Vivere all'estero

Vi prego, fatelo per me: iscrivetevi all’Aire.

perchè iscriversi all'aire
Written by Veronica Marocco

Basta, vi prego, fatelo per me: iscrivetevi all’Aire. A questo santo, benedetto, bistrattato Aire. Vi imploro, datemi la pace. Vi scongiuro, smettetela di impestare qualsiasi chat, gruppo Facebook, gruppo Wechat, gruppo gruppissimo del quale io abbia fatto parte in tutti questi anni di espatrio.

Questo post nasce dall’esasperazione, dopo aver letto, nell’ennesimo gruppo di Italiani all’estero, l’ennesima questione sollevata dal solito furbo che “no no, io mica mi iscrivo all’Aire, che poi perdo il medico della mutua in Italia“.

Questa è solo una delle mille frasi, scuse, inciuci trovati dai miei connazionali per evitare questa tanto temuta iscrizione all’Aire, questo organo feroce, insaziabile: l’Anagrafe Italiani Residenti all’Estero.

Eh sì, perché oltre alla spinosa questione sul medico di base, molte altre obiezioni vengono poste. Un piccolo riassunto?

  • Eh, ma poi perdo il bonus bebé! (Maddai? Il fatto che il tale bonus sia destinato a mamme che vivono in pianta stabile e pagano le tasse su suolo italiano non ti tocca, vero?)
  • Eh, ma poi l’Italia sa dove sto, non mi va? (Ma chi sei, Osama bin Laden? Arsenio Lupin? Edward Snowden?)
  • Eh, ma poi mi chiedono le tasse! Io in Italia tasse non ne pago!
  • …e molte altre. E, mi dispiace dirlo, tutte stupide. Stupide ed illegali.

Iscriversi all’AIRE è un obbligo prescritto dalla legge istitutiva dell’AIRE nei seguenti casi:

– se si è cittadini italiani e si intende spostare la propria residenza all’estero per un periodo superiore ai dodici mesi. Ai sensi dell’art 43 del Codice Civile, la residenza è il luogo di abituale dimora, cioè il luogo dove solitamente si svolge la vita familiare, lavorativa e sociale;

– se si è cittadini italiani nati all’estero e da sempre residenti al di fuori del territorio italiano;

– se si acquisisce la cittadinanza italiana all’estero.

L’iscrizione all’AIRE dei cittadini italiani nati all’estero o degli stranieri che hanno acquisito all’estero la cittadinanza italiana, può essere effettuata solo a seguito della trascrizione, negli appositi registri di Stato Civile, dell’atto di nascita o del decreto di concessione della cittadinanza. L’accertamento del possesso/mantenimento della cittadinanza italiana spetta all’Ufficio consolare di residenza.

Chiaro? non è perché finora nessuno ha mai ricevuto una multa, che allora questo obbligo non esiste.

Ve lo dico una volta per tutte: fatelo e liberatemi dalle arrabbiature settimanali.

Perché nessuno vi chiederà di pagare tasse in più, anzi, grazie all’iscrizione Aire si evita proprio di incappare nella doppia imposizione.

Perché dovete essere ben contenti che lo Stato Italiano sappia dove siete: soprattutto se vivete in alcune zone della terra, dove terremoti e tsunami sono rischi quotidiani ed imprevedibili. O se avete bisogno di un rimpatrio d’urgenza.

Su bonus e vantaggi che sarebbero chiaramente destinati ai contribuenti in Italia, non mi pronuncio: si chiama truffa, e non c’è altro da aggiungere.

Iscrizione all’Aire significa, in moltissimi casi, vantaggi: “usufruire dell’erogazione dei servizi consolari (assistenza ai cittadini all’estero, emissione della carta di identità e del passaporto, voto all’estero, erogazione di eventuali sussidi, assistenza nel rimpatrio, etc.”, leggiamo sul sito del Ministero Affari Esteri.

