Peggy è la mia bicicletta rosso Borgogna. Come mai Peggy? vi chiederete. Per la scelta del nome, mi sono ispirata a Marguerite Guggenheim, nota a tutti come Peggy, appassionata mecenate dell’arte americana del Novecento. Un nome che nella mia mente evoca l’immagine di una donna determinata e curiosa del mondo, capace di riempire la sua vita di viaggi, avventure e incontri. Quindi, quale miglior nome avrei potuto scegliere per colei che mi avrebbe aiutata a scoprire l’America?
Peggy è entrata alla Maison Jaune il 21 luglio del 2012, a pochi mesi di distanza dal mio arrivo a San Francisco. Una bicicletta usata, trovata a pochi soldi tramite un sito americano, Craigslist, che è una sorta di Portobello online. Ma la ricerca non era stata facile… e ora mi rendo conto di come proprio quel cercare mi abbia portato per la prima volta a contatto col mondo americano spingendomi quasi a scontrarmi con questa nuova realtà in cui mi ero trovata a vivere.
Prima di avere questa bici, mi muovevo a piedi per San Francisco. E va bene che adoro passeggiare, ma le distanze americane sono davvero diverse dalle nostre e solo avendo del buon tempo si può pensare di raggiungere ogni posto a piedi. Tuttavia, a ripensarci adesso, mi accorgo che per me acquistare una bicicletta significava accettare veramente di cominciare questo secondo capitolo della mia vita. Finchè hai con te solo un paio di valigie, puoi sempre pensare che se le cose non andranno come ti aspetti, rifarai le valigie e te ne tornerai a casa in fretta, mentre ai miei occhi, l’avere una bicicletta di cui essere responsabile mi faceva pensare che in caso di fuga avrei dovuto liberarmi anche della bici e le cose sarebbero state sicuramente più complicate.
So che questo può sembrare assurdo, che una bicicletta può anche essere abbandonata per strada se si vuole andare via… ma per me non è stato così: io ho sentito proprio tutta la responsabilità di quell’acquisto, che per me ha reso concreta la voglia di cominciare una nuova vita in un Paese straniero.
Finalmente decisa, ho passato mesi alla ricerca di una bicicletta da donna con le marce (sapete che San Francisco è tutta una collina no?), finchè un giorno mi decisi a chiamare a tappeto tutti i venditori. Primo appuntamento fissato con tale Vladimir: un russo che vive nella Little Russia di San Francisco. Parto in spedizione con un’auto grande noleggiata apposta e mi ritrovo davanti una bicicletta tutta arruginita, con i freni laschi e la ruota sgonfia/bucata. Vladimir voleva addirittura 145$ per quel rottame! Quante energie spese per un tentativo così fallimentare…
Ma non mi diedi per vinta.
Contattai altre persone fino a che trovai Laura, una signora americana che al telefono mi sembrò entusiasta della sua bicicletta e quasi triste nel doverla vendere. In quella telefonata capii un decimo di quello che mi disse sulle prestazioni della bici e i numerosi accessori inclusi, ma tale precisione mi diede una certa speranza. Com’è finita? Laura arrivò con Peggy sotto casa mia e non appena la provai capii che l’avevo trovata, che per 50$ avevo una bicicletta esattamente come la volevo io!
Peggy rappresenta probabilmente la mia prima vera conquista sul suolo americano, il primo successo che ho sentito davvero mio… e forse per questo sono tanto legata a lei.
Sulla sua sella ho girato da sola per San Francisco, poi ci ho fatto 9 mesi di gravidanza (eh sì, sono una di quelle fortunate che è potuta e ha voluto andare in bici proprio fino all’ultimo!) e adesso, che ho fatto montare il seggiolino per mio figlio, giriamo insieme io e lui per raggiungere più facilmente anche i parchi più distanti.
Faccio circa una ventina di chilometri alla settimana e Peggy è anche l’occasione che ho per fare dell’attività fisica senza togliere tempo alla mia famiglia.
Trovo emozionante pensare che Peggy rappresenti la mia evoluzione, da donna a mamma: mi guardo nelle foto e mi vedo prima sola, giovane esploratrice della California, poi donna in attesa di un bambino da mettere nel mondo e infine mi ritrovo mamma, una mamma che accompagna suo figlio nella sua scoperta del mondo.
Peggy è per me un’amica che ha saputo seguirmi nelle mie peregrinazioni: silenziosa, mi ha accompagnata e facilitata nella scoperta di San Francisco, vedendomi ridere o piangere, o ridere e piangere insieme, sempre correndo nel vento… è colei che mi ha insegnato a prendermi cura di me stessa indossando quel caschetto che in Italia mi è sempre sembrato ridicolo sulla mia testa.
Insomma, Peggy è stata ed è tuttora per me la compagna di viaggio perfetta, rispettosa del mio essere e del mio divenire…
Ha collaborato con Amiche di Fuso da Luglio 2014 a Settembre 2016