Family&Kids Interviews

Interviste alle Nonne di Fuso: l’esperienza di Silvana

Ammetto che quando ho affrontato il mio primo espatrio non ho pensato troppo alla distanza che avrei messo tra me e la mia famiglia. Certo il pensiero c’era, ma ero giovane, proiettata con testa e cuore nel mio nuovo progetto di vita, innamorata del futuro e dell’uomo per cui avevo deciso di trasferirmi in Svizzera piuttosto che verso lidi che mi sembravano più attraenti. Non è che non fossi triste o malinconica, o non vedessi la malinconia e la preoccupazione negli occhi dei miei cari, semplicemente, forse per l’età, forse perché è normale e sano che in in certe fasi della vita sia così, era più forte la spinta a partire.

Sono cresciuta, da un lato sono diventata mamma anche io (e ammetto che la sola idea che i miei figli si possano trasferire, magari dall’altra parte dell’oceano, oggi, mi si ferma il respiro per un attimo. Per fortuna ho anni per prepararmi al distacco!) e dall’altra vedo i miei genitori invecchiare, e le preoccupazioni nell’essere lontana, magari nel momento del bisogno, aumentano, la stretta al cuore nel vedere i miei bimbi che abbracciano i nonni a ogni partenza si fa un po’ più forte. E’ per questo che dopo le interviste ai mariti di Fuso, abbiamo deciso di dar voce a un’altra componente familiare importantissima, le nonne, che sicuramente vivono (subiscono?) l’espatrio con un’ottica particolare e sentimenti forse contrastanti. E’ quindi con gioia che vi presento Silvana, la mamma di Elena, che da anni vive in giro per il mondo.

Ciao Silvana, prima di tutto grazie per la disponibilità e l’apertura con cui ti sei messa in gioco, noi Amiche di Fuso crediamo che il punto di vista delle Nonne expat sia una parte importante di questa esperienza che viviamo e raccontiamo, di certo arricchente. Ci dà una grande forza sapere che le nostre mamme ci spalleggiano anche da lontano! Ti ricordi qual è stato il tuo primo pensiero/reazione alla notizia che Elena si sarebbe trasferita all’estero?

Eccomi quà, a dire il vero con un certo imbarazzo, ma con molto piacere per la possibilità di dare il mio punto di vista come mamma di una figlia femmina expat, si, perché c’è differenza tra il figlio e la figlia (non sul piano affettivo naturalmente). Inconsciamente si è più preparate al maschio che va all’estero, che viaggia anche lontano, ma lui è maschio !
 Quando invece è la nostra bambina che parte, c’è un macigno nello stomaco misto ad una contentezza per la nuova avventura che affronta, perché, diciamolo, sarebbe piaciuto tanto anche a me!!


E il momento della partenza vero e proprio?

Quando Elena è partita per Quito, mille paure mi hanno tormentata: il viaggio lungo da sola, la prima convivenza vera con il suo “ragazzo”, starà bene, starà male, avrà le medicine giuste. Poi però quando sono tornati dopo qualche mese dicendomi che erano in attesa di un bambino…la gioia allo stato puro!

Ecco: i nipotini! E’ cambiato qualcosa con il loro arrivo?

E così è arrivato Tommy nel 2006 a Milano, e ce lo siamo goduto per un annetto e poi, poi la partenza per New York: per me una tragedia che però non doveva trasparire per dare tranquillità ad Elena che partiva con un bimbo piccolo in una grande città che non conosceva. E’ stata ed è bravissima, come lo siete tutte voi expat: avete forza da vendere! La nascita dei bambini chiaramente ti riempie la vita anche se sono lontani, rafforzano il legame con le figlie, perché anche loro finalmente capiscono cosa vuol dire essere madri.

Amiche di Fuso, Elena Dubai

Amiche di Fuso, Elena Dubai

Riesci ad andare a trovarli e comunque a vederli abbastanza spesso e come vi tenete in contatto?

