Vivere all'estero

Lettera alle amiche (e amici) lontani

Written by Nadja Australia

Ciao amici belli,

come state? Sì lo so, ci sentiamo spesso su Whatzapp, Facebook, Instagram e tutta quella serie di stregonerie moderne che non esistevano mica quando eravamo giovani (intendo poco tempo fa eh mica tanto!).

Mi pare di trascurarvi. Mi spiace. Volevo solo farvi sapere che vi penso spesso eh! Quante volte durante la giornata mi venite in mente lo sapete o no? Poi mi dimentico di dirvelo! Quando ci mandiamo le foto dei bimbi, e mi viene la tristezza perché non stanno crescendo con i miei, ma poi mi ricordo che pure voi siete sparse per il mondo e per farli crescere insieme dovremo creare una comune in un luogo a nostra scelta (mica male come idea eh?!).

Quando mi mandate i messaggi con: “Ei, sai che c’è?! Sono incinta!!” e mi fate piangere dalla felicità! Quando:”Ei come si faceva quella pasta buonissima che ci mangiavamo la sera dopo aver finito di studiare?” Quando faccio il tiramisù e mi viene in mente la foto di te che lo mangi con la spatola perchè erano finiti cucchiai, forchette e cucchiani e non avevi voglia di lavarli! Quando faccio la pasta alle zucchine e mi viene in mente la mia bella amica che mi ha fatto sentire Cracco per un giorno intero (e continua ancora!!). Quando vedo la pallavolo e penso alla mia amica di una vita e quante ne abbiamo fatte insieme. Quando vedo, in foto ormai, un motorino SI (se non lo conoscete siete di un’altra epoca e non possiamo essere amiche!!) e penso a tutte le volte che abbiamo fatto le follie per andare a trovare gli amici nel paese vicino di nascosto dai genitori (no mamma scherzo mai fatte ste cose eh).

Comunque vi penso. Vorrei lo sapeste. Non è scontato eh? Che magari uno pensa: non mi scrive quindi non mi pensa! Io lo so che voi lo sapete, non saremmo amici senno! Però insomma ripetere le cose non ha mai fatto male a nessuno! Guardate i miei figli! Con tutte le volte che ripetono “mamma mamma mamma” e sono lì belli arzilli!!

E io lo so che voi mi pensate. Lo capisco dai messaggi che mi mandate che sembra che ci siamo sentite il giorno prima! Il come state quasi mai appare, è più facile leggere: “Ma quel libro che mi avevi detto che è bello come è che si chiama?” e magari ne abbiamo parlato l’estate prima in spiaggia e io so esattamente quale titolo ti devo dare.

Lo so che ho già parlato delle amicizie, ma per me è un argomento davvero importante! Con i miei amici ci sono cresciuta, abbiamo fatto le cose più pazze del mondo che se penso le potrebbero fare i miei figli mi sento male. Ma le abbiamo fatte insieme, ridendo e ridendo ancora per anni al ricordo! E ancora adesso nelle chat usiamo espressioni che solo noi capiamo e ogni volta rimango con il sorriso per ore.

Lo so che non ci vedremo nemmeno questo Natale, la festa nel mio giardino è rimandata all’estate, ormai è una istituzione! Come il compleanno della piccola D. che ci fa riunire in questi ultimi tempi e ogni anno con una sorpresa nuova! Vi state organizzando sì? Che mica farete come quella antipatica di G. che decide di fare le vacanze a settembre!! O V. che arriva a fine agosto? Ma siete matte? Che poi i bambini “grandi” sembra che non si siano mai persi di vista ma le new entries hanno bisogno di tempo per farsi conoscere!! Non vorrete perdere l’abitudine delle mie foto polaroid eh? Che poi cosa vi attaccate al frigo eh?!

