Family&Kids

I miei problemi negli anni 80 e i problemi dei miei figli expat nel 2018

Written by Elena Dubai

Sono diventata una di quelle madri che, cresciute negli anni 80, esordisce almeno una volta al giorno con la tipica frase “Ehhh quando ero piccola io, altro che smartphone! In bicicletta, fuori e pedalare!”.
Mi sento un dinosauro nel scrivere questo, ma la verità è che noi degli anni 80 avevamo ben altri problemi di questi ragazzini super tecnologici.

Complice una serata anni 80 alla scuola dei miei figli e anche la collezione di musicassette (le musicassette!!!) arrivata in uno scatolone spedito insieme ad altri da Milano, il mio mood nostalgico oggi vi farà fare un tuffo nel passato.
Perchè… “Eh quando ero piccola io, altro che youtube…si aspettava il Telegattone!” Maooooooooo.

Ed ecco i 10 problemi degli anni 80 che i nostri figli non capiranno MAI.

  1. Le telefonate. Un (solo) telefono in casa e di solito in un posto come il corridoio o l’ingresso di casa. Privacy pari a ZERO. Sia che si volesse chiamare l’amica che il fidanzatino, tutta la famiglia era lì ad ascoltare.
    Naturalmente i nostri figli manco sapranno cosa vuol dire avere l’ansia da prestazione da chiamata: quel momento in cui chiami, ti risponde il genitore dall’altra parte e tu intimorita esordivi “Buonasera Sig. Rossi, sono Elena scusi il disturbo potrei parlare con Alessia?”. Quasi sempre disturbavi perchè a cena e di sera non si potevano ricevere telefonate.Altro che smartphone! I nostri figli ovviano al problema dell’ansia della telefonata con un semplice messaggino su whatsapp. Non esistono più tempi rispettati. Tutto è immediato, ognuno col proprio cellulare e il proprio mondo che difficilmente si condivide e anche nessun orario da rispettare. Anche io ormai chatto a qualsiasi ora del giorno e della notte!
  2. Le fotografie. Innanzitutto non era proprio così semplice possedere una macchina fotografica e le macchinette usa e getta sono uscite più avanti. Ma a parte questo noi abbiamo imparato il concetto di pazienza e sorpresa. Innanzitutto scattavi senza sapere bene se e come sarebbero uscite le fotografie e di scatti ne facevi UNO perché i rullini avevo 24 o 36 foto da scattare e basta. Dopo di che dovevi aspettare settimane prima di vedere le foto. Infine le possibilità di aver imbroccato una foto con un ritratto o un paesaggio decente erano bassissime.
    Eppure che belle quelle foto e quella sensazione di attesa….Si è perso oggi anche l’abitudine di stampare e io perdo molte foto, però la qualità e la possibilità di fotografare e immortalare tutto non ha prezzo.
    Qui do un punto al 2018 perchè rivedere tutti i filmini dei miei bambini piccoli quando voglio sul mio cellulare, non ha prezzo.
  3. I film. Altro che Netflix e serie TV esaurite in una serata! Prima di tutto io mi ricordo ancora il giorno in cui mio padre portò a casa il VIDEOREGISTRATORE con quelle mega cassette (che tra l’altro ho ancora) e l’annunciazione “con questo possiamo registrare i film e riguardarceli”. Ohhhhhhhhhhhh!
    Quel mito di mio padre si era messo a registrare tutti i film di Walt Disney che facevano la sera quando in realtà noi andavamo a letto e aveva creato una videolibreria suddividendo le video cassette in categorie e in colori. Il rosa era il colore dei film della Disney tra i quali troneggiavano: 4 bassotti e un danese, Mary Poppins, Dumbo, La Carica dei 101, Il maggiolino tutto matto, Pomi d’ottone e manici di scopa e il mio preferito… Un cowboy con il velo da sposa!
    Aggiungi anche che se ti perdevi la puntata dei cartoni o del telefilm quel giorno a quell’ora, era persa e il giorno dopo a scuola tutti ne parlavano e tu ti mangiavi le mani. Grande appuntamento erano i cartoni animati prima di andare a dormire come “Creamy” e anche Bim Bum Bam al pomeriggio.I miei figli arrivano e con aria annoiata sfogliano la gallery di Netflix e si arrabbiano pure perchè ovviamente hanno visto TUTTO. E se anche esce qualcosa di nuovo, PLAY, e via che si guardano 2 o 3 puntate. Mettono pausa, ritornano indietro, la riguardano… che problema c’è.
    Mi sa che do un punto a favore al 2018 anche qui: sono drogata di tutte le serie TV di Netflix e onestamente quell’attesa massacrante per la puntata di Friends mi ha esaurito ai tempi 😀
  4. Le mappe. Altro che Google Maps…uahahahaha (grassa risata). Noi in macchina, a casa o sotto la sella del motorino avevamo il TUTTO CITTA’.
    Era come andare a caccia del tesoro: Piazza Piemonte, Tavola 20, D 2. Ho fatto anche delle consegne in motorino e riuscivo a memorizzare la città proprio grazie alle tabelle del tutto città!
    Ovviamente non proprio portatile e comodo, ma una certezza. Google Maps, Ne vogliamo parlare? Quanto tempo risparmiato a sfogliare e cercare. Quando viaggiamo usiamo ancora le mappe in cartaceo e i miei figli si divertono molto. Io no, divento subito isterica perchè troppo abituata ad usare il mio telefono.
  5. Vita da fan. Duran Duran, Madonna, Michael J Fox, I Bros, George Michael… tutti i miei grandi amori (sì li amavo, ok?!) li potevo solo trovare nel CIOE’. Anche su TV Sorrisi e Canzoni e a volte, se ti andava bene, c’era anche il mega poster da appendere in camera.
