Vivere all'estero

Le cose che ho imparato di me stessa vivendo all’estero

Written by Amiche di fuso

Oggi vi parlo delle cose che ho imparato di me vivendo all’estero.

Prima di partire avevo vissuto tutta la mia vita nella città dove ero nata e cresciuta: una città dove allora tutti si conoscevano, con i miei a poche strade di distanza, circondata dagli amici di sempre.

Avevo pure sposato un amico del liceo.

Insomma non avevo mai dovuto fare una gran fatica.

Ammetto di aver avuto una vita facile e molto provinciale: un provincialismo che mi si era attaccato addosso, modificando addirittura il mio carattere ed il mio modo di essere.

Mi lasciavo condizionare dai giudizi degli altri e per non farmi vedere, mi annullavo.

Ero timida e vestita come tutti gli altri: in una parola ero omologata.

Se ripenso a com’ero allora, non mi piaccio molto e sono molto contenta che mia figlia a 21 anni sia invece molto sicura di sé.

Le cose che ho imparato di me stessa stando all’estero

E` bastato però che mi allontanassi e sono sbocciata. Per necessità di certo, ma il non avere nessuno a cui chiedere di fare le cose per me o  che non mi giudicava solo per il mio aspetto o la mia posizione sociale e professionale (per molti ero la dottoressa con il camice bianco dietro il bancone) mi ha cambiata, secondo me, molto. Ed in meglio.

Ho visto molti cambiamenti in me stessa, appena arrivata da questa parte dell’oceano e sono molte le cose che ho imparato di me vivendo qui.

Sono diventata loquace per esempio. Nonostante il mio terribile inglese mi buttavo, parlavo con le poche parole che sapevo ed i molti gesti. E continuo ad esserlo ancora ora ( beh ora riesco pure a parlare…)

Ho lasciato la timidezza in Italia. Infatti ho sempre fatto io il primo passo, non ho mai aspettato che altri lo facessero per me e così ho trovato amiche e intavolato rapporti, che non sarebbero mai nati, perché ad aver bisogno ero io, non gli altri.

Ho capito di essere forte fisicamente. Facendo tante cose con le mie mani. Per esempio ho scartavetrato mobili presi dai rigattieri o nei garage sale per dargli una seconda vita. Ho tolto moquette dai pavimenti e con mio marito abbiamo imparato a lamare i parquet. Abbiamo pitturato tante stanze e pulito tanta sporcizia in ogni casa in cui ci siamo trasferiti. Ho voluto sempre fare tutto da sola o con mio marito, senza aiuto esterno.

Mi sono resa conto però di essere forte anche caratterialmente, perché momenti bui ne ho avuti, momenti che hanno rasentato la depressione, momenti di paura, momenti di solitudine, momenti di fatica. Essendo sola con mio marito, che ha sempre viaggiato molto, non è stato sempre facile e idilliaco vivere lontani dall’Italia.

Ho capito, nonostante le generazioni passate, di possedere la stessa anima contadina dei miei nonni paterni, per cui mi rilasso mettendo le mani nella terra e vedendo sbocciare i miei fiori e crescere le mie piante. Per non parlare poi della gioia che mi dà raccogliere uno zucchino o un pomodoro dal mio orto.

Ho anche capito di essere creativa e questo l’ho preso dalla mia mamma: per un po’ di tempo ho addirittura creato gioielli, e la gente mi fermava per strada per sapere dove li avevo comprati. Così  mi sono messa a farli per venderli e, a sorpresa, ne ho venduti. Le  mie capacità creative però finiscono qui, perché non so neanche fare un orlo o attaccare un bottone!

Ho scoperto di amare follemente il design d’interni e per un certo periodo ho pianto a posteriori sulla decisione finale di fare farmacia all’università, perché era più facile con quella laurea trovare un lavoro, che non con architettura, come sarebbe stato nei miei sogni.

Sono stata fortunata qui ad aver incontrato persone che mi hanno dato corda e che mi hanno permesso, naturalmente dopo che eravamo diventate amiche, anche di rivoluzionare le loro case. Un giorno sono arrivata a casa della mia amica Libby, a cui dò lezioni di italiano, e invece di metterci a studiare il congiuntivo, le ho rivoluzionato la disposizione del soggiorno.  E nonostante questo, siamo ancora amiche!

