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Dieci cose che (forse) non sai sull’Angola

curiosità sull'Angola
Written by Amiche di fuso

Diciamo la verità: dell’Angola non si sente parlare molto. Più o meno tutti sanno che è un’ex colonia portoghese, che è passata attraverso tre decenni di guerra, che Luanda è una delle città più care del mondo (come dicevo in questo post) e che si balla la kizomba (come scrivevo in quest’altro). E l’Expo 2015 ci ha insegnato che il frutto del baobab, la múcua, si può mangiare e farne del gelato (se vi siete persi lo stand però non strappatevi i capelli: l’ho assaggiato qui più di una volta e… diciamo che non è che sappia di molto). Che altro? Hmm… A questo punto, di solito ci si ferma. In questo post vi racconto dieci curiosità sull’Angola che, proprio lo scorso anno, ha introdotto per la prima volta il visto turistico e, dunque, vi aspetta a braccia aperte. Più o meno, insomma.

Lo sapevi che in Angola…

# Ci sono le seconde cascate d’Africa. Si chiamano Kalandula e, con una portata d’acqua incredibile (seconda solo alle Cascate Vittoria, tra Zambia e Zimbabwe) e un’altezza di 105m (il doppio delle Niagara Falls), sono una delle bellezze naturali più impressionanti d’Africa.

# In Angola vive una tribù semi nomade, quella degli Mwila (o Mwela), e incontrarli nella cittadina di Lubango, a sud del Paese, non è difficile (foto di copertina). Proprio come i vicini Himba, in Namibia, anche i Mwila danno molto peso all’estetica, alla cura del corpo e, in particolare, dei capelli. Piume, perline, impacchi di ocra e altri unguenti: l’acconciatura la dice lunga sullo status di un Mwila!

# Nel 2017 l’Angola ha vinto il campionato del mondo di Karaoke nella categoria uomini: a sbaragliare tutti i concorrenti e a portarsi a casa l’ambitissimo premio alla finale di Helsinki è stato il signor Pedro Matias!

# Dopo la birra, l’alcolico di cui i supermercati non sono mai sforniti è il gin. Al prezioso distillato sono dedicati interi scaffali e c’è una varietà di brand che nemmeno in Italia! Il più particolare (e costoso: circa 150 euro a bottiglia) che ho visto è quello con foglie d’oro al suo interno (!), proveniente dalla Svizzera. Ovviamente, c’è anche quello di produzione locale: il Kyanda, profumato e buonissimo. Giusto per mantenere vivo il mito che l’expat senza gin tonic non può stare.

# A proposito di Kyanda, questa è una parola piuttosto ricorrente: a portare questo nome sono compound, ristoranti, persino una scuola di surf. A grandi linee, kianda si potrebbe tradurre con ‘sirena’: in realtà, in lingua kimbundu questo termine ha un significato molto più ampio. Si tratta di uno spirito dell’acqua, presente in laghi, fiumi e, naturalmente, nell’oceano, dal carattere dispettoso, pronto a fare tanto il bene quanto il male. Nella città di Lobito, nell’Angola meridionale, si trova anche una scultura in riva al mare che la rappresenta e che ricorda molto la sirenetta di Copenhagen.

# Uno dei piatti tipici dell’Angola – per lo meno uno di quelli che piace anche a me – è il funge. Da servire come contorno o antipasto, si tratta di una specie di polenta a base di farina di manioca o di mais e acqua bollente. In questo video potete vedere come si prepara!

# Anche in Angola c’è della wildlife! Ok, non aspettatevi il tipico safari africano alla Kruger National Park però… Giraffe, gnu, antilopi, zebre, gazzelle e (io non ne visti, ma pare ci siano) elefanti ce li abbiamo! Si trovano al parco nazionale del Quissama, a poco più di un’ora d’auto da Luanda. Al momento non vi è alcun felino – la maggior parte degli animali sono fuggiti o sono stati sterminati durante la guerra – ma nei prossimi anni, l’obiettivo è farli tornare.

# O Pensador è la figura emblema del Paese e la troverete riportata ovunque, a cominciare dalle banconote. E’ un figuro accovacciato che si prende la testa tra le mani e… pensa. Pensa e ripensa. E’ simbolo di saggezza, di segreti acquisiti con l’esperienza.

# A Luanda c’è un’opera di Gustave Eiffel, yes proprio quell’Eiffel! O almeno così si dice. Il Palacio de Ferro – questo il suo nome – non era però destinato all’Angola bensì al Madagascar. Peccato che la nave che lo trasportava rovinò sulle coste angolane e così… come si dice, cosa trovata cosa tenuta?

# C’è una varietà di frutta impressionante e sconosciuta! Come tanti paesi equatoriali non mancano ananas, papaya, avocado e mango. Solo che poi ci sono anche mucua, mirangolo, sape sape, loengo, tamborino, anona, lombula, maboque, pitanga…

Vi aspetto per assaggiarli tutti, che ne dite?

Cristina, Angola

 

Foto credit: https://kwekudee-tripdownmemorylane.blogspot.com

Cristina ha collaborato con Amiche di Fuso da marzo 2016 a novembre 2019

Potete leggere Cristina qui

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Amiche di fuso

Amiche di fuso è un progetto editoriale nato per dare voce alle storie di diverse donne, e non solo, alle prese con la vita all'estero. Vengono messi in luce gli aspetti pratici, reali ed emotivi che questa esperienza comporta e nei quali è facile identificarsi. I comuni denominatori sono la curiosità, l'amicizia e l'appoggio reciproco.

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