Benessere Food

La dieta non dieta di Debora Rasio: essere consapevoli

Written by Federica Italia

Recentemente ho letto un libro che mi ha dato nuove consapevolezze: “La dieta non dieta” di Debora Rasio. Un libro che mi ha insegnato tantissime cose. Ho anche perso qualche chilo, ma non è stata quella la cosa più importante.

Non ho mai avuto particolari problemi di peso. Sono sempre stata naturalmente magra. Certo ho avuto qualche difficoltà in più quando ho preso ben 27 chilogrammi con la mia prima gravidanza però ne ho persi la maggior parte in poco tempo. Ciò che invece mi caratterizza da 12 anni, e precisamente da un viaggio in Messico finito con un intervento all’intestino per una salmonellosi non diagnosticata, sono i problemi all’apparato digerente. Coliche di stomaco abbastanza frequenti, una diagnosi di colon altamente irritabile e quel fastidioso e costante gonfiore. Fenomeni molto spesso legati a periodi di stress intenso, ma che peggiorano sicuramente con un’alimentazione sbagliata.

Gli ultimi due anni sono stati mentalmente un po’ pesanti. Oltre allo stress psicologico o forse direttamente proporzionale con quello, ho ceduto sicuramente più spesso ai mie comfort food: cioccolato e dolci in generale. Ho mangiato spesso prodotti da forno confezionati per un pranzo al volo davanti al pc, poca frutta e verdura e poca varietà. Soprattutto a pranzo quando sono sempre a casa da sola. In conseguenza a tutto ciò, il gonfiore all’addome era tanto e costante. Poco prima dell’estate mi sono imbattuta ne “La dieta non dieta” di Debora Rasio. Conoscevo e apprezzavo questa oncologa, ricercatrice e medico nutrizionista, grazie ai suoi interventi su Radio Montecarlo che ascolto sempre in auto. Ogni volta mi rammaricavo di non potermi scrivere ciò che diceva perché stavo guidando. In pochi minuti raccontava e spiegava cose interessantissime e dava suggerimenti pratici spiegando sempre il perché scientifico. Appena ho scoperto che su questi argomenti aveva scritto un libro, l’ho acquistato senza nemmeno leggere le recensioni.

“La dieta non dieta” di Debora Rasio

Il libro non ha tradito le mie aspettative. Credo di aver imparato di più sull’alimentazione nelle due settimane in cui l’ho letto che in tutta la mia vita! Consiglio a chiunque di leggerlo, indipendentemente dalla necessità o meno di fare la dieta suggerita. Ciò che ne trarrete sarà la consapevolezza su come le vostre abitudini alimentari influenzano il vostro corpo e di conseguenza il vostro stare bene.

Raccontarvi tutto il libro è impossibile. Perché in ogni pagina ci sono cose molto interessanti. Vi elenco quindi solo le quattro cose che mi hanno maggiormente colpito:

