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Come sono gli svedesi?

Written by Wanda Svezia

Quando si ha vissuto in Svezia da tanti anni si diventa spesso accecati dalla routine dei propri comportamenti. Tutto ciò che si fa sembra normale, vero? Ma ecco alcune cose tipicamente svedesi che mi hanno lasciata perplessa non appena approdata nel paese.

10 fenomeni che caratterizzano uno svedese

Quando si ha vissuto in Svezia da tanti anni si diventa spesso accecati dalla routine dei propri comportamenti. Tutto ciò che si fa sembra normale, vero? Ma ecco alcune cose tipicamente svedesi che mi hanno lasciata perplessa non appena approdata nel paese.

  1. La cultura della fila

All’inizio sono rimasta affascinata dalla cultura dello stare in fila. A differenza degli italiani, che non conoscono il concetto di “ordine” e che se possono ti passano sfacciatamante davanti mentre cerchi di capire dove o come stare in fila, gli svedesi controllano in modo impercettibile il loro turno nei piccoli negozi dove non c’è spazio per fare la fila in modo civilizzato. Non a caso ci sono spesso biglietti numerati anche nei luoghi in cui altrimenti si formerebbero lunghe code. Spesso ci sono biglietti numerati anche quando non c’è fila. Questo comportamento radicato rende i turisti svedesi incredibilmente frustrati quando cercano di essere serviti in un supermercato italiano.

2. Fika

La fika svedese è un’istituzione, una religione. È la tradizione svedese di prendere un caffè con qualcosa da intingere nel pomeriggio, ma spesso anche a metà mattinata sul posto di lavoro. Questo fenomeno pare si stia diffondendo in tutto il mondo. La “Swedish fika” con la famosa kanelbulle (cinnamon rolls) è un rito sacro per uno svedese, quindi, guai a mettersi tra uno svedese e la sua tazza di caffè.

3. Passeggini giganti per bambini

Con stupore ho notato come lo svedese predilige un passeggino gigante per il proprio figlio. Oltre a occupare metà del marciapiede, sono pieni di extra come portabicchieri per il latte, ruote invernali, zanzariera, protezione per la pioggia, GPS, ruote per terreni accidentati e lucchetti. Il passeggino in Svezia non è solo un mezzo per trasportare un bambino, lo si usa spesso anche per la nanna. Ci cono asili dove i bambini possono fare la loro pennichella all’aperto, anche in pieno inverno, dentro il passeggino. La presenza di questi mega-passeggini per bambini sorprende logicamente un italiano che al massimo ha un passeggino pieghevole con ruote di plastica.

4. Dagens lunch – il pranzo svedese

Le abitudini alimentari a pranzo sono state una fonte di stupore quando ho visitato la Svezia la prima volta. Ho scoperto il concetto di “dagens lunch”, il pranzo del giorno. In ogni ristorante svedese, tra le 11 e le 15 si può ordinare un pasto caldo che costa generalmente tra i 10/15 euro (prezzo decisamente più basso rispetto all’ordinazione “à la carte”). Incluso nel prezzo c’è una bevanda, del pane, l’insalata e un caffè.

5. Togliersi le scarpe in casa

Qualcuno sostiene che l’abitudine svedese di togliersi le scarpe quando si entra in casa delle persone derivi dal periodo in cui si viveva principalmente in campagna e le strade erano fangose. Ma probabilmente non è vero. Togliersi le scarpe quando si entra a casa delle persone è una forma di rispetto. All’inizio trovano questo un fenomeno molto strano e quasi mi scocciavo se dovevo andare a casa di qualcuno a cena e dovevo abbandonare le scarpe (parte del mio outfit) alla porta. Ora so che posso sempre portarmi un paio di scarpe pulite da calzare. Ovviamente anche chi entra in casa mia deve lasciare le scarpe all’ingresso.

6. Puntualità svedese

Se uno svedese fissa un appuntamento alle otto, è lì alle otto meno cinque. Io ritengo molto importante l’aspetto della puntualità e non sopporto chi si fa aspettare troppo. Bisogna poi tenere presente che in Svezia è ritenuto maleducato anche chi si presenta senza aver stabilito un appuntamento o chi si presenta troppo presto.

