Benessere

Cos’è la comfort zone?

cos'è la comfort zone
Written by Manuela Sydney

Cos’è la comfort zone?

Io non riesco a definirlo chiaramente, né capisco fino in fondo perché sia così determinante uscirne. Certamente credo che costruirne una solida sia importante almeno quanto saperne fare a meno. Mi accorgo, osservando me stessa, che, proprio quando mi trovo in situazioni che richiedono tutto il mio adattamento, la mia elasticità mentale e la mia predisposizione al cambiamento, mi lascio piacevolmente sostenere da ciò che conosco come “rassicurante” in altri aspetti della vita.

Insomma, a mio parere le cose hanno sempre più di una sfumatura. Le cose umane soprattutto. E non è detto che comfort zone e territori inesplorati e forse un po’ ostici per noi, non possano coesistere. Cosa ne pensate?

Secondo voi cosa significa uscire dalla comfort zone e quanti diversi gradi di “discomfort” possono esistere?

Si dice che la comfort zone sia un luogo mentale in cui ci sentiamo sicuri, rilassati e senza preoccupazioni. Uno spazio conosciuto in cui siamo abituati alle situazioni, alla routine e alle abitudini. E se da un lato può essere piacevole e rassicurante, da un altro punto di vista limita il nostro potenziale di crescita e apprendimento. Quando ci troviamo costantemente nella nostra comfort zone, evitiamo nuove sfide, esperienze e opportunità che possono farci crescere come individui.

Per quanto questo sia vero, mi capita di sentirmi inadeguata rispetto a certi concetti. Per molti anni ho faticato (con gioia) per costruire pezzetto dopo pezzetto una vita che mi assomigliasse e in cui mi potessi sentire a mio agio.

Ecco… credo che si debba sempre prendere con le pinze tutto quello che gravita intorno al concetto di “pensiero positivo” e che a volte viene semplificato troppo portando alcuni a sentirsi fuori luogo, se non riescono a rivoluzionare le loro vite con il sorriso stampato in faccia e se provano piacere a vivere vite disegnate a loro misura.

Io credo che avere una predisposizione mentale aperta e non rigida, accogliente verso i cambiamenti sia il modo giusto di guardare alla cosa.

Ho conosciuto espatriati capaci di rivoluzionare di continuo la loro vita e li ho visti farlo seguendo sempre uno schema ben preciso e ricostruendo una routine identica in ogni Paese. Comfort zone. Cambio lingua, casa, città e mi appoggio a ciò che posso controllare. Va bene, no?

Ho visto persone capaci di cambiare il modo di fare piccole cose per meglio adattarsi alle circostanze, persone flessibili. E poi ho visto persone incapaci di staccarsi dallo schema, incapaci di adattarsi agli altri o guardare la vita da una prospettiva diversa dalla loro. Ho visto expat seriali arrancare più nel ritorno a casa che nella vita itinerante. Comfort zone.

Non credo che le nostre incursioni fuori dalla comfort zone debbano per forza essere enormi, per essere significative. Personalmente mi sento più inadeguata ad andare a ballare che a cambiare lavoro, per esempio.

Provare cose nuove, ma nelle nostre corde, non è esattamente lo stesso che provare cose nuove che mai sceglieremmo in modo spontaneo.

È la vita stessa che, continuamente, ci pone di fronte a nuove sfide, nuovi scenari e l’adattamento è l’unica cosa in mano a noi. Come si dice, non puoi fermare le onde, ma puoi imparare a surfare.

Poi c’è qualcuno a cui serve che gli si tagli il ramo su cui si è appollaiato, come ci racconta la storia che vi lascio qui. Attenzione però a considerare sempre chi ci troviamo davanti perché non tutti spiegano le ali su un vuoto d’aria. A volte serve arrivarci per altre vie.

Che dite voi? Leggete la storia a poi fatemi sapere.

C’era una volta un re che ricevette in dono due splendidi falchi pellegrini e decise di affidarli al suo capo falconiere, per addestrarli. I mesi passarono, e un giorno il capo falconiere informò il re che, sebbene uno dei falchi avesse volato magnificamente in alto nel cielo, l’altro uccello non si era mai mosso dal suo ramo.

ll re, preoccupato, chiamò esperti da ogni parte del regno per cercare di risolvere la situazione. Nonostante i tanti sforzi, nessuno riuscì a far volare l’uccello. Il re, frustrato, osservava il falco dalla finestra del suo palazzo. Immobile, sul ramo.

Ad un certo punto pensò: “Forse ho bisogno di qualcuno che conosca meglio la natura e la vita all’aperto per comprendere la situazione.” Così ordinò di trovare un contadino.

La mattina successiva, il falco si librava in alto sopra i giardini del palazzo.”Portatemi immediatamente la persona che ha compiuto questo miracolo!” ordinò.

La corte si precipitò a cercare il contadino e lo condusse davanti al re. Quest’ultimo, con grande curiosità, chiese: “Dimmi, come hai fatto a far volare questo falco?”

Con umiltà, il contadino abbassò la testa e rispose: “Sua altezza, è stato molto semplice. Ho tagliato il ramo su cui si era posato.”

Manuela, Sydney

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Manuela Sydney

Sono una persona curiosa. Spesso i dettagli mi attraggono più dell’insieme. Amo viaggiare (e anche tornare). La mia passione più grande è il teatro. Ho due figli, sono calabrese, ma anche romana. Sono laureata in lettere con indirizzo teatrale e a Roma organizzavo eventi culturali. Ho fatto per 2 anni la spola tra Nigeria e Italia e per 4 anni tra Namibia e Italia.
Da qualche tempo vivo a Sydney con tutta la mia famiglia, studio naturopatia e lavoro in una radio!

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