  • Ciò che succede dentro al nostro corpo quando ingeriamo troppi carboidrati, processo che cerco di semplificare il più possibile. La digestione li trasforma in glucosio che entra nel sangue. Le cellule ne ricavano l’energia necessaria per svolgere le funzioni vitali mentre quel che avanza viene messo da parte nel fegato e nei muscoli sotto forma di glicogeno. Lo “spazio” in cui accantonarlo è però molto esiguo per cui quello in eccesso verrà immagazzinato nella forma di grasso o tessuto adiposo. Tutto questo traffico è regolato molto bene dall’insulina, solo però finché il glucosio non diventa troppo. Quando succede, il fegato compie un lavoro extra per trasformarne il più possibile in grasso e le cellule si rifiutano di prendere più glucosio per non danneggiare il DNA racchiuso al loro interno. Questa forte resistenza blocca però anche la vitamina C  (antiossidante) e la carnitina (che trasforma i grassi in energia). Il blocco di queste causa una situazione di stallo metabolico con pesanti ripercussioni sul funzionamento delle cellule. Per questo spesso chi ha problemi di peso si sente spesso anche stanco e senza energia. Ma, ancora più grave, questo blocco va ad aumentare i rischi di disturbi a cuore, circolazione, sistema immunitario e non ultimo al cervello. Non è un caso se le malattie neurovegetative sono in continuo aumento. Leggere questo capitolo è stato sinceramente sconvolgente! Anche Mimma il mese scorso ci aveva parlato di libertà dagli zuccheri.
  • Ciò di cui vengono privati i cereali con la raffinazione. La natura ha messo dentro ai cereali una molecola potenzialmente pericolosa come il glucosio, ma l’ha abbinata al suo antidoto: la fibra solubile. Questa induce a produrre incretine, importanti per abbassare la glicemia e rallentare lo svuotamento dello stomaco con conseguente senso di sazietà. Oltre alla fibra negli strati esterni del cereale, troviamo vitamine e diversi antiossidanti che rendono i cereali molto benefici per l’organismo. Con la raffinazione tutto ciò, insieme alla fibra, viene eliminato rendendo il cereale meno digeribile e meno benefico. E, soprattutto, non in grado di abbassare la glicemia. Da qui il continuo aumento del diabete. Alla raffinazione si affiancano altre pratiche che peggiorano i cereali: uso di pesticidi, additivi (sostanze chimiche come conservanti, sbiancanti etc.) e uso di mulini industriali ad alta velocità che generano alte temperature e uccidono quel poco di vitamine rimaste. Insomma i cereali di oggi non sono quelli di un tempo. Da qui l’aumento della celiachia.
  • I danni di un’alimentazione ricca di prodotti da forno dell’industria alimentare. Prodotti comuni come grissini, cracker, fette biscottate e biscotti, anche per bambini, contengono infatti acrilammide, un composto in grado di causare tumori e danni neurologici. La scoperta della sua presenza in questi prodotti risale al 2002 in Svezia ed è dovuta alla cottura a temperature superiori ai 120 gradi di cibi ricchi di amido. Nonostante ciò, questa sostanza non compare nelle etichette del prodotto con la scusa che non è un componente aggiunto, ma una sostanza che si crea da sola durante la cottura, dalla reazione fra zucchero ed alcuni aminoacidi come l’asparagina. Ad oggi non ci sono leggi che obbligano l’industria ad abbassarne i livelli. L’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) si è limitata ad abbassare la soglia di pericolosità dell’acrilammide per i bambini. Non è sconvolgente? Come proteggerci? Sostituire il più possibile questi alimenti con pane a lievitazione naturale lunga con lievito madre che abbassando il PH dell’impasto ne limita la formazione (pensate a quanto erano giusti i metodi tradizionali!). Non mangiare le croste della pizza e del pane molto croccante perché è lì che si trova la concentrazione maggiore. Limitare le patate perché fritte ed arrosto contengono molta asparagina.
  • L’attenzione che va posta anche ai materiali degli utensili che usiamo per cucinare e mangiare perché al loro interno sono presenti diversi interferenti endocrini, sostanze in grado di interferire con il nostro equilibrio ormonale. Sono nemici subdoli perché si manifestano non subito, ma a distanza di anni e causano problemi che si trasferiscono e ingigantiscono di generazione in generazione. Pensate che sarebbero anche i responsabili dell’aumento dell’infertilità. Esiste un utile decalogo del Ministero dell’Ambiente per ridurre i comportamenti che ci mettono in contatto con gli interferenti endocrini. Ve ne dico solo alcuni: non riporre alimenti caldi in contenitori di plastica (non lo facciamo spesso quando dobbiamo congelare qualcosa cucinato per fare scorta in congelatore?); non utilizzare pentole in alluminio con alimenti acidi (pomodoro, agrumi, aceto) o ricchi di sale, idem per le vaschette di alluminio che non vanno usate né con alimenti caldi né acidi; non usare padelle antiaderenti usurate e limitarne comunque l’uso perché per i nuovi materiali introdotti dopo la messa al bando del PFOA non ci sono ancora studi pronti. Stessa cosa per il silicone su cui ci sono ancora troppi pochi studi. Quindi scopriremo se sono salutari solo nei prossimi anni! Sì a vetro, acciaio inox 18/10, terracotta, legno certificato d’ulivo per taglieri e utensili.

Questi sono solo gli argomenti che mi hanno colpito di più, ma il libro è pieno di argomenti interessanti come il veganismo, il digiuno, la carne, oltre a indicazioni precise per una dieta dimagrante ben strutturata. Io ho seguito la dieta e, anche se non l’ho fatta in modo così rigido fino alla fine, ho comunque perso 3 chili, mi sono sgonfiata e non mi sono mai sentita energica come in quel periodo!

Direi che gennaio, dopo il troppo cibo delle feste, è il momento ideale per pensare ad una dieta più sana e consapevole. E voi? Avete sufficienti stimoli e motivazioni per voler un po’ più di bene al vostro corpo?

Federica, Italia

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Author

Federica Italia

6 anni vissuti fra Cina e Thailandia. Un figlio nato a Shanghai e uno in Italia. Con 11 traslochi all'attivo mi sembra di aver vissuto più vite. Guardo il mondo con occhi curiosi, di solito dietro all’obiettivo della mia Canon. Adoro leggere e scrivere sui miei blog: Mamma in Oriente sulla Thailandia e My Travel Planner, il mio nuovo progetto dedicato ai viaggi!

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