Per quanto riguarda la questione sanità, è vero: perderete il vostro prezioso medico di famiglia. Perché anche quello, che é gratis, così come le sue prescrizioni, é un diritto di chi in Italia vive in pianta stabile e ci paga le tasse, non vostro, che le tasse le pagate altrove. Voi usufruite della sanità pubblica in un altro paese (e comunque le urgenze sono in ogni caso coperte, qualora durante le vacanze capitasse qualcosa).

Se poi, come me, vivete in paesi in cui l’assistenza sanitaria non è pubblica e gratuita, o non possiede standard accettabili, l’unica via, mi dispiace, è l’assicurazione sanitaria privata. Mi sono sentita dire a questo proposito che sono costose, che conviene comunque aspettare di tornare in Italia per fare le visite del caso. Ho anche però sentito gente piangere perché ricoverata qui in Cina, si è vista recapitare fatture da migliaia di euro. Casi in cui no, non si può aspettare di andare in Italia. Per non parlare di quando si hanno i bambini.

E poi, mi spiegate perché siamo sempre noi Italiani a sollevare queste obiezioni? Forse mi sbaglio, ma io non ho mai sentito dire ad amici francesi, olandesi, americani o di qualsiasi altra nazionalità che non si erano regolarmente registrati al loro Consolato o Ambasciata una volta arrivati in loco. Perché?

Fatemelo sapere, vi prego.

Veronica, Cina

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Veronica Marocco

Amante dei viaggi e dei libri, con la mia laurea in Lingue e il mio lavoro in hotel, quando pensavo alla possibilita' di partire dall"Italia la mia immaginazione si fermava a Londra...e invece dopo due anni in Francia, nel 2011 scendo dalla scaletta di un aereo che mi porta dritta a Hong Kong, per quasi quattro anni. Nel 2014 la seconda tappa del tour asiatico: Tokyo, immensa, calma e caotica al tempo stesso. Dopo due anni nella megalopoli giapponese, nuova destinazione è Taipei, capitale dell'isola di Taiwan, che rimarrà nei nostri cuori: qui è nata Beatrice, la nostra bambina. Nel 2019 siamo arrivati a Shanghai, per poi tornare in Europa, in Francia, nell'estate del 2020. Per l'inizio del 2022, quando ormai credevo sarei rimasta europea, e dopo essere diventati quattro, accogliendo Francesco (nato a Nizza), un nuovo biglietto aereo diceva Doha, Qatar. Un bel giro del mondo del quale proverò a raccontare.

19 Comments

  • Tamto per cominciare, ci sono molto persone che vanno sistematicamente in Italia per 2 mesi o piu’ l’anno. Quindi, tecnicamente non risiedono piu’ di 12 mesi all’estero. Molti possiedono una casa in Italia, generosamente tassata come seconda casa: quindi le tasse le pagano, perche’ non dovrebbero usufruire dei servizi? I servizi consolari sono vergognosi: mesi di lista d’ attesa solo per avere l’appuntamento. In Italia rifai il passaporto in 15/30 giorni e senza prendere alcun appuntamento, semplicemente presentandoti in questura con i vecchi passaporti e il bollettino pagato. Bastano come contro ragioni?

  • Iscritti AIRE dopo 6 anni in Cina abbiamo avuto molti problemi al rientro… La motorizzazione fa finta di non sapere cosa sia l AIRE e mio marito risultava apolide; per cambiare indirizzo sul libretto di circolazione della macchina abbiamo dovuto fare (e pagare) un duplicato dopo mille giri tra uffici e rimpalli di competenza.
    La patente è stata un’altra epopea, così come il codice fiscale.

    Rispettare la legge è super giusto, anche rispettare il cittadino dovrebbe esserlo!

    Questa non è una lamentela ma un punto di vista su fatti accaduti.

  • Ecco, diciamolo a voce alta: iscrivetevi all’AIRE, cavolo!
    Grazie per aver sollevato la questione. 🙂

    Conosco tante persone qui a Barcellona che non si sono iscritte più per pigrizia che per altro. Per fortuna nessuno mi ha mai sollevato obiezioni sui bonus bebè (ma che davvero si prendono lo stesso?!) e simili, se no ci avrei litigato.
    È vero che, a seconda della città in cui lo si fa, l’iscrizione al Consolato può creare anche diversi disagi: ne ho scritto anche nel mio blog, il Consolato di Barcellona è un esempio di quanto sia difficile per noi italiani avere documentazioni aggiornate in tempi soddisfacenti. È un problema, e io stessa sono dovuta tornare in Italia per rinnovare il passaporto. Ma in linea generale consiglio a tutti di iscriversi a ‘sto benedetto AIRE, rispettare la legge, evitare doppia imposizione, e non avere scuse per non andare a votare!

