Mentre scrivo questo post mi trovo a Bali, dove siamo abbastanza fortunati da avere una parte della famiglia e dove ancora non sembrano essere stati toccati dall’epidemia di Coronavirus che tanto sta facendo preoccupare il mondo. Per lo meno, non ancora. E speriamo continui così. Anche se abbiamo legittimi dubbi sulle informazioni date dal governo indonesiano.
Abbiamo lasciato Shanghai a fine gennaio. Abbiamo messo i miei genitori, in visita da noi in quel periodo, su un volo Emirates all’ultimo minuto, dopo che il loro volo Swiss Air era stato annullato da un giorno all’altro (Lufthansa aveva ben deciso di chiudere le linee aeree).
Molti stranieri sono rimasti e molti, come noi, sono partiti. La nostra decisione è stata motivata da più fattori.
Le cliniche e gli ospedali internazionali non sono più autorizzati a ricevere pazienti con febbre, di qualsiasi natura essa sia. Con una bimba piccola molto delicata, dalle frequenti bronchiti, pensare di dover andare in un ospedale pubblico cinese, dove non avremmo potuto comunicare con nessuno in inglese, e sicuramente sovraffollato, un pochino mi angosciava.
La scuola di mia figlia è chiusa a data da destinarsi, come tutte del resto. Chiusa anche la piscina del condominio, chiusi i bar e via discorrendo. La soluzione era quella di stare in casa tutto il giorno con una bambina di tre anni. Questo mentre le compagnie aeree chiudevano le tratte una dopo l’altra.
Ed eccoci qui, nella nostra Bali, teatro di tante vacanze (meno obbligate) degli ultimi tempi.
Mio marito tornerà a Shanghai per lavoro, noi rimarremo qui un po’. Ci proteggeremo non solo dal virus (sempre ad oggi a Shanghai sono stati riscontrati circa trecento casi, dunque un numero bassissimo rispetto ad una città enorme), ma anche da tante stupidaggini che leggo da quando è scoppiato questo caso.
Mentre scrivo, la situazione sembra essere esplosa in Italia da ormai una settimana: non starò qui ad indagare, cercare di spiegare il perché di una situazione tanto assurda che ancora oggi non ci credo quasi.
Quanto mi sono arrabbiata. Mi duole ammetterlo, l’Italia è stata uno dei paesi dove il sensazionalismo si è sprecato a mani basse. Per quanto relativamente d’accordo con la chiusura dei voli, ho letto articoli e titoloni che rasentavano l’idiozia. Per non parlare degli invasati di Facebook che sembra debbano farti la telecronaca del massacro, che mettono angoscia nella gente (ma che gioia provano?) manco fossero inviati di guerra.
Quelli che scrivono dalla poltrona di casa, dopo aver visto il TG5 o letto qualche articolo dal titolo studiato, e sembra sappiano tutto loro. Quelli che, come scrivevo in un post di Facebook, forse sono usciti dal loro codice di avviamento postale per un viaggio all inclusive durante il quale hanno mangiato al buffet Mediterraneo per due settimane.
Sono snob? Forse. Ma non posso leggere che dei cinesi vengano insultati in Italia. Che siano un popolo “egoista e cattivo” (commento reale sulla nostra pagina Facebook). Di bambini emarginati a scuola. Di mamme residenti in Cina, oggi in Italia, a causa del virus, Â che pur avendo passato le ultime settimane in Italia sentono le lamentele degli altri genitori per aver cercato di inserire i loro bimbi in una scuola italiana.
Ho sentito insulti e disprezzo nei confronti di un popolo “che mangia le cose più immonde, un popolo sporco e maleducato”. Sembra quasi che questi giudizi, questo razzismo aspettassero solo la buona occasione per uscire allo scoperto.
Io sono stata la prima a dire che per la Cina questa era l’ennesima lezione da imparare, che bisogna lavorare profondamente sulla cultura cinese e sulla loro igiene: certi animali non sono fatti per il consumo umano, e soprattutto gli animali di qualsiasi specie non devono essere venduti vivi nei mercati (difatti è stato temporaneamente vietato e spero che così rimanga). E infatti sembra che qualcosa si stia muovendo in questo senso.
So anche però che non si educa un popolo di un miliardo e quattrocento milioni di persone dal giorno alla notte. Un popolo che fino a pochi decenni fa pativa la carestia e che oggi ha un’economia quasi al primo posto del mondo. Un paese che, seppur pieno di quelli che io considero difetti, si tirerà su con sacrifici enormi di tutti, nessuno escluso.
Ho sentito dire che l’Italia avrebbe chiuso i voli troppo tardi… peccato che sia stata l’unico paese europeo ad essere così rigoroso! Dire che British, Lufthansa, Air France hanno chiuso le tratte non significa che i rispettivi paesi lo abbiano fatto. Parliamo di aziende, non di governi. Aziende che devono mantenere una certa immagine, ma alle quali non conviene far volare aerei semivuoti… mentre le compagnie cinesi continuano ad atterrare a Francoforte o Parigi o Londra. Semplicemente non più in code share.
Per non parlare delle teorie dei gomblotti e dei virus di laboratorio.
Ma una cosa è certa, anche se di fronte al dramma di tante persone non conta nulla: a me, questo virus, ha fatto riflettere molto, e ammirare i Cinesi sotto alcuni punti di vista.
Sarà lunga, sarà faticosa, ma se ne uscirà : ci vogliono impegno, disciplina, collaborazione di tutti. Speriamo che anche in Europa questo avvenga.
Veronica, Cina
Non posso che dire “grazie” per l’espressione di un punto di vista diverso e per abbattere quel complesso “il male ce l’abbiamo solo noi” e creare piu’ comprensione rispetto ad una situazione che diventera’ globale. Grazie Veronica! E in bocca al lupo anche per te e per la tua famiglia!
Grazie della tua preziosa testimonianza. Anche io ieri ho letto l’intervista ad un famoso “ricercatore/medico” Antivaccinista che millantava che il virus era stato costruito in laboratorio da qualcuno che non “poteva rivelare”. No comment. Volevo scrivere qualcosa ma mi sono trattenuta. In bocca al lupo!!!!
Leggo solo ora questo post, per caso. Non so quali siano le sue fonti di informazione (facebook? tg5? un pò riduttivo), ma l’immagine che lei dipinge (con velato disprezzo) dell’ Italia non è per nulla reale. Certo, da dove è lei (ma poteva poi andare, con il rischio di portare a spasso il virus?) è facile parlare. Gli episodi che cita sono davvero una minoranza, come in tutte le nazioni i cretini esistono. Le suggerisco, intanto, di rivedersi le immagini, che hanno fatto piangere la maggior parte degli Italiani, dei medici cinesi arrivati a Ciampino. Riprese da tutte le televisioni. In quell’occasione gli italiani, tutti, hanno applaudito con improvvisati flash – mob dalle finestre. Quanto alla critica che si è fatta alla Cina, è innegabile, ed era pure prevedibile, che certe pratiche nei mercati erano pericolose. Non averne tenuto conto ha scatenato quello che ha scatenato. Lo dicono gli scienziati, non gli italiani su facebook. Il che non significa disprezzare i cinesi.