7. Il tono informale

Il fatto che gli svedesi si rivolgono alle persone appena conosciute per nome può essere considerato come offensivo in alcune culture. Gli italiani ad esempio amano i loro titoli (dottore, ingegnere) da usare prima del cognome e tendono ad usare la parola “signora/signore”. In Svezia esiste una forma di cortesia che corrisponde al Lei italiano ma non si usa da un secolo. Io l’ho usata un paio di volte appena arrivata in Scandinavia e sono stata guardata con sospetto. L’unica forma di cortesia in uso è “sua maestà il re” per il re appunto. Per tutti gli altri basta il “tu”. Questo cambiamento è avvenuto in seguito a una “riforma del voi” che mirava a semplificare le conversazioni eliminando il vecchio sistema svedese di titoli, e si è trasformata in una non ufficiale “riforma del tu” nel lontano 1967.

8. Pagare il conto al ristorante

Può essere una sorpresa per un italiano abituato a fare alla romana per pagare il conto. Semplice no? Si fa un totale e si divide per il numero dei commensali. Oppure si paga a turno, questo giro di drinks lo pago io, il prossimo lo paghi tu. No, gli svedesi vanno al ristorante o al bar, ordinano solo per sé e pagano solo per sé.

9. Bambini in Svezia

La maggior parte degli svedesi ha un atteggiamento rilassato nei confronti dei bambini in luoghi pubblici. È naturale che i bambini facciano rumore, corrano, abbiano difficoltà a stare fermi e vogliano essere al centro dell’attenzione. Per me all’inizio è stato uno shock, mi chiedevo come mai questi genitori non facessero il minimo sforzo per tenere a bada i propri figli. Io sono stata educata in un altro modo e in pubblico venivo ripresa più volte con “fai silenzio”, “comportati bene”, “non scorrazzare”. Anche adesso che ho i miei figli mi stresso tantissimo per cercare di tenerli sotto controllo in luoghi pubblici. Penso di essere l’unica.

10. Non si parla con gli sconosciuti

In Italia, le persone parlano con gli sconosciuti su autobus, in caffetteria, al pub, in ascensore, in fila per il gelato, ovunque. Penso che sia un buon modo per passare il tempo e forse conoscere qualcuno. In Svezia non funziona così. Non si parla con gli sconosciuti a meno che non ci sia uno scopo specifico, come chiedere indicazioni, ad esempio. Le persone straniere che vogliono solo fare una piccola chiacchierata sono per lo più guardate con sospetto.

Dopo quasi vent’anni in Svezia credo di aver assimilato una buona parte di queste caratteristiche tipicamente svedesi, anzi credo di essere più svedese che italiana.

Quale di questi fenomeni vi ha sorpreso o colpito maggiormente?

Wanda, Svezia

Foto di David Becker su Unsplash

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Author

Wanda Svezia

Italiana, expat in Svezia per amore e mamma di due ”piccoli terroristi”. Da ragazza sognavo di diventare come Claudia Schiffer ma la realtà mi ha portata a fare altro: l’eterna studente. Ho una laurea in lingue e letterature straniere conseguita a Torino, una in linguistica conseguita in Svezia e un Master sull’apprendimento della seconda lingua. Ho inoltre quasi una laurea in letteratura italiana, una in lingua svedese e non credo di aver finito… Attualmente insegno lo svedese in una scuola e cerco strategie per facilitare l’apprendimento della lingua.
Amo viaggiare, l'arredamento, organizzare feste, preparare menu a tema e decorare torte, adoro il DIY ma fatico sempre più a trovare tempo per realizzare le mie idee!

2 Comments

  • Buongiorno, non intendo esprimere un’opinione (ciascuno a suo modo), ma avrei una domanda. Se parlare con gli sconosciuti è considerato ineducato, come fa un nuovo arrivato, straniero o semplicemente cittadino che viene da un’altra città, a farsi delle amicizie, o semplicemente delle conoscenze?
    E questo costume si applica anche alle persone non propriamente sconosciute, come può essere un negoziante o un vicino di casa?
    Grazie!

  • Il non parlare con sconosciuti si applica, come ho scritto, in strada o sui mezzi pubblici. Semplicemente gli svedesi sono riservati e non intavolano una conversazione con chi è di passaggio. Io apprezzo questo aspetto.
    Per un nuovo arrivato che vuole fare conoscenza non avrà difficoltà a parlare con un collega o compagno di corso. Io mi sono fatta così i primi amici, prima studiando svedese, poi sul posto di lavoro.
    Non so se si parla col negoziante, io vado in un grande supermercato e, se non trovo la cassa automatica, non ho tempo di chiacchierare con la commessa. Però è capitato di fare una battuta alla cassa, e non sono stata io a prendere iniziativa.
    X quanto riguarda i vicini dipende, quand’ero in appartamento raramente incontravo qualcuno x le scale x parlare. Adesso che sono in villa chiacchiero con i vicini e ci si è aiutati a vicenda quando abbiamo avuto bisogno.
    Buona giornata
    Wanda

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