    Adesso non si appendono manco più i poster….. ancora me lo ricordo quello di Simon Le Bon! Adesso basta seguire il proprio idolo su instagram e basta. Non c’è neanche bisogno di fare la ricerca ossessiva all’edicola. Che poi, l’edicola per i miei figli rimane un posto delle meraviglie che si trova solo in Italia!
  6. Gli appuntamenti con gli amici. L’avvento del cellulare ha indubbiamente reso le cose molto piu facili. Parliamo degli appuntamenti con gli amici. Intanto mettersi d’accordo avveniva a voce o si faceva la catena di chiamate. Se qualcuno arrivava in ritardo non c’era modo di sapere perchè per come e se mai sarebbe arrivato.
    Se entravi in un locale, o andavi ad un concerto ci si metteva subito d’accordo “se non ci vediamo, ci ritroviamo qui a mezzanotte”. Se per caso ti perdevi, eri spacciato.
    Non c’era modo di recuperare gli altri.
    E poi dovevi sempre uscire con un GETTONE per la cabina del telefono. Quella era vitale. Io penso che da genitore grazie al cellulare oggi sono più rilassata. Pensate ai nostri genitori che ci vedevano uscire e a volte ti dimenticavi di avvisare o altro….che ansia! E’ anche vero che forse si era anche un po’ più responsabilizzati e ammetto, ho ancora l’abitudine di avvisare quando arrivo a casa o faccio un viaggio mando un messaggio che sono arrivata.
  7. I cartoni animati. Avete mai riguardato i cartoni animati che seguivamo noi? Cioè avete presente Pollon, Lamu, Lupin, Candy Candy, Lady Oscar…. tutti cartoni originariamente creati per adulti e riadattati per noi. Li si che si faceva serio! Baci, vestiti strappati, pose sexy…ma Occhi di Gatto, ne vogliamo parlare?
    Senza parlare dei tormenti di Candy Candy (a proposito io innamorata di Terence).
    Io ero seriamente innamorata dei personaggi dei cartoni animati e sono sicura che anchi i maschietti lo erano. I miei grandi amori erano: Terence, Capitan Harlock e Andrè di Lady Oscar.Oggi per me tutto è rovinato da Youtube. Intanto non capisco come possano piacere i video di persone con voci improponibili che scartano ovetti kinder e poi di nuovo si ritorna al punto 1. 2. e 3.  con il concetto di ATTESA che noi abbiamo imparato insieme ovviamente alla pazienza.
    Non vi dico gli attacchi isterici che hanno se internet è lento (crisi isteriche che ho anche io a dire il vero!) e quindi il video si blocca. Io solo a pensare al caricamento del Commodor 64, sono invecchiata 20 anni!
  8. La Smemoranda (e anche il diario). Altro che Instagram e Facebook! Il lavoro duro si faceva con la “Smemo”. Alzi la mano chi ha incollato la gomma masticata del ragazzo che amava. Alzi la mano chi ha incollato la foto ti Tom Cruise in Top Gun e di Genitori in Blu Jeans e chi ha scritto almeno 10 canzoni filosofiche e scritto il nome dell’amato con un triliardo di cuoricini intorno.
    Io le mie Smemo ce le ho ancora e le custodisco come delle opere d’arte. Altro che whatsapp, i miei amici mi scrivevano dediche e messaggini sul diario e la cosa bella è che ce li ho ancora qui da rileggere. Se c’è una cosa che non ha prezzo è quella di avere su un pezzo di carta un bellissimo ricordo. E questo mi porta al prossimo punto.
  9. Il diario e i compiti. Noi avevamo il diario per segnarci i compiti e far scrivere comunicazioni e  giustificazioni ai genitori.
    Se per caso ti dimenticavi di segnare un compito, eri spacciata. Se ti dimenticavi un foglio a scuola o un libro, eri spacciata. L’unica opzione era quella di telefonare alla tua amica passando per il problema elencato al punto 1 “la telefonata”.
    E se non scrivevi le comunicazioni di scuola sul diario, le nostri madri non potevano sapere niente. Altro che gruppo whatsapp delle mamme!!!I miei figli non solo usano le email con i maestri ma ricevono compiti tramite un portale della scuola. Diciamo più che per loro il vero problema è non essere connessi!
    Se si dimenticano un compito, mandano un messaggio whatsapp (o meglio mando io un messaggio per chiedere).
    Hanno dimenticato un foglio a scuola di un compito di matematica? Nessun problema! Foto al foglio e in un secondo eccoo li.
    E ve li ricordati i giornaletti per fare le ricerche sulle REGIONI??? I miei figli ancora per fortuna fanno progetti a mano anche se ormai il livello di questi progetti scolastici è paragonabile ad un plastico progettato con AutoCAD.
    Però Google ci ha rivoluzionato tutto. La difficoltà sta oggi nel reperire informazioni valide e cercare la foto ad alta risoluzione che si può stampare.
    Io andavo in edicola e compravo il mio libretto delle ricerche, le informazioni le imparavo dall’Enciclopedia e da grande passavo le mie giornate in biblioteca alla Sormani.
    Insomma tutto un altro tipo di lavoro!
  10. Il flirt. Che complicato che era! Per avere informazioni del ragazzo che ti piaceva bisogna creare una rete di spionaggio incredibile. Trovare informazioni era un lavoro. Faticoso. Una volta stabilito che effettivamente ci piaceva si doveva passare alla tecnica. Gioco della bottiglia? Gelato in piazzetta, sguardi sorrisi risolini? Molto spesso poi ci voleva il lavoro di intermediario degli amici. Altro che Social Network!

