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I pasti caldi a scuola – Irlanda

pasti caldi Irlanda
Written by Guest

Era da un po’ che volevo scrivere dell’avvento dei pasti caldi nelle primary school irlandesi, quindi eccomi qui.


L’Irlanda per tradizione e’ un po’ la patria della lunch box, soprattutto alle elementari per cui vi
lascio immaginare il mio entusiasmo appena capita l’antifona, ma ovviamente bisognava
adeguarsi. Armata di scatolette colorate, vari ingredienti e un mare di pazienza ho cominciato
anche io a preprarare le lunch box al mattino con enorme diffidenza. I miei bambini abituati al
catering delle scuole italiane, fatto di menu bilanciati e vari ma soprattutto caldi, sono stati
scaraventati in questo nuovo mondo, cosi, oltre al trauma di essere immersi ogni giorno in un
ambiente esclusivamente spokenEnglish hanno avuto anche quello del sandwich freddo da
finire in 15 minuti con tanto di timer.


Non vi dico lo sconforto. I primi giorni tornavano arrabbiati e affamati con mezzo panino
mordicchiato nella lunch box e mille lamenti, ma piano piano ci si sono abituati. Per rendere
meno triste la situazione mi sono munita di thermos, per offrirgli qualche pasto caldo durante la
settimana. Non e’ esattamente semplice svegliarsi prima e cucinare, ma con un po’ di
allenamento, ci si puo’ fare l’abitudine, giusto per rendergli il pranzo un po’ piu’ simile a quello a
cui erano abituati.


Da qualche mese però un piccolo terremoto sta scuotendo il mondo delle primary qui in Irlanda,
perche’ il ministro della social protection Heather Humphreys sta fortemente promuovendo
l’estensione dello hot meals scheme a tutte le scuole elementari del paese.

Il programma nasce nel 2003, inizialmente dalla necessità di assicurare un pasto caldo, almeno una volta al giorno alle fasce più povere e disagiate. Infatti il pasto caldo era distribuito in Irlanda solo in alcune tipologie di scuole e contesti, adesso però si punta ad estendere a tappeto il
programma per tutte le scuole che ne faranno richiesta con l’ambizioso target di avere pasti
caldi in tutte le primary schools entro il 2030.


Mi sono detta: “finalmente si modernizzano” e mi sono un po’ documentata per cercare di capire
com’ è organizzato il tutto. Al momento la scuola frequentata dai miei figli ha una posizione
scettica a riguardo e ho provato a vederci più chiaro. Lo schema consiste in finanziamenti
pubblici governativi che vengono forniti alle scuole che ne fanno richiesta per appunto
organizzare la distribuzione di pasti caldi ai bambini. La scuola poi attraverso un bando sceglie la società privata a cui appaltare il servizio e da li’ può attivare il tutto… semplice no?

Moltissime scuole hanno fatto richiesta per aderire al programma ma non la nostra che ha deciso di aspettare. L’opinione pubblica dei genitori e operatori della scuola sembra divisa.
Personalmente credo c’entri una sorta di attitudine irlandese avversa alle novità e ai cambiamenti, le obiezioni riguardano la qualità industriale del cibo fornito e la produzione extra
di rifiuti e di cibo non consumato. Ritengo che il cibo che potrebbe essere distribuito a scuola abbia un’unica differenza rispetto a quello preparato in casa, cioè la temperatura, per quanto riguarda l’origine e’ comunque molto industriale anche la fetta di pane o di formaggio che compro al supermercato.

Sulla produzione extra di rifiuti, tipo imballaggi e’ fuori dubbio che aumenterebbe anche se questi sono per lo più biodegradabili, fatti in cartone, ma ci sono scuole che si stanno organizzando per lo smaltimento di questi rifiuti extra con società specializzate. Sul cibo che poi viene effettivamente buttato perché non consumato, vorrei poter mostrare al preside della nostra scuola quanta roba riportano indietro i miei figli ogni giorno che puntualmente finisce nel cestino del rifiuto organico.

E allora cosa c’è dietro a tutta questa resistenza? Sicuramente c’entra l’attuale organizzazione delle scuole elementari che fa terminare l’orario curricolare alle 2.10 senza estensioni, in una scuola, perennemente sotto organico, in cui per poter dedicare tempo alle materie, i bambini sono costretti a mangiare ed andare in bagno in 15 minuti con timer.

L’avvento della distribuzione di pasti caldi e il successivo tempo da dedicare per poter consumarli non era previsto ed è difficile da implementare. Forse un orario più esteso al primo pomeriggio potrebbe accontentare gli insegnanti e regalare ai bambini il lusso di una pausa pranzo vera, ma non so se questo si realizzerà mai ne’ se in un paese che si alimenta esclusivamente di sandwich e zuppe all’ora di pranzo, potrà mai nascere la cultura di apprezzare un pasto caldo consumato in un tempo equo.

Il dibattito rimane aperto nel frattempo io continuo a preparare lunch boxes.

Cristina, Irlanda

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