Family&Kids

I weekend da famiglia separata durante il Covid

famiglia separata
Written by mimma Dubai

Spengo la luce.
Giada si è addormentata serena. Stanca, ma serena.
Io mi avvio in sala. Ne approfitto per finire di vedere la mia serie preferita.

E così anche questo weekend è finito.
I weekend da famiglia separata sono quelli che più mi pesano, mi mettono tristezza.

E’ il momento in cui sentiamo di più la mancanza del papà.

Non è che gli altri giorni non si sente, ma la routine e gli impegni aiutano a pensarci meno.

Quando due anni fa abbiamo deciso di separare la famiglia, fermandoci io e mia figlia a Dubai, mentre il papà era tornato in Kuwait, sapevamo che sarebbe stato dura la vita da famiglia separata, ma contavamo nella possibilità di vederci più spesso, data anche la vicinanza.

Purtroppo, il Covid e le decisioni governative del Kuwait, hanno invece impedito o comunque reso molto complicato vederci con frequenza. Tra quarantene, mille tamponi, bordi chiusi e riaperti e poi ancora chiusi, è diventato normale vedersi, forse, ogni tre mesi.

L’anno scorso Giada, per i primi quattro mesi, aveva pianto ogni sera. Ogni sera prima di dormire mi diceva: “Mi manca papà”.

Ora non piange più, ma quel mi manca papà, lo dice spesso.
Il week end è sempre duro.

Ora poi che i numeri sono tornati alti, è diventato difficile evadere senza pensieri dalla nostra casa.
Ed è per questo che ho ceduto dopo tanto tempo alla richiesta di mia figlia di fare anche netball, che prevede la partita alla domenica mattina.
Il sabato abbiamo nuoto ed il resto della giornata passa velocemente. La domenica invece è lunga.
Ora che poi il weekend di Dubai è uguale al resto del mondo io questa malinconia la sento di più.
Non mi è mai piaciuta la domenica.

Questo weekend però ci sono state due piacevoli sorprese.
Sabato pomeriggio Giada ha visto la sua amichetta del cuore, che tra l’altro aveva terminato da poco la quarantena post infezione.
Sua madre mi ha detto per scherzare: “Questa è ormai una casa che Giada può frequentare serenamente.
Le amiche di fuso mi prendono in giro per questo criterio che ormai uso per concedermi o concedere a Giada una vita sociale.
Essendo da sole infatti, cerco più che mai di non correre rischi, perché nessuno potrebbe prendersi cura di lei, se io mi ammalassi.
Pertanto sì, la casa di qualcuno che ha già avuto il maledetto covid è sicura.
Altrimenti ci si vede fuori all’aperto.

Ieri sera, quando sono andata a riprenderla, senza accorgermene mi sono ritrovata con un bicchiere di prosecco in mano, seduta sotto al portico esterno.

Dopo un po’ Galus, il papà dell’amica di Giada, è arrivato con guacamole fatto da lui. Io e Rasa, la moglie, abbiamo iniziato a scherzare.

Giada era il ritratto della felicità. Stare un po’ di più con la sua amica, giocare con il suo cane in atmosfera da weekend , l’aveva elettrizzata.
In questo ha preso da me e dalla mia famiglia: più siamo fuori, circondati da persone, più siamo sereni.

Ad un certo punto è tornato Galus dicendo che aveva preparato del pesce al sale buonissimo. Lui è vegetariano e cucina normalmente per tutti. Poi ha anche aggiunto: “Mimma devi provare il tofu fritto”. A nulla sono valse le mie proteste: “Ma no, ma dai, domani Giada deve svegliarsi presto. E poi non voglio disturbarvi.”

Per fortuna non mi hanno dato retta. Mi sono trovata così a mangiare un pesce buonissimo e in compagnia. Sono trascorse così due ore serene. Non mi sono sentita né sola, né strana.

Dopo un intero pomeriggio in solitudine, in cui mi sono chiesta spesso il senso di questa “nuova” vita da famiglia separata, la mia serata è stata come dovrebbe essere quella di un sabato qualunque.

Quando si è soli, ma comunque si è sposati, la vita sociale è strana.
Non puoi fare quello che farebbe un single, ma essere spesso l’unica single nei ritrovi con delle coppie è dura. Senza contare che spesso non ti invitano neanche più.

Sei un ibrido.
Pertanto è molto facile riempire le giornate, ma meno le serate.

Il covid non aiuta, ma non è l’unico responsabile.
Anche per me è più difficile invitare. Sono troppo abituata ad avere mio marito che mi completa in queste cose. Lui offre sempre da bere, prepara gli aperitivi.

Io mi occupo del resto.
So che tanti si trovano come me in questa situazione di famiglia separata e so che potete capire.
E’ sempre stato difficile vivere lontani dagli affetti, ma in questo momento è più faticoso che mai.
Senza contare che tra i due penso di essere quella fortunata.
Ho Giada con me e sto a Dubai.
Per mio marito è molto più difficile, ma non nascondo che nel mio caso c’è pure una fonte di frustrazione in più.
Dieci anni fa ho rinunciato al lavoro, alla vita che avevo sempre voluto nella città che amavo perché credevo nella famiglia unita. Ho messo tutto in secondo piano solo per questo.
Ora invece non ho più neanche questo.
E la domenica è dura non pensare a tutto ciò.

Mi accendo la tv. Stasera comunque sono serena.
La serata a sorpresa dagli amici lituani è stata davvero una bella sorpresa.
Sorrido pensando che sono arrivata vestita da casa, leggins e una felpa.
Senza un filo di trucco.
Ma nessuno l’ha notato.
Anche mio marito è stato contento di questo piacevole cambio di programma.
Saperci serene e non sempre sole lo tranquillizza. Come è stato felice che oggi a pranzo avessimo le due amichette vicine di casa. Giada ha preparato le lasagne al pesto. Io le verdure. Hanno giocato e studiato. Fuori pioveva, ma in casa le loro voci portavano allegria.

Un passo alla volta si affronta tutto, anche i weekend da famiglia separata durante il covid.
Me lo ripeto più volte.
Prima o poi finirà e troveremo la quadra.

Mimma, Dubai

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Author

mimma Dubai

Giovane quarantenne, mamma di una very funny girl, partita per amore per Kuwait City al grido di “oh poverina” e “ma non ti annoi” sono riuscita a realizzare una grande impresa in mezzo al deserto: trovare il mio vero io. Terrona, comunicativa, pr, scrittrice, sostenitrice della forza del pensiero positivo e grande estimatrice dell’amicizia tra donne di tutte le razze, lingue ed età. Il covid mi ha stravolto la vita, obbligandomi a trasferirmi a Dubai. Dal medioevo sono passata al Futuro. Cosa mi aspetta dopo?

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