    • L’aire chi l’ha ideata? Gli italiani all’ estero usufruiscono di un CF del paese che li ospita. Gli italiani che emigrano all’ estero nn vogliono avere più a che fare con l’Italia

  • Un buon articolo per evidenziare come gli italiani siano delle anime tormentate…si va all´estero per vari motivi ma alla fine il fatto di non iscriversi all´AIRE denota una non volonta´di definire la propria situazione ( e di dare l´esempio). Della serie: migriamo ma rimaniamo sempre con la testa di prima.

  • Cara Veronica, grazie per le tue informazioni. Noi stiamo decidendo cosa fare. Sul fatto dell’obbligo di iscriversi, nessuno pone dei dubbi. E’ purtroppo un sistema molto articolato, un labirinto in cui ci si muove con difficoltà e senza i dovuti supporti…perchè voi ne avete avuti?Devi dimostrare di essere letteralmente scappato dall ‘italia, non devi avere alcun legame con l’Italia (uccidiamo i nonni?), non devi più possedere nulla neanche un francobollo…credo che sia un pochino esagerato…vorrei semplicemente più trasparenza dal sistema, la richiedono ma non ce la danno…chiederemo consiglio…

    • Ciao Elena, io vivo a Londra e per me l’iscrizione all’AIRE non è stata per niente complicata, anzi! Sul sito del consolato erano disponibili tutte le informazioni e bastava compilare un modulo online e indicare la data di arrivo nel Regno Unito. Non so dove vivi, ma dubito che sia un processo così terribile come scrivi! In bocca al lupo!

      • ciao Anna, io vivo a londra da tanti anni, iscritto all’AIRE. purtroppo il problema non e fare l’iscrizione ch’ e abbastanza facile, ma quando devi rinnovare i documenti. Per il passporto devi prendere un appuntamento online che significa passare serate al computer per riuscire a prender un appuntamento. Se sei fortunato l’appuntamento e sempre fissato per i prossimi 6 mesi. Non puoi fare la Carta d’identita eletronica, ma se devi rinnovarla il consolato ti rilascera quella cartacea che non e piu riconosciuta in alcum paese europeo. Tempi d’attesa per la carta d’identita fino a i 6 mesi. Il problema e che l’AIRE e solo una stupidaggine italiana che nessun paese al mondo ha. Il consolato di Londra e un disastro. Io non ho ancora capito il perche per rinnovare il passporto o la carta d’identita bisogna andare di presenza. in tutte le Nazioni Europee si fa tutto online. Il mio consiglio agli Italiani che sono a Londra e: non fate l’iscrizione all’AIRE. Se l’iscrizione viene fatta d’ufficio, allora prima di rinnovare qualsiasi documento andate al vostro comune in Italia e dite di essere ritornati a vivere in Italia. dopo qualche giorno potete rifare i documenti epoi tornare a Londra.

        • Ciao Marco, tu stai parlando di un problema del Consolato italiano a Londra, non dell’Aire però. Il consolato di Londra, come alcuni altri europei, ha purtroppo poco staff a fronte di centinaia di migliaia di italiani registrati (ivi compresi oriundi con passaporto italiano che hanno fatto lievitare i numeri negli ultimi anni). Certamente un problema italiano, ma che nulla ha a che fare con il discorso Aire. Posso dirti che a Shanghai un passaporto si rinnova in due ore. A Taipei forse una settimana ( e non c’è neppure un consolato, ma un ufficio rappresentanza), a Tokyo ventiquattro ore. Questione di numeri. Non so in quali paesi i rinnovi si facciano on line: posso dirti che francesi e spagnoli richiedono di presentarsi in persona, cosí come molti altri. Difficile dare un documento d’identità a qualcuno che non si presenta in persona… e sinceramente sarebbe anche un po’ strano.
          Ognuno ovviamente ha la sua opinione, e si può discutere fino allo sfinimento sulle mancanze o meno del nostro sistema (anche se ti assicuro che anche altre nazionalità si lamentano dei propri uffici esteri…), ma consigliare di non iscriversi all’Aire o peggio ancora di dichiarare il falso dicendo di essere tornati in Italia (non ce n’è comunque bisogno: i documenti si possono rinnovare anche nell’ultimo comune di residenza!)… anche no, grazie.

