Espatrio

Arrivederci, Londra

Vista di Westminster, il Parlamento del Regno Unito
Written by Elisa, Abu Dhabi

Dopo sei anni di vita, dico arrivederci a Londra, che è stata casa, rifugio, crisalide e testimone della mia crescita da ragazza a donna.

Arrivederci, Londra. Comincio a salutarti all’inizio dell’estate, il tuo periodo d’oro. Quando il sole tramonta alle 21:30 e i 20 gradi si vedono spesso e volentieri. Che bello è alzarsi alle quattro per prendere un aereo e fa già giorno, e avere ancora tre ore di luce piena quando finisci di lavorare. Persino sgomitare con altre migliaia di londinesi per un centimetro quadrato di spazio attorno a una delle piscine all’aperto o dei laghetti di Hampstead è una sensazione piacevole. Soprattutto, è famigliare: questa è la mia sesta estate londinese. E lo so che la maggior parte del tempo pioverà e ci saranno sedici gradi: ma questo inverno sarò al caldo e la pioggia non mi pesa quasi più.

Arrivederci, Londra. Arrivederci ai tramonti a Primrose Hill con una pizza di Purezza mangiata direttamente dal cartone. Arrivederci ai cinema all’aperto, che quando vuoi andarci piove sempre. Arrivederci Regents Canal, il mio viale dei ricordi londinese, il quale negli ultimi cinque anni ha visto altri pezzi fondamentali della mia vita prendere forma: la mia prima casa in condivisione, un’esperienza difficile, e l’ultima, un’esperienza meravigliosa; la notte in cui mi sono innamorata di nuovo, e quella in cui il mio cuore si è spezzato; le decine di corse fatte per far sfogare le lacrime, per urlare il mio dolore alla strada; la prima passeggiata con Florent, che però abitava in Peru ed era tutto troppo difficile; e infine, l’anno scorso, la prima casa che ho comprato, anzi che abbiamo, perché nel frattempo il cuore ha ricominciato a battere.

Arrivederci, Londra. Con il biglietto dell’autobus che cinque anni fa costava £1.50 e oggi £1.75 ma gli stipendi non sono saliti. Con una nuova linea della metro finalmente funzionante. Con i tuoi muri di cartapesta, l’assurdo sistema dei landlord come proprietari di casa ma anche dei landlord come proprietari di terreno, per cui il tuo landlord magari è solo un freeholder e deve chiedere il permesso al suo landlord per cambiare una finestra. Con la tua propensione allo sporco,

Arrivederci, Londra. Con lo stracchino che oggi si trova anche al deli sotto casa, le decine di errori di stampa nei menù dei ristoranti italiani e più pizzerie senza glutine di quante non possa visitarne in un anno. Con le tue migliaia di ristoranti che mi hanno aperto il palato a decine di cucine che non conoscevo: etiope, georgiano, vietnamita, thailandese, indiano di ogni regione. Non ho mai messo piede in Asia eppure grazie a te ho assaggiato bánh xèo e nasi lemak e bibimbap, e ora la zuppa di miso è diventata il mio comfort food quando sono malata.

Panzer’s Deli a St John’s Wood

Arrivederci, Londra. Con i tuoi ritmi fuori di testa, che alle sei e mezza del mattino sei già in palestra e finisci per metterti un time slot anche per la doccia, che il weekend è organizzato al minuto tipo visita di stato per incastrare un’esposizione a Hackney, un brunch a Shoreditch, un caffè con quella persona che hai incontrato ad un evento, la spesa, un corso avanzato di verticali e l’inaugurazione di casa di due amici che si sono trasferiti a Woolwich.

Arrivederci, Londra. Mi hai regalato le esperienze più meravigliose e difficili della mia vita. Mi hai fatto incontrare le persone che mi servivano, e anche se con molte ho perso i contatti, anche se tante sono partite, anche se alcune hanno fatto male, è soprattutto grazie a queste relazioni che oggi sono la persona che sono. È grazie tanto all’amicizia quanto all’incomprensione, al tradimento e alla sofferenza, che ho imparato a scegliere di fidarmi, ad aprire la porta, e a non lasciare che le esperienze negative passate mi precludano la possibilità di nuove esperienze positive.

Di grazie, Londra, te ne devo tanti.

Grazie per avermi permesso di trovare la mia strada lavorativa. Grazie di avermi aperto porte, anche se ho fatto fatica ad abituarmi al networking, di avermi fatto incontrare mentori che mi hanno aiutata a crescere, a diventare più sicura di me stessa. Grazie per avermi fatto conoscere il mio studio di yoga, che è diventato il mio porto sicuro, con quell’armadietto numero nove che mi ha vista gettare dentro i miei vestiti alla rinfusa qualche migliaio di volte in cinque anni. E grazie anche per avermi permesso di insegnare, in quello studio, quando ho preso la certificazione da insegnante.

Io spero che ci vedremo spesso. Che continuerò a considerarti la mia base. Che tra qualche anno rimetteremo piede nella nostra casetta sul Regents Canal e torneremo a due ore di treno da Parigi e due ore di volo dall’Italia, in un Paese dove si va a scuola a piedi.

Ma per ora, Londra, ci diciamo goodbye. Prenditi cura di te stessa, che gli ultimi anni, la Brexit, la crisi economica, il covid, ti hanno messa un po’ in ginocchio. Hai ancora migliaia di cittadini che ti vogliono bene, e spero che governi locali e associazioni sappiano tenere viva la fiammella d’amore per questa città multiculturale, aperta, spietata, caotica, sparsa e contraddittoria che ho chiamato casa per sei anni, e che mi ha vista diventare donna.

A presto,
Elisa, in transito

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Author

Elisa, Abu Dhabi

Nata con i piedi nell’Adriatico e cresciuta sotto le Due Torri, una delle mie prime ricerche su Google è stata “come ci si trasferisce negli Stati Uniti”: i risultati mi hanno convinta dell’importanza fondamentale della libertà di movimento in Europa. Ho vissuto in Francia, a Londra, in Macedonia e ora faccio base ad Abu Dhabi. Mi occupo di sostenibilità, insegno yoga, sono ambasciatrice dello slang parigino di banlieue nei quartieri bene di Londra e della cucina vegana senza glutine in giro per il mondo.

1 Comment

  • Che groppo al cuore. Lasciare Londra di nuovo attraverso le tue parole. Ma anche quanta dolcezza. E tanti auguri per le nuove avventure, Elisa.

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