Insomma amici miei, tutto questo per dire che mi mancate sempre e anche se vi sento vicini vorrei avervi vicino. Un caffè, un succo, una cena improvvisata, un film di Kusturica alle 2 del mattino, una corsa nel lungomare alle 7 e una colazione da campioni dopo (che vanifica tutto lo sforzo fatto), fare integrali doppi tutto il pomeriggio (ok non è che questo mi manca proprio eh, però che ricordi dai!!), uno squillo sul telefono che significa: “tra 5 minuti sono sotto casa tua fatti trovare giù”, un “ma i pannolini lavabili li avete mai usati per i bambini?” e le risposte che vanno da “Ma tu sei matta” a “Sono favolosi non ne potrai più fare a meno”, (indovinate quale sono io).

Avete capito? Mi mancate tutti, il fuso non aiuta e io vorrei essere lì con voi che siete sparsi per il mondo ma siete sempre con me.

Vi voglio bene brutti ceffi!

Baci,

Nadja, Peru

 

Photo Source: pixabay.com

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Author

Nadja Australia

Espatriata per lavoro ormai più di 15 anni fa, con mio marito abbiamo vissuto in Serbia, Romania, Bulgaria, Arabia Saudita,Peru, Argentina e adesso Australia! Con noi due bimbi globetrotter che ci accompagnano nella nostra pazza vita girovaga!Il nostro mantra? Home is not a place, it's a feeling! Con la Sardegna nel cuore, viviamo dove ci porta il lavoro e ci godiamo ogni piccola cosa che i paesi ospitanti ci offrono con l'entusiasmo della prima volta!

7 Comments

  • Cara Nadja,
    seguo tutte voi da diverso tempo e ogni volta esito a scrivervi. Mi avete fatto sorridere e commuovere coi vostri racconti perchè anche io come voi sono expat. Non per amore, no. Io l’ho deciso da me, un altro ricercatore disperato…pero’ oggi, forse perchè sono particolarmente stanca, e quindi forse piu’ sensibile, o solo perchè anche io ho un legame speciale con le mie amiche, ho deciso di scriverti. Io credo di capire cosa senti. Sono espatriata circa 5 anni fa in Lussemburgo prima e in Francia poi. Dietro di me ho lasciato il gruppo di persone piu’ speciale che ci sia: 5 fantastiste quasi ex ragazze con cui ho condiviso casa per tutti gli anni dell’università…in soldoni sono 20 anni che ci conosciamo. Abbiamo condiviso tutto, in un tempo in cui le doppie erano piu’ numerose delle singole e i nostri genitori non potevano permettersi altro, in cui c’era un solo bagno, per scelta senza chiave, in cui riuscivamo a starci tutte e l’unica che non aveva niente da fare si sedeva sul bordo della vasca solo per partecipare. Anche noi abbiamo avuto il famoso tiramisu’ (di Eliana), la pasta con le zucchine, la focaccia, rigorosamente barese, e ancora l’henné (che ovviamente finiva ovunque), le maschere, ecc. Noi siamo cresciute insieme e ora siamo sparse qua e là e mi mancano…mi mancano ogni giorno. Mi manca il nostro tavolo bianco, con i piedi scorticati dai colpi di sedia, rigorosamente in platica, attorno al quale ci sedevamo e ci raccontavamo. Quelle splendide ragazze, ora donne, lottano ogni giorno, contro il tempo e una società che rende difficile essere mamma, moglie e lavoratrice. Io so che non trovero’ mai nessuno cosi’ speciale come loro e sono grata per gli anni spensierati che abbiamo passato insieme e per le conversazioni quotidiane via LINE e come dici tu per il codice segreto che solo noi conosciamo e che mi fa ridere facendomi guardare come una pazza dal mio compagno. Grazie, ragazze! Club della pecora, for ever!

    • Grazie. Sarò sensibile all’argomento ma minhai fatto scendere una lacrimuccia! Queste sono le amicizie che rimarranno per una vita intera! Vi abbraccio tutte da qui!

  • Carissima,
    con piu` di vent’anni di espatrio confermo: se si vuole, le amicizie che contano, restano. Come dici tu, restano anche se non ci si sente tutti i giorni, ma nel momento in cui ci si riincontra e come se non ci fosse mai lasciati. Le altre, se non sopravvivono e` perche` non sarebbero sopravvissute anche se si fosse vissuti a distanze percorribili a piedi. Una selezione naturale benvenuta. Certo, con le amicizie che contano: che difficile essere lontani!

