Food Viaggi

I Giapponesi un pochino ci amano: mangiare Italiano a Tokyo

Written by Veronica Marocco

Perché mangiare italiano in Giappone? se siete in viaggio, ovviamente il mio è un NO sonoro, vista la ricchezza e la bontà della cucina giapponese, della quale ho già parlato.

Ma per chi vive a lungo termine in questo paese o ci viaggia spesso per business o motivi personali, o risiede abitualmente in Asia, è normale voler trovare ingredienti italiani per cucinare a casa, o una buona pizzeria dove godersi una margherita ogni tanto, come del resto accade per tutti noi espatriati.

Tokyo è stata una piacevole sorpresa in questo senso: non solo i ristoranti, anche quelli che servono un semplice set a dieci euro, sono di buona qualità, ma molti ristoranti e pizzerie italiane si sono rivelate essere davvero buoni, e sono diventati alcuni dei nostri posti preferiti.

Non sempre, anzi, quasi mai troverete chef o pizzaioli italiani, se non in alcune grandi strutture o in posti che appartengono a nostri connazionali, ma, sia nella ristorazione italiana che in quella francese, soprattutto nei concetti di trattoria, pizzeria, bistrot, molti giapponesi, che nulla hanno da invidiare ai loro colleghi europei.

I Giapponesi hanno una grande passione per i prodotti italiani e francesi in particolare, per le nostre culture, la storia. Per quanto riguarda l’Italia poi, mi è capitato di conoscere il pensionato che studiava la nostra lingua con disciplina e profitto perché il suo desiderio era, dopo la pensione, trasferirsi in Italia e frequentare la scuola per liutai di Cremona, molti perché appassionati di opera lirica e desiderosi di leggere i libretti in lingua originale, giovani cuochi che avevano fatto stage o lavorato nel nostro paese presso celebri chef stellati, e via discorrendo.

Perché i Giapponesi, va detto, quando vogliono fare una cosa, la vogliono fare bene. E se decidono di aprire una pizzeria (una buona, di qualità, che magari prenda un Bib Gourmand sulla famosa guida rossa!), beh, si fa la valigia e parte per Napoli magari, a fare un corso o lavorare presso un vero pizzaiolo, e poi, una volta tornati, si hanno le giuste competenze per aprire il proprio locale.

Per quanto riguarda la nostra esperienza, posso raccontarvi il piccolo miracolo capitato a me e mio marito, pugliese DOC. Passeggiando vicino casa, scopriamo la Focacceria Altamura,  minuscolo locale dove vengono sfornate ogni giorno deliziose focacce. Ovviamente non potevamo farci mancare questa chicca a 10.000 km da Bari, e ogni tanto mio marito andava a prenderne qualcuna, che poi scaldavamo a casa, scoprendo che il proprietario aveva imparato a farla proprio ad Altamura, dove aveva vissuto due anni lavorando presso una panetteria locale. Ci siamo guardati: ma a chi, se non ad un Giapponese, verrebbe in mente di partire per un paesino del sud Italia, per imparare un’arte cosi’ particolare, nell’unico posto che puo’ vantare un pane DOP? e soprattutto, cosa avranno pensato gli Altamurani vedendo il Giapponese comparire all’orizzonte?

Il più famoso fine dining italiano a Tokyo è sicuramente Il Ristorante Luca Fantin al Bulgari (Ginza): eccellenza italiana in terra nipponica, unico chef italiano ad avere una stella Michelin, rappresenta il lusso, la creatività, l’alta gastronomia del nostro Paese, la massima espressione della nostra cucina utilizzando però ingredienti locali, gli eccellenti prodotti giapponesi. Si trovano però anche posti più alla mano, e con prezzi ovviamente più contenuti, che ci permettono un breve, nostalgico viaggio nelle nostre abitudini culinarie.

Insomma, ai Giapponesi la nostra cucina piace, e anche parecchio, e persino nei supermercati (anche se a prezzi non sempre economici!) si trovano molti ingredienti che ci hanno permesso di preparare buone cene italiane agli amici ospiti, e non è raro che qualche punto vendita locale organizzi periodi di Italian Fair per vendere qualche chicca in più.

Unica differenza, le porzioni: non di rado vedrete più persone dividere una o due pizze, o nel menù avvistare pizze formato small. Stesso discorso per la pasta: la loro porzione è spesso un assaggino per noi…

Se poi ci fosse qualche Italiano residente a Tokyo o di passaggio che avesse voglia di una buona pizza, ecco i miei consigli:

  • per gli amanti della Napoletana verace, che non si formalizzano per un ambiente un po’ colorito, ovviamente il mitico Peppe Napoli sta’ ca’ , a Kamiyacho.
  • per chi vuole una pizza più sottile, alla romana per intenderci, la mia preferita: Strada Dieci ad Azabujuban
  • per chi si vuole viziare con una pizza gourmet in un ambiente un po’ chic: il Pizza Bar al Mandarin Oriental Hotel, zona Nihonbashi.

E da voi? avete trovato qualche riferimento per pizza e ristoranti italiani? come è la situazione nei vostri paesi di accoglienza?

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Author

Veronica Marocco

Amante dei viaggi e dei libri, con la mia laurea in Lingue e il mio lavoro in hotel, quando pensavo alla possibilita' di partire dall"Italia la mia immaginazione si fermava a Londra...e invece dopo due anni in Francia, nel 2011 scendo dalla scaletta di un aereo che mi porta dritta a Hong Kong, per quasi quattro anni. Nel 2014 la seconda tappa del tour asiatico: Tokyo, immensa, calma e caotica al tempo stesso. Dopo due anni nella megalopoli giapponese, nuova destinazione è Taipei, capitale dell'isola di Taiwan, che rimarrà nei nostri cuori: qui è nata Beatrice, la nostra bambina. Nel 2019 siamo arrivati a Shanghai, per poi tornare in Europa, in Francia, nell'estate del 2020. Per l'inizio del 2022, quando ormai credevo sarei rimasta europea, e dopo essere diventati quattro, accogliendo Francesco (nato a Nizza), un nuovo biglietto aereo diceva Doha, Qatar. Un bel giro del mondo del quale proverò a raccontare.

1 Comment

  • Io sono 9 mesi che vivo ad Istanbul ed una pizza degna di questo nome ancora non l’ho trovata… ma essendo napoletana sono difficile da accontentare! Ho trovato un paio di ristoranti buoni, ma in realta’ la cosa piu’ difficile e’ la difficolta’ di reperire certi ingredienti, a meno che non lasci un rene da Eatitaly!

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