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India non ti temo

Written by Guest
Sono una donna siciliana che vive in India da circa 4 anni.
Ebbene si tutto ebbe inizio da una frase di mio marito: “basta, non voglio mai piú insegnare in Italia!”
Credo capiate senza bisogno di spiegare il motivo di questo disappunto, ahimé! L’universo in quel momento fu curioso di ascoltare la nostra conversazione poiché il giorno seguente ricevemmo una proposta lavorativa per l’India.
Dopo vari colloqui, peripezie burocratiche e un matrimonio da favola organizzato in 23 giorni partimmo per questo misterioso paese in cui mai avrei pensato di vivere. Caldo umido, polvere, mucche, capre, cani, odori forti, colori accecanti, ponti ed edifici in costruzione, gente scalza, barbieri e sarti sul ciglio della strada, furono le cose che mi colpirono al primo impatto uscendo dall’aeroporto, circa 4 anni fa.
 Kandhala, nello stato del Maharashtra vicino Mumbai, fu la nostra prima dimora in India, in una scuola boarding, in cui gli studenti dormono all’interno.

In questo piccolo villaggio fui trasportata indietro nel tempo ai racconti dei miei nonni, in cui se avevi voglia di un petto di pollo dovevi acquistare l’intera gallina (mai comprata, ndr).

La pasta? Su in macchina per raggiungere in 2 ore il supermercato piú vicino.
Khandala fu il luogo in cui scoprí che Drama e Teatro sono delle materie accademiche e si insegnano a scuola, e fu lí che inizió la mia carriera come insegnante, ricevendo pure uno stipendio, strano vero? Non ero piú abituata.
Cosí dopo due anni come insegnanti, mio marito insegna arti visive, ci trasferimmo a Chennai nel sud dell’India, nello stato del Tamil Nadu.
Qui, essendo una scuola giornaliera e non piú boarding, ed essendo in un complesso molto ben posizionato con tutte le comoditá, riscoprimmo la bellezza di avere un supermercato sotto casa!
Fu come scoprire di avere l’acqua calda a tutte le ore e non solo la mattina, che gioia immensa!
Chennai é una cittá un poco piú organizzata di Mumbai e a tratti piú pulita ma ahimé l’arte non é molto valorizzata.
Gli studenti sono tutti inidirizzati a scegliere ingegneria o medicina. Ma l’arte non si puó bloccare, le passioni non si frenano, molti sono artisti con una laurea in ingegneria.
Credo questo sia il motivo per il quale siamo stati mandati qui: spread the art and create positive energy- diffondere l’arte e creare energie positive. Chissá sia la volta buona per finire il mio libro? Siamo esattamente dove dovremmo essere, in un luogo mistico ma ancora titubante di far emergere le bellezze interiori.

L’India é il paese dello yoga e meditazione, il luogo in cui il cibo é sempre speziato, anzi piccante, in cui le mucche sono sacre e nonostante intralcino il tuo cammino per strada non puoi toccarle ma semplicemente attendere che gentilmente si spostino. L’India é il paese del Chai, un tipico thé con latte e spezie, il paese del traffico che dura per ore, il paese del saree, tipico abito tradizionale, il paese dei matrimoni combinati e dei festival ogni mese. L’India é il paese dei Tuk tuk o meglio Rickshaw, piccoli ed economici taxi locali, India é il luogo in cui il clacson non é un accessorio di emergenza ma un elemento indispensabile nella vita di tutti gli indiani.
India é vita, energia pura, in cui il silenzio é bandito e i tamburi suonano tutta la notte. Cosí, da casa di una tipica famiglia Indiana, mentre Meena prepara il sambar, mio marito spiega l’arte rinascimentale, io vi scrivo sorseggiando un the allo zenzero, cumino e cannella.
Grazie India per averci accolto, tirato le orecchie, svegliati, e inspirati.
Deborah
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Guest

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