  • Nell’affrontare il mondo in generale sono circondata da tante storie che m’ispirano in relazione ad altri tempi che non rappresentano per me una ragione di vita, anche se forse nell’uscita ho risentito della cosa per sentire ancora di più la vicinanza, in un tempo di svolta che entro altri limiti di tempo vede rivendicare la propria autonomia e quindi, proprio du recente, mi è capitato di vedere la mia condizone in questo tempo caratterizzato da dimensioni intere che ci separano per motivi legati ai posti che occupiamo nella vita, al di là di una rigorosità meno obiettiva che è animata da una simpatia o dal suo contrario, due realtà che circondano un tema principale che può essere offuscato dalla storia. Nellìesperienza generale, quando capita, tendo a dare soddisfazione a chi m’ispira, ma avviene tutto all’interno di un attimo che viene regolato da altri avvenimenti che danno corpo alla società. Una certa freddezza rilevata dipende dal bisogno di comunicare un senso d’inaccessibilità a chi riesce ad avvicinarsi in senso assoluto, quasi. Anche per fargli capire che i diritti non servono a risolvere tutti i problemi dell’uomo, perché l’ente di partenza si comunica con chi ha nel cuore un desiderio che gli viene messo da lui e la cosa ti rende, ma questo accade in generale, avvastanza referattaria alla compagnia… proprio per mettere in risalto chi ti sta sempre intorno. Questo non è mai cambiato. cambia la forma, ma nell’altro tempo sarebbe la stessa storia, anche se sul piano teorico (anche a rischio di rasentare l’ignoranza) si tenta, si è tentato di discutere della cosa per disegnare altri punti nello spazio. la differenza non sta negli stili di vita, ma nelle esigenze della vita stessa che anche in quel caso porterebbero a dare valore ai momenti che ho detto perché non è semplice pensare ad altro all’interno di un certo equilibrio che sta impiedi da solo. Questo valore (che non dipende dagli incontri che ho detto, ma dalla mondanità che li circonda da sempre), per paradosso, è uguale al valore che si riconosce ad una vita che non ti corrisponde nelle attese, per quanto ti metta nel cuore quella speranza. Sempre ci si allontana, sempre uno si allontana e l’altro si vede intorno, anche se non prende la forma accidentale della famiglia nel confronto con una gioia che passa e sul momento ti porta a non essere così pesante. Prima sembrava così attraverso la stanza, poi il discorso è cambiato, se il filo si spezza per fini umanitari (che lo assottigliarono molto) va bene così. ma non c’è un altro. Questa è la storia dell’amicizia, per me. Il resto nella vita sociale c’intontisce, capisco che non è la stessa cosa per tutti e, a maggior ragione, sto al mio posto e starei ancora più al mio posto nell’altro tempo. Questa è la mia esperienza. Nel tempo. Quando mi guardo intorno capisco che nel tempo la famiglia ritornerà a essere quel termine di paragone per pesare le altre cose, perché trovo difetti nell’una e nell’altra storia. Se tenso questo tutto il mondo prende la fisonomia di ciò che la rappresenta, se non lo faccio non riesco a gestire i miei spazi perché l’assenza viene riempita da forme simili che mi chiedono tempo per capire cose impossibili. Quando avrò ritrovato la sicurezza nel lavoro non avrò problemi nel gestire le cose intorno che evocano degli errori dottrinali. Sarò piena di me, nel bene o nel male. Come prima, in un certo qual senso. A quel punto se mi accorgerò della visita sarò molto contenta, come sempre. Però adesso queste visite riguardano altri. Vorrà pur dire qualcosa. Mi sono vista, non posso essere romantica nel senso politico della parola. Ci vuole coscienza. Se mi cerca non è la sola, ma sembra importante che lo sia per altri aspetti. Penso per la dottrina. Allora mi sottraggo volentieri ad altre abitudini che non mi danno la stessa carica, anche sotto forma di polemica. Ecco. Quindi non è la sola. Spero di ritornare a vivermi un po’ di solitudine perché tanto non siamo soli mai.

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