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5 incomprensioni linguistiche che potrebbero capitare anche a te

Incomprensioni linguistiche - Amiche di fuso
Written by Amiche di fuso

Prima di partire una delle domande che mi è stata fatta più di frequente era: “Con l’inglese come te la cavi?” e la mia risposta era “Me la cavo, riesco a farmi capire,  spero di riuscire io a capire”. Ed era qui, come si suol dire, che cascava l’asino, perché fin dall’inizio, contrariamente alle mie aspettative, il problema più grosso non é stato capire ma farmi capire. Fin dalle prime settimane sono andata al cinema senza problemi, ho seguito con facilità le lezioni al college e via di seguito, ma ancora adesso, dopo un anno, spesso la mia pronuncia è pietosa. In alcuni casi mi rendo conto che effettivamente è perché troppo “scolastica”, in altri perché per molti americani una parola pronunciata in modo anche solo un po’ diversa dal solito, diventa di difficile comprensione, soprattutto qui in Texas dove alcune parole hanno una pronuncia tutta loro.

A causa di questo, in questi mesi si sono verificate diverse situazioni che sul momento sono state frustranti, ma che a ripensarci a distanza di qualche settimana o più mi strappano anche un sorriso.

Incomprensioni linguistiche - Amiche di fuso

Mentre al college o in situazioni più formali non ho mai avuto grandi problemi, nella vita di tutti i giorni, forse perché anche io sono più rilassata e mi concentro meno (purtroppo l’inglese non mi è ancora naturale, continuo a pensare in italiano e devo poi sempre tradurre), si sono presentate situazioni come queste:

1. Vado in tintoria con l’intento di far stirare un abito del marito. Appena lo consegno mi chiedono se è anche da lavare. Io volevo semplicemente rispondere che era solo spiegazzato ed era sufficiente stirarlo. In quel momento vuoto totale: come si dice spiegazzato? E Stirare? In queste situazioni di solito mi viene in aiuto la santa applicazione di wordreference sul cellulare, ma ovviamente presa dal panico il black out é stato bilingue e l’unico concetto che il mio cervello riusciva ad elaborare era che quel vestito era “strufugnato” (da verbo piemontese “strufugná”, inutile dire che wordreference non ha una voce piemontese- inglese). Ovviamente quel vestito è stato lavato e stirato!

2. Una delle esperienze più traumatiche é ordinare da Starbucks perché, anche per un semplice caffè, ti fanno almeno 5 domande. Così io, che sono molto astuta, cosa ho pensato: facile, mi preparo tutte le risposte e gliele sparo tutte d’un fiato così non fa domande e non sbaglio! “Hi, I would like a hot tea: black, sweet and tall size, please” (Salve, vorrei un tè caldo : tè nero, dolce e nel bicchiere più piccolo, grazie). Dopo aver sparato tutto d’un fiato il mio ordine, mi compiaccio di me stessa e non presto attenzione a quello che mi dice il ragazzo che mi sta servendo e, pensando ad una semplice frase di cortesia, annuisco sorridendo. Ancora non ho capito come sia successo ma sono uscita di lí con uno smoothie al mango 🙁

3. Uno dice pazienza, non ho capito cosa mi ha detto, ma era pur sempre in Inglese, anzi Texano! Quando pero’ ordini “A quarter of pound of Mortadella, please” (“150 gr di mortadella, per favore”) e ti consegnano la tua bella busta con 1/4 di pound di mozzarella inizi a farti serie domande sulla tua abilità nel pronunciare le parole, perché passi che non ti capiscono in inglese, ma mortadella e mozzarella sono 36 anni che dovresti saperle pronunciare a modo!

4. Lo volete un consiglio? Non prendete mai appuntamenti di martedì o di giovedì. Tuesday e Thursday da queste parti sembrano avere la stessa pronuncia. Quindi se potete proponete sempre Monday, Friday…certo il problema è quando non puoi scegliere. Qualche settimana fa il professore di storia comunica che “Two Tuesday from today we will have the test” (“Fra due martedì avremo il test”). Uno inizia a studiare tranquillo, poi succede il martedì successivo tutti i compagni di corso arrivano agitatissimi con un sacco di domande sul ripasso. Tu tranquilla e serena  domandi il perchè di tutta questa agitazione e ti rispondono “Next t#$u@#day we wiil have the test!!!” (“Il prossimo t#$u@#day ci sarà il test!! “) e tu per sicurezza chiedi “Thursday? I’ve understood next Tuesday”(“Giovedì? Io avevo capito martedì “) “No no t#$u@#day!” (“No no t#$u@#day!”). Così il panico ti coglie perchè invece di una settimana hai solo due giorni per ripassare tutto, ma poi pensi in fondo se non dormo ce la posso fare. Così nel fatidico giovedì  un paio d’ore prima del test passi dal prof per chiedere un ultimo chiarimento, lui ti risponde e, quando stai già per uscire dal suo ufficio, lui proferisce: “But the test wiil be next Tuesday not today, do you know?” e così sperando che non senta lo stridere delle unghie sui vetri e sfoderando la più angelica delle espressioni rispondi “Sure!!!”

Devo pero’ dire che le cose forse stanno un poco migliorando, soprattutto se penso alla conversazione che ho avuto l’altro giorno al supermercato con la cassiera. Il dialogo é stato più o meno questo:

“Adoro il tuo accento, di dové’?”

