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Il mio Natale in Russia di Claudia

Ci sono gli espatriati che rientrano sempre a Natale, quelli che lo fanno quando riescono e chi invece lo festeggia nel nuovo Paese ma non sempre lì è una festa e, se lo è, può capitare che le tradizioni siano diverse. Occorre allora anche accogliere le nuove e saperle integrare con le proprie come fa la nostra guest di oggi: Claudia è in Russia e deve far combaciare la sua tradizione italiana con quella del marito e della nazione in cui vive.

Il Natale è alle porte, anche per noi expat. Per chi come noi lo passa lontano da casa, non sempre è Natale nel luogo in cui si vive. Noi viviamo in Russia, dove il Natale si festeggia secondo il rito ortodosso il 7 gennaio e Nonno Gelo, l’equivalente del Babbo Natale nostrano arriva vestito di blu a portare i suoi doni la notte del 31 dicembre. Meglio ancora noi viviamo a Nalchik, nella Repubblica di Cabardino-Balcaria, dove gran parte della popolazione è mussulmana e non festeggia questi periodi di festa. E come conciliare il bisogno del nostro Natale con le usanze del paese che ci ospita? Noi usiamo, come un po’ in tutte le nostre scelte di vita, essendo una famiglia mista, il compromesso.

In casa nostra si parte il 7 dicembre: come da tradizione milanese (io sono di Milano), l’albero si fa a Sant’Ambrogio. E la casa inizia ad avere un’aria di festa tra albero e decorazioni. Decorazioni anche un po’ strane, come quelle sulla porta di casa che qui non si usano, ma i vicini lo sanno ormai che io sono straniera e non hanno nulla da obiettare! E per i regali? Il 24 sera lasciamo un po’ d’acqua per le renne e qualche biscotto per Babbo Natale sotto l’albero e al mattino dopo…magia: sono arrivati i regali! E il 31 dicembre si replica, anche se questa volta a portare i doni è Nonno Gelo. Così anche le tradizioni del papà russo sono salve… Certo, regali senza esagerare, altrimenti la doppia festa diventa un inno al consumismo!

In questo modo anche i pranzi di festa si moltiplicano: il 25 di solito prendiamo ferie e un giorno libero all’asilo e organizziamo una cena italiana con gli amici. Il 31, invece, come vuole la tradizione russa è cena in famiglia con menù tradizionale russo dove spicca la classica insalata russa, che qui chiamano insalata moscovita oppure olivjè. E poco prima della mezzanotte immancabile ascoltare gli auguri del Presidente alla televisione e poi correre fuori per i fuochi d’artificio in piazza. Il 31 è, infatti, per i russi la festa principale dell’anno, ancor più del Natale ortodosso il 7 gennaio. Dal 31 iniziano le vacanze invernali e per una settimana circa, neve permettendo, tutti i bimbi passano le giornate nei parchi a scivolare sugli slittini o a pattinare sul ghiaccio. Quest’anno la neve promette decisamente bene, per la gioia dei più piccoli…e dei loro papà!

Concludiamo le feste con l’arrivo della Befana che lascia qualche pensierino nella calza e che, come si sa, tutte le feste porta via…ma non proprio tutte! Per i veri tradizionalisti, seppur lavorativo, la notte tra il 13 e il 14 gennaio si festeggia il Vecchio Nuovo Anno. In questo giorno, infatti, secondo il vecchio calendario ortodosso finiva l’anno e iniziava il successivo. Come si festeggia? In alcune città ci sono fuochi d’artificio nelle piazze, ma la cosa più importante è…fare un salto, ad esempio dal divano, per lasciarsi così cadere nel nuovo anno e lasciare alle spalle il vecchio.

Insomma, paese che vai, usanze che trovi…e noi abbiamo deciso di conciliare le mie tradizioni di festa italiane con quelle di mio marito russo e quindi del paese dove viviamo, lasciando che un domani sia nostra figlia a scegliere quando, come e cosa festeggiare.

Claudia, Russia.

Immagine presa da Unsplash.

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