Espatrio

Delhi 10 anni dopo, 10 differenze.

Written by Monica Italia

E siamo tornati a vivere a Delhi, 10 anni dopo l’ultimo addio.


Ricordo ancora, come se fosse oggi, cosa mi scrissero sul Passaporto quando andammo a comunicare all’ ufficio Immigrazione quella che pensavamo fosse la nostra “definitiva” partenza dal Paese.
L’Officer scrisse a penna vicino al timbro: “She is leaving India, finally!”.
Giuro, rido ancora adesso.
Ma in barba a tutto ciò noi invece siamo di nuovo qua e quella famosa scritta ora é diventata più un “She is back, again!”

E come ogni volta che si torna in luogo dopo tanto tempo non si può fare a meno di notare le similitudini, ma soprattutto le differenze dall’ultima volta che ci si è stati.
Specie in Paesi come questi, dove il cambiamento è forte, visibile e tutto balza agli occhi immediatamente.

Ed ecco 9 aspetti +1 che ho visto cambiare in questi ultimi anni 10 anni:

  1. Mettono il casco e rispettano i semafori!
    Il casco, questo sconosciuto accessorio che fino a 10 anni fa era praticamente inesistente o al massimo veniva portato al polso come un vistoso braccialetto, oggi viene utilizzato diffusamente e posizionato correttamente in testa.
    Persino il semaforo questo palo luminoso sconosciuto ai più un decennio fa, oggi inizia ad assumere un significato condiviso. Si fermano ed aspettano il verde.
    E aggiungerei anche che li trovo più disciplinati alla guida in generale, non vedo quasi più certe U- turn fatte a sentimento e rigorosamente in contromano e persino la strombazzata selvaggia é diminuita e di molto! Avanti cosi!
  2. Meno traffico!
    Un dato semplice a riguardo: la stessa distanza che ricoprivo per andare a scuola dieci anni fa ora la ricopro in metà esatta del tempo!
    Questo avviene sicuramente grazie ad un miglioramento enorme e visibile delle infrastrutture come ponti, metro e strade. Le ore trascorse in macchina per gli spostamenti sono una parte imprescindibile quanto tremendamente difficile per me della vita in India, e questo netto miglioramento l’ho notato subito, tirando un sospiro di sollievo… enorme!
    Ovviamente spero che la situazione rimanga stabile anche ad Horror Covid finito, ma grazie alle infrastrutture spero che la differenza non sarà comunque troppo significativa.
  3. Meno Saree e Kurtas, più jeans!
    L’ho notato subito, le donne qua si vestono diversamente, anche solo rispetto a Chennai.
    Ogni Stato dell’India, l’ho detto spesso, è differente.
    Qui a Delhi non ho potuto fare a meno di osservare come le donne vestano in modo sempre meno tradizionale rispetto ad un tempo. Probabilmente questo dipende anche dall’ arrivo massivo di tutti i brands internazionali, 10 anni fa non c’era minimamente la scelta che c’e’ oggi e ciò probabilmente andava a braccetto con uno stile più conservativo delle famiglie, meno esposizione ai vari media da parte delle nuove generazioni.
    Ora il cambiamento di stile é davvero visibile.
  4. Oltre al dall e al chapati
    Parlo ovviamente di cibo, da brava Italiana la mancanza di ingredienti la sentivo moltissimo 10 anni fa. Non parlo di chissà quali materie prime, ma anche semplicemente di verdure, frutta, pasta, formaggio, non che non ci fossero completamente, ma erano molto limitati e cari.
    La differenza che ho visto è che finalmente non è tutto importato, ma si inizia a coltivare e produrre qui prodotti che non si trovavano o venivano prodotti in altri Stati dell’ India che per via delle infrastrutture diventava molto lungo e costoso trasportare in altre.
    Ora trovo i mirtilli, le ciliegie del Darjeeling, la mozzarella di bufala (siamo pieni di bufale…) e persino uno champagnino locale (lo Chandon – portato qui proprio dai vitigni Moët & Chandon) tutti prodotti finalmente più accessibili da ogni punto di vista.
  5. Lo Yoga!
    Mai avrei pensato, ma mentre a Pune la cultura dello yoga la si respirava nell’aria ed in ogni luogo, qui molto meno.
    Esiste sicuramente, ma è meno capillare e diffusa nelle pratiche delle persone.