Ogni tanto vengo presa dalla voglia di cambiare e rivoluziono la disposizione del mobilio pure in casa mia. Compro cuscini nuovi, faccio qualcosa per rinnovare. Sono in questa casa da 17 anni, io che non avevo mai vissuto tanto nella stessa casa prima d’ora. Invece del marito cambio la disposizione dei mobili, più facile, no?

Posso affermare di aver finalmente imparato a cucinare qualcosa di decente. Io che prima di emigrare sopravvivevo a prodotti Findus e surgelati. Mi piace cucinare per mantenere le tradizioni italiane, facendo la pasta fresca o i dolci della tradizione. Anche se  questo comporta molto più lavoro, perché qui non sempre si trovano gli ingredienti in tutti i supermercati e bisogna girare di più.

Mia mamma, in visita qui l’estate scorsa, mi ha detto: “Certo che voi siete le uniche persone che conosco che devono prendere l’autostrada per andare al supermercato”. In un certo senso ha ragione: anche se di supermercati vicini ne ho, per trovare tutto quello che mi serve per cucinare italiano, devo  prendere l’autostrada!

E, per finire, ho capito che mamma sono.

Spinta dalla necessità, come tutte le mamme che si trovano a crescere i propri figli senza la famiglia intorno, ho fatto errori da sola e cose belle da sola. Sugli errori fatti non posso recriminare accusando qualcun altro, sulle cose belle posso prendermi tutti i meriti. (Va bene, qualcuno lo devo condividere con mio marito: lasciamogli qualche merito che è un bravo papà).

Sono una mamma sulla cui spalla si può piangere, che non dà giudizi sulle cose che le vengono dette. Ammetto di essere perennemente preoccupata, ma cerco di non darlo troppo a vedere. Perché non voglio limitare le esperienze di mia figlia e le paure le tengo per me ( beh, quasi sempre…).

Sono una mamma che compra per sua figlia cose nuove, ma non le butta via le magliette con i buchi che lei tanto adora. Sono una mamma che ha accettato capelli rosa, poi viola e ora verdi e trova sua figlia bella comunque. Ora anche con il piercing al naso, cosa che ha fatto inorridire molti che conosco.

Tirando le somme, e non lo dico per autoglorificarmi, devo dire che mi piace abbastanza la persona che sono diventata andandomene dall’Italia. Non so se sarei stata la stessa se fossi rimasta là. E soprattutto non so se sarei mai stata la mamma che sono, che è di tutto, la cosa più importante che sono diventata qui.

Claudia, Wisconssin

Ha collaborato con Amiche di fuso da settembre 2015 a dicembre 2019. Potete continuare a seguirla su Un’alessandrina in America

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Amiche di fuso

Amiche di fuso è un progetto editoriale nato per dare voce alle storie di diverse donne, e non solo, alle prese con la vita all'estero. Vengono messi in luce gli aspetti pratici, reali ed emotivi che questa esperienza comporta e nei quali è facile identificarsi. I comuni denominatori sono la curiosità, l'amicizia e l'appoggio reciproco.

6 Comments

    • Siamo d’accordo allora! Io mi piaccio molto di piu` ora…magari non guardandomi allo specchio: sai, l’eta`, ma di certo per tutto il resto!

  • è verissimo, si cambia tanto e si cresce
    io non faccio altro che ripetere a chiunque mi chieda di fare un periodo all’estero perchè si ha cosi tanto da imparare!!!

    • Vero ed in tutti i sensi: impari molto di te anche facendo attivita` manuali che magari non avresti mai fatto, ma che ti insegnano molto di piu` della mera attivita` ! Claudia

  • Claudia… il tuo articolo da’ una carica eccezionale!!! Comunichi liberta’, leggerezza e serenita’… che meraviglia! Grazie!!!

    • Grazie a te Alessandra! Non e` stato facile, lo sappiamo tutti se viviamo all’estero, ma se non si guardano le cose della vita con positivita` come facciamo a crescere e ad usare cio` che ci viene messo davanti per diventare persone migliori? L’importante e` comunque non perdere mai l’autoironia: mai prendersi troppo sul serio, quello e` il mio segreto! ( Ne sto scrivendo sul mio blog personale)

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