  • Leggo solamente ora questo post, ma grazie per averne parlato. Mi infurio spesso pure io sulla questione e da expat (che ha anche cambiato vari paesi di residenza in Europa ed extra-Europa) posso dire che è non solo un obbligo, ma anche un diritto.
    Quest’organo di cui molti sembrano avere quasi paura ha il dovere di funzionare e di aiutare il cittadino espatriato. E la sola cosa che si possa fare per migliorarne i servizi è utilizzarlo, reclamare e lottare perché funzioni!
    Non ho mai avuto problemi, in nessun paese, a registrarmi, cambiare indirizzo, contattare l’organo, personalmente. Certo, alcune pratiche hanno delle scadenze più lunghe o richiedono tempistiche diverse. Ma sinceramente sono gli stessi identici problemi che ho riscontrato in Italia.
    Quindi, sì, se siete dei veri cittadini italiani all’estero, fatelo!!
    Claudia – Ucraina

  • Mah, io sono ancora in dubbio. A parte che parlare di leggi e procedure legali mi sembra del tutto assurdo, mi chiedo se, in caso di URGENTE e GRAVE condizione di salute davvero sia giusto che un cittadino AIRE non possa usufruire di alcuna assistenza. Spero di sbagliarmi, ma se e’ davvero cosi’ e’ ridicolo…Gente che non lavora in Italia puo’ usufruire anche di un supporto economico statale (senza comunque produrre alcuna ricchezza per lo stato), mentre chi come me, e’ in un pease in cui l’assistenza e le strutture sanitarie sono di basso livello (e quindi assicurazioni private non son d’aiuto) si potrebbe trovare isolato e senza accesso alle cure necessarie…qualcuno mi ha avuto esperienze simili e sa confermare/contraddire il mio post?

    • Caro Jacopo, forse c’é un po’ di confusione.
      – non credo sia assurdo parlare di leggi e procedure legali (che anzi per me dovrebbero essere piu severe ed esecutive – l’obbligo esiste ma difatto non esiste punizione per chi non lo adempie). Se tu risiedi e lavori in un altro paese é necessario segnalarlo: questo tra l’altro ti evita fastidiose doppie imposizioni.
      – non si puo paragonare la gente “che non lavora” in Italia agli Italiani che lavorano fuori. Il concetto non e quello di lavoro bensi quello di residenza. Se risiedi in Italia anche senza lavorare con regolare permesso hai diritto alla sanita pubblica, perche in Italia esiste. Se vivi in un paese in cui non esiste (solo privata) o e di bassa qualita, sei costretto ad avere un’assicurazione privata per la tua stessa sicurezza, e su questo l’Aire non c’entra nulla.
      – detto questo, qualora un cittadino italiano all’estero (aire o meno)avesse un’eemrgenza medica, entrano in gioco vari fattori. Vivi in un paese europeo o extraeuropeo? In europa esistono delle convenzioni, fuori no. Ad esempio qui in Cina il consolato si e premurato di avvisare che l’assistenza sanitaria diretta da parte dello stato italiano NON esiste. In caso di emergenza il consolato puo fornire contatti di medici, ospedali ecc ma non fara MAI fronte alle spese mediche che ne conseguono, stessa cosa a quanto ne so in USA. E in generale nei paesi asiatici. Storie di persone che si sono viste recapitare conti astronomici dopo un incidente, un intervento d’urgenza e simili ce ne sono a bizzeffe. In alcuni rari casi il consolato o ambasciata possono organizzare un trasporto di urgenza per rimpatrio, ma parliamo di casi rarissimi ed estremamente circostanziati. Perche il costo un’operazione del genere e di centinaia di migliaia di euro e non sempre e possibile (se hai un infarto, vai al pronto soccorso dove ti trovi, per dire)
      – in ogni caso, avere un’assicurazione privata esula completamente dal discorso aire. puoi non essere iscritto e averne una, Il problema e che molti connazionali non si iscrivono all’aire per mantenere il medico di base e la sanita gratuita italiana, pensando “quando devo fare delle visite o esami ecc le faccio quando torno in Italia gratis”, senza pensare che l’urgenza e in agguato sempre e comunque. Se ti rompi una gamba a gennaio, cosa fai, aspetti luglio quando torni per le vacanze? voli a casa con una frattura scomposta? No, vai al pronto soccorso o in clinica in loco. E se non ha un’assicurazione privata, ti verra presentato il conto, e nessun consolato o Asl o quel che sia te lo rimborsera. Parlo ovviamente di residenza, e non di viaggio turistico (nel qual caso, ancora una volta, differenza fra Europa ed ExtraEuropa)
      Spero di essere stata chiara.

