Espatrio Vivere all'estero

Gli occhi stanchi dell’espatrio lungo

Gli occhi stanchi dell'espatrio lungo
Written by Veronica Marocco

Qualche giorno fa, nella ormai mitica chat delle Amiche di Fuso, la nostra super Mimma mi raccontava di aver scoperto il significato della bandiera del Qatar, e altre piccole curiosità di questo paese. E poi mi ha fatto una domanda.

Perché non ce le racconti, Veronica?

Perché…ecco, neppure io lo sapevo, il perché. Il mio primo pensiero è stato…”perché non sono interessanti. Perché non ci ho fatto caso neppure io”. Ma è davvero così? A quel punto siamo entrate nel vivo della discussione. Forse perché dopo tanti anni, gli occhi da expat sono un po’ stanchi.

Ad ogni tappa del nostro percorso all’estero, ancora prima di arrivare, avevo il mio bel quadernino di appunti. Cosa visitare. Dove fare la spesa. Spesso ero già iscritta ai siti dei supermercati, per fare un ordine ancora prima di atterrare e avere l’essenziale ad aspettarmi. Avevo già contattato le cliniche convenzionate e studiato il piano assicurativo. Quando ti sposti in media ogni due anni, sai già cosa cercare, e dove. Io atterravo, posavo le valigie e cominciavo a vivere.

Negli ultimi mesi in Francia, quando preparavo il trasloco e i documenti, non ho avuto voglia di cercare nulla. Nessuna lista. Sono atterrata a Doha la notte di Natale, e per la prima volta della mia vita non sapevo assolutamente nulla. Questo giro di giostra lo avevo rimosso, rifiutato, ed è diventato reale solo qualche giorno prima, mentre ero in fila al laboratorio per fare il PCR di rito.

I primi giorni a Doha sono andata al Museo di Storia nazionale, poi una volta al souq. Poi, con calma, mi sono organizzata per la quotidianità. Ho incontrato un po’ di persone, creato un po’ di rete, meno di quello che avrei potuto fare. La routine ha preso il sopravvento.

In altri tempi, avrei letteralmente disossato la città, sarei stata fuori giornate intere, avrei visitato il visitabile, avrei preso mille caffè. Avrei studiato. Arte, cibo, usi e costumi. Non è stato cosí, e i primi mesi sono scivolati via come la sabbia finissima contro la quale combatto ogni giorno.

Poi, semplicemente, mi sono resa conto. Gli occhi dell’espatrio, dopo cosí tanti anni, sono stanchi. Io pure ero stanca. Ma soprattutto lo era il mio sguardo. La mia curiosità. Quando si arriva in un posto, le prime volte, la meraviglia si trova ad ogni angolo. Le cose che amiamo, quelle cui non ci abitueremo facilmente. I nuovi sapori, i nuovi odori, le persone, così lontane e così simili allo stesso tempo.

Dopo tanti anni forse questo gusto si perde. Ci si emoziona meno, ci si stupisce meno, anche quando, come me, si arriva in paesi che non si sono mai neppure visitati. Non ci sono grandi sorprese. Sembra di sapere tutto, si è un po’ indifferenti. Si crea il proprio circoletto, le proprie abitudini.

Insomma, si sono persi gli occhi della meraviglia, della novità. Si ha quella spiacevole sensazione del visto uno, visti tutti. Tanto più che, quando si hanno bimbi piccoli, la routine gira molto intorno a loro, e gli argomenti scuola-asilo-pediatri-aree gioco-attività sportive la fanno da padrone.

Chi parte per la prima volta è carico a mille, come è giusto e naturale. Dopo undici anni queste batterie si sono un po’ scaricate. La lista dei paesi si allunga, e sembra quasi di mettere le bandierine sul mappamondo, così, sistematicamente.

Francia. Hong Kong SAR (Special Administrative Region). Giappone. Repubblica di Cina (isola di Taiwan) e Repubblica Popolare Cinese (Cina continentale), la combo che spacca. Francia di nuovo. Qatar. Il tutto inframmezzato da viaggi in altri paesi ancora.

Fatto, fatto, fatto. Che snob, eh? Mi prenderei a schiaffi da sola.

E allora, che fare? Mi sono svegliata finalmente dal mio torpore. Mi sono data una scossa. Nonostante mentre scrivo (metà Aprile 2022) siamo nel pieno del mese del Ramadan, dunque un po’ forzatamente in pausa. Nonostante io sappia che fra qualche settimana il caldo sarà davvero pesante, e molto verrà rimandato a mesi più freschi.

Ho accettato tutto in un colpo il qui e ora, mi sono lasciata ispirare, ho ritrovato la gratitudine di sempre. Ho messo il naso fuori dalla porta. Il letargo è finito. Nessun senso di colpa: ci sta, quando sei in giro da undici anni. Ci sta, quando pensavi di esserti fermata, e invece. Ci sta, quando accetti che non si può sempre girare a mille. E dunque mi stiracchio, prendo la rincorsa, e si riparte.

Ciao Doha, sono arrivata anche io!

Veronica, Qatar

Loading...

Author

Veronica Marocco

Amante dei viaggi e dei libri, con la mia laurea in Lingue e il mio lavoro in hotel, quando pensavo alla possibilita' di partire dall"Italia la mia immaginazione si fermava a Londra...e invece dopo due anni in Francia, nel 2011 scendo dalla scaletta di un aereo che mi porta dritta a Hong Kong, per quasi quattro anni. Nel 2014 la seconda tappa del tour asiatico: Tokyo, immensa, calma e caotica al tempo stesso. Dopo due anni nella megalopoli giapponese, nuova destinazione è Taipei, capitale dell'isola di Taiwan, che rimarrà nei nostri cuori: qui è nata Beatrice, la nostra bambina. Nel 2019 siamo arrivati a Shanghai, per poi tornare in Europa, in Francia, nell'estate del 2020. Per l'inizio del 2022, quando ormai credevo sarei rimasta europea, e dopo essere diventati quattro, accogliendo Francesco (nato a Nizza), un nuovo biglietto aereo diceva Doha, Qatar. Un bel giro del mondo del quale proverò a raccontare.

Dicci cosa ne pensi!

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.