“Italiano!”

“Davvero??? É cosí bello che pensavo fosse inglese!”

A quel punto io sono solo riuscita a pensare ai titoli di un possibile breaking news della CNN che annunciava la prematura dipartita della regina Elisabetta per un inspiegabile malore improvviso,  verificatosi nel momento stesso in cui la cassiera ha pronunciato quella frase.
God save the Queen and help me with the English!

Valentina, Texas.

Valentina ha collaborato con Amiche di Fuso da febbraio 2014 a settembre 2015, potete continuare a seguirla sul suo blog Parole Sparse dove racconta le sue avventure in Texas. 

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Amiche di fuso

Amiche di fuso è un progetto editoriale nato per dare voce alle storie di diverse donne, e non solo, alle prese con la vita all'estero. Vengono messi in luce gli aspetti pratici, reali ed emotivi che questa esperienza comporta e nei quali è facile identificarsi. I comuni denominatori sono la curiosità, l'amicizia e l'appoggio reciproco.

40 Comments

    • AAHHAAHAH quando sento l’accento british lo trovo sempre piuttosto buffo…prima non ci facevo caso e mi parevano tutti uguali, ma ora con l’orecchio all’accento texano/southern quello british mi pare molto aristocratico 😀

  • ciao !! innanzitutto complimenti 1 siete tutte fantastiche donne , coraggiose e con una grinta invidiabile….vi leggo sempre e da oggi mi piacerebbe commentarvi un po di più se posso, mi sembra di vedervi più da vicino. la tua esperienza mi ha portato alla memoria una simile difficoltà quando a 16 anni dono stata in america california per 5 settimane per studiare…..alla mia host sister chiedevo se aveva della frutta con pronuncia inglese scolastica e lei nn capiva perché la pronuncia americana un po si discosta….ok , io capra perché nn mi sono applicata ma pre lei uno sforzo lo poteva fare no ??

    con affetto

    • Grazie per i complimenti. Guarda alcuni secondo me non capiscono proprio che tipo di difficoltà puó avere uno straniero nel capirli

  • Post esilarante, mi immagino meno per te, soprattutto quando volevi un the e sei uscita con uno smoothie! 🙂

  • Seguo il tuo blog da poco ma i tuoi racconti sono meravigliosi …..complimenti per il coraggio, comunque, l’altro giorno guardavo su google maps con esattezza dove ti trovi …… tripli complimenti per il coraggio! 🙂

  • Verrebbe da ridere un po’ anche a me se non mi fossi trovata più o meno nella stessa situazione a Londra e a Stoccarda. Io però avevo il problema contrario. Ponevo le domande, mi capivano e mi rispondevano ma io rimanevo li come una salama perché non capivo niente di niente! Mamma che figura! E da allora, pur avendo tantissimo desiderio di andare in Scozia e tornare in Irlanda, ci rinuncio per timore di ripetere la stessa tapina esperienza. Comunque complimenti, non deve essere per niente facile.

    • Ahaha meno male che non sono l’unica a cui capita allora 😀 No dai lanciati é un peccato perdere l’occasione di visitare qualche bel posto per la lingua

  • Certo che un minimo sforzo per comprendere non lo fanno mica! Vabbe’ prima o poi riuscirai a farti capire da chiunque ! Complimenti ti invidio un po’

  • che simpatico post…davvero mi hai fatto ridere un po’.
    grazie per le tue avventure con la lingua inglese e vedrai che piano piano capiranno la differenza tra Mortadella e Mozzarella 🙂
    un saluto barbara

  • Mi hai fatto morire dal ridere. Anche io sto facendo un corso d’inglese e quando hai cominciato a parlare di martedì e giovedì, già ho cominciato a sorridere. Grazie di questi 2 minuti di ilarità.
    Have a nice night :D.
    PS: se ho sbagliato correggimi 😀

  • Invece se in Spagna parli inglese bene, e chessò, vuoi andare a vedere Spiderman al cinema elo pronunci bene, il bigliettaio ti guarderà esterrefatto. A Murcia Spiderman = Eppidemmà … Immaginati un po’!

  • Dai ,dai che andrà sempre meglio! E poi per quanto riguarda la mortadella e la mozzarella beh sono loro a non capire la differenza di pronuncia, la tua sarà stata sicuramente una pronuncia perfetta 🙂

  • Haha, io di solito mi trovo in situazioni assurde perché quando non capisco rispondo sempre “Sì”. Forse non è proprio una bella idea…

  • ahahahahaha che ridere!!! è proprio così però!!!! mia madre è ceca… capire capisco.. spiegarmi è sempre un tantino più complicato 🙂 meno male che là avevo le mie amiche… specializzate nella traduzione del mio ceco 🙂

  • Ciao! Ho trovato il tuo post davvero divertente! Sono in Australia ed è davvero difficile per me comprendere la pronuncia locale, anzi lo slang… rimpiango l’accento inglese!

  • Ciao!! quanto mi ritrovo nel tuo post.. io sono negli USA da sole 3 settimane…riesco a capire sufficientemente bene..ma qui nessuno capisce me quando parlo..rischio la depressione!!! e Starbucks è uno dei posti più complicati!!! spero di arrivare presto anche io a riderci sopra come te!!

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