi resta e lotta tutti i giorni ed in egual misura, chi decide di lasciare tutto e trasferirsi altrove. L’importante è fare ed essere ciò che rende felici e non farsi trasportare dalla corrente. Se veramente si vuole qualcosa, il modo si trova.

  • Però non dite che competenze avete e se parlate almeno inglese e in quale città ste andando. Se avete delle skills/competenze alte che vi permettono di lavorare per un’azienda internazionale con l’inglese ( magari avete trovato lavora dall’Italia) e un bel po’ di risparmi, può essere un passo ponderato.
    Altrimenti la vedo come una mezza follia brucia risparmi, perchè se avete vissuto in Germania sapete che pure per fare il lavapiatti serve il tedesco.
    Articoli come questo sono troppo superficiali, bisognerebbe approfondire, altrimenti un neofita dell’espatrio potrebbe farsi illusioni inutili e dannase.

    • Buongiorno Fonzio! : ) Naturalmente in un singolo post non si riescono a scrivere tutti i dettagli. Come avrà letto, io e nostro figlio non conosciamo la lingua, ma mio marito la parla correttamente. Abbiamo scelto di ritornare in Baviera, perché ci abbiamo già vissuto per tre anni una decina d’anni fa e conosciamo alcune persone. Ho specificato che per questo siamo privilegiati rispetto ad altri e semplicemente questa è la nostra storia. Non volevo essere d’esempio positivo o negativo per nessuno, ma solo condividere un’esperienza che stiamo vivendo.

      • Cara Signora,
        senza alcuna polemica, ma questo articolo parte cosi: “Questo post sarà sicuramente d’ispirazione a chi ha questo sogno nel cassetto”.

        Dal suo “articolo” non vengono fuori le competenze di suo marito e la sua conoscenza della lingua, cosa fondamentale per la riuscita della vostra avventura. Non si capisce se avete parenti o amici disposti ad aiutarvi, se suo marito ha già fatto colloqui. Come vi arrangerete con la casa ect.
        E’ vero che in un “articolo” non si può essere esaurienti ma almeno spiegare la propria situazione e particolarità un po’ più approfonditamente.
        Perchè conoscendo un pò la mentalità di chi legge dall’Italia e non conosce la realtà dell’ emigrare articoli che vanno in superfice cosi creano solo illusioni e fanno danni.
        La Baviera per esempio:
        Nelle città principali le case costano molto e senza busta paga superiore per 3 volte ad un affitto e tipo 3 mesi di capara è difficile trovare.
        La lingua se si parte digiuni per raggiungere un buon livello ci vuole mediamente 1,5/2 anni.

  • Ciao! 🙂
    Ho letto solo ora questo post… Come sta andando? In Baviera dove?
    Io sono a Monaco da quasi 2 setimane.. dopo un’ esperienza in UK…

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