Espatrio

Lo zaino vuoto

zaino vuoto
Written by Monica Italia

Siamo stati un anno e mezzo scolastico in DAD, con lo zaino vuoto.

Abbiamo iniziato con la scuola a distanza in Marzo 2020 a Pune, abbiamo poi cambiato città e scuola, ripreso con il nuovo anno scolastico virtualmente, andati fisicamente in classe per 3 settimane a singhiozzo e da Marzo 2021 siamo tornati nuovamente in DAD. 

I nostri figli hanno visto la faccia allungata o tondeggiante, la corporatura fina, alta o bassa dei loro compagni dal vivo per tre settimane, e poi basta. 

Ricordo ancora i loro commenti eccitati di quelle uniche tre settimane, dal
Mamma mi hanno detto che non avevano notato i miei occhi verdi” al “sono tutti più alti ” al “la mia insegnante è molto più brava dal vivo che on line“.
Commenti che mi facevano sorridere, ma anche provare tanta tristezza per quello che questa pandemia aveva tolto loro: la normalità, la dolcezza delle interazioni con i nuovi compagni.
 
Da dopo Pasqua non sono più tornati a scuola e come tutti sapete, la situazione qua in India, da allora, é completamente precipitata. 
Tornare a scuola in presenza è stato impossibile, anche perché più del 50% degli insegnanti e del personale scolastico è stato contagiato. 

E questo zaino vuoto nell’armadio che al primo giro di giostra pareva loro essere una condizione condivisa con il mondo e necessaria, a questo secondo giro di chiusure, è parso solo tanto crudele ed ingiusto. 

Mamma perché i nostri amici in Italia, Stati Uniti, Austria, Francia, Inghilterra, Germania, persino Bali e Singapore vanno alla real school e noi no?” 
Questo mi chiede sovente la piccolina di casa, mentre gli altri due si limitano ad osservare in silenzio questa enorme disparità esistente tra loro chiusi in casa ed il resto del mondo che conduce una vita pseudo normale.
A volte penso che se non si fossero mai nemmeno visti dal vivo avrebbero sofferto meno. 
Ma poi rifletto anche sul fatto che quello sprazzo di carne ed ossa e risate dal vero abbiano comunque donato loro un sottile legame in più con i loro compagni e i loro insegnanti. 
Non più ridotti solo a ologrammi di cui a volte non senti nemmeno chiara la voce e sicuro non puoi leggere gli sguardi e le espressioni.

Non so quanti altri Paesi siano messi come noi, magari me lo direte voi, ma io credo davvero pochi. 

La scuola in India, ora che scrivo, si è appena conclusa. E per fortuna direi! 
I due più grandi avevano fatto già gli esami di fine anno ad Aprile, capirete quanta voglia avessero di rimanere ancora attaccati al quel computer. 
La piccola di casa è stata in queste ultime settimane sempre irritabile, non ne poteva più, stava gestendo come fanno i piccoli le ingiustizie e le privazioni che non capiscono, con la rabbia.
Continuava a ripetere che lei odiava la scuola e non è mai stato cosí.

Quello che ha odiato è in realtà quello che era diventata la scuola,  solo compiti, noiose lezioni frontali, senza reale contatto umano. Come darle torto.

Ovviamente io, ormai insegnante di ruolo a casa da più di un anno, ho cercato di sostenerla, motivarla. Renderle tutto meno amaro, ma è stato difficile ogni giorno di più.
Anche perché spesso le insegnanti non si presentavano perché malate, e allora si rimbalzavano sostituti su sostituti che non avevano nemmeno il tempo e spesso la voglia di creare un rapporto con questi ragazzi, sparsi come satelliti in case e situazioni diverse.
 
Ora che la scuola è finita mi chiedo quanto grande sarà il buco che ha lasciato dentro di loro e quanto filo ci vorrà per ricucirlo.

Non penso, come alcuni, che non si riprenderanno mai, che questi saranno danni permanenti, questo no.
La resilienza dei ragazzi è un muscolo molto forte.

Penso però che questo sia stato un anno completamente perso e che non verrà restituito loro.

Un anno senza aver giocato con i propri compagni, conosciuto le proprie maestre, un anno di dolce prima adolescenza non vissuta.

Credo che questo rimarrà come un anno vivido nella loro memoria, ma allo stesso tempo sarà sempre un po’ offuscato perchè nei fatti privo di reale vita vissuta.

So che recupereranno gli academics e che si faranno una ragione di tutto quello che è successo e che non è successo, e che lo faranno anche più velocemente di me. 
I ricordi sbiadiranno come l’alienazione, ma l’amaro in bocca di questa vita scolastica che si è fermata, quello per un po’ rimarrà. Ci vorrà tanta gioia futura, che speriamo arrivi presto, per sciacquarla via definitivamente.

Monica, India

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Author

Monica Italia

In giro per il mondo da 15 anni.
Mamma di 3 ragazzi, veri cittadini del mondo
Abbiamo vissuto in UK, USA e INDIA.
Mi occupo di consulenza HR, formazione manageriale e insegno in programmi MBA.
Sono un Executive Coach and Mentor certificato con ICF (Federazione Internazionale Coaching) e ho un master in Neuroscience.
Credo nel life long Learning…perchè la vita ci plasma con ció che viviamo e ciò che studiamo

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