Food

Peperoni ripieni di patate, feta e pesto…e l’inglese da paura

Written by Amiche di fuso

Sia chiaro, parlare inglese non è obbligatorio.
Parlarlo bene men che meno.
Magari se si vive all’estero un minimo, ma proprio minimo, di base è raccomandabile ed utile.
Nessuno pretende che si sia pronti per tenere una conferenza, anzi.
Poterlo studiare a volte è un privilegio.
Ma oggi non parlo di chi con fatica cerca di apprendere la lingua che consente di comunicare bene o male con quasi tutti al mondo.
No, oggi mi concentro su una irritante categoria di connazionali che non solo non parlano granché inglese, ma sono ahimè convinti di parlarlo benissimo. Se ne vantano e qualunque correzione, nota, avviso per evitar loro figuracce viene di solito liquidata con quello sguardo vacuo di chi sente, ma non ascolta, sicuro della propria presunta superiorità.
Di seguito una carrellata di perle tutte sentite dalle orecchie della sottoscritta.

The materass.
Ok, qui direte che sono fiscale, come la persona a cui l’ho sentito pronunciare. Eppure rassegnatevi, in inglese non si dice come materasso senza la o.

The twenty-four hours.
Veramente sono rimasta di sasso, e mio marito di sale. Velocemente spiego alla signora canadese a fianco a me che si tratta di una borsa portadocumenti. Ancora oggi la persona che l’ha detto insiste che “comunque si capisce”. Mah.

It’s cold.
Sembra corretto. Peccato che la persona in questione credesse, convinta, che cold volesse dire caldo. Peccato significhi esattamente il contrario.

Kitchen e chicken.
Una presunta ingegnere, presunta poliglotta, presunta tuttologa. Presunta perché non abbiamo mai avuto prove reali che almeno una delle tre caratteristiche fosse vera o si limitasse ad un uso poco sapiente di Google Translator, Wikipedia e simili. Pollo e cucina, per lei, sono assolutamente intercambiali perché tanto ” il suono è quasi uguale”. Come no.

It’s gross!
Allora, una volta per tutte: non usi “gross” per dire che una cosa è molto grande. Ha un’accezione negativa nella lingua parlata, ma mi viene detto che siccome suona come il “grosso” italiano allora deve più o meno significare la stessa cosa. Amen.

Floor e Flour.
Rispettivamente pavimento e farina, nella nostra lingua non li useremmo l’uno al posto dell’altra no? Eppure, la signora che spiegava di impanare le melanzane per la parmigiana nel “floor” non ne deve essere tanto convinta.

Kangaroo.
Sul povero canguro ci avevo fatto un post anche sul mio blog. Il padre di famiglia, super manager, super arrogante padre di una mia alunna insisteva che si pronunci “canghèru”, accento sulla E. La bimba che assisteva impotente alla discussione tra il genitore e la sottoscritta alla fine si mise a piangere, perché mi dava ragione e lui la fulminò. No comment.

In the mouth of the wolf!
Altro che di sale, o di pietra: qui c’è stato da rimanerci e basta. Arduo spiegare che voler per forza tradurre letteralmente “in bocca al lupo” non ha lo stesso significato, ma lascia una platea di ascoltatori stranieri col dubbio se serva l’ambulanza o la camicia di forza.

 

Tiro un sospiro, tanto che ci si vuole fare: non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, no? Consoliamoci con un piatto semplicissimo e che risolve una cena senza per forza dover mangiare un pezzo di carne che, personalmente, ormai non mangio quasi più per niente.
Pochi ingredienti, pochissimo lavoro e si possono preparare anche in anticipo!

 

PEPERONI RIPIENI DI PATATE, FETA E PESTO
da River Cottage Veg Everyday! di Hugh Fearnley-Whittingstall
per 4 persone

200 g di patate novelle
4 peperoni rossi
un cucchiaio di olio extravergine
200 g di feta
4 cucchiaio di pesto
sale e pepe

Portare a bollore una pentola di acqua salata e far cuocere le patate novelle per 8-12 minuti, finché non sono tenere ma non sfatte.
Scolarle e lasciarle da parte.
Tagliare a metà i peperoni nel senso della lunghezza e rimuovere semi e picciolo. Spennellarli all’esterno con l’olio e metterli in una pirofila di ceramica appena unta.
Tagliare a metà o in quattro, a seconda delle dimensioni, le patate novelle e metterle in una ciotola, unirvi quindi la feta tagliata a pezzetti di massimo un centimetro e amalgamare il tutto con il pesto. Aggiustare di sale e pepe.
Riempire i peperoni con questo composto e far cuocere in forno preriscaldato a 200 gradi per circa 40-45 minuti.
Servire tiepidi, ma sono ottimi anche freddi!

Arabafelice, Arabia Saudita

Ha collaborato con Amiche di Fuso da gennaio 2016 a marzo 2018

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Amiche di fuso

Amiche di fuso è un progetto editoriale nato per dare voce alle storie di diverse donne, e non solo, alle prese con la vita all'estero. Vengono messi in luce gli aspetti pratici, reali ed emotivi che questa esperienza comporta e nei quali è facile identificarsi. I comuni denominatori sono la curiosità, l'amicizia e l'appoggio reciproco.

12 Comments

  • Un po’ come gli italiani che mi dicono: “ah, ma tu parli spagnolo? beh, è facile…basta aggiungere una ESSE alla fine della parola, così ce la fanno tutti”.
    direi che non è proprio così….convinti loro….
    lasciamoli nella loro ignoranza…………….
    No comment comunque……

  • Proprio ieri una ragazza giovane mi diceva che per mia figlia era facile vivere in Colombia tanto lo spagnolo è come l’italiano. Mi sono meravigliata che non fosse mai stata in Spagna perchè altrimenti alcune parole essernziali per la propria sicurezza avrebbe dovuto impararle:bombero, salida.
    Io non conosco lo spagnolo ma mia figlia si, avendolo studiato e ora praticandolo

  • Gentili signore,
    puo’ essere di qualche interesse (e conforto) sapere che il problema e’ risalente: la prima edizione del classico “I tranelli dell’inglese” di Carlo Rossetti risale al 1936!
    Con buona pace dei POCHIglotti de ‘noantri…

  • Sull’aereo è successo che il tipo seduto accanto a me volesse una coca-cola… peccato che invece di coke abbia detto cock 😀

  • Stefania,
    mi fai sempre morire dal ridere!!!
    Italiani, popolo “fantasioso” : riusciamo ad italianizzare le parole straniere e fare traduzione maccheroniche , il tutto a modo nostro…e ce la caviamo sempre!

    La ricetta è fattibile anche per me…sostituendo la feta.

    Grazie mille e…in the mouth of the wolf!
    (Ahahahahah questa è mortale!!!!)

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