  • Veronica, vivendo all’estero da anni ed essendo iscritto all’aire da almeno 7 anni inclusi 5 nella tua bella Cina (in cui sono anche stato operato) so bene di cosa parli, inutile ripetere le stesse cose con questo tono antipatico. Se tu avessi letto ho scritto per procedure di URGENZA e GRAVI, rompersi una gamba non fa parte di nessuna di queste categorie. Posso chiederti se lavori per qualche istituzione italiana? o fai parte della polizia dell’internet in cerca di italiani da segnalare al fisco? zaijian

    • Ciao Jacopo, dunque, se sai gia tutte queste cose, se vivi all’estero, se conosci la Cina, di cosa avevi bisogno? Se chiedevi per procedure urgenti e gravi ti rispondo no, consolato e ambasciata nella quasi totalita dei casi non possono fare nulla (giusto o sbagliato che sia), se parliamo di questioni di salute (ma anche di molte altre). E lo dicono anche molto chiaramente. Dunque, di cosa stiamo parlando? A voler aggiungere oltre le cause mediche anche altre cose, lo Stato non rimpatria neppure in caso di terremoto/tsunami/fuoriuscita di materiale radioattivo (vedi Giappone/Fukushima, chi e tornato lo ha fatto a sue spese). Non è una critica al nostro sistema, è raro che altri paesi lo facciano a quanto ne so.
      Nessun tono antipatico, mi spiace sia passato ma non era voluto, purtroppo quando scriviamo non possiamo far sentire il nostro “tono”.
      Per quanto riguarda l’ultima domanda: non lavoro per aziende italiane, ne per istituzioni italiane e neppure per la polizia o la finanza :-)))) scrivere un post per sostenere l’utilita e la giustizia di un’istituzione come l’Aire non presuppone nessuna di queste tre cose. Anzi, magari esistesse una “polizia dell’internet” come la chiami tu che riuscisse a trovare evasori & co…

  • Esatto, quindi lasciaci il dubbio sull’utilita’ dell’iscrizione al registro AIRE…per ora non ho avuto alcun beneficio se non rifare il passaporto e votare, cose che uno stato potrebbe tranquillamente garantire a chi e’ in viaggio dato che i costi sono comunque molto limitati. In poche parole la legge dice che se espatriamo sono solo cavolacci nostri, che sia salute, problemi legali o di altro genere (in Cina l’ambasciata ha mostrato piu’ volte totale disinteresse nella tutela dei suoi cittadini, perche’ ancora cittadini italiani siamo, in caso di minacce reali), ma cosi’ e’ stato deciso… E se uno deve sentirsi in colpa per una visita medica in Italia a scrocco, mi chiedo come debbano sentirsi tutti i cittadini che quotidianamente cercano di evitare spese, tasse etc. Sarebbe bello avere un sistema che funziona, ma ne siamo ben lontani. Quindi non giudico chi non si iscrive all’AIRE. Take care!

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