“Ma quando mi ricapita un’occasione così!” è stata la risposta di mia madre quando le abbiamo proposto di venire a trovarci qui a Melbourne.
La sua curiosità, la sua passione per i viaggi, la sua voglia di scoprire il nuovo e l’amore per le sue figlie ed i suoi nipoti l’hanno sempre portata a girare. In Italia le basta salire sulla sua Panda, impostare il navigatore e via che guida senza difficoltà tra Mantova, Milano e Brunico. Arrivare fino a Melbourne ha richiesto un po’ più di impegno!
Ma lei ha affrontato a testa alta le sue paure ed ansie pur di venire a trovarci e vedere com’è questa parte di mondo.
Ha sostenuto un volo di ventitré ore con uno scalo.
Non si è arresa davanti alle difficoltà linguistiche (non capisce e non parla una parola di inglese). E nemmeno il fatto di viaggiare sola in aereo l’ha fermata.
Quando l’ho vista uscire dagli arrivi in aeroporto, stanca ma con un grande sorriso, ho pensato: “That’s my mum!”.
È stato bellissimo averle aperto le porte alla mia vita qui a Melbourne. Aver condiviso con lei la mia quotidianità tra lavoro e famiglia, per noi qualcosa di piuttosto strano visto che da anni ormai viviamo lontani.
È stato incredibile scoprire questa città attraverso i suoi occhi curiosi e desiderosi di conoscere, vedere, sapere.
Ho cercato di mostrarle non solo i lati turistici di Melbourne, anche se la prima volta che si arriva in questa città credo sia normale voler vedere le cose più conosciute. Quindi, non siamo state solo al Queen Victoria Market, ma anche al South Melbourne Markets, a Prahran, al Fitzroy Market. Siamo andate alla National Gallery Victoria a vedere la mostra di Alexander McQueen, alla State Library Victoria, ai Royal Botanic Gardens. Ma anche ad Albert Park dove i primi di aprile si svolgerà il Gran Premio di Formula 1. Abbiamo camminato tra le vie del centro con i nasi all’insù.
Nei weekend siamo andati in spiaggia a vedere i surfisti, perché non si può arrivare fino a qui e non vedere la grandezza delle spiagge oceaniche australiane con i surfisti che cavalcano le onde. E poi siamo stati a casa di amici italo australiani, le ho presentato i veri immigrati, quelli che negli anni ’50 sono arrivati in barca in questa parte di mondo ed hanno affrontato mille difficoltà per costruirsi una vita.
Insieme abbiamo bevuto un numero infinito di cappuccini e assaggiato croissants di ogni tipo e abbiamo decretato che i migliori erano quelli del Lune. Ma ti ho portato anche nei caffè frequentati dai melbourniani a fare il brunch.
Grazie al suo aiuto, e al suo senso dell’orientamento (cosa di cui io sono completamente sprovvista!), ho imparato a girare questa città più facilmente utilizzando tutti i mezzi pubblici, quindi bus, metro e tram.
Quanto mi è piaciuto vederla scrivere sul suo block-notes l’elenco dei posti dove siamo stati, le diversità culturali che stava incontrando, nonché l’elenco delle parole in inglese che aveva sentito ripetere più volte durante la giornata.
E’ stata conquistata dalla multiculturalità di questa città, la sua energia positiva, la gentilezza della gente. Come sempre, ha saputo apprezzarne le differenze con l’Italia senza esprimere alcun giudizio, perché il bello di ogni luogo sta proprio nella sua diversità. È rimasta colpita dalla velocità con cui il tempo cambia, perché a Melbourne è proprio vero che si vivono quattro stagioni in un solo giorno!
Ha visto la scuola dei suoi nipoti, rimanendo ancora una volta affascinata dalle divise che i ragazzi indossano per andare a scuola. Ed ha condiviso con loro le ansie e la gioia del nuovo inizio di anno scolastico.
Prima di partire, ha partecipato alla ricerca di una nuova casa, visto che il proprietario della casa dove ci troviamo ora ha deciso di vendere la casa e quindi mandarci fuori il prima possibile. Insieme siamo andate a vederne diverse rimanendo colpite per la bruttura di alcune e la bellezza di altre.
Insomma, abbiamo fatto un sacco di cose insieme!
Grazie per questa bellissima avventura!
Drusilla, Melbourne