    Ce lo diceva anche un collega di mio marito commentando come la famosa posizione a gambe incrociate o seduto sulle ginocchia che sa tenere suo papà per lungo tempo durante i Pooja (i riti religiosi locali) lui se le sogna ormai e dopo un po’ non ce la fa e ha i crampi! Proprio come capita a noi “profani”! Mi sento decisamente meno sola, ma lo trovo un enorme peccato…
  6. Più Smog!
    Delhi ha il primato di essere tra le città più inquinate al mondo. Primato ahimè molto meritato.
    E quello che ho notato é che non si tratta più solo dei mesi più freddi che coincidono anche in genere con il Diwali, ma gli indici dell’ inquinamento sono abbondantemente sopra la norma ormai 12 mesi l’anno! Direi che qua le mascherine le useremo a lungo!
  7. Sono più alti!
    Lo noto tra i compagni dei miei figli, ma anche in generale in altre città dell’ India. 10 anni fa erano più piccolini, ora molti sono davvero dei giganti. Non sono un’ esperta, ma sospetto che possa centrare il cambio di alimentazione in tutto ciò. Ora decisamente più vario rispetto ad un tempo anche solo a 10 anni fa.
  8. Diversi tipi di Expats!
    La prima volta che siamo arrivati nel sub Continente la popolazione “estera” più rappresentativa degli Expats erano Koreani, 10 anni dopo sono sempre loro ad avere il primato! Ma gli altri sono cambiati. Un tempo era pieno di Americani, Francesi ed Inglesi ora specie i primi sono pochissimi, mentre sono diventati davvero tanti tutti gli expats delle popolazioni dell’ est Europa, Ukraina e Repubblica Ceca in primis!
  9. Niente più elefanti al semaforo!
    E per fortuna oserei dire, perchè spesso venivano utilizzati come attrazioni turistiche in città. Gli animali non sono spariti dalla città, è sempre pieno di scimmie spesso alte come me e qualche mucca sprezzante del pericolo in mezzo alla strada, tanto chi osa toccarla, sono multe salatissime se non prigione! Ma non ci sono più una mare di cinghiali (o i loro cugini enormi Indiani) pecore, capre, asini… i pastori non pascolano più in città come un tempo!
  10. E sono cambiata anche io...
    Dieci anni fa, la prima volta che mio marito mi disse che c’era l’opzione di trasferirci qui in India ho pianto, forse vi ricorderete uno de primi articoli che ho scritto per Adf a riguardo, ma ora é diverso.
    Sono tornata qua con un’ altra testa.
    Siamo tutti, in fondo, LiveWired, la vita ci cambia attraverso nuove esperienze ed il nostro cervello assorbe e si riconfigura fisicamente grazie a questo.
    Ciò che mi spaventava un tempo ora è familiare. Della nostra capacità di adattarci a nuovi enviroments non dovremo dubitare mai, è una consapevolezza su cui dovremo davvero contare in ogni grande cambiamento di vita. Parlando di India, questo è un Paese che non si conosce nemmeno dopo un decennio, perché sempre in costante e continuo mutamento oltre ad avere in sé una serie di contraddizioni che non si possono conciliare.
    Ma appena si smette di combattere e mettersi di traverso a tutto ciò, si va in scia.
    Non sarò mai una “nativa” non sarò mai una che vuole cambiare il posto dove si trova, sono solo un ospite a lungo termine che ha capito che si può imparare molto su di sè dagli altri. Ogni luogo ha tanti insegnamenti da trasmettere, lezioni dure a volte, ma che creano quel bellissimo mosaico che questa vita all’ estero crea nella nostra testa.
    Diventiamo di più e non di meno ad ogni passo del nostro cammino…

    Monica, India

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Author

Monica Italia

In giro per il mondo da 15 anni.
Mamma di 3 ragazzi, veri cittadini del mondo
Abbiamo vissuto in UK, USA e INDIA.
Mi occupo di consulenza HR, formazione manageriale e insegno in programmi MBA.
Sono un Executive Coach and Mentor certificato con ICF (Federazione Internazionale Coaching) e ho un master in Neuroscience.
Credo nel life long Learning…perchè la vita ci plasma con ció che viviamo e ciò che studiamo

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