Ecco, così ho iniziato con i viaggi, lunghi e lontani, per me che parlo un inglese scolastico e viaggio sempre da sola! L’importante è scrivere bene in stampatello nome ed indirizzo e numero di telefono di mia figlia. Così, mi dicevo, bene, se non mi capiranno sapranno almeno leggere! Voi ragazze siete delle rocce, ci date una forza che ci fa attraversare il mondo per stare un po’ con voi ed i nostri adorati nipoti!
 A Las Vegas è nata la mia principessa Giulia, la mia Giulietta, che emozione! Sono stata con loro per tre mesi. Devo dire che fortunatamente i distacchi sono meno traumatici da quando c’è Skype, vedere e giocare con i bambini sul web è un divertimento: pensa che mentre leggevo una favola a Tommy , Elena è riuscita anche a farsi la doccia! 
 Devo proprio ammettere che mai avrei fatto tanti viaggi in tante bellissime città se non dovessi rincorrere Elena in giro per il mondo! Così ho avuto la possibilità di visitare New York, e lustrarmi gli occhi da Tiffany sulla 5 che avevo visto tante volte nei film, Las Vegas, dove ho lasciato un po’ del mio cuore: allegra, faraonica e spettacolare, dove le fontane del Bellagio mi facevano accapponare la pelle da tanta bellezza, e poi è nata Giulietta e lì la Elena ed Alessandro si sono sposati: un matrimonio divertentissimo! San Francisco, che dire? Mi è piaciuto tutto, è bellissima!

Da dicembre si sono trasferiti a Dubai; il viaggio? una passeggiata le 6 ore scarse contro le 2+11 per gli States, solo 2 ore di differenza di fuso contro le – 9; sono andata a trovarli nel mese di marzo/aprile quando le temperature sono nella norma: abbiamo fatto un po di lavori in casa, delle belle gite ed anche delle piacevoli uscite con le amiche di Elena; ho conosciuto un po’ di nonne con le quali mi sentirò appena tornano in Italia. Abbiamo paragonato Dubai ad una Las Vegas con il mare…

Cosa diresti a una mamma che si trova per la prima volta a vivere il distacco da una figlia/o?

Io penso che col passare del tempo, vista la crisi lavorativa in Italia, le expat saranno in aumento ed a proposito vorrei dire alle loro mamme di trasmettere serenità anche se serene non sono: le nostre ragazze hanno bisogno del nostro supporto per diventare ancora di più indipendenti e forti, perché se per noi è difficile, lo è ancora di più per loro, soprattutto se ci sono dei bambini. Avere la mamma vicina per rassicurarle se hanno la febbre, avere la mamma vicina per fare la spesa insieme o andarci a bere un caffé e poi fare la spesa, ecco, queste cose mancano a tutte e due. Però grazie alla magnifica invenzione del pc….

E a tua figlia Elena cosa vuoi dire, oggi, da lontano?

Voglio dirle che indiscutibilmente sono orgogliosa di Lei, della donna e mamma che è diventata, della forza che ha nel gestire la casa, il suo lavoro e la famiglia, di come sta crescendo i bambini e di quanto supporto ha dato e dà a suo marito. Mi è stata molto vicina in momenti difficili della mia vita,quando già lei era via, si, con tanta saggezza. La strada è lunga e so che la malattia del papà è la nota triste del suo percorso di vita, ma siamo tutti uniti e ci vogliamo bene come è sempre piaciuto al papà !
 Grazie Elena per essere mia figlia!

Grazie a te, nonna Silvana, di cuore!

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Author

Valentina Svizzera

All'estero dal 2006, viaggiatrice da sempre, trismamma, autrice, formatrice e life e parent coach certificata, mi visualizzavo in un Paese caliente e vivo in Svizzera, sogno un mondo di bambini felici e adulti consapevoli, per ora mi limito passo a passo a costruire il cambiamento supportando gli altri nel loro percorso! E sapete cosa? Questo mi rende estremamente felice e grata, ovuqnue mi trovi nel mondo. :-)

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