Elena, Dubai

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Elena Dubai

Elena, piemontese di nascita, milanese di origine ed expat da più di 10 anni. Ho vissuto in Germania, Ecuador e poi in USA a New York, Las Vegas e San Francisco e dal dicembre 2014 sono a Dubai negli Emirati Arabi.
Sono mamma di Tommaso e Giulia e moglie di un ingegnere che mi ha trascinato in questa vita in giro per il mondo.
Dal 2012 lavoro come Grafica per Eventi e Feste (www.worldwideparty.it) e dal 2017 come Graphic Designer e Social Media Specialist Freelance a Dubai.

6 Comments

  • Io sono dell’anno 1982 e mi ritrovo in tantissime situazioni! Ah gli anni 80 tempi che non torneranno più !
    Comunque bellissimo articolo!
    Ciao Elena!
    Un bacio forte Manu dal Perù

  • Bellissimo articolo Elena!
    Anch’io innamorata di Terence…e ricordo le telefonate a fil di voce per non farmi sentire dai miei.
    Un abbraccio!
    Francesca

  • Fantastico questo excursus nei mitici ottanta! Proprio l’altra sera siamo andati a recuperare due amici che erano praticamente stati buttati giù dal treno che finiva la sua corsa prematuramente causa guasto. Noi dovevamo incontrarci in città ma invece siamo andati a recuperarli nel bel mezzo del nulla guidati da google e messaggi. Abbiamo proprio pensato che in passato sarebbe saltata la serata e ci siamo divertiti a cercare di immaginare cosa avremmo fatto, cosa facevamo e ne abbiamo dedotto che in un certo senso eravamo più precisi, si organizzava meglio in anticipo . Adesso è tutto un :” ci si sente, ti scrivo etc “e fino all’ultimo non si sa mai che cosa si farà ma certo è più comodo e divertente.

  • Mi fa sorridere il fatto di essere esattamente a metà tra te e i tuoi figli! Anche io avevo la Smemo, ma organizzavo gli appuntamenti con gli amici a furia di squilli, incomprensibili ma già tecnologici, che erano anche parte del corteggiamento. Facevo ricerche su Google, ma le copiavo a mano sul quaderno e incollavo le foto dal giornalino delle ricerche… Leggevo Cioè ma facevo le foto con la digitale.

    E in tanti punti, vedo proprio la differenza tra quando ero alle elementari e medie e la vita era tipo anni 80, aspettando i cartoni e serie del pomeriggio e commentandoli il giorno dopo a scuola, e il liceo in cui si scaricavano le serie TV da eMule e le si guardava tutte in una sera, e nascevano i primi gruppi su Skype.

    Mi sembra di aver preso il meglio di due mondi, in fondo 🙂

  • Bellissimo articolo!
    Rispecchia perfettamente la mia adolescenza negli anni ’80!
    Aggiungerei un’altra situazione: quando uno degli amici comprava un disco ci si trovava a casa sua, spesso in cameretta, e tutti ad ascoltare il vinile ad oltranza. Si conosceva la sequenza delle canzoni a memoria, ci si passava il vinile di mano in mano e se ne studiavano grafiche, foto e contenuti. L’acquisto dei dischi tra amici si faceva un po’ a rotazione: raramente si comprava un vinile che un amico già possedeva, perché la soluzione più economica era registrarlo su cassetta. Quindi si trattava di un crowdfunding ante litteram: tutti condividevamo la collezione di vinile e registravamo le casssette per gli altri.

  • Mi hai fatto venire in mente che ai tempi c erano negozi specializzati che vendevano la foto del tuo idolo ( in genere in ambito musicale o calcistico). Io quando avevano dato il concerto di Michael Jackson in tv (anni ‘90) avevo preso la macchina fotografica e scattato foto alla tv nella speranza di immortalare il mio idolo. Ovviamente la foto era venuta grigia perché i fotogrammi erano troppi veloci!

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